Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice
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APPENDICE – LE VOCI<br />
105<br />
sich. L’aria originale <strong>di</strong> Rossini è però già da <strong>di</strong>versi decenni rientrata stabilmente al<br />
posto che le compete, e dell’aria <strong>di</strong> Romani (che pure sembra che non <strong>di</strong>spiacesse a Rossini)<br />
si sono ormai perse le tracce.<br />
L’altro ‘cattivo’, che accompagna e cerca <strong>di</strong> favorire Bartolo nei suoi progetti, è Don<br />
Basilio; la sua connotazione è talmente negativa («ipocrita», «imbroglion», «collo torto»<br />
sono solo alcuni dei ‘complimenti’ che colleziona durante l’opera) che <strong>di</strong> fatto <strong>di</strong>venta<br />
forse il personaggio più nettamente caricaturale del <strong>Barbiere</strong>. <strong>La</strong> sua presenza in<br />
scena è quantitativamente inferiore a quella <strong>di</strong> Bartolo, ma da una parte colleziona entrate<br />
memorabili come quella che scatena il quintetto n. 13, dall’altra Rossini a lui affida<br />
la celebre aria della calunnia dall’effetto irresistibile e la cui estensione vocale dovette<br />
mettere in <strong>di</strong>fficoltà non pochi cantanti, tant’è che sino a tempi recenti era invalso<br />
l’uso <strong>di</strong> trasportarla un tono sotto (dall’originale Re a Do). Non è dunque un caso che<br />
nella storia esecutiva del <strong>Barbiere</strong> siano stati molti i bassi <strong>di</strong> fama a volersi cimentare<br />
in questo ruolo, sulle orme <strong>di</strong> quel Zenobio Vitarelli che tenne a battesimo il personaggio<br />
e che Rossini rincontrò l’anno dopo in occasione della prima della Cenerentola<br />
(dove interpretava Alidoro).<br />
Ai cinque personaggi principali segue una schiera piuttosto nutrita <strong>di</strong> personaggi secondari.<br />
Tra questi emerge senz’altro Berta, serva <strong>di</strong> Bartolo, a cui non solo è affidata<br />
l’aria <strong>di</strong> sorbetto dell’atto secondo (musicalmente piuttosto curata; si veda la guida<br />
all’ascolto), ma è riservato negli assieme del finale primo un ruolo importante nell’equilibrio<br />
generale delle voci, quello cioè <strong>di</strong> sostenere la parte più acuta (nella stretta arriva<br />
a toccare il Do 5). Gli altri personaggi restano un po’ più in ombra: a Fiorello, servo<br />
del Conte, è affidata una parte piuttosto estesa nell’introduzione, ma curiosamente dopo<br />
<strong>di</strong> essa sparisce dall’opera; l’Uffiziale canta per poche battute, ma la sua parte è collocata<br />
in una posizione strategicamente importantissima del finale primo (è lui che <strong>di</strong><br />
fatto spinge il Conte a svelarsi parzialmente, scatenando il «<strong>La</strong>rgo concertato» e tutto<br />
ciò che segue); ad Ambrogio e all’Alcalde sono riservate solo poche note <strong>di</strong> recitativo.<br />
Un ruolo scenico <strong>di</strong> una certa importanza è rivestito nel finale dell’opera dal notaro,<br />
che però è una parte muta.