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Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice

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94<br />

SCENA IX a<br />

IL CONTE e FIGARO, in<strong>di</strong> ROSINA<br />

FIGARO<br />

Al fine eccoci qua.<br />

CONTE<br />

Figaro, dammi man. Poter del mondo!<br />

Che tempo in<strong>di</strong>avolato.<br />

FIGARO<br />

Tempo da innamorati.<br />

CONTE<br />

Tempo da innamorati. Ehi fammi lume.<br />

(Figaro accende i lumi)<br />

Dove sarà Rosina?<br />

FIGARO (spiando)<br />

Dove sarà Rosina? Ora vedremo…<br />

Eccola appunto.<br />

CONTE (con trasporto)<br />

Eccola appunto. Ah mio tesoro!…<br />

ROSINA (respingendolo)<br />

Eccola appunto. Ah mio tesoro!… In<strong>di</strong>etro<br />

anima scellerata; io qui <strong>di</strong> mia<br />

stolta credulità venni soltanto<br />

a riparar lo scorno; a <strong>di</strong>mostrarti<br />

qual sono e quale amante<br />

perdesti, anima indegna, e sconoscente.<br />

CONTE<br />

Io son <strong>di</strong> sasso.<br />

FIGARO<br />

Io son <strong>di</strong> sasso. Io non capisco niente.<br />

CONTE<br />

Ma per pietà…<br />

GIOACHINO ROSSINI<br />

ROSINA<br />

Ma per pietà… Taci. Fingesti amore<br />

sol per sagrificarmiXXXII a quel tuo vil Conte Almaviva…XXXII CONTE<br />

a quel tuo vil Conte Almaviva… Al Conte?…<br />

Ah sei delusa!… oh me felice! Adunque<br />

tu <strong>di</strong> verace amore<br />

ami Lindor… rispon<strong>di</strong>.<br />

ROSINA<br />

Ah sì! T’amai pur troppo!…<br />

CONTE<br />

Ah sì! t’amai pur troppo!… Ah non è tempo<br />

<strong>di</strong> più celarsi, anima mia:<br />

(S’inginocchia gettando il mantello, che viene raccolto<br />

da Figaro)<br />

<strong>di</strong> più celarsi, anima mia: ravvisa<br />

colui che sì gran tempo<br />

segue nota 16<br />

all’azione ed affrettare il più possibile le nozze con Rosina, che si dovranno svolgere la notte stessa. Per rendere il<br />

piano ancora più efficace mostra alla sbigottita Rosina il biglietto datogli da Don Alonso: in realtà il suo Lindoro<br />

vuole conquistarla con l’unico scopo <strong>di</strong> cederla al potente Almaviva. Rosina, mortalmente ferita, consente alle nozze<br />

con Bartolo. Rossini separa tali eventi dal finale scrivendo un intermezzo strumentale <strong>di</strong> una certa ampiezza ed<br />

elaborazione, che descrive con ‘realismo musicale’ l’arrivo, il culmine e il placarsi <strong>di</strong> un violento temporale (anche<br />

Paisiello aveva piazzato un temporale fra gli atti terzo e quarto, così come accadeva nella pièce <strong>di</strong> Beaumarchais).<br />

Non è certo questo l’unico caso in cui appare un temporale nelle opere rossiniane: un anno dopo il compositore<br />

utilizzerà lo stesso espe<strong>di</strong>ente nella Cenerentola, mentre qualcosa <strong>di</strong> simile aveva già fatto quattro anni prima nella<br />

Pietra del paragone in una scena la cui musica viene in gran parte qui riciclata (non mancano ovviamente neppure<br />

i temporali ‘seri’, da quello <strong>di</strong> Otello, III fino Guillaume Tell, IV). Alle prime gocce <strong>di</strong> pioggia, descritte nella<br />

parte iniziale del brano da semiminime staccate sottovoce degli archi, segue la parte centrale, in do, dove il crescere<br />

e l’infuriare del temporale sono descritti con folate <strong>di</strong> semicrome, prima in piano poi in fortissimo, a cui si<br />

aggiunge in scena la presenza della macchina del tuono (in partitura appare ad un certo punto l’in<strong>di</strong>cazione «Tuono»).<br />

Quando la forza del temporale scema, riappare la figurazione iniziale, che ora descrive le ultime gocce, e nel<br />

contempo il <strong>di</strong>scorso musicale si riporta sul Do che chiude il brano. Vale la pena segnalare che, quando ormai si<br />

era consolidato l’uso <strong>di</strong> far cantare la parte <strong>di</strong> Rosina a un soprano, Rossini scrisse un’aria alternativa in quel registro<br />

e la collocò proprio prima <strong>di</strong> questo temporale; in questo modo lo sbigottimento della povera ragazza, che<br />

ha una certa importanza drammatica nel prosieguo dell’opera, finiva per avere anche una adeguata sottolineatura<br />

musicale. Tale aria è riapparsa spora<strong>di</strong>camente negli ultimi decenni come brano da concerto.<br />

XXXII «per vendermi alle voglie / <strong>di</strong> quel tuo vil Conte Almaviva…».

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