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Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice

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42<br />

Le <strong>di</strong>fferenze sono notevolissime anche nel trattamento poetico e musicale dei soliti<br />

contenuti (la presentazione <strong>di</strong> Lindoro, del suo stato sociale e l’accorata <strong>di</strong>chiarazione<br />

d’amore). Una prima lampante <strong>di</strong>screpanza sta nella tonalità, <strong>di</strong> modo minore, mentre<br />

le precedenti serenate citate <strong>di</strong> Paisiello e Mozart erano in modo maggiore (e notiamo<br />

che la tonalità <strong>di</strong> <strong>La</strong> minore, come il Do maggiore della prima serenata, è ‘comoda’ per<br />

i chitarristi).<br />

Il testo <strong>di</strong> Sterbini è formato da due strofe (interrotte da un breve <strong>di</strong>alogo tra il Conte<br />

e Figaro e da un intervento dall’interno <strong>di</strong> Rosina), con una versificazione articolata:<br />

due decasillabi piani seguiti da quattro senari e infine una sorta <strong>di</strong> ritornello <strong>di</strong> due decasillabi<br />

tronchi. 32 In mancanza <strong>di</strong> un accompagnamento strumentale elaborato e ricco<br />

<strong>di</strong> interlu<strong>di</strong>, come quello <strong>di</strong> Paisiello, Sterbini e Rossini recuperano, anche se in modo<br />

completamente <strong>di</strong>verso rispetto a Beaumarchais, l’intercalare parlato tra una strofa<br />

e l’altra, qui in forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorso a tre:<br />

CONTE<br />

Se il mio nome saper voi bramate,<br />

dal mio labbro il mio nome ascoltate.<br />

Io sono Lindoro<br />

che fido v’adoro,<br />

che sposa vi bramo,<br />

che a nome vi chiamo,<br />

<strong>di</strong> voi sempre cantando così,<br />

dall’aurora al tramonto del dì.<br />

(Di dentro si sente la voce <strong>di</strong> Rosina ripetere il ritornello della canzone)<br />

FIGARO<br />

Sentite?… ah, che vi pare?<br />

CONTE<br />

Sentite?… ah, che vi pare?Oh me felice!<br />

FIGARO<br />

Evviva, a voi, seguite.<br />

CONTE (canta)<br />

L’amoroso sincero Lindoro<br />

non può darvi, mia cara, un tesoro.<br />

Io ricco non sono<br />

ma un core vi dono,<br />

un’anima amante<br />

che fida e costante<br />

per voi sempre sospira così<br />

dall’aurora al tramonto del dì.<br />

SERENA FACCI<br />

32 Si veda a questo proposito DANIELA GOLDIN, «Il barbiere <strong>di</strong> <strong>Siviglia</strong>», da Beaumarchais all’opera buffa (in<br />

Venezia e il melodramma del Settecento cit., pp. 323-349).

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