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Arnaldo da Villanova, l'alchimista che scriveva ai Re - LOGGIA ...

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G:.L:.R:.I:. <strong>LOGGIA</strong> HOCHMA 182 G:.L:.R:.S:.<br />

<strong>Arnaldo</strong> <strong>da</strong> <strong>Villanova</strong>,<br />

l’alchimista <strong>che</strong> <strong>scriveva</strong> <strong>ai</strong> <strong>Re</strong><br />

Secondo gli alchimisti, il corpo umano non è dotato soltanto di materia, ma è composto <strong>da</strong><br />

un’essenza di carattere spirituale; secondo il pensiero ermetico l’uomo è composto <strong>da</strong> tre elementi:<br />

il Sale, cioè il corpo fisico, il Mercurio, cioè le forze pscico-vitali ed il Solfo, ossia la componente<br />

trascendente.<br />

Compito degli Alchimisti è quello di liberare il Mercurio <strong>da</strong>lla prigionia di Saturno – la<br />

componente corpo-terra – in maniera tale <strong>che</strong> la sostanza mercuriale, tornata allo stato libero,<br />

permetta al Solfo di riappropriarsi della sua capacità trascendente.<br />

Ovviamente questa è un’allegoria: compito dell’Alchimista è liberare le forze positive <strong>che</strong><br />

sono imprigionate <strong>da</strong>lla materialità del corpo e trasformarle in forze trascendenti <strong>che</strong> uniscono la<br />

materialità a Dio, il cielo alla terra, il microcosmo al macrocosmo.<br />

In Alchimia, così come in Massoneria, la trasformazione della materia è una conseguenza<br />

della liberazione dello spirito <strong>da</strong>lla materialità: noi <strong>da</strong>lla pietra grezza tr<strong>ai</strong>amo la forma levigata,<br />

senza <strong>che</strong> questa subisca alcuna trasformazione, mantenendo integre la caratteristi<strong>che</strong> <strong>che</strong> essa già


possiede; in Alchimia il Mercurio viene liberato <strong>da</strong>l Sale, il corpo fisico <strong>che</strong> lo contiene, per liberare<br />

il Solfo, la componente spirituale <strong>che</strong> esso già contiene.<br />

Dalla natura materiale caotica viene tirato fuori un principio ordinato ed ordinatore, <strong>che</strong> gli<br />

Al<strong>che</strong>mici chiamano “il nostro Oro”: <strong>da</strong> qui la diceria <strong>che</strong> gli Alchimisti traevano l’oro <strong>da</strong>i sassi,<br />

<strong>che</strong> evidentemente ignora l’aspetto allegorico della ricerca al<strong>che</strong>mica, ma <strong>che</strong> gli stessi Alchimisti<br />

hanno contribuito ad alimentare, poiché nel Medioevo si preferiva dire <strong>che</strong> si cercava l’oro,<br />

ottenendo spesso la tutela di Principi sempre in cerca di nuovi arricchimenti, piuttosto <strong>che</strong> passare<br />

per eretici nella ricerca di una trascendenza interiore <strong>che</strong> la Chiesa negava: “ciò <strong>che</strong> sta fuori, sta<br />

dentro, ciò <strong>che</strong> sta sopra sta sotto” dicono Alchimisti e Massoni; per la Chiesa sono ordini separati.<br />

Ecco la spiegazione semplificata di come il pensiero al<strong>che</strong>mico – filosofia medievalistica -<br />

sia un antesignano del pensiero massonico – filosofia illuministica - e ne contenga quei germi<br />

spirituali <strong>che</strong> il pensiero massonico renderà più concreti e tangibili.<br />

Ovviamente questa azione di separazione non è cosa semplice, e non è detto <strong>che</strong> riesca<br />

sempre: gli stessi alchimisti la definiscono una “fatica di Ercole”: anzi era <strong>da</strong>gli stessi considerata<br />

un’azione estremamente pericolosa poiché, se riusciva, conduceva ad una Illuminazione<br />

Spirituale, ma se falliva le conseguenza erano la liberazione di forze negative ed incontrollabili.<br />

Ed ancora una volta ci ricolleghiamo alla Massoneria in cui il percorso iniziatico, se<br />

condotto gra<strong>da</strong>tamente e correttamente, può portare alla Vera Luce; se portato avanti in maniera<br />

affrettata o erronea, può portare a degenerazioni irreversibili /smania di potenza, aggressività,<br />

perdita di contatto con la realtà).<br />

Tra gli alchimisti particolare attenzione merita <strong>Arnaldo</strong> <strong>da</strong> <strong>Villanova</strong>, figura di grande<br />

rilievo vissuta tra il 1240 ed il 1313: nato in Provenza, viaggiò in lungo ed in largo per l’Europa –<br />

Italia, Francia, Spagna – e fu medico personale, amico e consigliere di numerosi <strong>Re</strong> e Papi; ciò non<br />

gli impedì di essere più volte inquisito e carcerato per i suoi scritti considerati spesso eretici; ogni<br />

volta <strong>che</strong> era perseguitato, trovava rifugio in Sicilia, presso la Corte di Federico II.<br />

Si avvicinò all’alchimia per essere stato allievo di Alberto Magno, ed a sua volta iniziò<br />

all’alchimia R<strong>ai</strong>mondo Lullo, futuro grande alchimista.<br />

Egli non abiurò m<strong>ai</strong> le sue teorie, nemmeno dinanzi all’Inquisizione, ed anzi si sforzò<br />

sempre di spiegare i principi dell’alchimia a Principi, Sovrani e Papi, dei cui favori egli godette<br />

sempre senza m<strong>ai</strong> approfittarne; alla sua morte i suoi libri vennero <strong>da</strong>ti alle fiamme.<br />

In quest’ottica si inserisce la Lettera sull’alchimia <strong>che</strong> egli scrive al <strong>Re</strong> di Napoli, per<br />

rivelargli l’iter iniziatico e fargli comprendere come gli insegnamenti sull’arte non vanno presi alla<br />

lettera, ma interpretati allegoricamente: ad esempio, quando dice <strong>che</strong> la pietra è formata <strong>da</strong><br />

quattro elementi – il fuoco, l’aria, l’acqua e la terra – non vuole <strong>da</strong>rne una descrizione chimica,


ma allegorica.<br />

La Terra è infatti la concezione materialistica <strong>da</strong> cui l’uomo è condizionato, l’Acqua<br />

corrisponde alla percezione sottile (ma ancora materiale), l’Aria a quella celeste ed il Fuoco alla<br />

visione universale: i quattro elementi assieme rappresentano simbolicamente Saturno, il Sale, il<br />

Mercurio ed il Solfo, o Oro.<br />

<strong>Arnaldo</strong> <strong>da</strong> <strong>Villanova</strong>, quindi, risalta per le sue qualità non solamente intellettuali, ma<br />

an<strong>che</strong> umane:: una persona di grande cultura, <strong>che</strong> si è impegnato nelle arti reali (fu uno dei più<br />

grandi medici del suo periodo) ma non si è m<strong>ai</strong> fermato, nei suoi studi, alla semplice apparenza,<br />

an<strong>da</strong>ndo a fondo senza preoccuparsi delle conseguenze negative <strong>che</strong> su di lui potevano ricadere; un<br />

uomo <strong>che</strong> godeva della stima di <strong>Re</strong> e Papi, ma fdi questa stima m<strong>ai</strong> ne approfittò, pagando con il<br />

carcere la fermezza delle sue idee; un uomo <strong>che</strong> non accettava di vivere isolato sulla turris eburnea<br />

del suo sapere, ma si sforzava di farlo comprendere an<strong>che</strong> a chi era fuori <strong>da</strong>l percorso iniziatico.<br />

È questa l’immagine del buon Alchimista, ma an<strong>che</strong> del perfetto Massone: ed i suoi<br />

comportamenti mi sembrano la copia conforme del Massone come è stato tratteggiato <strong>da</strong> un grande<br />

Massone, il Fratello Rudyard Kipling nella sua poesia “Lettera a mio figlio”.<br />

Alla Gloria del G.A.d.U.<br />

Appendicetutto il composto in cui è tutta la suddetta umidità<br />

Allegato<br />

A<br />

<strong>Arnaldo</strong> <strong>da</strong> <strong>Villanova</strong><br />

cAAELETTERA SULL’ALCHIMIA AL RE DI NAPOLI<br />

Sappi, o <strong>Re</strong>, <strong>che</strong> i sapienti misero nelle loro opere molte cose e molti modi di procedere, come ad<br />

esempio: il dissolvere, il coagulare e molti vasi e pesi; ciò fecero, per accecare gli ignoranti e per<br />

dichiarare solo agli intelligenti il loro Opus.<br />

E nota, o <strong>Re</strong>, <strong>che</strong> i sapienti hanno rivelata l’Opera con po<strong>che</strong> parole, sebbene ve ne abbiano<br />

aggiunte molte altre, affinchè fossero compresi se non <strong>da</strong>i sapienti. Ed i sapienti, in verità, dissero<br />

<strong>che</strong> la pietra è una sola, ed è composta <strong>da</strong> quattro nature; queste quattro nature sono: il fuoco, l’aria,<br />

l’acqua e la terra.<br />

E questa pietra, è simile alla pietra all’apparenza e al tatto, ma non nella sua natura; ed è chiamata<br />

pietra, come una cosa composta<br />

Questo composto, se è condotto per via retta, è ciò <strong>che</strong> si cerca; in lui non vi è nulla di superfluo o<br />

di mancante, anzi: tutto quello <strong>che</strong> è nella pietra è a lei necessario e non ha bisogno di nient’altro. E<br />

detto composto, ovvero pietra, è di una sola natura, ed una sola cosa; la qual cosa, nella decozione<br />

del fuco, assume diversi colori prima di diventare il lapis bianco e perfetto<br />

E nota, o <strong>Re</strong>, <strong>che</strong> più l’anzidetta pietra sta nel fuoco, tanto più aumenta la sua qualità: il <strong>che</strong> non<br />

avviene per tutte le altre cose, le quali, nel fuoco bruciano e perdono l’umidità radicale


La suddetta pietra, tutta sola nel fuoco, sempre migliora e accresce la sua qualità; e il fuoco è il suo<br />

nutrimento. Questo, è uno dei segni evidenti per riconoscere il lapis stesso, e ciò intendi bene.<br />

Questo composto, ovvero lapis, si divide prima dell’operazione in due modi: il primo è corporale,<br />

l’altro è spirituale, e uno esce <strong>da</strong>ll’altro, ed è unito, e si governa l’uno con l’altro e uno migliora<br />

l’altro. I filosofi nominavano l’uno: Mascolino, e l’altro: Femminino. Nota an<strong>che</strong>, o <strong>Re</strong>, <strong>che</strong> quando<br />

i filosofi hanno nominato l’Argento vivo e la Magnesia dicendo: Congela l’Argento vivo nel corpo<br />

della Magnesia -, essi non intendevano l’Argento vivo volgare <strong>che</strong> si vede, ma hanno inteso<br />

l’Argento vivo è una umidità di questa pietra e, la Magnesia, non è quella <strong>che</strong> si vede volgarmente,<br />

ma chiamarono magnesia, tutto il composto in cui è tutta la suddetta umidità <strong>che</strong> è l’argento vivo.<br />

Questa umidità, non è come le altre umidità, perché questa scorre ne l fuoco e in questo fuoco<br />

dissolve tutto il composto, lo congela, lo fa nero, lo sbianca e finalmente lo fa divenire rosso e<br />

perfetto.<br />

Nota an<strong>che</strong>, o tu <strong>Re</strong>, <strong>che</strong> nell’opera non si mettono molte cose, ma una sola, e non bisogna fare con<br />

le mani alcuna triturazione, né si deve aggiungere cosa alcuna con questa pietra. E nota, o <strong>Re</strong>, <strong>che</strong> la<br />

terra bianca si chiama pietra bianca perfetta, e la terra rossa, si chiama rossa perfetta; e questa terra<br />

bianca, per il regime della suddetta opera, senza <strong>ai</strong>uto di alcun’altra cosa, si converte in rubedine.<br />

L’Acqua, ovvero l’argento vivo, si chiama umidità, ed è in questa pietra; e nota, <strong>che</strong> quando questa<br />

acqua o umidità esce <strong>da</strong>l composto, ovvero pietra, tutto il composto nero converge sul fondo del<br />

vaso; cos’ poi, continuando con il fuoco, la stessa nerezza di cui è l’umidità si converte in diversi<br />

colori e, finalmente, in bian<strong>che</strong>zza. Questa umidità è chiamata aria, la quale aria o – umidità4 [nota<br />

4 – L’aria, come an<strong>che</strong> l’acqua, sono sempre aspetti del Mercurio.<br />

Quando il Mercurio è acqueo, viene detto lunare; quando è aereo, viene detto Ignificato. La Terra<br />

riguar<strong>da</strong> poi il corpo, mentre il Fuoco riguar<strong>da</strong> lo Spirito. Il Mercurio <strong>che</strong> corrisponde all’Anima<br />

(secondo l’ermetismo l’uomo è infatti composto di tre parti: corpo, anima e spirito.), cambia quindi<br />

caratteristica a secon<strong>da</strong> del prevalere dell’Elemento inferiore o di quello superiore con cui è in<br />

rapporto.] – la si mescola con la sua terra e con gli altri elementi <strong>che</strong> sono nella stessa pietra fino a<br />

<strong>che</strong> divenga una cosa bianca.<br />

E nota, o tu <strong>Re</strong>, <strong>che</strong> la suddetta umidità aerea, <strong>che</strong> è l’argento vivo, è una cosa sola con la sua terra<br />

soprindicata e con gli altri elementi esistenti nella stessa pietra. Questa umidità, an<strong>che</strong> se è poca, è<br />

sufficiente a nutrire ed a rendere perfetta tutta la pietra in cui è l’umidità stessa.<br />

E’ <strong>da</strong> sapere poi, <strong>che</strong> in detta composizione, ovvero pietra, vi sono il Sole e la Luna in virtù e<br />

potenza e negli elementi in natura, perché se queste cose non fossero nel composto stesso, non si<br />

farebbero; e non si potrebbero fare quindi né il Sole né la Luna. Nondimeno, non è questo Sole<br />

come il Sole comune, né questa Luna come la Luna comune; perché questo Sole e Luna esistenti nel<br />

composto, sono migliori di quelli esistenti nella natura volgare, in quanto, il Sole e Luna del<br />

suddetto composto sono vivi, mentre gli altri, volgari, sono morti. Si abbia il dovuto riguardo per il<br />

Sole e Luna esistenti nel composto, come più sopra abbiamo precisato.<br />

Essi, nel Lapis sono potenzialmente, an<strong>che</strong> se non visibilmente, e i filosofi, per questa ragione,<br />

hanno chiamato il lapis stesso, Sole e Luna.<br />

Ed è <strong>da</strong> sapere <strong>che</strong> questa pietra, ovvero: composto, è uno sola cosa e di una sola natura, ed in essa è<br />

tutto quanto le è necessario, ed in essa vi è ciò <strong>che</strong> la migliora, ed an<strong>che</strong> ciò <strong>che</strong> la completa6 [nota<br />

– 6 Di fatto, l’Uomo, inteso come microcosmo, contiene in potenza tutte le cose.]<br />

E non è, questo composto, una cosa qualunque, ossia opera di qual<strong>che</strong> essere vivente, animale o<br />

vegetale, ma è una natura mon<strong>da</strong> e chiara delle sue proprie miniere, <strong>che</strong> si tramuta per regime di<br />

fuoco e si putrefà e si annerisce e si fa bianca e poi rossa e di molti altri colori diviene.<br />

E nota, o tu <strong>Re</strong>, <strong>che</strong> l’umidità suddetta <strong>che</strong> è l’argento vivo, è la corruzione della stessa pietra,infatti<br />

fa diventare questa pietra, nera, e poi, infine, la sbianca.<br />

E nota, o tu <strong>Re</strong>, e sappi, <strong>che</strong> i filosofi dissero: Fondete il corpo e trattatelo fino a <strong>che</strong> non si tramuti<br />

in acqua; intendendo di detto composto <strong>che</strong> sia fuso e congelato, ed allora è chiamato: “terra”. E


nota, <strong>che</strong> i filosofi lo chiamano Acqua, mentre detto lapis è liquefatto con la sua acqua, la quale<br />

nello stesso lapis è fissata; e quest’acqua, è allora corrente e bianca come l’acqua<br />

E nota, o tu <strong>Re</strong>, <strong>che</strong> si converte l’acqua in aria; e bisogna intendere, <strong>che</strong> detta acqua congeli e si<br />

converta nel corpo <strong>che</strong> era in precedenza, e <strong>che</strong> il corpo stia tanto nel regime del fuoco, <strong>da</strong><br />

trasformare lo stesso copro sottile e <strong>da</strong> portarlo all’albedine perfetta; ed allora, è <strong>da</strong> alcuni chiamato<br />

Aria. Ma quando si dice <strong>che</strong> si converte l’Aria in Fuoco, s’intende <strong>che</strong> questo composto <strong>che</strong> si<br />

chiama Aria, deve stare in un gran fuoco forte sino a <strong>che</strong> non divenga rosso; ed allora, completo al<br />

rosso, è chiamato Fuoco, ovvero, Sole.<br />

E nota, o tu <strong>Re</strong>, <strong>che</strong> <strong>da</strong> un solo composto e soltanto con esso è fatta l’Opera e non <strong>da</strong> altro; e questo<br />

composto prendilo puro senza le impurità <strong>che</strong> sono in lui; ovvero, <strong>che</strong> sia mon<strong>da</strong>to, perché così<br />

deve essere, e, questo composto, governalo nel fuoco insieme alle sue nature. Questo devi fare<br />

all’inizio del regime del fuoco, perché in ciò, è tutto il difetto, ovvero il pericolo.<br />

E quando questo è fatto, non possono più esservi ulteriori difetti, ed allora, il fuoco deve essere tra il<br />

forte e il moderato, fino a <strong>che</strong> lo spirito sia separato <strong>da</strong>l corpo, ed ascen<strong>da</strong> sopra la Terra, e rimanga,<br />

in fondo al vaso, il corpo morto senza <strong>che</strong> in esso vi sia alcuno spirito. Ed il segno è, <strong>che</strong> se si pone<br />

sul fuoco non fonde e nemmeno fuma, in quanto, riguardo a questa fase, è già completo; e mentre è<br />

così, si riduca questo spirito sopra lo stesso copro <strong>da</strong> cui è uscito; questo spirito è simile alle nuvole<br />

nere <strong>che</strong> portano acqua. Perciò, questo spirito si chiama Acqua di Vita, per la quale sostiene questo<br />

corpo e con la quale muore e dopo la morte rivive.<br />

E nota, <strong>che</strong> con il suddetto composto vi è ciò <strong>che</strong> mortifica il composto stesso, e con lo stesso si<br />

sbianca e si arrossa, senza l’<strong>ai</strong>uto di nessuna cosa estranea.<br />

E nota an<strong>che</strong>, <strong>che</strong> il fuoco, all’inizio dell’Opera, deve essere lento, nella secon<strong>da</strong> fase,<br />

mediocre;nella terza, forte, aumentando gradualmente il fuoco sino a <strong>che</strong> detta pietra non divenga<br />

bianca ed infine, rossa.<br />

“O voi ch’avete li ‘ntelletti sani, mirate la dottrina <strong>che</strong> s’asconde, sotto ‘l velame de li versi<br />

strani”.<br />

Fr. E. D.

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