Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice

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15.06.2013 Views

72 ROSINA Oh mi parlò di cento bagattelle; del figurin di Francia, del mal della sua figlia Marcellina… BARTOLO Davvero? Ed io scommetto… che portò la risposta al tuo biglietto. ROSINA Qual biglietto? BARTOLO Qual biglietto? Che serve! L’arietta dell’«Inutil precauzione» che ti cadde staman giù dal balcone. Vi fate rossa?… (Avessi indovinato!) Che vuol dir questo dito così sporco d’inchiostro? ROSINA così sporco d’inchiostro? Sporco? Oh nulla! Io me l’avea scottato, e coll’inchiostro or or l’ho medicato. BARTOLO (Diavolo!) E questi fogli? Or son cinque, eran sei. ROSINA Or son cinque, eran sei. Que’ fogli?… è vero; d’uno mi son servita a mandar de’ confetti a Marcellina. BARTOLO Bravissima! E la penna perché fu temperata? ROSINA (Maledetto!) La penna?… Per disegnare un fiore sul tamburo. BARTOLO Un fiore?… ROSINA Un fiore?… Un fiore. BARTOLO Un fiore?… Un fiore. Un fiore? Ah fraschetta! ROSINA Ah fraschetta! Davver?… BARTOLO Ah fraschetta! Davver?… Zitto. ROSINA Ah fraschetta! Davver?… Zitto. Credete… BARTOLO Basta così. ROSINA Basta così… Signor… BARTOLO Basta così… Signor… Non più, tacete. A un dottor della mia sorte 9 queste scuse, signorina?… vi consiglio mia carina un po’ meglio a imposturar. I confetti alla ragazza? Il ricamo sul tamburo? Vi scottaste?… Eh via!… Eh via!… GIOACHINO ROSSINI 9 n. 8. Aria Bartolo. Andante maestoso-Allegro vivace – - , Mi bemolle. Al sospettosissimo tutore non sfugge nulla: scopre un foglio mancante dalla scrivania e conclude senza esitazioni che Rosina lo abbia utilizzato per scrivere un biglietto al suo ‘segreto’ corteggiatore (ma tutti i personaggi lo conoscono, tranne lei). È l’espediente che innesca l’aria di Bartolo, brano di dimensioni ragguardevoli e di altrettanto ragguardevole difficoltà, tanto che sin dai primi anni della lunga storia esecutiva del Barbiere veniva regolarmente sostituito da un’altra aria, «Manca un foglio», composta da Pietro Romani nel 1816 su testo di Gaetano Gasparri per il buffo Paolo Rosich, che restò stabilmente nella tradizione esecutiva sino a Novecento inoltrato (è attestata ancora nelle prime incisioni discografiche dell’opera). Nel brano originale (ormai stabilmente rientrato al posto che le compete), la solenne autorità del dottore è descritta da frasi pompose come la seguente, ESEMPIO 14 (n. 8 – 62) che funge da collante musicale di questa lunga aria, e di conseguenza l’atteggiamento autorevole di Bartolo (che Rossini ritrae con ironia) finisce per essere anche il Leitmotiv scenico-drammatico dell’intero brano. Viene utiliz-

IL BARBIERE DI SIVIGLIA – ATTO PRIMO Ci vuol altro figlia mia per potermi corbellar. Perché manca là quel foglio? Vo’ saper cotesto imbroglio; sono inutili le smorfie… Ferma là; non mi toccate; figlia mia, non lo sperate, non mi lascio XIV infinocchiar. Via carina, confessate, son disposto a perdonar. Non parlate? Vi ostinate?… so ben io quel che ho da far. Signorina, un’altra volta quando Bartolo andrà fuori la consegna ai servitori a suo modo dar saprà. Eh non servono le smorfie; faccia pur la gatta morta; cospetton per quella porta nemmen l’aria entrar potrà. E Rosina innocentina, sconsolata, disperata, in sua camera serrata fin ch’io voglio star dovrà. (Parte) SCENA XI a ROSINA sola ROSINA Brontola quanto vuoi, chiudi porte e fenestre. Io me ne rido, già di noi altre femmine anche alla più marmotta per aguzzar l’ingegno e farla spiritosa tutto a un tratto basta chiuderla a chiave, e il colpo è fatto. (Entra nella seconda camera a destra) SCENA XII a BERTA sola dalla seconda camera a sinistra BERTA Finora in questa camera mi parve di sentire un mormorio; sarà stato il tutor. Colla pupilla non ha un’ora di ben. Queste ragazze non la voglion capir… (Si ode picchiare) non la voglion capir… Battono. CONTE (di dentro) non la voglion capir… Battono. Aprite. BERTA Vengo. Eccì! Ancora dura. Quel tabacco mi ha posto in sepoltura. (Entra) SCENA XIII a Il CONTE travestito da soldato di cavalleria, indi BAR- TOLO CONTE Ehi di casa… buona gente…10a ehi di casa… niun mi sente!… BARTOLO Chi è costui?… Che brutta faccia! È ubbriaco!… Chi sarà? segue nota 9 zato quasi a mo’ di tema di rondò nella prima parte, che è una sorta di processo intentato dal tutore nei confronti di Rosina. La sentenza di condanna provocherà l’adozione di severissime misure di reclusione nei confronti della poveretta e innesca la seconda parte dell’aria, un lungo scilinguagnolo dove il caratteristico sillabato veloce (prova classica di virtuosismo per i buffi) viene portato a conseguenze musicali estreme e costringe l’interprete a un vero tour de force. L’aria si conclude significativamente con una riapparizione quasi trionfale della frase dell’es. 14, simbolo di quella vittoria che Bartolo crede di aver conseguito sulla sua pupilla. XIV «ch’io mi lasci». 10a n. 9. Finale primo. [Tempo d’attacco. (a)] Marziale – , Do; Figaro e il Conte iniziano finalmente a mettere in opera le loro macchinazioni: è la molla che fa scattare il finale primo, che costituiva il ‘pezzo forte’ dell’opera, dove cioè il librettista faceva sapientemente deflagrare tutti i fili 73

IL BARBIERE DI SIVIGLIA – ATTO PRIMO<br />

Ci vuol altro figlia mia<br />

per potermi corbellar.<br />

Perché manca là quel foglio?<br />

Vo’ saper cotesto imbroglio;<br />

sono inutili le smorfie…<br />

Ferma là; non mi toccate;<br />

figlia mia, non lo sperate,<br />

non mi lascio XIV infinocchiar.<br />

Via carina, confessate,<br />

son <strong>di</strong>sposto a perdonar.<br />

Non parlate? Vi ostinate?…<br />

so ben io quel che ho da far.<br />

Signorina, un’altra volta<br />

quando Bartolo andrà fuori<br />

la consegna ai servitori<br />

a suo modo dar saprà.<br />

Eh non servono le smorfie;<br />

faccia pur la gatta morta;<br />

cospetton per quella porta<br />

nemmen l’aria entrar potrà.<br />

E Rosina innocentina,<br />

sconsolata, <strong>di</strong>sperata,<br />

in sua camera serrata<br />

fin ch’io voglio star dovrà.<br />

(Parte)<br />

SCENA XI a<br />

ROSINA sola<br />

ROSINA<br />

Brontola quanto vuoi,<br />

chiu<strong>di</strong> porte e fenestre. Io me ne rido,<br />

già <strong>di</strong> noi altre femmine<br />

anche alla più marmotta<br />

per aguzzar l’ingegno<br />

e farla spiritosa tutto a un tratto<br />

basta chiuderla a chiave, e il colpo è fatto.<br />

(Entra nella seconda camera a destra)<br />

SCENA XII a<br />

BERTA sola dalla seconda camera a sinistra<br />

BERTA<br />

Finora in questa camera<br />

mi parve <strong>di</strong> sentire un mormorio;<br />

sarà stato il tutor. Colla pupilla<br />

non ha un’ora <strong>di</strong> ben. Queste ragazze<br />

non la voglion capir…<br />

(Si ode picchiare)<br />

non la voglion capir… Battono.<br />

CONTE (<strong>di</strong> dentro)<br />

non la voglion capir… Battono. Aprite.<br />

BERTA<br />

Vengo. Eccì! Ancora dura.<br />

Quel tabacco mi ha posto in sepoltura.<br />

(Entra)<br />

SCENA XIII a<br />

Il CONTE travestito da soldato <strong>di</strong> cavalleria, in<strong>di</strong> BAR-<br />

TOLO<br />

CONTE<br />

Ehi <strong>di</strong> casa… buona gente…10a ehi <strong>di</strong> casa… niun mi sente!…<br />

BARTOLO<br />

Chi è costui?… Che brutta faccia!<br />

È ubbriaco!… Chi sarà?<br />

segue nota 9<br />

zato quasi a mo’ <strong>di</strong> tema <strong>di</strong> rondò nella prima parte, che è una sorta <strong>di</strong> processo intentato dal tutore nei confronti<br />

<strong>di</strong> Rosina. <strong>La</strong> sentenza <strong>di</strong> condanna provocherà l’adozione <strong>di</strong> severissime misure <strong>di</strong> reclusione nei confronti della<br />

poveretta e innesca la seconda parte dell’aria, un lungo scilinguagnolo dove il caratteristico sillabato veloce (prova<br />

classica <strong>di</strong> virtuosismo per i buffi) viene portato a conseguenze musicali estreme e costringe l’interprete a un<br />

vero tour de force. L’aria si conclude significativamente con una riapparizione quasi trionfale della frase dell’es.<br />

14, simbolo <strong>di</strong> quella vittoria che Bartolo crede <strong>di</strong> aver conseguito sulla sua pupilla.<br />

XIV «ch’io mi lasci».<br />

10a n. 9. Finale primo. [Tempo d’attacco. (a)] Marziale – , Do;<br />

Figaro e il Conte iniziano finalmente a mettere in opera le loro macchinazioni: è la molla che fa scattare il finale<br />

primo, che costituiva il ‘pezzo forte’ dell’opera, dove cioè il librettista faceva sapientemente deflagrare tutti i fili<br />

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