N. 2 - Settembre 2011 - OFItalia
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palti, per avere sconfitto, allora, la<br />
pesante intromissione del personale<br />
sanitario nei servizi funebri,<br />
si vuole proprio ricordare questo,<br />
anche se con evidente parzialità.<br />
Ancora oggi, girando per il nostro<br />
paese in lungo ed il largo, capita<br />
di trovare ipotesi di convenzioni<br />
ospedaliere con operatori<br />
funebri che addirittura fanno riferimento<br />
al “SERVIZIO DEL<br />
TAXI DEL MORTO”, per dire come<br />
è variegata la situazione.<br />
Un elemento sembra acquisito<br />
per tutti, istituzioni, strutture sanitarie,<br />
autorità statuali ed operatori<br />
funebri: all’interno delle Camere<br />
mortuarie si gioca gran<br />
parte delle regole di corretta<br />
concorrenza e la prospettiva di<br />
uno sviluppo libero e professionale<br />
delle attività funebri.<br />
La giurisprudenza, l’Autorità Garante<br />
e buona parte della legislazione<br />
regionale sulla funeraria<br />
hanno permesso di fare passi<br />
avanti nella definizione degli<br />
spazi di agibilità, anche se, ovviamente,<br />
non hanno definito<br />
regole attive per la soluzione dei<br />
problemi. Colpisce che ancora<br />
non si sia affrontato il tema del<br />
rapporto tra attività funebri ed<br />
attività sanitarie e parasanitarie<br />
(118, trasporti sanitari, ….); in<br />
ogni caso si sono definite con<br />
abbastanza chiarezza le incompatibilità<br />
in capo alle attività<br />
funebri.<br />
Siamo a metà del guado: sappiamo<br />
cosa non si può, né si deve<br />
fare, non abbiamo ancora una<br />
soluzione per le cose da fare in<br />
termini attivi e positivi. Questo<br />
dovrebbe essere un obiettivo primario<br />
del settore; ce lo ritroviamo<br />
davanti non solo per gli<br />
“scandali” che si susseguono<br />
continuamente in tante città, ma<br />
anche per le dinamiche che stanno<br />
alla base degli interventi delle<br />
strutture sanitarie.<br />
Se gli appalti per la gestione delle<br />
Camere Mortuarie, con l’obbligo<br />
di trasferire le salme dai reparti e<br />
la gestione per almeno 12 ore<br />
giornaliere, sono affidati per cifre<br />
irrisorie e non remunerative,<br />
giocoforza, ci si dovrà “arrangiare”,<br />
solo per fare un banale esempio.<br />
Le norme regionali sulla incompatibilità,<br />
non hanno, da<br />
sole, risolto il problema se solo<br />
si guarda ai molteplici “scandali”<br />
emersi in questi anni, o se semplicemente<br />
si ascoltano gli operatori<br />
nelle varie realtà territoriali.<br />
Sicuramente non è facile individuare<br />
la soluzione che vada bene<br />
a tutte le realtà del paese,<br />
qualcosa, però, si può fare per<br />
avvicinarsi sempre più a situazioni<br />
buone o, quantomeno accettabili<br />
e senza rifugiarsi in<br />
formule tanto vere ed ovvie<br />
quanto prive di effetti concreti:<br />
se tutti stessero ..., se tutti facessero<br />
..., se tutti si comportassero<br />
…, e via andando.<br />
Prima di tutto dovremmo smettere<br />
di addossare l’un l’altro le<br />
responsabilità di questi fenomeni<br />
facendo una strana gara a chi<br />
è più vergine: non serve a nessuno<br />
vedere chi condanna con più<br />
veemenza….<br />
Si debbono, sicuramente, invocare<br />
controlli ed interventi rigorosi<br />
da parte delle Autorità e,<br />
quando è necessario, della Magistratura,<br />
sapendo, però, che curare<br />
questo male non basta, perché<br />
arriviamo sempre dopo; il<br />
problema vero è prevenirlo.<br />
Certo l’informazione è la base di<br />
partenza, un’informazione attenta,<br />
esauriente e chiara; ma anche<br />
questa non basta, in questo settore<br />
come in tanti altri.<br />
Credo si possano definire gra-<br />
duali interventi finalizzati non<br />
solo ad uniformare norme e regole,<br />
nel rispetto delle leggi dello<br />
Stato, ma anche a creare esperienze<br />
su un fenomeno tutto<br />
sommato ancora in evoluzione.<br />
Un Regolamento delle Camere<br />
mortuarie che assuma uniformità<br />
di principi in tutto il territorio<br />
nazionale: non è facile, ma<br />
con buona volontà si può arrivare<br />
a posizioni condivise da tutta<br />
la categoria da proporre alle Regioni.La<br />
definizione di appalti<br />
gestionali congrui, rispettosi<br />
delle incompatibilità definite<br />
dall’Autorità Garante ma tali da<br />
permettere alle gestioni di svolgere<br />
il servizio senza rischiare<br />
perdite economiche insostenibili.<br />
Ed infine, ce lo dobbiamo dire<br />
con franchezza, la ricerca di<br />
modelli e di soggetti gestionali<br />
che permettano di realizzare<br />
maggior rigore e tutela effettiva<br />
per tutti i soggetti in campo e<br />
per tutti i legittimi interessi, economici<br />
e sociali, che si sviluppano<br />
nel settore e negli eventi luttuosi.<br />
Il confronto su questo soggetto<br />
gestionale non è semplice, lo<br />
abbiamo visto, ma l’esperienza<br />
di questi anni dovrebbe stimolare<br />
qualche riflessione: le cose<br />
vanno sempre peggio e la categoria<br />
dimostra una preoccupante<br />
e disarmante impotenza,<br />
che si rifugia sempre più spesso<br />
nell’invocare una sorta di stato<br />
di polizia per impedire gli abusi.<br />
Sgombriamo il campo da riserve<br />
mentali e preconcetti; riattiviamo<br />
un confronto<br />
concreto: chissà che qualche<br />
utile proposta non possa venire<br />
fuori...., altrimenti ci troveremo<br />
sempre questo problema come<br />
un macigno che impedisce un<br />
percorso virtuoso e capace di<br />
progressive soluzioni.<br />
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