15.06.2013 Views

Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice

Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice

Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

44<br />

SERENA FACCI<br />

Una tra<strong>di</strong>zione mai documentata vuole che questa parte <strong>di</strong> chitarra fosse opera dallo<br />

stesso primo interprete del Conte, il tenore Manuel García. Compositore anch’egli,<br />

<strong>di</strong> opere, operette, ma anche pezzi brevi, era solito accompagnarsi con questo strumento.<br />

Aveva una certa conoscenza della musica popolare andalusa e compose <strong>di</strong>verse<br />

segui<strong>di</strong>llas prendendo spunto dall’omonimo genere cantato <strong>di</strong> derivazione tzigana accompagnato<br />

appunto dalla chitarra. A Parigi, dove soggiornò a lungo, prese parte a circoli<br />

culturali in cui si ragionava sull’unità tra cultura d’arte e popolare (in particolare<br />

fu amico <strong>di</strong> George Sand). 34 Dovette sentirsi dunque a suo agio nella parte del cantore<br />

<strong>di</strong> strada, gestendo una libertà esecutiva (che dall’accompagnamento dovette sicuramente<br />

estendersi anche alla parte <strong>di</strong> canto) concessagli da Rossini.<br />

<strong>La</strong> scelta <strong>di</strong> Rossini <strong>di</strong> non scrivere l’accompagnamento della serenata si può leggere<br />

in <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong>. Da una parte si può guardare in<strong>di</strong>etro, all’opera buffa napoletana,<br />

e alla convenzione, a cui si è già fatto cenno, <strong>di</strong> affidare a personaggi popolari l’esecuzione<br />

in scena <strong>di</strong> musiche e canti con strumenti (come la chitarra) dei quali non era<br />

scritta integralmente la parte. Dall’altra c’è la nascente tra<strong>di</strong>zione della canzone napoletana<br />

otto-novecentesca, che nelle performance minimali (senza pianoforte e senza orchestrina)<br />

è accompagnata dalla chitarra con semplici arpeggi. Paisiello e Mozart avevano<br />

fatto delle loro serenate piccoli gioielli, buoni ancora per le raffinate orecchie<br />

aristocratiche dei committenti. Rossini tratta la serenata crudamente per quello che è:<br />

«una canzonetta, così alla buona», proprio come la definisce Figaro.<br />

<strong>La</strong> <strong>di</strong>stanza dal non-modello <strong>di</strong> Paisiello è intensa anche nella qualità della melo<strong>di</strong>a.<br />

L’aria paiselliana è stabilmente nella tonalità d’impianto, con una successione armonica<br />

che non si allontana troppo dai gra<strong>di</strong> fondamentali (I, IV, V, con qualche passaggio<br />

a ii e iii). Un’unica breve modulazione alla dominante Fa maggiore è sulla cadenza interme<strong>di</strong>a<br />

della seconda e terza strofa, ma viene subito smentita dall’interlu<strong>di</strong>o strumentale<br />

che riprende la tonalità d’impianto (Si bemolle maggiore). <strong>La</strong> linea melo<strong>di</strong>ca <strong>di</strong><br />

venti battute <strong>di</strong>vise in do<strong>di</strong>ci più otto da un interlu<strong>di</strong>o strumentale è però interamente<br />

costituita da chiari incisi <strong>di</strong> due battute l’uno. Se un affetto si volesse evocare in questo<br />

brano non potrebbe essere che la serenità.<br />

<strong>La</strong> canzone <strong>di</strong> Rossini, già a battuta 5 presenta un cromatismo (un Re ) che lascia incerti<br />

sulla qualità della cadenza (modulazione alla dominante o cadenza sospesa?). Seguono<br />

i passaggi modulanti nella parte interme<strong>di</strong>a che accompagnano l’eccitata salita<br />

verso il Mi coronato, acme del brano. Quin<strong>di</strong> c’è l’accorato ritornello con il secondo<br />

grado abbassato (Si ), e ben due melismi <strong>di</strong>scendenti prima della ‘serena’ conclusione in<br />

Do Maggiore. C’è tutto il pathos dell’ossessione amorosa, pur se placato in qualche modo,<br />

dalla ripetizione strofica, unica reminiscenza <strong>di</strong> un cantare conta<strong>di</strong>no che proprio<br />

nella rigi<strong>di</strong>tà formale della ripetizione trova una sorta <strong>di</strong> anestetizzato straniamento.<br />

34 Su Manuel Garcia e sul suo ruolo nel <strong>Barbiere</strong> <strong>di</strong> <strong>Siviglia</strong> si veda JAMES RADOMSKI, Manuel Garcia (1775-<br />

1832). Chronicle of the Life of a bel canto Tenor at the dawn of Romanticism, Oxford-New York, Oxford University<br />

Press, 2000; SAVERIO LAMACCHIA, Il vero Figaro e il falso Lindoro: riesame del «<strong>Barbiere</strong>» <strong>di</strong> Rossini, PhD,<br />

Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bologna, a.a. 2003-2004, cap. II.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!