Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice
Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice
92 SCENA VI a BERTA sola BERTA Che vecchio sospettoso. Vada pure, e ci stia finché crepa. Sempre gridi e tumulti in questa casa. Si litiga, si piange, si minaccia, non v’è un’ora di pace con questo vecchio avaro e brontolone. Oh che casa!… oh che casa in confusione. Il vecchiotto cerca moglie, 15 vuol marito la ragazza; quello freme, questa è pazza, tutti e due son da legar. Ma che cosa è questo amore che fa tutti delirar?… Egli è un male universale, una smania, un certo ardore XXXI che nel core dà un tormento… XXXI Poverina, anch’io lo sento, né so come finirà. Ah vecchiaia maledetta che disdetta singolar! Niun mi bada, niun mi vuole: son da tutti disprezzata; e vecchietta disperata mi convien così crepar. (Parte) SCENA VII a DON BARTOLO introducendo DON BASILIO BARTOLO Dunque voi Don Alonso non conoscete affatto? BASILIO Affatto. BARTOLO Affatto. Ah certo il Conte lo mandò. Qualche gran trama qua si prepara. BASILIO qua si prepara. Io poi dico che quell’amico era il Conte in persona. BARTOLO era il conte in persona. Il Conte?… GIOACHINO ROSSINI BASILIO era il conte in persona. Il Conte?… Il Conte. (La borsa parla chiaro.) BARTOLO Sia che si vuole, amico, dal notaro vo’ in questo punto andare: in questa sera stipolar di mie nozze io vo’ il contratto. BASILIO Il notar?… siete matto?… Piove a torrenti, e poi questa sera il notaro è impegnato con Figaro; il barbiere marita una nipote. 15 n. 14. Aria Berta. Allegro – , La. In una posizione un po’ defilata rispetto al fuoco drammatico principale (che nella scena precedente aveva toccato uno dei suoi apici), librettista e compositore collocano quella che nel linguaggio dell’epoca si era soliti chiamare «aria del sorbetto», ossia riservata a un personaggio secondario, la quale sia come difficoltà esecutive che come sostanza musicale non può certo competere con i brani solistici dei protagonisti. L’aria di Berta, serva di Bartolo, presenta formalmente una semplice struttura tripartita di tipo A-B-A (con la sezione B alla tonalità della dominante) che è piuttosto consueta in questo tipo di brani; Rossini però non rinuncia a dotare il pezzo (che istituzionalmente sarebbe un po’ ai margini) di una certa caratterizzazione e di una apprezzabile eleganza musicale. La melodia sillabata sulle crome staccate e la modulazione verso do diesis (terzo grado della tonalità d’impianto) sono le armi musicali che utilizza il compositore per ritrarre la vecchia serva che pure sente anch’ella un tardivo pizzicore amoroso; ne esce un quadretto musicale scorrevole ed elegante; ideale intermezzo tra l’impegnativa scena precedente e gli avvenimenti che di qui a breve porteranno l’intreccio allo scioglimento. XXXI «una smania, un pizzicore, / un solletico, un tormento…».
IL BARBIERE DI SIVIGLIA – ATTO SECONDO BARTOLO marita una nipote. Una nipote?… Che nipote?… Il barbiere non ha nipoti. Ah qui v’è qualche imbroglio. Questa notte i bricconi me la vogliono far; presto: il notaro qua venga sull’istante. Ecco la chiave del portone. (Gli dà una chiave) Ecco la chiave del portone. Andate, presto per carità. BASILIO Non temete: in due salti io torno qua. (Parte) SCENA VIII a BARTOLO, indi ROSINA BARTOLO Per forza o per amore Rosina avrà da cedere, cospetto!… Mi viene un’altra idea. Questo biglietto (Cava dalla tasca il biglietto datogli dal Conte) che scrisse la ragazza ad Almaviva potria servir… Che colpo da maestro! Don Alonso, il briccone, senza volerlo mi diè l’armi in mano. Ehi Rosina, Rosina, (Rosina dalle sue camere entra senza parlare) Ehi Rosina, Rosina, avanti, avanti; del vostro amante io vi vo’ dar novella. Povera sciagurata! In verità collocaste assai bene il vostro affetto. Del vostro amor sappiate ch’ei si fa gioco in sen d’un’altra amante. Ecco la prova. (Le dà il biglietto) ROSINA Ecco la prova. Oh cielo! il mio biglietto. BARTOLO Don Alonso e il barbiere congiuran contro voi, non vi fidate. In potere del Conte d’Almaviva vi vogliono condurre… ROSINA vi vogliono condurre… (In braccio a un altro!… che mai sento… ah Lindoro!… Ah traditore! Ah sì!… Vendetta! E vegga, vegga quell’empio chi è Rosina.) Dite, signore, di sposarmi voi bramavate… BARTOLO voi bramavate… E il voglio. 93 ROSINA voi bramavate… E il voglio. Ebben, si faccia! Io… son contenta!… Ma, all’istante. Udite: a mezza notte qui sarà l’indegno con Figaro il barbier; con lui fuggire per sposarlo io voleva… BARTOLO per sposarlo io voleva… Ah scellerati! Corro a sbarrar la porta. ROSINA Corro a sbarrar la porta. Ah mio signore! Entran per la fenestra. Hanno la chiave. BARTOLO Non mi muovo di qui! Ma… e se fossero armati?… Figlia mia, poiché ti sei sì bene illuminata, facciam così. Chiuditi a chiave in camera, io vo a chiamar la forza: dirò che son due ladri, e come tali… Corpo di Bacco!… l’avrem da vedere! Figlia, chiuditi presto: io vado via. (Parte) ROSINA Quanto, quanto è crudel la sorte mia! (Parte. Segue istromentale esprimente un temporale. Dalla fenestra di prospetto si vedono frequenti lampi e si ascolta il romore del tuono. Sulla fine dell’istromentale si vede dal di fuori aprire la gelosia, ed entrare un dopo l’altro Figaro ed il Conte avvolti in mantello e bagnati dalla pioggia. Figaro avrà in mano una lanterna) 16 16 n. 15. Temporale. Allegro – 4/4, Do-do. Dopo essere stato ingannato per ben due volte, Bartolo, con l’aiuto di Basilio, decide di passare immediatamente
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SCENA VI a<br />
BERTA sola<br />
BERTA<br />
Che vecchio sospettoso. Vada pure,<br />
e ci stia finché crepa.<br />
Sempre gri<strong>di</strong> e tumulti in questa casa.<br />
Si litiga, si piange, si minaccia,<br />
non v’è un’ora <strong>di</strong> pace<br />
con questo vecchio avaro e brontolone.<br />
Oh che casa!… oh che casa in confusione.<br />
Il vecchiotto cerca moglie, 15<br />
vuol marito la ragazza;<br />
quello freme, questa è pazza,<br />
tutti e due son da legar.<br />
Ma che cosa è questo amore<br />
che fa tutti delirar?…<br />
Egli è un male universale,<br />
una smania, un certo ardore XXXI<br />
che nel core dà un tormento… XXXI<br />
Poverina, anch’io lo sento,<br />
né so come finirà.<br />
Ah vecchiaia maledetta<br />
che <strong>di</strong>sdetta singolar!<br />
Niun mi bada, niun mi vuole:<br />
son da tutti <strong>di</strong>sprezzata;<br />
e vecchietta <strong>di</strong>sperata<br />
mi convien così crepar.<br />
(Parte)<br />
SCENA VII a<br />
DON BARTOLO introducendo DON BASILIO<br />
BARTOLO<br />
Dunque voi Don Alonso<br />
non conoscete affatto?<br />
BASILIO<br />
Affatto.<br />
BARTOLO<br />
Affatto. Ah certo<br />
il Conte lo mandò. Qualche gran trama<br />
qua si prepara.<br />
BASILIO<br />
qua si prepara. Io poi<br />
<strong>di</strong>co che quell’amico<br />
era il Conte in persona.<br />
BARTOLO<br />
era il conte in persona. Il Conte?…<br />
GIOACHINO ROSSINI<br />
BASILIO<br />
era il conte in persona. Il Conte?… Il Conte.<br />
(<strong>La</strong> borsa parla chiaro.)<br />
BARTOLO<br />
Sia che si vuole, amico, dal notaro<br />
vo’ in questo punto andare: in questa sera<br />
stipolar <strong>di</strong> mie nozze io vo’ il contratto.<br />
BASILIO<br />
Il notar?… siete matto?…<br />
Piove a torrenti, e poi<br />
questa sera il notaro<br />
è impegnato con Figaro; il barbiere<br />
marita una nipote.<br />
15 n. 14. Aria Berta. Allegro – , <strong>La</strong>.<br />
In una posizione un po’ defilata rispetto al fuoco drammatico principale (che nella scena precedente aveva toccato<br />
uno dei suoi apici), librettista e compositore collocano quella che nel linguaggio dell’epoca si era soliti chiamare<br />
«aria del sorbetto», ossia riservata a un personaggio secondario, la quale sia come <strong>di</strong>fficoltà esecutive che come<br />
sostanza musicale non può certo competere con i brani solistici dei protagonisti. L’aria <strong>di</strong> Berta, serva <strong>di</strong><br />
Bartolo, presenta formalmente una semplice struttura tripartita <strong>di</strong> tipo A-B-A (con la sezione B alla tonalità della<br />
dominante) che è piuttosto consueta in questo tipo <strong>di</strong> brani; Rossini però non rinuncia a dotare il pezzo (che istituzionalmente<br />
sarebbe un po’ ai margini) <strong>di</strong> una certa caratterizzazione e <strong>di</strong> una apprezzabile eleganza musicale.<br />
<strong>La</strong> melo<strong>di</strong>a sillabata sulle crome staccate e la modulazione verso do <strong>di</strong>esis (terzo grado della tonalità d’impianto)<br />
sono le armi musicali che utilizza il compositore per ritrarre la vecchia serva che pure sente anch’ella un tar<strong>di</strong>vo<br />
pizzicore amoroso; ne esce un quadretto musicale scorrevole ed elegante; ideale intermezzo tra l’impegnativa scena<br />
precedente e gli avvenimenti che <strong>di</strong> qui a breve porteranno l’intreccio allo scioglimento.<br />
XXXI «una smania, un pizzicore, / un solletico, un tormento…».