Mysterion - rivista di spiritualità e mistica
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www.MYS ERION.it<br />
S. BONGIOVANNI S.I.<br />
33<br />
1 (2008) 32-42<br />
Concretamente, si partirà da un’analisi etimologica del termine ‘mistero’ che permette<br />
<strong>di</strong> stabilire una prima <strong>di</strong>fferenza con l’enigma (parr. 1 e 2); una breve analisi fenomenologica<br />
(3) introdurrà ad alcune osservazioni sul carattere simbolico del mistero (4).<br />
Concluderemo riprendendo gli elementi fondamentali <strong>di</strong> ciò che può considerarsi come<br />
l’evidenza simbolica del Mistero 2 .<br />
1. Riferimenti etimologici introduttivi<br />
Il termine must»rion comprende una ra<strong>di</strong>cale che rimane incerta, anche se secondo<br />
alcuni stu<strong>di</strong>osi deriverebbe dalla ra<strong>di</strong>ce sanscrita mush, ‘rapire’. La più comunemente<br />
accre<strong>di</strong>tata sembra comunque essere la ra<strong>di</strong>ce mu- che significa mettere il <strong>di</strong>to sulla bocca<br />
per fare silenzio, da cui mÚw, chiudo gli occhi e la bocca, ‘chiudere’, ‘tacere’, ‘custo<strong>di</strong>re<br />
il silenzio’. Stu<strong>di</strong> recenti tuttavia, contestano che must»rion derivi dalla base mu- nel<br />
senso del ‘chiudersi’. Alla base del termine vi sarebbe la ra<strong>di</strong>ce mus-, che ha antichissime<br />
risonanze, «come gli elementi del mondo religioso, e significa ‘notte’. MÚsthj- ritrova<br />
il suo antecedente in acca<strong>di</strong>co ‘mušu’, ‘notte’». MÚsthj in<strong>di</strong>cherebbe così ‘chi veglia<br />
nella notte arcana <strong>di</strong> attesa’ e il termine must»rion denoterebbe la ‘veglia notturna’<br />
(pannuc…j) che richiama le pannuc…dej dei religiosi del Monte Athos, le veglie rituali<br />
che durano ‘tutta la notte’, come una veglia natalizia.<br />
In entrambe le lezioni, sia che si accetti la ra<strong>di</strong>ce mu- o che si preferisca mus-, resta<br />
evidente che una stessa ‘aria <strong>di</strong> famiglia’ avvolge misteriosamente (è proprio il caso <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>rlo!) il termine must»rion. La notte e il vegliare notturno evocati dalla ra<strong>di</strong>ce mÚs-,<br />
non sono lontani dall’evocare la custo<strong>di</strong>a arcana del silenzio a cui rinvia mu-. La simbolica<br />
<strong>mistica</strong> sa quanto le due immagini fondamentali (la notte e il silenzio-segreto) non solo<br />
non si contrad<strong>di</strong>cono, ma si confermano e si compenetrano reciprocamente nell’esperienza<br />
<strong>mistica</strong> del <strong>di</strong>vino. Sembra, dunque, possibile affermare che ognuna delle due<br />
ra<strong>di</strong>ci del must»rion, lungi dal contrad<strong>di</strong>re l’altra, ne amplifica e arricchisce il senso.<br />
Ciò potrebbe trovare conferma nella constatazione in base alla quale entrambe le<br />
etimologie menzionate renderebbero possibile situare l’origine del termine nelle cosiddette<br />
religioni dei misteri: un complesso <strong>di</strong> culti antichi <strong>di</strong> varia origine, tra i quali quelli<br />
<strong>di</strong> Demetrio, <strong>di</strong> Eleusis, Sénaphis, Mithra o Adonis. Più che una vera religione, in questi<br />
culti veniva offerta la possibilità <strong>di</strong> fare un’esperienza personale della <strong>di</strong>vinità attraverso<br />
la partecipazione ad un rito iniziatico (mysteria, teletai) <strong>di</strong>verso nei vari culti. I culti<br />
misterici scompariranno nel V sec. d.C., non senza aver fortemente influenzato la filosofia<br />
antica che talvolta ne interpretò i miti in chiave metafisica. In ogni caso, la parola<br />
must»rion iniziò ad essere usata dagli scrittori ermetici dell’antichità, in cui avrebbe<br />
designato anzitutto il luogo <strong>di</strong> iniziazione e in seguito i riti ed i segreti celebrati. Il termine<br />
must»rion comprende, infatti, anche la desinenza (-térion) che in<strong>di</strong>ca un senso locale<br />
o anche strumentale (es. thusiastèrion, ciò su cui si sacrifica; ecc.).<br />
2 Per un più ampio approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> quanto viene qui proposto, rinvio al testo Lasciar-essere:<br />
riconoscere Dio nel pensare, Il Pozzo <strong>di</strong> Giacobbe, Trapani 2007, in part. 85-120.