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100 Donatella Bontempi PAESAGGI DELLA MEMORIA. Botanica funeraria nel Cimitero della Villetta a Parma e bellezza di cui il defunto stesso poteva avere esperienza. Il paesaggio ideale di un oltretomba paradisiaco poteva essere goduto sulla terra, poiché il giardino funerario simboleggiava il giardino dell’aldilà, ed i romani facoltosi lasciavano donazioni per garan re con nuità e inviolabilità di tali giardini ed assicurarsene un godimento perpetuo. Nel recinto erano racchiuse piantumazioni che fornivano ori, fru a e vino per onorare il defunto, come vigne e rose in abbondanza che assicuravano o erte per le libagioni ma anche una rendita fondiaria per mantenere gli stessi mausolei: la produzione aiutava a nanziare il sostentamento del giardino e delle tombe. Vi erano edi cate case es ve e sale da pranzo a nché i familiari potessero ritrovarsi per i festeggiamen durante i giorni di commemorazione. Gli epita alludono alle rose ed altri ori, alla tomba collocata in un giardino di delizie e all’urna inghirlandata. FIG. 4.6 Ricostruzione del Mausoleo di Augusto, Roma, 28 a.c. Gli alberi decorano il tumulo archite onico. questo arche po sarà ripreso nell’archite ura rivoluzionaria. [da ETLIN pag. 285] FIG. 4.7 Cimitero pomario nell’Abbazia di San Gallo: orto e giardino sono luogo di sepoltura, con tombe simmetriche alternate a quinconce intercalate da elemen vegetali ordina a scopo u litario e medita vo. [da VERCELLONI tav. 12] FIG. 4.8 Albero di tasso al centro del cimitero. Nei paesi nordici è consuetudine piantare dei tassi presso gli ingressi ed al centro dei luoghi sacri. [da AUZELLE pag. 81] FIG. 4.9 An co churchyard. [da ARIES images g. 28]
Parte seconda. Il disegno del verde nell’archite ura funeraria 101 Capitolo 4. La le ura storica: epoche / culture Avvento del cris anesimo e condanna delle usanze pagane Nel cris anesimo an co le consuetudini legate al culto ‘vegetale’ dei mor rimangono molto simili alla tradizione romana, sopra u o quando nel 313 la religione è liberalizzata e si possono collocare i recin funerari all’aria aperta (subdiali) fuori dalle ci à, ed i benestan concedono terreni di proprietà situa in campagna per is tuire sepolcre in cui si possano riunire tu i ‘fratelli nella fede’. Nel corso del tempo, la natura ha ripreso il sopravvento su ques spazi non cara erizza dall’archite ura, e non ne resta traccia. Nel corso del Medioevo 19 , mentre cresce l’aspirazione ad essere sepol il più vicino possibile alla chiesa e alle reliquie, si consolidano due pologie di stru ura: ad atrium, con arcate per le fosse comuni e ossario nel campo centrale, oppure un basso recinto per le fosse individuali all’interno del perimetro consacrato o coemeterium, termine che designa non solo il luogo delle inumazioni, ma tu o il terreno consacrato di per nenza della chiesa che bene cia del diri o di asilo (azylus circum ecclesiam). Questa usanza si allarga man mano a stra più ampi di popolazione e perdura no a ne Se ecento, nonostante preveda nella maggior parte dei casi sepolture anonime (è malvista la pra ca di ‘innalzare i cadaveri dal suolo’, preferendo l’inumazione) o quantomeno la separazione tra giacitura del corpo e monumento commemora vo. È da rilevare che in questo spazio prote o che gode del diri o di asilo, in genere collocato in posizione centrale nel villaggio, si svolgono tu i momen salien della vita comunitaria: ritrovi e riunioni, merca e commerci, feste e balli, in un intreccio/ promiscuità/con denza tra vita e morte, come una reale danse macabre. In questo spazio aperto condiviso tra diverse funzioni, anche la vegetazione e le sepolture si contendono il posto, no ad una sorta di prevenzione u ciale contro le piantagioni nei cimiteri: a ne ‘500 il Concilio di Trento risolve di bandire qualsiasi forma di vegetazione allo scopo di ra orzare la tradizione cris ana che aveva sempre ri utato la presenza di alberature vicino alle tombe, considerata una cara eris ca delle sepolture pagane. Anche a Milano, nel 1573 è imposta la costruzione di mura o siepi ed interde o l’ingresso agli animali. Ai tempi della Chiesa trionfante, nei cimiteri è bandito ogni po di vegetazione e anche in seguito vengono rinnova tali divie , in quanto alle preoccupazioni religiose si assommano quelle sanitarie, con la paura che prodo vegetali provenien dai camposan , che nel fra empo sono abitualmente sfru a dai contadini come pascolo o fru eto, siano poi des na all’alimentazione umana. In Francia il vescovo di Rennes ordina nel 1636 che i tassi vengano “sradica e tol dai cimiteri, poiché i contadini se ne servono per ca vi usi”: l’ordine viene eseguito, ma è osteggiato dal popolo con violenza, tanto che i tassi in
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Parte seconda. Il disegno del verde nell’archite ura funeraria 101<br />
Capitolo 4. La le ura storica: epoche / culture<br />
Avvento del cris anesimo e condanna delle usanze pagane<br />
Nel cris anesimo an co le consuetudini legate al culto ‘vegetale’ dei mor<br />
rimangono molto simili alla tradizione romana, sopra u o quando nel 313 la<br />
religione è liberalizzata e si possono collocare i recin funerari all’aria aperta (subdiali)<br />
fuori dalle ci à, ed i benestan concedono terreni di proprietà situa in campagna<br />
per is tuire sepolcre in cui si possano riunire tu i ‘fratelli nella fede’. Nel corso<br />
del tempo, la natura ha ripreso il sopravvento su ques spazi non cara erizza<br />
dall’archite ura, e non ne resta traccia.<br />
Nel corso del Medioevo 19 , mentre cresce l’aspirazione ad essere sepol il più<br />
vicino possibile alla chiesa e alle reliquie, si consolidano due pologie di stru ura: ad<br />
atrium, con arcate per le fosse comuni e ossario nel campo centrale, oppure un basso<br />
recinto per le fosse individuali all’interno del perimetro consacrato o coemeterium,<br />
termine che designa non solo il luogo delle inumazioni, ma tu o il terreno consacrato<br />
di per nenza della chiesa che bene cia del diri o di asilo (azylus circum ecclesiam).<br />
Questa usanza si allarga man mano a stra più ampi di popolazione e perdura no a<br />
ne Se ecento, nonostante preveda nella maggior parte dei casi sepolture anonime<br />
(è malvista la pra ca di ‘innalzare i cadaveri dal suolo’, preferendo l’inumazione) o<br />
quantomeno la separazione tra giacitura del corpo e monumento commemora vo.<br />
È da rilevare che in questo spazio prote o che gode del diri o di asilo, in genere<br />
collocato in posizione centrale nel villaggio, si svolgono tu i momen salien della<br />
vita comunitaria: ritrovi e riunioni, merca e commerci, feste e balli, in un intreccio/<br />
promiscuità/con denza tra vita e morte, come una reale danse macabre.<br />
In questo spazio aperto condiviso tra diverse funzioni, anche la vegetazione e le<br />
sepolture si contendono il posto, no ad una sorta di prevenzione u ciale contro le<br />
piantagioni nei cimiteri: a ne ‘500 il Concilio di Trento risolve di bandire qualsiasi<br />
forma di vegetazione allo scopo di ra orzare la tradizione cris ana che aveva sempre<br />
ri utato la presenza di alberature vicino alle tombe, considerata una cara eris ca<br />
delle sepolture pagane. Anche a Milano, nel 1573 è imposta la costruzione di mura<br />
o siepi ed interde o l’ingresso agli animali. Ai tempi della Chiesa trionfante, nei<br />
cimiteri è bandito ogni po di vegetazione e anche in seguito vengono rinnova tali<br />
divie , in quanto alle preoccupazioni religiose si assommano quelle sanitarie, con<br />
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abitualmente sfru a dai contadini come pascolo o fru eto, siano poi des na<br />
all’alimentazione umana. In Francia il vescovo di Rennes ordina nel 1636 che i tassi<br />
vengano “sradica e tol dai cimiteri, poiché i contadini se ne servono per ca vi usi”:<br />
l’ordine viene eseguito, ma è osteggiato dal popolo con violenza, tanto che i tassi in