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Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice

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62<br />

FIGARO<br />

Evviva, IX a voi, seguite.<br />

CONTE (canta)<br />

L’amoroso sincero Lindoro<br />

non può darvi, mia cara, un tesoro.<br />

Io ricco non sono<br />

ma un core vi dono,<br />

un’anima amante<br />

che fida e costante<br />

per voi sempre sospira così<br />

dall’aurora al tramonto del dì.<br />

ROSINA (<strong>di</strong> dentro)<br />

L’amorosa sincera Rosina<br />

il suo core a Lindo…<br />

(Si sentono <strong>di</strong> dentro chiudere le finestre)<br />

CONTE<br />

Oh cielo!…<br />

FIGARO<br />

Oh cielo!…Nella stanza<br />

convien <strong>di</strong>r che qualcuno entrato sia.<br />

Ella si è ritirata.<br />

CONTE<br />

Ella si è ritirata.Ah cospettone,<br />

io già deliro, avvampo!… Oh, ad ogni costo<br />

vederla io voglio, vo’ parlarle. Ah tu,<br />

tu mi devi aiutar…<br />

FIGARO<br />

tu mi devi aiutar…Ih, ih, che furia,<br />

sì, sì, v’aiuterò.<br />

CONTE<br />

sì, sì, v’aiuterò.Da bravo: entr’oggi<br />

vo’ che tu m’introduca in quella casa.<br />

Dimmi; come farai?… Via!… Del tuo spirto<br />

ve<strong>di</strong>am qualche prodezza.<br />

IX «Da bravo».<br />

GIOACHINO ROSSINI<br />

FIGARO<br />

ve<strong>di</strong>am qualche prodezza.Del mio spirito!…<br />

Bene… vedrò… ma in oggi…<br />

CONTE<br />

Bene… vedrò… ma in oggi…Eh via, t’intendo,<br />

va là, non dubitar; <strong>di</strong> tue fatiche<br />

largo compenso avrai.<br />

FIGARO<br />

largo compenso avrai.Davver?<br />

CONTE<br />

largo compenso avrai. Davver?Parola.<br />

FIGARO<br />

Dunque oro a <strong>di</strong>screzione?<br />

CONTE<br />

Dunque oro a <strong>di</strong>screzione?Oro a bizzeffe.<br />

Animo, via.<br />

FIGARO<br />

Animo, via.Son pronto. Ah, non sapete<br />

i simpatici effetti pro<strong>di</strong>giosi<br />

che ad appagare il mio signor Lindoro<br />

produce in me la dolce idea dell’oro.<br />

All’idea <strong>di</strong> quel metallo5 portentoso, onnipossente,<br />

un vulcano la mia mente<br />

già comincia a <strong>di</strong>ventar.<br />

CONTE<br />

Su ve<strong>di</strong>am <strong>di</strong> quel metallo<br />

qualche effetto sorprendente,<br />

del vulcan della tua mente<br />

qualche mostro singolar.<br />

FIGARO<br />

Voi dovreste travestirvi<br />

per esempio… da soldato.<br />

5 n. 4. Duetto Conte-Figaro. Allegro maestoso-Allegro – - , Sol.<br />

Dopo aver constatato l’efficacia dei consigli <strong>di</strong> Figaro, il Conte decide <strong>di</strong> assumerlo, confidando che l’investimento<br />

che sta per fare gli renderà molto <strong>di</strong> più rispetto al denaro appena speso inutilmente per i suonatori. È «l’idea<br />

<strong>di</strong> quel metallo» (ossia l’oro) che deve stimolare la ‘genialità’ <strong>di</strong> Figaro, la quale si estrinseca nel duetto che chiude<br />

la prima mutazione scenica dell’opera. Il brano si apre con due strofe parallele (la prima affidata a Figaro, la<br />

seconda al Conte) musicalmente abbastanza simili, chiuse entrambe con un passaggio virtuosistico terzinato che<br />

si attaglia al «vulcano» in cui si sta per trasformare la mente del factotum. Le due trovate che Figaro riesce alla fine<br />

a tirar fuori (ossia l’idea che il Conte si travesta da soldato e che si finga ubriaco, per riuscire a penetrare la roccaforte<br />

in cui Bartolo tiene segregata Rosina) sono organizzate musicalmente in due sezioni <strong>di</strong>stinte, rese formalmente<br />

simili dal tema orchestrale già u<strong>di</strong>to nelle due strofe <strong>di</strong> apertura:

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