Barbiere di Siviglia - Teatro La Fenice

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15.06.2013 Views

100 CORO Amore e fede eterna – si vegga in voi regnar. ROSINA Costò sospiri e pene – questo felice istante: al fin quest’alma amante – comincia a respirar. GIOACHINO ROSSINI CORO Amore e fede eterna – si vegga in voi regnar. CONTE Dell’umile Lindoro – la fiamma a te fu accetta; più bel destin t’aspetta, – su, vieni a giubbilar. CORO Amore e fede eterna – si vegga in voi regnar. segue nota 20 ma qualche abbellimento, e infine il Conte, che ne propone la versione più virtuosistica, da vero trionfatore morale e musicale dell’opera. Le tre variazioni sono inframmezzate da un festoso ritornello affidato agli altri personaggi e al coro, al quale è anche dato l’incarico di concludere gioiosamente il breve finaletto e, di conseguenza, l’intera opera.

L’orchestra 2 Flauti (anche Ottavini) 2 Oboi (il II solo per la sinfonia) 2 Clarinetti 2 Fagotti Violini I Violini II Viole Violoncelli Contrabbassi Basso continuo (per i recitativi) 2 Corni 2 Trombe Timpano (ad libitum per la sola sinfonia) Grancassa Sistri Chitarre Pianoforte La lunga fortuna esecutiva del Barbiere di Siviglia, ininterrotta dal 1816 sino ad oggi, ha provocato il consolidarsi, rispetto alla partitura originale, di una nutrita serie di modifiche e omissioni, tramandatesi di esecuzione in esecuzione e alla fine divenute in qualche maniera parte integrante dell’opera. Vittima di tali modifiche è rimasta anche la strumentazione: negli anni Ottanta dell’Ottocento la casa editrice Ricordi diede alle stampe una partitura non già basata sull’autografo (allora considerato perduto, poi ricomparso e ora custodito a Bologna nel Civico Museo Bibliografico Musicale), ma su una copia manoscritta di proprietà del Teatro alla Scala nella quale l’orchestrazione aveva subito una serie di cambiamenti notevoli dovuti a un gusto più tardo. Tra questi vale la pena citare la scomparsa del secondo ottavino e la conseguente ridistribuzione delle parti dei legni, l’aggiunta lungo tutta l’opera di un secondo oboe, di un trombone e dei timpani, o infine la sostituzione dei sistri con un triangolo e delle chitarre con arpe. La partitura Ricordi fu la base di pressoché tutte le esecuzioni del Barbiere a partire dalla fine dell’Ottocento sino al 1969, anno in cui comparve l’edizione critica curata da Alberto Zedda, grazie alla quale si poté finalmente riascoltare l’orchestrazione così come Rossini la concepì. La composizione originale dell’orchestra del Barbiere non si discosta molto da quella tipica delle opere buffe dell’epoca, anche se parecchi dettagli la fanno emergere come prodotto inconfondibilmente d’Autore; si pensi ad esempio ai due ottavini che svet-

L’orchestra<br />

2 Flauti (anche Ottavini)<br />

2 Oboi (il II solo per la sinfonia)<br />

2 Clarinetti<br />

2 Fagotti<br />

Violini I<br />

Violini II<br />

Viole<br />

Violoncelli<br />

Contrabbassi<br />

Basso continuo (per i recitativi)<br />

2 Corni<br />

2 Trombe<br />

Timpano (ad libitum per la sola sinfonia)<br />

Grancassa<br />

Sistri<br />

Chitarre<br />

Pianoforte<br />

<strong>La</strong> lunga fortuna esecutiva del <strong>Barbiere</strong> <strong>di</strong> <strong>Siviglia</strong>, ininterrotta dal 1816 sino ad oggi,<br />

ha provocato il consolidarsi, rispetto alla partitura originale, <strong>di</strong> una nutrita serie <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche<br />

e omissioni, tramandatesi <strong>di</strong> esecuzione in esecuzione e alla fine <strong>di</strong>venute in<br />

qualche maniera parte integrante dell’opera. Vittima <strong>di</strong> tali mo<strong>di</strong>fiche è rimasta anche<br />

la strumentazione: negli anni Ottanta dell’Ottocento la casa e<strong>di</strong>trice Ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong>ede alle<br />

stampe una partitura non già basata sull’autografo (allora considerato perduto, poi ricomparso<br />

e ora custo<strong>di</strong>to a Bologna nel Civico Museo Bibliografico Musicale), ma su<br />

una copia manoscritta <strong>di</strong> proprietà del <strong>Teatro</strong> alla Scala nella quale l’orchestrazione<br />

aveva subito una serie <strong>di</strong> cambiamenti notevoli dovuti a un gusto più tardo. Tra questi<br />

vale la pena citare la scomparsa del secondo ottavino e la conseguente ri<strong>di</strong>stribuzione<br />

delle parti dei legni, l’aggiunta lungo tutta l’opera <strong>di</strong> un secondo oboe, <strong>di</strong> un trombone<br />

e dei timpani, o infine la sostituzione dei sistri con un triangolo e delle chitarre<br />

con arpe. <strong>La</strong> partitura Ricor<strong>di</strong> fu la base <strong>di</strong> pressoché tutte le esecuzioni del <strong>Barbiere</strong> a<br />

partire dalla fine dell’Ottocento sino al 1969, anno in cui comparve l’e<strong>di</strong>zione critica<br />

curata da Alberto Zedda, grazie alla quale si poté finalmente riascoltare l’orchestrazione<br />

così come Rossini la concepì.<br />

<strong>La</strong> composizione originale dell’orchestra del <strong>Barbiere</strong> non si <strong>di</strong>scosta molto da quella<br />

tipica delle opere buffe dell’epoca, anche se parecchi dettagli la fanno emergere come<br />

prodotto inconfon<strong>di</strong>bilmente d’Autore; si pensi ad esempio ai due ottavini che svet-

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