4 YOU PET - Pet4You

La verità, invece, è che il gatto è tutto fuorché un animale
asociale. Ne è prova lampantissima la sua forma elaborata
di linguaggio. Attraverso una vasta gamma di movimenti
e posizioni della coda, degli occhi, delle orecchie, del
pelo, e perfi no dei baffi , il micio è in grado di trasmettere
le proprie intenzioni, le emozioni, lo stato d’animo. E senza
voler parlare dei messaggi odo-
rosi, tutto un mondo di informazioni
dal quale noi umani siamo, per forza,
esclusi.
A dover fare sintesi di quanto detto
fi n qui: ma se il gatto fosse davvero,
come qualcuno ce lo dipinge, un animale
asociale, cosa se ne farebbe di tutti questi canali di
comunicazione? E invece non solo il gatto è sempre pronto
a fare amicizia ma, pur restando in fondo quello che è, e
cioè un animale timido e riservato di natura, quando fatica
a comunicare con gli altri addirittura ne soffre. La conferma
della verità di questa affermazione la ritroviamo facilmente
nella quotidianità e nelle esperienze che ciascuno
di noi ha avuto con le nostre “tigri da appartamento”: gatti
adulti che si dimostrano particolarmente aggressivi o al
contrario timidissimi non sono altro che il risultato di una
mancanza di socializzazione, di interazione con gli altri
gatti e con noi umani, da cuccioli.
Un gatto che ha invece ha avuto la fortuna di imparare a
stare e a relazionarsi con gli altri si rivela sempre un vero e
proprio “chiacchierone”. Basta guardarlo.
Quante cose ha sempre da dirci! E non solo usando esclusivamente
il linguaggio del corpo ma anche attraverso la
voce, con il suo “miao” dalle mille sfumature, un modo
di “parlare” riservato solo a noi suoi amici umani, quasi
avesse capito la nostra diffi coltà a leggere i segnali del
suo corpo.
I suoi miagolii, le strisciate contro le nostre gambe, la
Un gatto che ha avuto la fortuna
di imparare a stare e a relazionarsi
con gli altri si rivela sempre un vero
e proprio “chiacchierone”
coda sollevata a mo’ di pennacchio, le fusa, i segni che lascia
con le sue unghie un po’ dovunque in casa? Tutte frasi
scritte nella sua lingua speciale, tutte cose che vuole comunicarci…
nella sua lingua, nell’unico modo che conosce.
Il nostro micio poi, che ci considera un po’ i suoi genitori,
usa una gamma variegatissima di suoni per richiamare la
nostra attenzione: quando ha fame,
quando vuole uscire di casa, quando
vuole semplicemente salutarci o
quando un oggetto della casa è fuori
posto e così facendo ha sconvolto
non poco la sua routine.
Il mio Buck non mi ama come Teo ovvero
perchè il mio gatto Matisse non si fa fare le
carezze: curiosità dal web
Curiosando, come peraltro facciamo molto spesso, nel
Web, troviamo conferme e smentite sulla teoria dei gatti
timidi, riservati e in sintesi asociali.
Da chi ci conferma che i suoi gatti tutti insieme non fanno
un solo gesto di affetto all’altezza delle mille attenzioni
che dimostra l’unico cane di casa, a chi invece smentisce
brillantemente la teoria del gatto asociale e anaffettivo,
c’è l’imbarazzo della scelta.
L’impressione è che non solo cani e gatti sono tra loro
diversi ma che anche nelle grandi famiglie dei cani e dei
gatti sia necessario fare sempre precisi distinguo e cercare
di trattare ogni individuo come un essere a sé stante.
Siamo tutti unici, tutti con caratteristiche che ci distinguono
nettamente dalle altre specie ma anche dai simili, da
quelli della nostra stessa specie.
Leggiamo dalla rete e volentieri pubblichiamo: “Ho tanti
gatti, 15, e 2 cani. Li amo tutti, anche se in maniera di-
PET 4 YOU gennaio 2010
31