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Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice

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BIBLIOGRAFIA<br />

è doveroso citare due stu<strong>di</strong> che Philip Gossett pubblicò negli anni Settanta, nei quali i suoi interessi<br />

filologici si coniugano con l’analisi delle forme musicali: il primo riguarda la forma dei concertati<br />

che chiudono l’atto primo (in particolare quello del Tancre<strong>di</strong>); 12 il secondo prende in esame<br />

la forma delle sinfonie. 13 Tutto ciò, come si accennava, avviene in un contesto nel quale vi è<br />

una ripresa <strong>di</strong> interesse per l’opera primo-ottocentesca in generale, che per quanto riguarda le<br />

questioni formali (in particolare per i concertati) trova espressione tra l’altro in un celebre saggio<br />

<strong>di</strong> Harold S. Powers sulla «solita forma» (termine con il quale da allora in poi la comunità<br />

scientifica designerà il sistema formale delle opere del periodo), 14 o nei lavori <strong>di</strong> Scott L. Balthazar.<br />

15 Di tale interesse giunge l’eco al succitato convegno del 1992: il concetto <strong>di</strong> «solita forma»<br />

è ormai così consueto tra gli stu<strong>di</strong>osi che da una parte Sabine Henze-Döhring mette in guar<strong>di</strong>a<br />

da un suo uso troppo rigido, 16 dall’altra Lorenzo Bianconi scende a un maggior livello <strong>di</strong> dettaglio<br />

descrivendo compiutamente il meccanismo musicale che sta tra l’altro alla base del celebre<br />

crescendo rossiniano. 17<br />

Un altro fronte <strong>di</strong> ricerca aperto in quel periodo che ha portato risultati assai interessanti è<br />

quello riguardante la librettistica in generale e le sue fonti in particolare: in questo caso la strada<br />

è stata aperta da Bruno Cagli con i suoi stu<strong>di</strong> su Maometto II 18 e su Bianca e Falliero (dove tra<br />

l’altro confuta l’ipotesi allora circolante <strong>di</strong> una derivazione del soggetto dal Manzoni) 19 e, nel<br />

campo dell’opera buffa, sul Turco in Italia (è lui il primo ad in<strong>di</strong>viduare la fonte del libretto <strong>di</strong> Romani);<br />

20 a ciò si affiancano gli stu<strong>di</strong> sulle fonti <strong>di</strong> Otello condotti da Roberta Montemorra Marvin,<br />

21 da Cesare Questa e Renato Raffaelli, 22 che contribuiscono anche ad ampliare la conoscenza<br />

sulla ricezione shakespeariana in Italia all’epoca <strong>di</strong> Rossini; lo scavo è stato ulteriormente<br />

approfon<strong>di</strong>to nel volume curato da Marco Grondona e Guido Paduano, dove si può leggere<br />

l’Othello <strong>di</strong> Ducis (1792), che sta alla base del libretto dell’opera <strong>di</strong> Rossini. 23 Un tale fervore sull’argomento<br />

spinse la Fondazione Rossini a inaugurare una collana e<strong>di</strong>toriale intitolata I libretti<br />

<strong>di</strong> Rossini, nella quale ciascun volume è de<strong>di</strong>cato ad un’opera e ne presenta la riproduzione inte-<br />

12 PHILIP GOSSETT, The ‘Candeur Virginale’ of «Tancre<strong>di</strong>», «The Musical Times», CXII, 1971, pp. 326-329.<br />

13 PHILIP GOSSETT, Le sinfonie <strong>di</strong> Rossini, «Bollettino del Centro Rossiniano <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>», XIX, 1979, pp. 7-123.<br />

14 HAROLD S. POWERS, «<strong>La</strong> Solita Forma» and «The Uses of Convention», «Acta Musicologica», LIX, 1987,<br />

pp. 65-90. Il lettore italiano potrà trovare una schematizzazione in chiave rossiniana <strong>di</strong> ciò che si intende per «solita<br />

forma» nell’introduzione <strong>di</strong> Marco Beghelli a Tutti i libretti <strong>di</strong> Rossini, a cura <strong>di</strong> Marco Beghelli e Nicola Gallino,<br />

Milano, Garzanti, 1992 (2001 2 ).<br />

15 SCOTT L. BALTHAZAR, Mayr, Rossini, and the Development of the Early «Concertato» Finale, «Journal of<br />

the Royal Musical Association», CXI, 1991, pp. 236-266. L’autore si interessa all’argomento sin dalla sua tesi dottorale<br />

del 1985 (University of Pennsylvania), dal titolo Evolving Conventions in Italian Serious Opera: Scene<br />

Structure in Works of Rossini, Bellini, Donizetti, and Ver<strong>di</strong>, 1810-1850.<br />

16 SABINE HENZE-DÖHRING, Che ci <strong>di</strong>ce la «solita forma»? Un’analisi drammaturgico-musicale dell’aria finale<br />

<strong>di</strong>«Armida», in Gioachino Rossini 1792-1992 cit., pp. 297-306.<br />

17 LORENZO BIANCONI, ‘Confusi e stupi<strong>di</strong>’: <strong>di</strong> uno stupefacente (e banalissimo) <strong>di</strong>spositivo metrico, ivi, pp.<br />

129-161.<br />

18 BRUNO CAGLI, Le fonti letterarie dei libretti <strong>di</strong> Rossini. «Maometto II», «Bollettino del Centro Rossiniano<br />

<strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>», XII, 1972, pp. 10-32.<br />

19 ID., Le fonti letterarie dei libretti <strong>di</strong> Rossini. «Bianca e Falliero», ivi, XIII, 1973, pp. 8-22.<br />

20 ID., Il Turco o del rovesciamento, in Il turco in Italia, <strong>Teatro</strong> dell’Opera <strong>di</strong> Roma, stagione 1982-1983<br />

(p.d.s.).<br />

21 ROBERTA MONTEMORRA MARVIN, Il libretto <strong>di</strong> Berio per l’«Otello» <strong>di</strong> Rossini, «Bollettino del Centro Rossiniano<br />

<strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>», XXXI, 1991, pp. 55-76.<br />

22 CESARE QUESTA, RENATO RAFFAELLI, I due finali <strong>di</strong> «Otello», in Gioachino Rossini 1792-1992 cit., pp. 183-<br />

203. 23 Quattro volti <strong>di</strong> Otello, a cura <strong>di</strong> Marco Grondona e Guido Paduano, Milano, Rizzoli, 1996.<br />

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