Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice
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«UNA CANZONETTA, COSÌ ALLA BUONA»<br />
no in realtà in<strong>di</strong>cativi <strong>di</strong> alcuni dei tanti moduli melo<strong>di</strong>ci, o stili <strong>di</strong> canto polivocale, che<br />
nel nostro paese sono stati usati nella tra<strong>di</strong>zione orale per accompagnare i versi o la<br />
danza.<br />
<strong>La</strong> maggior parte delle testimonianze orali sono state raccolte nel ventesimo secolo,<br />
ma almeno storicamente è possibile risalire molto in<strong>di</strong>etro nel rintracciare la pratica<br />
della serenata sotto la finestra. <strong>La</strong> prima attestazione a stampa del termine sembra sia<br />
nel Primo libro dei Madrigali a sei voci <strong>di</strong> Alessandro Striggio, pubblicato nel 1560, dove<br />
un componimento sud<strong>di</strong>viso in quattro madrigali è definito appunto «Serenata» e<br />
descrive in maniera inequivocabile la situazione dell’innamorato che implora sotto la<br />
finestra dell’amata. 13 Gli ingre<strong>di</strong>enti che hanno fatto della serenata un modello situazionale,<br />
più che musicale o letterario, sono tutti presenti: l’ambientazione all’aperto e<br />
in ora notturna («L’aria s’oscura e <strong>di</strong> minute stelle»), il lamento accorato («umilmente<br />
<strong>di</strong>co o sorte, o Dio, / che v’ho fatt’io»), la richiesta <strong>di</strong> rompere la <strong>di</strong>stanza («apri l’uscio<br />
o mia gentil signora»), ma anche la presenza <strong>di</strong> terzi, qui introdotti con intenti comici<br />
(«non consentir almeno / che quella tua vecchiazza <strong>di</strong>spettosa / mi <strong>di</strong>ca col fuggirsi dal<br />
balcon: / “o che nason”»), o chiamati a testimoni («mostra a ciascun che alberga in<br />
questa via / ch’io sia il tuo amante e tu la donna mia»). 14<br />
<strong>La</strong> resa madrigalistica <strong>di</strong> Striggio è solo la formalizzazione in un contesto d’arte <strong>di</strong><br />
un cantare d’amore all’aperto <strong>di</strong> notte che viene altrimenti testimoniato in Italia almeno<br />
a partire dal tardo Me<strong>di</strong>o Evo. Le fonti più copiose sono soprattutto e<strong>di</strong>tti <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto,<br />
tesi a reprimere la pratica della musica notturna per motivi <strong>di</strong> quiete pubblica. 15<br />
Un’esperienza socialmente controversa dunque, che aveva come teatro le strade citta<strong>di</strong>ne<br />
(più che le campagne), terreno <strong>di</strong> conquista, la notte, <strong>di</strong> gruppi prevalentemente <strong>di</strong><br />
giovani maschi, esuberanti per natura e potenzialmente pericolosi per definizione.<br />
In una <strong>di</strong> queste antiche fonti il nome utilizzato per questi canti non è serenata, bensì<br />
matinata. 16 I due termini si confondono ancora nel ventesimo secolo nelle definizioni<br />
popolari. In Sardegna una <strong>di</strong>sispirata, termine logudorese dallo spagnolo despertar<br />
(risvegliarsi), fu trascritta da Gavino Gabriel agli inizi del Novecento. 17 Il<br />
canto amoroso nelle prime ore mattutine, come quello portato dal Conte d’Almaviva,<br />
è dunque paragonabile alle serenate e potrebbe anche essere chiamato matinata, o,<br />
perché no, <strong>di</strong>sispirata.<br />
13 ALESSANDRO STRIGGIO, Il primo libro dei Madrigali, a cura <strong>di</strong> David S. Butchart, Middleton (WI), A-R E<strong>di</strong>tion,<br />
2006. Gli incipit dei madrigali sono «L’aria s’oscura e <strong>di</strong> minute stelle», «Ma tu, per darm’al cor maggior<br />
tormento», «Apri homai l’usci’, o mia gentil signora», «Ohimè, ch’io spasmo – Apri la porta homai».<br />
14 Un’altra situazione da serenata è riportata da Orazio Vecchi nell’Amfiparnaso (1597). A questo proposito<br />
si veda anche GIANMARIO MERIZZI, <strong>La</strong> fonte popolare nell’opera <strong>di</strong> Adriano Banchieri. Indagine sul repertorio<br />
poetico-musicale profano, «Culture Musicali. Quaderni <strong>di</strong> etnomusicologia», n.s., IX/1-2, 1990 (numero monografico<br />
su Colto-popolare).<br />
15 Cfr. MAURIZIO AGAMENNONE, «Ti fò la serenata con suoni feste e canti». Le musiche del corteggiamento,<br />
«Melissi», 2/3, primavera/estate 2000, pp. 24-30.<br />
16 I Libri Statutorum Magnificæ Communitatis Frusinonis. Forse risalenti al tardo Duecento, questi statuti furono<br />
approvati definitivamente nel XV secolo (Cfr. AGAMENNONE, «Ti fò la serenata» cit., n. 4.<br />
17 GAVINO GABRIEL, Canti <strong>di</strong> Sardegna, Milano, Italica Ars, 1923.<br />
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