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Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice

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identica nelle due quartine, solo apparentemente semplice, con un incipit cantabile a cui<br />

segue una porzione resa complessa da un susseguirsi <strong>di</strong> modulazioni. Per l’accompagnamento<br />

Mozart opta per la stessa soluzione <strong>di</strong> Paisiello: mentre Don Giovanni sulla<br />

scena esibisce una chitarra, il compositore affida una parte preminente al mandolino,<br />

su un sottofondo <strong>di</strong> archi pizzicati.<br />

«Se il mio nome conoscer bramate»<br />

<strong>La</strong> <strong>di</strong>stanza tra Rossini e Paisiello è lampante in questa serenata. Pertiene al linguaggio<br />

musicale, ma anche ai riferimenti culturali e ambientali. <strong>La</strong> Napoli-<strong>Siviglia</strong> che aveva<br />

in mente Rossini doveva essere per <strong>di</strong>versi aspetti <strong>di</strong>fferente.<br />

Nel biglietto <strong>di</strong> Rosina non c’è l’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> un’aria nota, anzi manca completamente<br />

la richiesta <strong>di</strong> cantare: «procurate con qualche mezzo ingegnoso, d’in<strong>di</strong>carmi il<br />

vostro nome, il vostro stato e le vostre intenzioni». Cade così un presupposto forse solo<br />

illusorio (e <strong>di</strong> reminiscenza arca<strong>di</strong>ca), ma forse reale per Parigi o Napoli, ovvero la<br />

possibilità che due innamorati, pur <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa estrazione sociale, con<strong>di</strong>videssero la conoscenza<br />

<strong>di</strong> un repertorio cantabile per strada, per giunta senza destare stupore. Sterbini,<br />

non sappiamo perché, non volle prendere in considerazione questa eventualità.<br />

È Figaro, da vero uomo della strada, a suggerire l’espe<strong>di</strong>ente della serenata:<br />

FIGARO<br />

Presto presto all’assalto: niun ci vede.<br />

(Presentandogli la chitarra)<br />

In una canzonetta,<br />

così, alla buona, il tutto<br />

spiegatele, signor.<br />

CONTE<br />

spiegatele, signor.Una canzone?<br />

FIGARO<br />

Certo; ecco la chitarra, presto, an<strong>di</strong>amo.<br />

CONTE<br />

Ma io…<br />

FIGARO<br />

Ma io…Oh che pazienza!<br />

SERENA FACCI<br />

CONTE<br />

Ma io…Oh che pazienza!Ebben, proviamo.<br />

(Prende la chitarra, e canta accompagnandosi)<br />

Non v’è alcun riferimento esplicito alla questione dell’improvvisazione. Non sappiamo<br />

se la debolissima resistenza del Conte riguar<strong>di</strong> le sue capacità canore o strumentali. Le<br />

lusinghe incoraggianti <strong>di</strong> Figaro, sia pur ironiche, hanno lasciato il posto ad<strong>di</strong>rittura a<br />

una impazienza frettolosa. Non va sottovalutato nemmeno che l’«aria» in<strong>di</strong>cata da Rosina<br />

in Beaumarchais si è trasformata in una «canzonetta così alla buona».

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