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Mysterion - rivista di spiritualità e mistica

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www.MYS ERION.it<br />

F. ASTI<br />

23<br />

1 (2008) 4-31<br />

riguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> Dio e che poi corrisponde ad una totale confidenza in Lui. Bisogna a ciò<br />

aggiungere un certo languore, la soavità sperimentata al contatto con il Signore. Alla più<br />

alta contemplazione non sono necessarie e non si devono desidera quelle grazie speciali<br />

quali le visioni o parole soprannaturali.<br />

Inoltre Schryvers afferma che la conoscenza infusa nella contemplazione non è una<br />

percezione <strong>di</strong>retta e imme<strong>di</strong>ata <strong>di</strong> Dio: non può essere analoga a quella che i sensi esteriori<br />

hanno degli oggetti. «Dio si fa conoscere all’anima <strong>mistica</strong> per mezzo dell’azione<br />

che egli produce in essa, ad esempio, per mezzo della soavità interiore che lui stesso fa<br />

provare» 48 . Tale conoscenza è generalmente confusa, non imme<strong>di</strong>ata ed è sotto l’azione<br />

penetrante e amorevole <strong>di</strong> Dio. Grazie alla presenza dei doni dello Spirito Santo, l’anima<br />

riceve la presenza <strong>di</strong> Dio. In tal modo non c’è bisogno <strong>di</strong> moltiplicare le facoltà<br />

psicologiche e le specie impresse per accogliere Dio nella propria anima, in quanto Egli<br />

viene ad abitare <strong>di</strong>rettamente.<br />

Quale ruolo assume la contemplazione nella vita spirituale? Seguendo la linea tomista,<br />

la contemplazione è il completamento normale, il coronamento naturale dell’ascesi.<br />

Esso è l’esercizio abituale dei doni dello Spirito santo che vanno sempre più crescendo<br />

con l’azione della carità.<br />

Per Mons. L. Paulot c’é bisogno <strong>di</strong> un vero e proprio <strong>di</strong>zionario che si interessi e<br />

specifichi la terminologia per quanto riguarda la teologia spirituale. La sua risposta si<br />

articola su tre punti fondamentali: nozione dottrinale fondamentale, nozioni <strong>di</strong>rettrici,<br />

nozioni pratiche e regole <strong>di</strong> prudenza.<br />

La nozione <strong>di</strong> contemplazione deve contenere nella sua brevità una notevole capacità<br />

<strong>di</strong> riunire molti elementi; ciò risulta sempre <strong>di</strong>fficile. Infatti l’autore definisce la contemplazione<br />

come «conoscenza d’amore oscura, infusa, semplice, dovuto sia ad una connaturalità<br />

dell’anima a Dio, frutto dell’esercizio predominante del dono <strong>di</strong> Saggezza, sia alla<br />

grazia attuale operante, corrispondente a questo dono» 49 . Tale definizione é in piena sintonia<br />

con il programma tomista e <strong>di</strong> comune accordo con i domenicani. Posta tale definizione,<br />

l’autore specifica il secondo punto del suo intervento, cioè le nozioni <strong>di</strong>rettrici.<br />

Il fine e i mezzi rappresentano delle nozioni fondamentali che sono state perse <strong>di</strong><br />

vista nella <strong>di</strong>scussione sulla <strong>mistica</strong>. Il fine é assoluto, mentre i mezzi sono relativi. Ciò<br />

significa che la me<strong>di</strong>tazione, l’ascesi, le virtù morali non sono da sottostimare, ma rientrano<br />

nel relativo. Non é possibile che i mezzi prendono il sopravvento sul fine. Per<br />

l’autore l’orazione é un mezzo, la contemplazione é un mezzo normale che si deve proporre<br />

<strong>di</strong> attendere, non solo con le proprie forze, ma con l’aiuto della grazia <strong>di</strong> Dio.<br />

Per l’autore bisogna chiarire i termini <strong>di</strong> or<strong>di</strong>narietà e <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>narietà. La contemplazione<br />

é straor<strong>di</strong>naria, in quanto eleva lo spirito al <strong>di</strong> sopra della maniera umana <strong>di</strong><br />

agire e <strong>di</strong>venta or<strong>di</strong>naria quando non é accompagnata dai fenomeni mistici.<br />

P. Saudreau nella questione terminologica fa scendere in campo anche il domenicano<br />

P. Joret che intende soffermarsi solo su due argomenti la contemplazione acquisita e<br />

l’elemento costitutivo dello stato mistico.<br />

48 Ib., cit., 287.<br />

49 L. PAULOT (réponse du), «Pour fixer la terminologie», cit., 30-31.

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