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Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice

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IL BARBIERE DI SIVIGLIA – ATTO PRIMO<br />

e tu non sorgi ancora<br />

e puoi dormir così?<br />

Sorgi, mia bella I speme,<br />

vieni, bell’idol mio,<br />

ren<strong>di</strong> men crudo, oh <strong>di</strong>o,<br />

lo stral che mi ferì.<br />

Oh sorte! II Già veggo<br />

quel caro sembiante;<br />

quest’anima amante<br />

ottenne pietà.<br />

Oh istante d’amore!<br />

[Felice momento!]<br />

Oh dolce contento<br />

che eguale non ha.<br />

Ehi Fiorello?…2c FIORELLO<br />

Ehi Fiorello?… Mio signore.<br />

CONTE<br />

Di’, la ve<strong>di</strong>?…<br />

FIORELLO<br />

Di’, la ve<strong>di</strong>?… Signor no.<br />

CONTE<br />

Ah ch’è vana ogni speranza!<br />

FIORELLO<br />

Signor Conte, il giorno avanza.<br />

CONTE<br />

Ah che penso, che farò?<br />

Tutto è vano… Buona gente!<br />

CORO (sottovoce)<br />

Mio signore.<br />

CONTE<br />

Mio signore. Avanti, avanti.<br />

(Dà la borsa a Fiorello, il quale <strong>di</strong>stribuisce denari a<br />

tutti)<br />

Più <strong>di</strong> suoni, più <strong>di</strong> canti<br />

io bisogno ormai non ho.<br />

FIORELLO<br />

Buona notte a tutti quanti<br />

più <strong>di</strong> voi che far non ho. III<br />

(I suonatori circondano il Conte ringraziandolo e<br />

baciandogli la mano e il vestito. Egli, in<strong>di</strong>spettito<br />

per lo strepito che fanno, li va cacciando. Lo stesso<br />

fa anche Fiorello)<br />

CORO<br />

Mille grazie… mio signore… 2d<br />

del favore… dell’onore…<br />

segue nota 2b<br />

<strong>La</strong> melo<strong>di</strong>a del cantabile, che oggi tutti gli appassionati d’opera associano in<strong>di</strong>ssolubilmente alla serenata del Conte,<br />

è in realtà un autoimprestito: proviene ancora dall’Aureliano in Palmira, dove Rossini la utilizza per la severa<br />

e solenne preghiera ad Iside che apre l’opera. Tale tema mostra però <strong>di</strong> reggere bene il drastico cambiamento <strong>di</strong><br />

contesto musicale, anche perché il compositore lo arricchisce <strong>di</strong> raffinate elaborazioni come nell’esempio precedente.<br />

<strong>La</strong> cabaletta che segue, introdotta da un breve e brillante inciso dei fiati, è <strong>di</strong> carattere assai <strong>di</strong>verso e molto<br />

più brillante: concede all’interprete <strong>di</strong> mostrare ulteriormente le proprie doti virtuosistiche, e chiude un brano<br />

la cui elaborata ricchezza vocale e strumentale acquisisce anche la precisa funzione drammatica <strong>di</strong> mostrare il nobile<br />

che tenta <strong>di</strong> sedurre il cuore dell’amata esibendo tutti i mezzi vocali e strumentali a sua <strong>di</strong>sposizione. Tutto ciò<br />

sarà reso ancora più chiaro dal confronto tra questo brano e la successiva canzone <strong>di</strong> Lindoro (n. 3 della partitura,<br />

cfr. nota 4).<br />

I «dolce».<br />

II «Tacete!».<br />

2c n. 1. Seguito dell’introduzione [scena]. I Tempo<br />

<strong>La</strong> constatazione dell’inutilità dell’esibizione e la conseguente mogia <strong>di</strong>stribuzione della paga ai suonatori (un’efficace<br />

‘<strong>di</strong>scesa’ drammatica rispetto all’ambiziosa tirata precedente) sono accompagnate dai temi A e B utilizzati<br />

nella scena d’apertura. Per permettere al compositore <strong>di</strong> chiudere con una stretta, in ossequio alle consuetu<strong>di</strong>ni, il<br />

librettista inventa una piccola scena nella quale la spropositata gratitu<strong>di</strong>ne dei suonatori irrita il Conte e Fiorello;<br />

trovata, questa, che scenicamente contribuisce a <strong>di</strong>pingere la pro<strong>di</strong>galità <strong>di</strong> Almaviva (sarà una costante durante<br />

tutta l’opera).<br />

III «so».<br />

2d n. 1. [Stretta]. Vivace – , Sol.<br />

Rossini realizza musicalmente la ‘<strong>di</strong>scesa’ in maniera piuttosto abile, ponendo in apertura della stretta un tema<br />

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