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Donatella Bontempi<br />

PAESAGGI DELLA MEMORIA. Botanica funeraria nel Cimitero della Villetta a Parma<br />

degli alberi all’intorno e dentro i cimiteri avrebbe modi cato la sionomia inquietante<br />

di quei luoghi. Se l’assenza di alberi nei primi cimiteri extraurbani se ecenteschi è<br />

dovuta in parte all’estrema essenzialità ed anonimato con cui si concepisce lo spazio,<br />

senza par colare interesse per l’apparato decora vo, ben presto i pregiudizi che<br />

avevano accompagnato le prime ipotesi proge uali sono accantona in favore di una<br />

natura partecipe della scena funebre con scopi igienici, consolatori ed emozionali.<br />

Il riconoscimento u ciale è sancito nel 1804 con l’emanazione dell’Edi o di<br />

Saint Cloud 27 che, mi gando il radicalismo delle prescrizioni di anonimato ed<br />

egualitarismo, concede maggiore spazio all’inizia va personale (anche dal punto<br />

di vista monumentale e scultoreo) ed all’aspe o este co ed emo vo, anche se<br />

non accenna a possibili con gurazioni archite oniche: “On y fera des planta ons,<br />

en prenant les précau ons convenables pour ne point gêner la circula on de l’air”.<br />

A seguito della la rivoluzione francese, l’albero viene considerato come un vero e<br />

proprio simbolo funerario des nato a segnalare, proteggere e depurare i cimiteri<br />

e durante il XIX secolo anche la Chiesa nisce con l’acce arlo. D’ora in poi, la scelta<br />

di usare o meno gli alberi è a carico del proge sta: la scienza e la religione li hanno<br />

riabilita in modo de ni vo 28 .<br />

La riconciliazione roman ca tra cimitero e giardino<br />

La vegetazione è contemplata nelle tra azioni teoriche sui cimiteri ancor prima<br />

del consolidarsi delle nuove scoperte scien che, e già precocemente nel 1788<br />

Quatremère-de-Quincy 29 elogia la presenza degli alberi nei recin funebri sopra u o<br />

per il loro aspe o malinconico: “la plus ancienne manière d’embellir les cime ères<br />

isolés c’est d’y planter des arbres: déja chez les anciens le cyprès étoit des né au deuil<br />

des tombeaux, comme la rose au plaisirs de l’amour”. Allo stesso modo nelle relazioni<br />

del 1801 per la proposta di un nuovo cerimoniale, Bernardin De Saint-Pierre e Delille 30<br />

pre gurano una natura riconciliata in modo de ni vo con lo spazio cimiteriale in cui<br />

il giardino assume il compito simbolico di esprimere un nuovo culto dei defun . Nello<br />

spazio razionale della morte si insinua lo spazio funebre di loso e poe , luogo di<br />

visita, meditazione e conforto, la tendenza alla malinconia e cupezza viene ra orzata<br />

dalla poesia no urna e sepolcrale, che tes monia la nascita del culto moderno dei<br />

mor rivendicando il diri o all’immortalità laica 31 . L’in uenza dei pi ori paesaggis ,<br />

come Poussin, fornisce immagini pi oriche ispiratrici della sepoltura roman ca nella<br />

‘dolce Arcadia’ e l’isola dei pioppi di Ermenonville, celebrata dal losofo Rousseau ne<br />

è la sua interpretazione costruita ed esempio da imitare. Nel tra ato di Hirschfeld<br />

sull’arte del giardinaggio, i Jardins de cime ère “pre gurano il cimitero pubblico

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