Mysterion - rivista di spiritualità e mistica
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www.MYS ERION.it<br />
S. BONGIOVANNI S.I.<br />
42<br />
1 (2008) 32-42<br />
tempo e non è mai possibile confonderlo con il mondo in quanto tale. Dio, evento in cui<br />
si riassume il senso originario <strong>di</strong> ogni ‘mistero’, può dunque essere pensato quale Mistero<br />
del mondo: è in tutto senza essere incluso, è fuori senza esserne escluso. Intra cuncta<br />
nec inclusus, extra cuncta nec exclusus.<br />
d. Il <strong>di</strong>scorso sul Mistero non concerne in primo luogo l’inadeguatezza del linguaggio<br />
umano ad esprimerlo. Il linguaggio umano si fa anzi mistagogico quando liberamente<br />
abbandona l’orizzonte dell’autoreferenzialità possessiva e abita la <strong>di</strong>mensione essenziale<br />
del lasciar-essere del Mistero stesso. Il paradosso del Mistero si mostra in un linguaggio<br />
umano che può custo<strong>di</strong>rlo e rivelarlo obliquamente in ciò che viene detto: in<br />
quell’ ’inesprimibile inesprimibilmente contenuto in ciò che viene espresso’ 11 .<br />
e. Per Mistero possiamo intendere, infine, il carattere originariamente donato <strong>di</strong> ogni<br />
cosa e <strong>di</strong> ogni senso, in cui riveste una particolare rilevanza il fenomeno del nostro<br />
essere donati a noi stessi. Tale aspetto <strong>di</strong>spiega ogni orizzonte della comprensione e ne è<br />
in qualche modo la sorgente inattingibile eppure sempre presente come ciò-senza-cui<br />
non si dà comprensione. Il mistero è l’inquietante segreto custo<strong>di</strong>to nella confortevole<br />
presenza delle cose più familiari (T. de Char<strong>di</strong>n).<br />
11 Cf L. WITTGENSTEIN, Lettera a Engelmann del 9.4.1917, a proposito <strong>di</strong> un poema <strong>di</strong> Uhland. Si<br />
legga anche la prop. 4.115 del Tractatus Logico-Philosophicus.