Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice
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68 Io, io vi servirò: fra quattro giorni, credete a me, Basilio ve lo giura, noi lo farem sloggiar da queste mura. BARTOLO E voi credete… BASILIO E voi credete… Oh certo! è il mio sistema, e non sbaglia. BARTOLO e non sbaglia. E vorreste?… Ma una calunnia… BASILIO Ma una calunnia… Ah dunque la calunnia cos’è voi non sapete? BARTOLO No davvero. BASILIO No davvero. No? Uditemi e tacete. La calunnia è un venticello, 7 un’auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente, incomincia a sussurrar. Piano piano, terra terra, sotto voce sibilando, va scorrendo, va ronzando; nelle orecchie della gente s’introduce destramente, e le teste ed i cervelli fa stordire e fa gonfiar. Dalla bocca fuori uscendo lo schiamazzo va crescendo: prende forza a poco a poco, scorre già di loco in loco, sembra il tuono, la tempesta che nel sen della foresta va fischiando, brontolando e ti fa d’orror gelar. Alla fin trabocca e scoppia, si propaga, si raddoppia, e produce un’esplosione come un colpo di cannone, un tremuoto, un temporale, GIOACHINO ROSSINI 7 n. 6. Aria Basilio. Allegro – , Re. Don Bartolo, l’occhiuto tutore di Rosina, è fermamente intenzionato ad approfittare della sua posizione per sposare la pupilla. Ha perfettamente intuito l’esistenza di un potente e segreto corteggiatore, per cui decide di attuare immediatamente le opportune contromosse. Il suo principale alleato è Basilio, la cui onestà e levatura morale non sono propriamente esemplari: già nell’elenco dei personaggi viene definito un «ipocrita», a ciò si aggiunge la poco lusinghiera presentazione che ne ha fatto Figaro in precedenza («un solenne imbroglion di matrimoni, un collo torto, un vero disperato»). L’idea di Basilio, che consiste nello spargere calunnie sul conto del corteggiatore in modo che sia costretto ad andarsene rapidamente, non piace a Bartolo e di fatto non avrà ripercussioni sul prosieguo dell’intreccio; serve però a Rossini per costruire un’aria nella quale (come già in precedenza per Figaro e per Rosina) riesce a tratteggiare musicalmente in maniera ben definita il carattere del personaggio a cui è affidata. Di più: la descrizione della calunnia, paragonata a un «venticello» che cresce lentamente ma inesorabilmente sino a diventare «un tremuoto, un temporale» è un invito irresistibile per il compositore, che costruisce su tale testo quello che sarà destinato a diventare il crescendo rossiniano per antonomasia. Eccone il modulo melodico: ESEMPIO 12 (n. 6 – 51) Ancora una volta ci troviamo di fronte al classico inciso che crea una catena musicale inarrestabile nella quale le ossessive ripetizioni acquistano man mano forza sino ad arrivare all’esplosione «come un colpo di cannone», amplificato da un colpo di grancassa in fortissimo. Il crescendo musicale, qui per antonomasia, assume dunque una rilevanza tutta particolare poiché aderisce a un crescendo insito nel testo e, viceversa, finisce per essere amplificato dalle parole che ha il compito di accompagnare. Dopo tutto ciò la sorte del «meschino calunniato» è segnata, e viene descritta nella parte finale dell’aria, che ha la forma quasi di una cabaletta.
IL BARBIERE DI SIVIGLIA – ATTO PRIMO un tumulto generale che fa l’aria rimbombar. E il meschino calunniato, avvilito, calpestato, sotto il pubblico flagello per gran sorte va a crepar. Ah che ne dite? BARTOLO Ah che ne dite? Eh sarà ver, ma diavolo! Una calunnia è cosa che fa orrore! No no, non voglio affatto, e poi e poi si perde tempo, e qui stringe il bisogno. No, vo’ fare a mio modo; in mia camera andiam. Voglio che insieme il contratto di nozze ora stendiamo. Quando sarà mia moglie da questi zerbinotti innamorati metterla in salvo sarà pensier mio. BASILIO Vengan denari: al resto son qua io. (Entrano nella prima camera a destra) SCENA IX a FIGARO uscendo con precauzione, indi ROSINA FIGARO Ma bravi! Ma benone! Ho inteso tutto. Evviva il buon dottore. Povero babbuino! Tua sposa?… Eh via! Pulisciti il bocchino. Or che stanno là chiusi procuriam di parlare alla ragazza: eccola appunto. ROSINA eccola appunto. Ebbene signor Figaro? FIGARO Gran cose, signorina. ROSINA Gran cose, signorina. Sì, davvero? FIGARO Mangerem dei confetti. ROSINA Come sarebbe a dir? FIGARO Come sarebbe a dir? Sarebbe a dire che il vostro bel tutore ha stabilito esser dentro doman vostro marito. ROSINA Eh via! FIGARO Eh via! Oh ve lo giuro; a stendere il contratto col maestro di musica là dentro or s’è serrato. ROSINA Sì? Oh l’ha sbagliata affé! Povero sciocco, l’avrà a far con me. Ma dite, signor Figaro, voi poco fa sotto le fenestre parlavate a un signore… FIGARO parlavate a un signore… A un mio cugino… Un bravo giovenotto, buona testa, ottimo cuore; qui venne i suoi studi a compire, e il poverin cerca di far fortuna. ROSINA Fortuna? Eh la farà. FIGARO Oh ne dubito assai: in confidenza ha un gran difetto addosso. ROSINA Un gran difetto?… FIGARO Un gran difetto?… Ah grande. È innamorato morto. ROSINA Sì, davvero? Quel giovane, vedete, m’interessa moltissimo. FIGARO m’interessa moltissimo. Per Bacco! ROSINA Non ci credete?… FIGARO Non ci credete?… Oh sì. ROSINA Non ci credete?… Oh sì. E la sua bella, dite, abita lontano?… 69
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Io, io vi servirò: fra quattro giorni,<br />
credete a me, Basilio ve lo giura,<br />
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E voi credete… Oh certo! è il mio sistema,<br />
e non sbaglia.<br />
BARTOLO<br />
e non sbaglia. E vorreste?…<br />
Ma una calunnia…<br />
BASILIO<br />
Ma una calunnia… Ah dunque<br />
la calunnia cos’è voi non sapete?<br />
BARTOLO<br />
No davvero.<br />
BASILIO<br />
No davvero. No? U<strong>di</strong>temi e tacete.<br />
<strong>La</strong> calunnia è un venticello, 7<br />
un’auretta assai gentile<br />
che insensibile, sottile,<br />
leggermente, dolcemente,<br />
incomincia a sussurrar.<br />
Piano piano, terra terra,<br />
sotto voce sibilando,<br />
va scorrendo, va ronzando;<br />
nelle orecchie della gente<br />
s’introduce destramente,<br />
e le teste ed i cervelli<br />
fa stor<strong>di</strong>re e fa gonfiar.<br />
Dalla bocca fuori uscendo<br />
lo schiamazzo va crescendo:<br />
prende forza a poco a poco,<br />
scorre già <strong>di</strong> loco in loco,<br />
sembra il tuono, la tempesta<br />
che nel sen della foresta<br />
va fischiando, brontolando<br />
e ti fa d’orror gelar.<br />
Alla fin trabocca e scoppia,<br />
si propaga, si raddoppia,<br />
e produce un’esplosione<br />
come un colpo <strong>di</strong> cannone,<br />
un tremuoto, un temporale,<br />
GIOACHINO ROSSINI<br />
7 n. 6. Aria Basilio. Allegro – , Re.<br />
Don Bartolo, l’occhiuto tutore <strong>di</strong> Rosina, è fermamente intenzionato ad approfittare della sua posizione per sposare<br />
la pupilla. Ha perfettamente intuito l’esistenza <strong>di</strong> un potente e segreto corteggiatore, per cui decide <strong>di</strong> attuare<br />
imme<strong>di</strong>atamente le opportune contromosse. Il suo principale alleato è Basilio, la cui onestà e levatura morale<br />
non sono propriamente esemplari: già nell’elenco dei personaggi viene definito un «ipocrita», a ciò si aggiunge la<br />
poco lusinghiera presentazione che ne ha fatto Figaro in precedenza («un solenne imbroglion <strong>di</strong> matrimoni, un<br />
collo torto, un vero <strong>di</strong>sperato»). L’idea <strong>di</strong> Basilio, che consiste nello spargere calunnie sul conto del corteggiatore<br />
in modo che sia costretto ad andarsene rapidamente, non piace a Bartolo e <strong>di</strong> fatto non avrà ripercussioni sul prosieguo<br />
dell’intreccio; serve però a Rossini per costruire un’aria nella quale (come già in precedenza per Figaro e<br />
per Rosina) riesce a tratteggiare musicalmente in maniera ben definita il carattere del personaggio a cui è affidata.<br />
Di più: la descrizione della calunnia, paragonata a un «venticello» che cresce lentamente ma inesorabilmente sino<br />
a <strong>di</strong>ventare «un tremuoto, un temporale» è un invito irresistibile per il compositore, che costruisce su tale testo<br />
quello che sarà destinato a <strong>di</strong>ventare il crescendo rossiniano per antonomasia. Eccone il modulo melo<strong>di</strong>co:<br />
ESEMPIO 12 (n. 6 – 51)<br />
Ancora una volta ci troviamo <strong>di</strong> fronte al classico inciso che crea una catena musicale inarrestabile nella quale le<br />
ossessive ripetizioni acquistano man mano forza sino ad arrivare all’esplosione «come un colpo <strong>di</strong> cannone», amplificato<br />
da un colpo <strong>di</strong> grancassa in fortissimo. Il crescendo musicale, qui per antonomasia, assume dunque una<br />
rilevanza tutta particolare poiché aderisce a un crescendo insito nel testo e, viceversa, finisce per essere amplificato<br />
dalle parole che ha il compito <strong>di</strong> accompagnare. Dopo tutto ciò la sorte del «meschino calunniato» è segnata,<br />
e viene descritta nella parte finale dell’aria, che ha la forma quasi <strong>di</strong> una cabaletta.