Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice
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74<br />
CONTE<br />
Ehi <strong>di</strong> casa… maledetti!…<br />
BARTOLO<br />
Cosa vuol, signor soldato?<br />
CONTE (vedendolo)<br />
Ah… sì, sì… bene obbligato.<br />
(Cerca in tasca)<br />
BARTOLO<br />
(Qui costui che mai vorrà?)<br />
CONTE<br />
Siete voi… Aspetta un poco…<br />
Siete voi… dottor Balordo…<br />
BARTOLO<br />
Che balordo?…<br />
CONTE (leggendo)<br />
Che balordo?… Ah ah, Bertoldo.<br />
GIOACHINO ROSSINI<br />
BARTOLO<br />
Che Bertoldo? Eh andate al <strong>di</strong>avolo.<br />
Dottor Bartolo.<br />
CONTE<br />
Dottor Bartolo. Ah bravissimo<br />
dottor Barbaro; benissimo…<br />
già c’è poca <strong>di</strong>fferenza.<br />
(Non si vede! Che impazienza!<br />
Quanto tarda!… dove sta?)<br />
BARTOLO<br />
(Io già perdo la pazienza,<br />
qua prudenza ci vorrà.)<br />
CONTE<br />
Dunque voi… siete dottore?…<br />
BARTOLO<br />
Son dottore… Sì, signore.<br />
segue nota 10a<br />
teatrali che aveva <strong>di</strong>panato sin lì, e il musicista si cimentava in una forma drammatico-musicale che quasi sempre<br />
<strong>di</strong>ventava la più ampia e complessa fra tutte. Il barbiere <strong>di</strong> <strong>Siviglia</strong> non fa eccezione: il lungo «tempo d’attacco» è<br />
basato tutto su una sorta <strong>di</strong> abilissimo crescendo drammatico, che consente <strong>di</strong> organizzare formalmente il tumultuoso<br />
addensamento <strong>di</strong> personaggi e avvenimenti <strong>di</strong> cui è costellata la sezione. Si inizia con il Conte, che si presenta<br />
con un ulteriore travestimento scenico e musicale. Seguendo i consigli <strong>di</strong> Figaro, egli appare nelle sembianze<br />
<strong>di</strong> un soldato ubriaco:<br />
ESEMPIO 15 (n. 9 – 8 72)<br />
Gli accenti militareschi dell’orchestra e le frasi spezzate del canto bastano per completare dal punto <strong>di</strong> vista musicale<br />
il travestimento che il Conte sta utilizzando in scena. A un primo battibecco del finto soldato con Bartolo segue<br />
una breve sezione dove i due ragionano a parte sulla situazione che si sta creando: è l’inizio <strong>di</strong> quel gioco <strong>di</strong><br />
livelli multipli scenico-musicali <strong>di</strong> cui già si parlava in occasione del precedente duetto (cfr. nota 8). Rossini coglie<br />
lo stacco tra l’evidenza scenica (il soldato che si presenta ubriaco a casa <strong>di</strong> Bartolo) e le motivazioni e i pensieri<br />
nascosti dei personaggi musicando questa sezione con materiale completamente <strong>di</strong>fferente: <strong>di</strong>venta così palese anche<br />
per lo spettatore più ingenuo che la finzione del Conte è per l’appunto un travestimento con secon<strong>di</strong> fini. Potrebbe<br />
sembrare a prima vista uno <strong>di</strong> quei tanti a parte dove, come consuetu<strong>di</strong>ne, l’azione del dramma si blocca<br />
completamente per dar voce ai sentimenti dei personaggi. In realtà non è del tutto così: proprio in tale momento<br />
<strong>di</strong> pausa apparente Rossini fa sapientemente cascare l’uscita in scena <strong>di</strong> Rosina, ottenendo il doppio scopo <strong>di</strong> rendere<br />
interessante un <strong>di</strong> per sé statico a parte e <strong>di</strong> far entrare la ragazza quasi <strong>di</strong> nascosto, tanto che il Conte stesso<br />
non se ne avvede imme<strong>di</strong>atamente.