Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice
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IL BARBIERE DI SIVIGLIA – ATTO PRIMO<br />
e <strong>di</strong> me stesso<br />
maggior mi fa.<br />
FIGARO<br />
Delle monete<br />
il suon già sento!<br />
L’oro già viene,<br />
viene l’argento;<br />
eccolo, eccolo,<br />
che in tasca scende,<br />
d’ardore insolito<br />
quest’alma accende<br />
e <strong>di</strong> me stesso<br />
maggior mi fa.<br />
(Figaro entra in casa <strong>di</strong> Bartolo, il Conte parte)<br />
[FIORELLO<br />
Evviva il mio padrone!<br />
Due ore, ritto in pie’, là come un palo<br />
mi fa aspettare, e poi…<br />
mi pianta e se ne va. Corpo <strong>di</strong> Bacco!<br />
Brutta cosa servire<br />
un padron come questo,<br />
nobile, giovinotto e innamorato.<br />
Questa vita, cospetto, è un gran tormento:<br />
a durarla così non me la sento!]<br />
SCENA V a<br />
Camera nella casa <strong>di</strong> Don Bartolo, con quattro porte.<br />
Di prospetto la fenestra con gelosia, come nella<br />
scena prima. A destra uno scrittoio.<br />
ROSINA con lettera in mano<br />
ROSINA<br />
Una voce poco fa 6<br />
qua nel cor mi risuonò,<br />
il mio cor ferito è già<br />
e Lindor fu che il piagò.<br />
Sì, Lindoro mio sarà,<br />
lo giurai, la vincerò.<br />
Il tutor ricuserà,<br />
io l’ingegno aguzzerò.<br />
Alla fin s’accheterà<br />
e contenta io resterò.<br />
Sì, Lindoro mio sarà,<br />
lo giurai, la vincerò.<br />
Io sono docile,<br />
son rispettosa,<br />
sono ubbi<strong>di</strong>ente,<br />
dolce, amorosa;<br />
mi lascio reggere,<br />
mi fo guidar.<br />
6 n. 5. Cavatina Rosina. Andante-Moderato – - , Mi.<br />
Sino ad ora lo spettatore non ha avuto modo <strong>di</strong> conoscere il carattere <strong>di</strong> Rosina, oggetto <strong>di</strong> tante affettuose cure<br />
del Conte: compositore e librettista rime<strong>di</strong>ano ponendo in apertura <strong>di</strong> questa seconda mutazione una cavatina che<br />
ne delinea alla perfezione i tratti. Se nel cantabile i versi adombrano una certa tenerezza («il mio cor ferito è già»<br />
ecc.), Rossini pone l’accento sulla ferma determinazione della ragazza <strong>di</strong> unirsi a Lindoro, risolutezza che fa il paio<br />
con quella analoga del Conte: lo rivelano le decise puntature acute, seguite da una gran<strong>di</strong>nata <strong>di</strong> note <strong>di</strong>scendenti,<br />
in corrispondenza del verso «Sì, Lindoro mio sarà». Nella cabaletta successiva il personaggio esprime più<br />
<strong>di</strong>stesamente il suo carattere, docile sino a quando non viene punto nel suo debole: Rossini descrive tale puntura<br />
con una linea vocale che, se sino ad adesso era rimasta stabilmente nei registri me<strong>di</strong>o-acuti, ora si inabissa improvvisamente<br />
nei meandri bassi del registro <strong>di</strong> contralto (uno <strong>di</strong> quei passi che non poteva essere messo molto in<br />
risalto sino a qualche decennio fa, quando la parte <strong>di</strong> Rosina era a prevalente appannaggio dei soprani):<br />
ESEMPIO 11 (n. 5 – 49 11 )<br />
Qualche parola va spesa anche per la melo<strong>di</strong>a principale della cabaletta, che prima <strong>di</strong> approdare al <strong>Barbiere</strong>, ha<br />
compiuto un viaggio in tutto simile a quello della sinfonia: dapprincipio dava voce ai propositi bellicosi <strong>di</strong> Arsace<br />
nell’Aureliano in Palmira, per poi ritrarre un paio d’anni dopo i segreti palpiti d’amore della protagonista <strong>di</strong><br />
Elisabetta regina d’Inghilterra, sino a giungere, con qualche opportuna mo<strong>di</strong>fica, nella bocca <strong>di</strong> una Rosina decisa<br />
a conseguire con tutte le sue forze lo scopo prefissatosi. Un’unica melo<strong>di</strong>a, dunque, transitata per tre opere <strong>di</strong>versissime<br />
e che descrive tre stati d’animo altrettanto lontani; eppure, in ciascuna tappa, sempre pertinente.<br />
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