N. 2 - Settembre 2011 - OFItalia
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M A G A Z I N E<br />
numero 2 | <strong>Settembre</strong> <strong>2011</strong><br />
DIREZIONE,<br />
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REDAZIONE:<br />
Franco Capone<br />
Cristina Pasino<br />
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n° 2/<strong>2011</strong> del 30/06/<strong>2011</strong><br />
eLeMenti<br />
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sas<br />
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Via Verdi, Via 3Verdi,<br />
3<br />
20010 Inveruno (MI) Italy<br />
eLeMenti 20010 sasInveruno<br />
(MI) Italy<br />
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3 Editoriale<br />
Franco Capone<br />
8 Il fatto<br />
Cara Toscana...<br />
10 Temi attualità<br />
La riforma della funeraria<br />
12 fiere/Eventi<br />
Eterna<br />
14 Il dolore della morte<br />
16<br />
Chi siamo<br />
Ofitalia<br />
18 La formazione<br />
24 Imparare a formarsi:<br />
perché?<br />
26 Milano:<br />
si riparte<br />
36 Energia Eolica:<br />
Una vera alternativa<br />
48 Teatro<br />
Editoriale<br />
ADDOBBI ARREDAMENTO CASE FUNERARIE PROGETTAZIONE<br />
ADDOBBI<br />
ADDOBBI<br />
ADDOBBI ARREDAMENTO<br />
ARREDAMENTO<br />
ARREDAMENTO CASE<br />
CASE<br />
CASE FUNERARIE<br />
FUNERARIE<br />
FUNERARIE PROGETTAZIONE<br />
PROGETTAZIONE<br />
PROGETTAZIONE<br />
semplicità leggerezza esteticità essenzialità<br />
semplicità leggerezza esteticità essenzialità<br />
semplicità leggerezza esteticità essenzialità<br />
semplicità leggerezza esteticità essenzialità<br />
eLeMenti eLeMenti<br />
eLeMenti<br />
eLeMenti<br />
49 “Genova 01”<br />
50 Intervista a<br />
fausto Paravidino<br />
52 I riti<br />
Le Prefiche<br />
56 Legge Marche<br />
Che succederà...?<br />
57<br />
Ofitalia Magazine Numero 2 | <strong>Settembre</strong> <strong>2011</strong><br />
Mensile dedicato alla funeraria italiana NUMERO 2 | SETTEMBRE <strong>2011</strong><br />
Ultimo saluto a Sergio<br />
Santamarianova<br />
62 Sport<br />
La Fenice torna a volare<br />
66 Urne...<br />
In fondo al lago<br />
69 Curiosità<br />
72<br />
74-1<br />
Domina Vacanze<br />
Offerta esclusiva ai lettori<br />
di Ofitalia Magazine<br />
Lettera del Presidente<br />
Informazione mensile di Federcofit<br />
1
Editoriale<br />
Cari lettori... ben ritrovati, con le vacanze ormai alle spalle ed in attesa<br />
di un autunno che Vi auguro ricco di soddisfazioni professionali, nonostante<br />
le preoccupazioni per una crisi economica ancora fortemente<br />
presente e dalle prospettive incerte per l’immediato futuro.<br />
Eccoci qua e come primo dato, non posso eludere alcune considerazioni<br />
riguardanti il nostro “Magazine”: dalla prima uscita al suo futuro.<br />
Debbo ringraziare quanti ci hanno fatto pervenire sia i loro apprezzamenti,<br />
sia le loro critiche: i primi indubbiamente graditi, le seconde utili<br />
ed indispensabili per crescere e migliorarsi.<br />
Franco Capone Da questo numero registriamo una novità importante: è presente all’interno<br />
della rivista la Comunicazione Sindacale di FEDERCOFIT ossia<br />
la “Lettera del Presidente”.<br />
Siamo lieti di ospitare uno strumento importante per l’informazione del settore, appartenente<br />
all’Organizzazione di categoria che tanto si adopera (insieme a FENIOF) per gli interessi degli<br />
Operatori Funebri Italiani.<br />
Questa presenza arricchisce il nostro “Magazine” e sono certo che la collaborazione di OFITALIA<br />
con FEDERCOFIT sarà portatrice di buoni frutti.<br />
Detto questo, mi collego a quanto già affermato nel precedente editoriale: “Ofitalia Magazine” è<br />
libera ed indipendente e quindi aperta a tutto l’universo della funeraria, sarà compito nostro non<br />
aspettare ma ricercare e stimolare i contributi necessari per garantire varietà e pluralismo di informazione.<br />
L’unica nostra priorità sarà sempre quella di costruire la rivista dell’impresario funebre per l’impresario<br />
funebre e quindi non siamo e non saremo la dèpendance di nessuno ma intendiamo essere<br />
il salotto di tutti.<br />
.....Arrivederci e buon lavoro.<br />
Le Imprese di Onoranze Funebri presenti nelle pagine successive, danno la<br />
loro disponibilità ai colleghi per il disbrigo pratiche, documenti, trasporti e/o<br />
altri servizi garantendo serietà e professionalità, al pari di tutte le Imprese<br />
aderenti a “O.F.Italia” e visibili sul Volume e sul portale web dedicato<br />
3
26-27 novembre <strong>2011</strong>
8<br />
Il fatto<br />
Cara Toscana<br />
ti voglio raccontare una storia!<br />
C’erano una volta, tanti anni fa<br />
sul tuo bel territorio, tante Imprese<br />
di Onoranze Funebri: piccole,<br />
in genere familiari, con qualche<br />
rara eccezione di dimensioni più<br />
consistenti. Ti chiedi perché dico:<br />
“c’erano”?<br />
Tu, a differenza delle altre Regioni,<br />
eri e sei, e spero, rimarrai un<br />
esempio positivo, perché ospiti<br />
una ricchissima e diffusa rete di<br />
organizzazioni di volontariato di<br />
diversa estrazione, che operano<br />
per aiutare i cittadini e le famiglie<br />
toscane, le Onlus giustamente<br />
sostenute dalle norme del nostro<br />
Stato.<br />
Come certamente ricorderai, nel<br />
passato il loro intervento nel settore<br />
funebre era circoscritto, di<br />
solito si limitavano ad accompagnare<br />
la salma al cimitero e non<br />
intervenivano sugli “aspetti commerciali”<br />
delle Onoranze Funebri.<br />
Purtroppo oggi non è più così,<br />
infatti, oltre ad occuparsi di assistenza<br />
sanitaria e di interventi<br />
solidaristici in modo encomiabile,<br />
molte associazioni tra quelle<br />
esistenti, svolgono anche attivi-<br />
tà di Onoranze Funebri, che di<br />
fatto è un’attività prettamente<br />
commerciale e sicuramente non<br />
marginale in relazione al mercato<br />
specifico. La gestione avviene<br />
in diretta concorrenza con gli<br />
operatori “regolari”, utilizzando<br />
anche tecniche “aggressive” in<br />
uso nel commercio, sfruttando i<br />
privilegi riconosciuti dalle norme<br />
e praticando di fatto una concorrenza<br />
sleale con gli operatori funebri.<br />
Si distribuisce pubblicità in ogni<br />
luogo, anche in quelli inibiti per<br />
consolidate normative generali,<br />
come le strutture sanitarie, che<br />
mescolano disinvoltamente la<br />
promozione di attività “istituzionali”<br />
- come il 118-, con attività<br />
commerciali -vedi quella di<br />
Onoranze Funebri; si utilizzano<br />
prestazioni di manodopera volontaria,<br />
utile e benemerita se<br />
impegnata in azioni di assistenza,<br />
certamente fuori norma se usata<br />
in attività commerciali, …..<br />
Si realizza, quindi, una commistione<br />
tra compiti istituzionali ed<br />
attività commerciali particolarmente<br />
negativa e capace solo di<br />
determinare “illegittime posizioni<br />
dominanti sul mercato”, spesso<br />
censurate dall’Autorità Garante<br />
della Concorrenza e del Mercato.<br />
Ormai molta parte del Tuo territorio,<br />
cara Toscana, è stato conquistato.<br />
E così, nel corso degli<br />
anni, in numerosi comuni, ed in<br />
alcune province, non vi è più spazio<br />
per imprese private che, hanno<br />
cessato la loro attività.<br />
Sia chiaro, cara Toscana, che profondo<br />
rispetto abbiamo per il<br />
diffuso tessuto del volontariato e<br />
per le numerose attività benemerite,<br />
in materia sanitaria e socioassistenziale.<br />
Pensa soltanto che<br />
molti di noi esercitano l’attività<br />
di volontari soccorritori nel loro<br />
tempo libero, adoperandosi, con<br />
i mezzi in loro possesso, a quelle<br />
che sono le richieste di piccole<br />
realtà territoriali che necessitano<br />
quotidianamente di strumenti<br />
specifici per svolgere al meglio<br />
il loro servizio socio assistenziale.<br />
Come vedi siamo, anche noi,<br />
sempre in prima linea nel volontariato.<br />
Tanti sono anche gli<br />
esempi concreti che Ti potrei descrivere.
L’ attività Funebre però è una attività<br />
complessa, costosa ed impegnativa,<br />
e, soprattutto, molto<br />
professionale, se esercitata nel<br />
puntuale rispetto delle leggi dello<br />
Stato, da eseguire nel rispetto<br />
delle condizioni imprenditoriali<br />
vigenti. Poter sostituire gli addetti<br />
con personale volontario sarebbe<br />
per tutti un enorme beneficio, anche<br />
se dalle conseguenze imprevedibili.<br />
La crisi che il paese sta attraversando<br />
tocca tutti, anche le imprese<br />
funebri e le Onlus. Anche<br />
le interpretazioni delle norme si<br />
vanno affinando ed approfondendo<br />
con evidenti attenzioni nuove<br />
ai redditi derivanti dalle attività<br />
commerciali, indipendentemente<br />
dal soggetto che le gestisce, con<br />
conseguente attenzione diversa<br />
sia alle attività “marginali” sia a<br />
quelle commerciali in genere gestite<br />
da Onlus, forse condizionando<br />
la stesa esistenza di una Onlus.<br />
Lo ripeto, cara Toscana, non vogliamo<br />
ostacolare il volontariato,<br />
anzi, l’obiettivo nostro è sollecitare<br />
un’ analisi ed una valutazione<br />
che aiuti tutti a fare bene il pro-<br />
prio mestiere, nel rispetto delle<br />
norme, nella piena valorizzazione<br />
della professionalità necessaria,<br />
nella massima trasparenza e rispetto<br />
della volontà dei cittadini.<br />
Per rendere chiari questi obiettivi<br />
sosteniamo la nostra Federazione,<br />
Federcofit, che si è mossa in<br />
difesa del comparto funerario,<br />
con interventi incisivi finalizzati a<br />
difendere gli spazi operativi della<br />
categoria, e, soprattutto la crescita<br />
professionale degli operatori<br />
funebri come valore assoluto per<br />
servire meglio le esigenze delle<br />
famiglie colpite da un lutto. Certo<br />
siamo e dobbiamo essere pronti<br />
ad ogni confronto e approfondimento<br />
con tutti i soggetti, istituzionali<br />
e sociali, quindi anche con<br />
le Onlus, consapevoli che il percorso<br />
per correggere deviazioni,<br />
recuperare rapporti, ridefinire<br />
corretti spazi di intervento, non<br />
sarà né facile, né breve, anche se<br />
obbligato per tutti.<br />
Carissima Toscana, purtroppo,<br />
tanti operatori che da generazioni<br />
esercitavano sul territorio non<br />
esistono più, ci auguriamo, che<br />
gli interventi che saranno messi<br />
in atto dalle autorità competenti<br />
mettano fine ad ogni disparità di<br />
trattamento tra i vari soggetti che<br />
oggi esercitano questa attività, e,<br />
soprattutto, permettano un controllo<br />
maggiore sulla regolarità<br />
dei servizi funebri svolti e sulle<br />
tante furbizie messe in atto in<br />
tante realtà ed in tante strutture<br />
sanitarie e non.<br />
Vorrei che tutti potessimo lavorare<br />
con serenità e professionalità<br />
per aiutare le famiglie toscane<br />
colpite da un lutto con la professionalità<br />
necessaria in un tempo<br />
molto difficile, come quello che<br />
stiamo attraversando, e nel rispetto<br />
di regole uguali per tutti e<br />
senza privilegi.<br />
Come vedi, sono molteplici i motivi<br />
per sollecitare una riflessione<br />
approfondita sullo stato delle<br />
cose e per procedere con urgenza<br />
ad avviare incisive correzioni.<br />
Chissà se con il Tuo aiuto si possa<br />
anche avviare con tutti i soggetti<br />
interessati un proficuo e sincero<br />
confronto per trovare adeguate e<br />
giuste soluzioni.<br />
Ti saluto caramente !!<br />
l’Anonimo Toscano<br />
9
10<br />
Giovanni Caciolli<br />
Segr. Naz. Fedrercofit<br />
La recente proposta di legge “Paolini”,<br />
presentata alla Camera ha<br />
sicuramente un merito: il dibattito<br />
sulla funeraria sembra aver<br />
ripreso una qualche attualità e la<br />
cosa può rappresentare un dato<br />
molto positivo indipendentemente<br />
dall’esito che questa legislatura<br />
potrà garantire.<br />
Se spendessimo bene il tempo residuo<br />
di questa legislatura, forse<br />
potremmo anche ottenere il risultato<br />
atteso da oltre un decennio,<br />
ma, in ogni caso, se riuscissimo a<br />
focalizzare e precisare meglio la<br />
soluzione di quei tre o quattro<br />
problemi di fondo, determinanti<br />
per lo sviluppo corretto del settore,<br />
avremmo fatto un grande passo<br />
avanti.<br />
E’ vero, Federcofit e Feniof hanno<br />
sottoscritto, tramite i loro<br />
Presidenti, una Proposta di legge,<br />
in gran parte recepita della<br />
Commissione Sanità del Senato,<br />
ma evidentemente, anche su questo<br />
testo permangono numerose<br />
riserve se, come è vero, in numerose<br />
realtà territoriali e regionali<br />
ci si muove su coordinate molto<br />
diverse. Probabilmente anche a<br />
questo, anche se non solo, si deve<br />
addebitare il sostanziale blocco<br />
della discussione di questa proposta<br />
di legge in Commissione al<br />
Senato.<br />
I Capisaldi di ogni ipotesi di riforma<br />
della funeraria italiana, per<br />
Temi attualità<br />
Parlando di riforma<br />
della funeraria<br />
quanto concerne l’attività funebri,<br />
mettendo tra parentesi per un<br />
momento le problematiche cimiteriali,<br />
sono sostanzialmente<br />
quattro: i requisiti per l’attività<br />
funebre e le modalità per ottenerli,<br />
la questione sanitaria ed il rapporto<br />
tra questa e le attività funebri,<br />
il controllo, da parte delle<br />
Istituzioni o di altri soggetti ad<br />
hoc deputati, obbligatorio e periodico<br />
sulle attività funebri e, infine,<br />
la definizione di un quadro<br />
per lo sviluppo e la crescita<br />
dell’imprenditoria funebre (casa<br />
funebre e servizi annessi, servizi<br />
post mortem, ….).<br />
Su questi temi dovremmo approfondire<br />
la riflessione sia per chiarirne<br />
tutti gli aspetti, sia per superare<br />
quelle riserve mentali che<br />
impediscono di spingere con la<br />
dovuta decisione il varo definitivo<br />
di una norma, sostanzialmente<br />
condivisa da tutti.<br />
Partiamo dalle Camere Mortuarie<br />
degli ospedali, tema centrale<br />
su cui molto si discute.<br />
La realtà maturata è molto articolata<br />
e differenziata. Guai a generalizzare<br />
tutto e mescolare situazioni<br />
negative con situazioni<br />
passabili o, per fortuna, situazioni<br />
buone, non molto numerose ma<br />
proprio per questo da salvaguardare<br />
con ogni impegno.<br />
Fino agli anni settanta del problema<br />
ci si occupava ben poco; i<br />
luoghi del decesso erano, per lo<br />
più, le abitazioni e questo permetteva<br />
una naturale e più facile<br />
scelta da parte dei cittadini.<br />
Sono gli anni successivi che, in<br />
assenza di adeguate norme, fanno<br />
esplodere progressivamente il<br />
problema: i luoghi di decesso sono<br />
sempre più le strutture sanitarie<br />
e gli ospedali diventano “il<br />
mercato” delle onoranze, con<br />
pesanti ripercussioni soprattutto<br />
nelle aree urbane.<br />
Numerosi sono stati i tentativi di<br />
regolarizzare questo “mercato”<br />
condotti dalle varie componenti<br />
presenti sul settore: istituzioni,<br />
strutture sanitarie, operatori funebri,<br />
ecc.<br />
A ben riflettere anche le Convenzioni<br />
ospedaliere, cosiddette,<br />
con turni di permanenza nelle<br />
Camere Mortuarie per gli operatori<br />
funebri, avevano questo<br />
obiettivo. Gli stessi appalti di gestione<br />
delle Camere mortuarie<br />
rispondevano anche all’obiettivo<br />
di eliminare la commistione tra<br />
infermieri e servizi funebri con<br />
gli scandali che si ripetevano con<br />
cadenza frequente e che, si badi<br />
bene, stanno riprendendo con<br />
ritmo preoccupante, oggi dopo<br />
le note posizioni dell’Autorità Garante<br />
e quant’altro. Quando si rivendica<br />
da parte di operatori funebri<br />
una qualche bontà delle<br />
passate Convenzioni o degli Ap-
palti, per avere sconfitto, allora, la<br />
pesante intromissione del personale<br />
sanitario nei servizi funebri,<br />
si vuole proprio ricordare questo,<br />
anche se con evidente parzialità.<br />
Ancora oggi, girando per il nostro<br />
paese in lungo ed il largo, capita<br />
di trovare ipotesi di convenzioni<br />
ospedaliere con operatori<br />
funebri che addirittura fanno riferimento<br />
al “SERVIZIO DEL<br />
TAXI DEL MORTO”, per dire come<br />
è variegata la situazione.<br />
Un elemento sembra acquisito<br />
per tutti, istituzioni, strutture sanitarie,<br />
autorità statuali ed operatori<br />
funebri: all’interno delle Camere<br />
mortuarie si gioca gran<br />
parte delle regole di corretta<br />
concorrenza e la prospettiva di<br />
uno sviluppo libero e professionale<br />
delle attività funebri.<br />
La giurisprudenza, l’Autorità Garante<br />
e buona parte della legislazione<br />
regionale sulla funeraria<br />
hanno permesso di fare passi<br />
avanti nella definizione degli<br />
spazi di agibilità, anche se, ovviamente,<br />
non hanno definito<br />
regole attive per la soluzione dei<br />
problemi. Colpisce che ancora<br />
non si sia affrontato il tema del<br />
rapporto tra attività funebri ed<br />
attività sanitarie e parasanitarie<br />
(118, trasporti sanitari, ….); in<br />
ogni caso si sono definite con<br />
abbastanza chiarezza le incompatibilità<br />
in capo alle attività<br />
funebri.<br />
Siamo a metà del guado: sappiamo<br />
cosa non si può, né si deve<br />
fare, non abbiamo ancora una<br />
soluzione per le cose da fare in<br />
termini attivi e positivi. Questo<br />
dovrebbe essere un obiettivo primario<br />
del settore; ce lo ritroviamo<br />
davanti non solo per gli<br />
“scandali” che si susseguono<br />
continuamente in tante città, ma<br />
anche per le dinamiche che stanno<br />
alla base degli interventi delle<br />
strutture sanitarie.<br />
Se gli appalti per la gestione delle<br />
Camere Mortuarie, con l’obbligo<br />
di trasferire le salme dai reparti e<br />
la gestione per almeno 12 ore<br />
giornaliere, sono affidati per cifre<br />
irrisorie e non remunerative,<br />
giocoforza, ci si dovrà “arrangiare”,<br />
solo per fare un banale esempio.<br />
Le norme regionali sulla incompatibilità,<br />
non hanno, da<br />
sole, risolto il problema se solo<br />
si guarda ai molteplici “scandali”<br />
emersi in questi anni, o se semplicemente<br />
si ascoltano gli operatori<br />
nelle varie realtà territoriali.<br />
Sicuramente non è facile individuare<br />
la soluzione che vada bene<br />
a tutte le realtà del paese,<br />
qualcosa, però, si può fare per<br />
avvicinarsi sempre più a situazioni<br />
buone o, quantomeno accettabili<br />
e senza rifugiarsi in<br />
formule tanto vere ed ovvie<br />
quanto prive di effetti concreti:<br />
se tutti stessero ..., se tutti facessero<br />
..., se tutti si comportassero<br />
…, e via andando.<br />
Prima di tutto dovremmo smettere<br />
di addossare l’un l’altro le<br />
responsabilità di questi fenomeni<br />
facendo una strana gara a chi<br />
è più vergine: non serve a nessuno<br />
vedere chi condanna con più<br />
veemenza….<br />
Si debbono, sicuramente, invocare<br />
controlli ed interventi rigorosi<br />
da parte delle Autorità e,<br />
quando è necessario, della Magistratura,<br />
sapendo, però, che curare<br />
questo male non basta, perché<br />
arriviamo sempre dopo; il<br />
problema vero è prevenirlo.<br />
Certo l’informazione è la base di<br />
partenza, un’informazione attenta,<br />
esauriente e chiara; ma anche<br />
questa non basta, in questo settore<br />
come in tanti altri.<br />
Credo si possano definire gra-<br />
duali interventi finalizzati non<br />
solo ad uniformare norme e regole,<br />
nel rispetto delle leggi dello<br />
Stato, ma anche a creare esperienze<br />
su un fenomeno tutto<br />
sommato ancora in evoluzione.<br />
Un Regolamento delle Camere<br />
mortuarie che assuma uniformità<br />
di principi in tutto il territorio<br />
nazionale: non è facile, ma<br />
con buona volontà si può arrivare<br />
a posizioni condivise da tutta<br />
la categoria da proporre alle Regioni.La<br />
definizione di appalti<br />
gestionali congrui, rispettosi<br />
delle incompatibilità definite<br />
dall’Autorità Garante ma tali da<br />
permettere alle gestioni di svolgere<br />
il servizio senza rischiare<br />
perdite economiche insostenibili.<br />
Ed infine, ce lo dobbiamo dire<br />
con franchezza, la ricerca di<br />
modelli e di soggetti gestionali<br />
che permettano di realizzare<br />
maggior rigore e tutela effettiva<br />
per tutti i soggetti in campo e<br />
per tutti i legittimi interessi, economici<br />
e sociali, che si sviluppano<br />
nel settore e negli eventi luttuosi.<br />
Il confronto su questo soggetto<br />
gestionale non è semplice, lo<br />
abbiamo visto, ma l’esperienza<br />
di questi anni dovrebbe stimolare<br />
qualche riflessione: le cose<br />
vanno sempre peggio e la categoria<br />
dimostra una preoccupante<br />
e disarmante impotenza,<br />
che si rifugia sempre più spesso<br />
nell’invocare una sorta di stato<br />
di polizia per impedire gli abusi.<br />
Sgombriamo il campo da riserve<br />
mentali e preconcetti; riattiviamo<br />
un confronto<br />
concreto: chissà che qualche<br />
utile proposta non possa venire<br />
fuori...., altrimenti ci troveremo<br />
sempre questo problema come<br />
un macigno che impedisce un<br />
percorso virtuoso e capace di<br />
progressive soluzioni.<br />
11
12<br />
Evento Dinamico, in collaborazione<br />
con Fiera Roma, presenta la<br />
novità eristica romana di settore;<br />
è infatti in programma il 26-27<br />
novembre <strong>2011</strong> presso il nuovo<br />
polo eristico di Roma, ETERNA<br />
MostraConvegno delle attrezzature<br />
e dei servizi funerari e cimiteriali.<br />
Eterna nasce dalla rielaborazione,<br />
da parte degli organizzatori, di<br />
una serie di input ricevuti durante<br />
i vari incontri con gli operatori del<br />
settore, ponendosi come evento di<br />
riferimento per il mercato nazionale.<br />
La vera e propria novità di ETERNA<br />
consiste nel presentare alle imprese<br />
di settore un pacchetto “tutto<br />
incluso”, che prevede già lo spazio<br />
espositivo allestito e il servizio di<br />
pernottamento alberghiero. In<br />
questa maniera le Aziende partecipanti<br />
non hanno alcun altro<br />
onere se non quello di scegliere,<br />
nella gamma dei loro prodotti, i<br />
classici da riproporre e le novità<br />
-<br />
pletamente all’esperienza degli<br />
organizzatori per la parte tecnicologistica.<br />
Tutto ciò nella splendida cornice<br />
di una città unica, magica e accogliente,<br />
vero e proprio plus della<br />
manifestazione.<br />
“Siamo consapevoli del proliferare<br />
-<br />
tori, “questo, comunque, dimostra<br />
l’estrema necessità delle aziende<br />
di dialogare direttamente con le<br />
imprese funebri, soprattutto in<br />
mercati di riferimento come quello<br />
del Centro Sud Italia. Piuttosto<br />
che inserirci in questo meccanismo<br />
di polverizzazione degli appuntamenti,<br />
crediamo invece di<br />
poterlo contrastare presentandoci<br />
sul mercato con quella che riteniamo<br />
un’alternativa reale e valida<br />
a molti di essi. La nostra idea<br />
vincente è quella di proporre un<br />
format che consenta alle Aziende<br />
di spendere poco in termini di impegno<br />
organizzativo ed economico,<br />
allontanandole dalla logica del<br />
‘gigantismo’ in fatto di metratura<br />
e allestimento, ponendo invece al<br />
centro il prodotto e il rapporto<br />
Scarica l’invito gratuito dal sito www.eternaexpo.it
umano. In altre parole, il nostro<br />
obiettivo è quello di ottimizzare<br />
gli appuntamenti, unendo i vantaggi<br />
dell’evento eristico (location,<br />
contenuti, numero visitatori)<br />
con gli aspetti positivi degli<br />
incontri locali (bassi costi, breve<br />
durata, rapporto diretto con i<br />
clienti). Arrivare in Fiera Roma<br />
e trovare lo spazio allestito e l’alloggio<br />
in una primaria struttura<br />
alberghiera nei pressi del quartiere<br />
eristico è la nostra risposta.”<br />
“L’attenzione però non si limita<br />
solo agli espositori ma si focalizza<br />
anche ai visitatori” proseguono<br />
gli organizzatori “la gratuità<br />
dell’ingresso, ad esempio, e per<br />
noi è fondamentale in una manifestazione<br />
B2B, dove dobbiamo<br />
agevolare la presenza dell’impresario<br />
funebre, attore protagonista,<br />
che deve trovare in ETERNA<br />
un punto di riferimento per il<br />
proprio business. A lui dedichiamo<br />
una serie di appuntamenti e<br />
incontri istituzionali e formativi<br />
con la presenza di relatori di<br />
spicco”.<br />
Alla luce di queste argomentazioni<br />
siamo convinti della validità<br />
dell’appuntamento, anche perché<br />
gli organizzatori lasciano trapelare,<br />
pur senza sbilanciarsi, che<br />
importanti novità tecnico/istituzionali<br />
verranno presentate nel<br />
corso della manifestazione.<br />
Non resta quindi che darci appuntamento<br />
a Roma per il 26 e 27<br />
novembre <strong>2011</strong>.<br />
13
14<br />
“De pena mortis”<br />
(Il dolore della morte)<br />
Il dolore derivante dalla morte di una persona cara è forse una delle più intense esperienze che dobbiamo<br />
affrontare durante la nostra vita. Esso penetra in profondità la nostra persona, tocca le nostre<br />
emozioni, può modificare le relazioni interpersonali e persino il nostro aspetto fisico. Nessuno conosce la<br />
ricetta perfetta per superare quei momenti, ciascuno li vive in maniera diversa.<br />
Ciononostante, esistono degli elementi comuni a tutti. Che voi siate il diretto interessato oppure l'amico<br />
o il collega di qualcuno che ha appena perso una persona cara, può comunque essere assai utile capire<br />
alcuni dei tratti emotivi fondamentali tipici di questi momenti.<br />
La cosa più ingiusta della vita? E’<br />
il modo in cui questa finisce, ed il<br />
lutto è il lento processo di ridefinizione<br />
del nostro mondo e della<br />
nostra realtà privati della presenza<br />
di una persona che ci era particolarmente<br />
cara. Rimarginare<br />
una ferita così profonda richiede<br />
tempo e pazienza. Non esiste una<br />
formula buona per tutti, né un<br />
calendario da rispettare.<br />
I sentimenti che ci assalgono sono<br />
un miscuglio di dolorose emozioni:<br />
pena, rabbia, colpa, rimpianto,<br />
vuoto, desiderio e stato di abbandono.<br />
Alcune di queste ci aggrediscono<br />
e ci travolgono come po-<br />
tenti ondate, lasciandoci affranti<br />
e provati dietro di esse; altre sembrano<br />
radicarsi e persistere a lungo<br />
nel tempo. Senza contare che<br />
la perdita di una persona amata<br />
può risvegliare un senso generale<br />
di doloroso abbandono radicato<br />
in precedenti episodi della nostra<br />
vita. Elaborare un lutto implica il<br />
riuscire a dare un senso alla morte<br />
di un congiunto e contemporaneamente<br />
ad esprimere tutti i<br />
contenuti psichici di dolore che<br />
la perdita ha messo in moto tornando<br />
più volte sull'immagine,<br />
sui sentimenti e le memorie legate<br />
alla persona che amavamo, fino<br />
a che quella perdita non ci risulta<br />
più così intollerabile e dolorosa.<br />
Sebbene il processo di cicatrizzazione<br />
possa essere lungo e doloroso,<br />
e una parte di noi rimarrà<br />
"colpita" dall'evento per sempre,<br />
il tempo, tuttavia, porta a sviluppare<br />
una progressiva accettazione<br />
della morte e della scomparsa.<br />
Ma il principale ostacolo che si<br />
presenta durante tale cammino<br />
è il rapporto di dipendenza dalla<br />
persona defunta. In alcuni casi<br />
vengono spesso vissute vere e<br />
proprie allucinazioni, vediamo il<br />
defunto girare per casa, ci sentiamo<br />
in colpa per non aver fatto o
detto qualcosa e cerchiamo in tutti<br />
i modi di tenerlo legato a noi. In<br />
questo contesto si rende difficile<br />
l’elaborazione del lutto perché il<br />
congiunto scomparso agisce ancora<br />
come immagine nella psiche<br />
dei sopravvissuti, continuando ad<br />
esistere come presenza effettiva e,<br />
pur non essendo più presente, la<br />
sua fisionomia viene rintracciata<br />
in un viso intravisto tra la folla o<br />
nei primi confusi momenti che<br />
seguono il risveglio mattutino,<br />
momento in cui i congiunti non<br />
si rendono ancora conto che il<br />
defunto non c’è più. Questo processo<br />
di dipendenza e di non ac-<br />
cettazione della perdita deriva<br />
dal connubio tra il non aver mai<br />
espresso i propri immaginari sulla<br />
morte e il bisogno di avere un<br />
contatto fisico con il defunto, tanto<br />
da venir definito "lutto complicato"<br />
o “lutto patologico” , nel<br />
quale si rinforzano le condizioni<br />
di stress e di depressione dell’individuo<br />
perché incapace di ritornare<br />
a modelli di comportamento<br />
funzionali al contesto relazionale<br />
e ad un nuovo progetto di vita.<br />
C’è una sostanziale differenza tra<br />
l’essere stati testimoni di una “<br />
buona morte” (quando il morente<br />
ha affrontato il suo destino in<br />
modo sereno e si parla quindi di<br />
“lutto normale”) e quando invece<br />
la morte della persona a noi cara<br />
è collegata a delitto o ingiustizia<br />
profonda, (un incidente stradale,<br />
un omicidio, una morte improvvisa<br />
che scaturiscono poi inevitabilmente<br />
nel “lutto patologico”).<br />
Se la persona cara è morta dopo<br />
aver ascoltato se stessa, aver messo<br />
a posto le questioni in sospeso<br />
e risolto i conflitti personali, ha<br />
vissuto una “buona morte”, ( in<br />
caso contrario il senso delle questioni<br />
pendenti grava sugli eredi<br />
che sentono pesare su loro stessi<br />
la necessità di riparazione), ma se<br />
la persona è perita a causa di una<br />
ingiustizia o di un delitto è molto<br />
difficile che i superstiti possano<br />
uscire dal lutto patologico senza<br />
aver avuto un’autentica riparazione<br />
psicologica. Non si tratta solo<br />
di aver avuto la possibilità di assicurare<br />
alla giustizia i colpevoli o<br />
di vederli giustamente puniti ma,<br />
come insegnano le ricerche sulla<br />
vittimologia e sulla real justice,<br />
si tratta di vedere emergere nel<br />
colpevole il pentimento profondo<br />
per la sua azione. Senza tale<br />
pentimento non è possibile l’esercizio<br />
del perdono che consente la<br />
piena elaborazione del lutto. Alcuni<br />
si sentono responsabilizzati<br />
a mantenere vivo dentro di sé il<br />
dolore per non tradire il ricordo<br />
del defunto, così facendo restano<br />
legati al passato per sempre, mentre<br />
il processo di elaborazione lo<br />
si può attuare soltanto rivolgendo<br />
lo sguardo al futuro.<br />
Non esistono sentimenti rispettabili<br />
o sentimenti deprecabili.<br />
Ciascuna emozione gioca un suo<br />
ruolo specifico nel processo di<br />
cicatrizzazione. Siamo tutti tentati<br />
dal chiudere in un cassetto le<br />
emozioni più difficili e dolorose.<br />
Soprattutto coloro che pensano<br />
di doversi mostrare sempre e comunque<br />
come i più forti. Ma si<br />
rischia di ottenere lo scopo contrario;<br />
si accresce lo stress e si rallenta<br />
il processo di elaborazione<br />
del lutto.<br />
“Un grido del cuore negato<br />
e represso può portare a una<br />
produzione di rabbia ingiustificatamente<br />
espressa ed a una non<br />
voluta brutalità e rudezza nei<br />
confronti degli altri.<br />
Non pretendiamo di negare<br />
queste emozioni, lasciamo che i<br />
sentimenti affiorino”.<br />
Presidente Feder.Co.F.It.<br />
Regione Toscana<br />
Dott.ssa Catassi Katia<br />
Dott.ssa Catassi Katia<br />
15
16<br />
16<br />
O.F. ITALIA® rappresenta il “Volume Nazionale delle Onoranze Funebri Italiane” unitamente al sito<br />
web: www.ofitalia.it. Lo staff di O.F. ITALIA® si avvale di un’esperienza pluridecennale nel settore.<br />
L’obiettivo che abbiamo raggiunto era, e rimane, quello di creare uno strumento professionale cartaceo<br />
e multimediale per agevolare i contatti operativi interni nel settore funerario nazionale.<br />
L’innovativa ed esclusiva edizione, ricca di dati e di informazioni, intende essere come un amico prezioso<br />
che accompagna l’imprenditore funebre nello svolgimento quotidiano delle sue attività professionali.<br />
Il progetto O.F. ITALIA® non si limita a favorire gli interscambi interni al Comparto Funerario, ma<br />
contiene novità importanti:la possibilità di essere visti e contattati non solo dai colleghi, ma anche<br />
dai privati. Tutto questo è possibile in quanto il portale www.ofitalia.it offre la possibilità all’utente di<br />
interagire con l’Impresario Funebre.<br />
O.F. ITALIA® è un’interessante opportunità anche per i Produttori e Operatori del Comparto Funerario<br />
Nazionale, proponendo loro una forte visibilità.<br />
Mission:<br />
Il nostro scopo è quello di proporre un servizio moderno agli Operatori del Comparto Funerario che<br />
risponda alle loro esigenze ed alla loro immagine.<br />
Internet ha un continuo e aggressivo crescendo nelle relazioni commerciali e personali degli italiani,<br />
ed è in questo quadro di sviluppo informatico che O.F. ITALIA® pone le basi per creare nuovi orizzonti<br />
di mercato per le Imprese Funebri e Costruttori/Produttori che aderiscono a tale iniziativa.<br />
Usufruire dei servizi Ofitalia significa:<br />
• Per l'impresario funebre una maggiore visibilità fra i colleghi e con i privati<br />
• Per un produttore e/o fornitore una forte presenza negli uffici degli impresari funebri
Sei interessato ad avere il volume Ofitalia?<br />
Contatta i nostri uffici<br />
LA COMUNICAZIONE PER LE IMPRESE<br />
LA VETRINA DEI PRODUTTORI E COSTRUTTORI<br />
1861 - <strong>2011</strong><br />
150° ANNIVERSARIO DELL’ UNITÁ D’ITALIA<br />
www.ofitalia.it<br />
560 pag.<br />
G A Z<br />
17<br />
17
18<br />
Federcofit:<br />
La Formazione<br />
Il nostro impegno nella Formazione
Formazione agevolata e sovvenzionata<br />
Ecco cosa proponiamo ai nostri<br />
soci, la POSSIBILITA’, a dir poco<br />
interessante, di USUFRUIRE dei<br />
FINANZIAMENTI per la FOR-<br />
MAZIONE previsti dai Fondi Paritetici<br />
Interprofessionali.<br />
Che cosa vuol dire ?<br />
Ogni azienda (di ogni settore)<br />
con il modello DM10 è obbligata<br />
a versare un contributo all’Inps<br />
dello 0,30% (il cosiddetto “contributo<br />
obbligatorio per la disoccupazione<br />
involontaria”).<br />
I datori di lavoro possono chiedere<br />
all’Inps di trasferire (senza nessun<br />
onere) questo contributo ad un<br />
Fondo Paritetico Interprofessionale<br />
a cui l’Azienda si è iscritta.<br />
Il Fondo Paritetico Interprofessionale<br />
finanzia la formazione attraverso<br />
la partecipazione a bandi di<br />
richiesta di finanziamento.<br />
Federcofit ha scelto di aderire a<br />
Fondo Professioni, che riconosce<br />
le associazioni di categoria come<br />
veicolo per la crescita professionale<br />
dei dipendenti delle aziende a<br />
loro iscritte.<br />
Ecco come approfittare di questa<br />
opportunità offerta da Federcofit<br />
grazie alla collaborazione con<br />
Omnia Gestione Risorse Umane,<br />
Società di Consulenza di Direzione<br />
e Formazione nota in tutta<br />
Italia i cui professionisti collaborano<br />
con noi da anni. Da anni<br />
come sapete, organizziamo corsi<br />
di sviluppo di competenze specialistiche,<br />
TANATOESTETICA<br />
- IL CERIMONIERE FUNEBRE,<br />
e corsi tematici aziendali (“Il<br />
marketing telefonico”-“La gestione<br />
efficace del gruppo”- “La<br />
comunicazione e l’ascolto”, per ci-<br />
tarne alcuni). Possiamo accedere<br />
al finanziamento di questi corsi,<br />
seguendo un iter dettagliato ma<br />
relativamente facile. Secondo<br />
specifici calendari decisi dalla<br />
Direzione di ciascun Fondo, periodicamente<br />
nell’arco dell’anno,<br />
i Fondi pubblicano avvisi con relative<br />
procedure per la stesura di<br />
progetti/piani formativi e per la<br />
partecipazione ai bandi di richiesto<br />
finanziamento. Solo i progetti<br />
che avranno raggiunto un<br />
determinato punteggio saranno<br />
ammessi al finanziamento. Clausola<br />
fondamentale è l’iscrizione<br />
da parte delle aziende al Fondo<br />
Professioni al quale si richiede il<br />
finanziamento. Ciascun associato<br />
deve iscriversi a Fondo Professioni<br />
in maniera autonoma, comunicandolo<br />
all’INPS attraverso la<br />
compilazione del modello DM<br />
10/2 Possiamo aiutare le aziende<br />
anche in questa fase.<br />
E adesso parliamo di soldi ... viene<br />
finanziato l’80% della quota di<br />
partecipazione con un massimo<br />
di € 1500 e due partecipanti per<br />
azienda. Considerando la grande<br />
opportunità, siamo disponibili<br />
ad organizzare edizioni, oltre che<br />
a Milano, anche a Firenze, Roma,<br />
Napoli e dove ci sarà richiesta.<br />
Il corso “Tanatoestetica”, una<br />
giornata di teoria e tre giornate di<br />
lezioni pratiche nella preparazione<br />
e vestizione della salma presso<br />
la camera mortuaria di strutture<br />
ospedaliere, ha una quota di partecipazione<br />
di € 1250+IVA<br />
Il corso “Il Cerimoniere Funebre”<br />
che si articola in totali n. 40 ore di<br />
lezioni, strutturato in sezioni di<br />
6/8 ore giornaliere, ha una quota<br />
di partecipazione di €1500+IVA.<br />
La quota d'iscrizione ad entrambi<br />
i corsi è di Euro 2.500,00 + iva<br />
a partecipante. L’intervento del<br />
fondo, che copre l’80% dei costi,<br />
permette di frequentare questi<br />
corsi con le seguenti quote:<br />
Tanatoestetica: € 250,00; a Milano<br />
prima edizione dopo l’estate<br />
20-21-22-23 settembre<br />
Il Cerimoniere Funebre: € 300,00;<br />
a Milano prima edizione dopo<br />
l’estate 4-5-6-7-11-12-13 ottobre<br />
Tanatoestetica + Il Cerimoniere<br />
Funebre: € 500,00<br />
Potete trovare i programmi dettagliati<br />
dei corsi, oltre che sul nostro<br />
sito, www.federcofit.com, sul sito<br />
di Omnia Gestione Risorse Umane<br />
- www.omnia-gru.it (Corsi di<br />
formazione) n. tel. 02 76390417-<br />
e mail: corsi@omnia-gru.it<br />
REGIONE LOMBARDIA<br />
In settembre prosegue regolarmente<br />
la pianificazione dei corsi<br />
obbligatori per consentire la<br />
partecipazione ai moduli previsti<br />
dalla Legge Regionale.<br />
A Milano, presso la nostra sede, il<br />
6-7-8 settembre si svolgerà il modulo<br />
teorico 1 e il 13-14-15 settembre<br />
il modulo teorico 2. Si pianificheranno<br />
poi le date per il modulo<br />
teorico 3 e i moduli pratici 1 e 2<br />
Nel nostro sito www.federcofit.com,<br />
nella sezione dedicata alla Formazione<br />
Istituzionale potete trovare<br />
informazioni dettagliate sui<br />
requisiti formativi definiti dalle<br />
Leggi regionali, i programmi formativi,<br />
il calendario dei moduli<br />
formativi (sede e date) e il modulo<br />
di iscrizione ai corsi. Per informazioni,<br />
tel. 02 33403992<br />
19
20<br />
Elementi:<br />
ultima realizzazione<br />
eLeMenti sas<br />
Via Verdi, 3<br />
20010 Inveruno (MI) Italy<br />
T. +39 02 9789255<br />
E. info@e-le-menti.com<br />
www.e-le-menti.com<br />
La Elementi<br />
sta<br />
lavorando su<br />
progetti diversi tra cui<br />
la ristrutturazione dell’<br />
agenzia funebre Ala di<br />
Canegrate: l’impresario<br />
Carlo Raimondi voleva<br />
svecchiare l’immagine<br />
dell’agenzia e ha dato<br />
carta bianca a Stefano, il<br />
progettista della Elementi,
che ci dice: “ Fondamentale è stato il cambio<br />
completo della vetrina, la possibilità di un<br />
serramento nuovo ci ha permesso di adottare<br />
una porta a tutta altezza con un maniglione<br />
lungo di acciaio satinato che ha dato<br />
immediatamente nuovo respiro all’immagine<br />
dell’agenzia. I vetri sono stati decorati ai<br />
vbordi con della bande satinate che riportano<br />
i numeri telefonici, mentre l’insegna col nome<br />
dell’agenzia, scritta in acciao e applicata al muro<br />
interno, è visibile della trasparenza centrale del<br />
vetro principale”<br />
All’interno un mobile espositore richiama la<br />
struttura a rami di un albero, mentre la fioriera,<br />
altro richiamo verde, nasconde un mobile<br />
contenitore attrezzato con ante e cassetti<br />
lateralmente. Tutto in rovere chiaro a poro<br />
aperto, che contrasta con il laccato lucido bianco<br />
della scrivania e delle sedie dalle linee semplici.<br />
Due pannelli di legno, sempre lo stesso rovere<br />
chiaro, fungono uno da porta e l’altro da<br />
base per esporre immagini delle realizzazioni<br />
cimiteriali.<br />
Chiediamo il parere del committente a lavori<br />
ultimati: Il vecchio ufficio non rispondeva<br />
più alle nostre esigenze ed inoltre non<br />
rappresentava bene l’azienda. La Elementi ha<br />
rivoluzionato tutto il locale e il risultato è quello<br />
che volevamo, un agenzia nuova dall’impronta<br />
moderna ed elegante, che ci permette di<br />
valorizzare i nostri prodotti e servizi senza<br />
rinunciare alla funzionalità.<br />
E’ quasi ultimata anche un›altra realizzazione<br />
della Elementi in provincia di Milano.<br />
E qui una foto di un progetto quasi terminato a<br />
San Giovanni Rotondo.<br />
21
22<br />
eLeMenti sas<br />
Via Verdi, 3<br />
20010 Inveruno (MI) Italy<br />
T. +39 02 9789255<br />
E. info@e-le-menti.com<br />
www.e-le-menti.com
24<br />
Imparare a formarsi<br />
Ivan Trevisin<br />
Il tempo del guarda ed impara,<br />
per quanto giusto che sia, fino<br />
ad ora si è rivelato nel nostro settore<br />
funzionale, ma va da se che<br />
ha creato molti problemi ed una<br />
scarsissima integrazione di categoria.<br />
Al contrario, il continuo<br />
migliorare dovrebbe riuscire a tenere<br />
il nostro comparto aggregato<br />
ed al passo con un mondo che<br />
va avanti, cambia, progredisce e<br />
riesce addirittura a trasformare<br />
le emozioni. Una frenetica corsa<br />
disseminata di mille imprevisti<br />
che ci costringe a cambiare tutto<br />
ciò che abbiamo programmato;<br />
riuscire a ricavare in questa fre-<br />
nesia del tempo per la formazione<br />
può essere la soluzione al<br />
problema. Conoscere meglio le<br />
sfumature del nostro lavoro può<br />
far si che i tempi si riducano, le<br />
distanze si accorcino, le spiegazioni<br />
si semplifichino stando attenti,<br />
però, a focalizzare gli argomenti<br />
primari e necessari, quelli<br />
individuati specificatamente per<br />
questo settore. L’assimilare nozioni<br />
generiche è utile, ma focalizzare<br />
l’attenzione sulle materie e sui<br />
contenuti tecnici d’interesse contribuisce<br />
a far proprio il risultato<br />
di un piano formativo organico<br />
che tende a strutturare, solidificare<br />
e rinforzare in maniera completa<br />
il know-how. Questo vale<br />
sia sotto il profilo della struttura<br />
aziendale, sia sotto il profilo delle<br />
persone; anche in ambito pedagogico,<br />
vi è un processo complesso<br />
di trasferimento di contenuti<br />
e metodi per fare acquisire alle<br />
persone livelli intellettuali, culturali,<br />
emotivi e spirituali sempre<br />
maggiori. Trattiamo quotidianamente<br />
con persone e sentimenti,<br />
non dobbiamo dimenticarlo!<br />
L’assimilare scolasticamente nozioni<br />
puramente didattiche tese a<br />
preparare una persona a svolgere<br />
un'attività o meglio ancora una<br />
professione, deve essere completato<br />
da un’interagire di idee,<br />
pensieri, culture, modi di pensare<br />
e di essere che arricchiscano<br />
l’operatore funebre e ne rendano<br />
il lavoro positivamente indimenticabile<br />
per i dolenti. Per questo<br />
vi è la necessità di richiamare ad<br />
una coscienza comune del nostro<br />
operato intesa a vedere la formazione<br />
non solo come qualcosa di<br />
obbligatorio, ma libero ed indispensabile<br />
a non rendere frivole<br />
le energie aziendali impiegate!<br />
Strutturare e programmare formazione,<br />
quindi, diventa un impegno<br />
molto complesso e delicato<br />
nel quale Federcofit, nel corso<br />
degli anni, ha saputo primeggiare;<br />
nel mese di settembre, infatti,<br />
avranno inizio una serie di corsi<br />
di tanatoestetica direttamente in<br />
camera mortuaria con sperimentazione<br />
per 10/12 operatori per<br />
partire a conoscersi già sul pratico.<br />
Interessante sarebbe conoscere<br />
anche le idee e le esigenze del<br />
singolo operatore al fine di plasmare<br />
ancor più i corsi necessari,<br />
a tal fine siamo disponibili all’indirizzo<br />
mail:<br />
federcofit.veneto@gmail.com
Mi permetto, però, un’ultima riflessione sul perché partecipare a questi aggiornamenti:<br />
Perché torno con nuove idee<br />
Perchè si tolgano dalla testa certe idee<br />
Perchè ci illudiamo che torni cambiato<br />
Perchè l’altra volta ci siamo trovati bene<br />
Perchè a volte c’è bisogno di un bagno nel dubbio<br />
Perchè sono sempre in ritardo<br />
Perchè a forza di guardare l’orologio ci ha fatto impazzire<br />
tutti<br />
Perchè è troppo sul pezzo (o troppo poco)<br />
Perchè è veramente stressato<br />
Per premiarli<br />
Per punirli<br />
Perchè se lo meritano<br />
Per punire il formatore<br />
Per levarceli di torno qualche giorno<br />
Perchè così si muovono dalla scrivania<br />
Perchè così lasciano un po’ la macchina in garage<br />
Per metterli alla prova<br />
Perché ci ho mandato anche gli altri<br />
Per fargli passare una giornata di relax<br />
Perchè la formazione “si” deve fare!<br />
Ha fatto bene allo “spirito di gruppo”<br />
Ha fatto bene all’autonomia di ognuno<br />
Perchè è veramente stressato<br />
Perchè è un po’ timido<br />
Perchè è talmente espansivo<br />
E’ troppo commerciale<br />
Perchè c’è il budget<br />
Perchè sono soldi spesi bene<br />
Perchè ci avanzano i soldi<br />
Perchè mi interessa il feedback del formatore<br />
Perchè non ho tempo di andarci io<br />
Così non vado da solo<br />
Perchè un’azienda prende idee e forza anche da fuori<br />
Perchè se no è sempre e solo lavoro, lavoro, lavoro<br />
Perchè la formazione ha funzionato<br />
Perchè se se la gioca bene ci va un’altra volta<br />
Perchè una rondine non fa primavera: occorre insistere<br />
Perchè è una formazione con buon senso<br />
Perchè la teoria nasce da quello che si dice<br />
Perchè si sono dimenticati un sacco di cose<br />
Perchè si divertono, prima, durante e anche dopo<br />
Perchè si vive una volta sola<br />
Buon lavoro, Ivan Trevisin<br />
Presidente Federcofit Veneto<br />
25
28<br />
Milano si riparte<br />
sarà la volta buona?<br />
Un nuovo Sindaco e un<br />
nuovo Assessore per i<br />
Servizi Demografici
Si sono concluse le elezioni amministrative è<br />
stato eletto un nuovo Sindaco, è stata nominata<br />
una nuova assessora per i servizi demografici<br />
e quindi per il settore cimiteriale e funerario.<br />
Federcofit Lombardia ed il CIFC si sono già<br />
attivati per avere un incontro con il nuovo assessore<br />
per meglio spiegare e per trovare una<br />
soluzione alle problematiche dei settori cimiteriale<br />
e funerario.<br />
I tempi della politica, molto spesso, non coincidono<br />
né con le esigenze delle imprese, né<br />
con quelle dei cittadini. Fortunatamente, que-<br />
sta volta gli uffici comunali hanno risposto<br />
che l’assessore ci riceverà ai primi di settembre,<br />
comprendendo forse che le problematiche<br />
sono molteplici e di grande importanza,<br />
sia per gli operatori funebri e cimiteriali, ma<br />
soprattutto per i cittadini milanesi.<br />
Di seguito vi riproponiamo le problematiche<br />
in sospeso e lo facciamo mostrandovi la pubblicazione<br />
che il comitato aveva redatto prima<br />
delle elezioni amministrative.<br />
Cristian Vergani<br />
Presidente Federcofit Lombardia<br />
29
su<br />
i di<br />
ervati<br />
ne<br />
era<br />
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30<br />
Questo libretto era stato presentato in tutti gli incontri politici organizzati sia con esponenti della<br />
attuale maggioranza che della minoranza. Tutti i nostri interlocutori si erano presi l’impegno di risolverli.<br />
La nostra speranza è che alle promesse seguano i fatti concreti, ma questo non dipende da noi…<br />
Una voce nuova per informare i cittadini.<br />
Il Il deplorevole deplorevole stato stato stato di di gran gran parte parte dei dei cimiteri cimiteri milanesi<br />
milanesi<br />
N.0<br />
<br />
<br />
<br />
Informazione sui servizi<br />
funebri e cimiteriali milanesi<br />
a cura delle associazioni di<br />
categoria del settore<br />
Negli ultimi anni si è andata sempre più rafforzando la volontà dell’Amministrazione di evitare il confronto<br />
con le Associazioni di Categoria di questo settore. Questo foglio vuole essere testimonianza<br />
di come questo atteggiamento abbia portato ad una serie di criticità che intendiamo evidenziare<br />
e portare a conoscenza dei nostri concittadini.<br />
Lo spirito con cui intraprendiamo questa iniziativa non è certo quello di una critica fine a se stessa,<br />
bensì l’intento è quello di stimolare l’interesse nei Milanesi nei confronti di un patrimonio comune<br />
di grande valore artistico, religioso e culturale.<br />
Se il risultato sarà quello di aver sensibilizzato l’opinione pubblica, riportato l’Amministrazione a più<br />
miti consigli, ripristinato il giusto dialogo tra Comune e Operatori, avremo raggiunto il nostro scopo.<br />
Ci auguriamo che questo foglio spinga i nostri amministratori a compiere un gesto di buona volontà nel<br />
considerare gli argomenti trattati nelle prossime pagine e comunicarci quali sono le soluzioni che ritengono<br />
di voler porre in essere. Ne daremo notizia nei prossimi numeri.<br />
La redazione
Un valore che rischiamo di perdere.<br />
Più di un secolo di storia si racconta attraverso le opere<br />
di artisti,scultori, pittori, architetti, artigiani, che hanno<br />
lavorato nei cimiteri milanesi.<br />
L’espressione della volontà di perpetuare il ricordo di<br />
<br />
dedicare un segno che significasse il dolore per la<br />
mancanza della loro presenza terrena e la gratitudine<br />
per quanto la loro esistenza abbia lasciato in eredità ai<br />
<br />
mortali di nobili, borghesi, cittadini milanesi: questo è il<br />
tesoro morale ed affettivo che si è concretizzato in realizzazioni<br />
artistiche nei cimiteri milanesi e soprattutto<br />
nel cimitero monumentale, il cui valore è unanimemente<br />
riconosciuto.<br />
Questa ricchezza è da tempo in pericolo. Alcune immagini<br />
che alleghiamo testimoniano lo stato in cui versano<br />
luoghi e tombe la cui manutenzione si rende assolutamente<br />
necessaria pena l’impossibilità di un ragionevole<br />
recupero.<br />
Molte opere di pregio hanno già subito danni irreparabili<br />
grazie all’incuria di quanti non hanno saputo o voluto<br />
dare l’importanza che avrebbero meritato, in primo<br />
luogo l’incapacità dell’Amministrazione Comunale di<br />
portare il dovuto rispetto a un luogo oltre che di culto<br />
depositario di tanta storia, arte, cultura.<br />
Se Expo 2015 spinge l’Amministrazione a<br />
“rispolverare” il Monumentale, grande è il timore che si<br />
possano ripetere incresciosi ulteriori danni a questo<br />
patrimonio della città.<br />
Lasciare che il Monumentale venga “rimaneggiato” perché<br />
finisca per essere l’opportunità di un affare lucroso<br />
per pochi “eletti” ci sembra sconfortante.<br />
Palese la necessità che gli interventi di manutenzione,<br />
restauro, riqualificazioni o nuove edificazioni siano, oltre<br />
che affidate a professionisti esperti, precedute da<br />
un’attenta analisi dello stato di fatto, una scelta di tecniche<br />
appropriate ed una programmazione di interventi<br />
adeguata.<br />
Che questo rinnovato interesse possa diventare operazione<br />
tesa a restituire dignitosa integrità ed eventuale<br />
reimpiego alla struttura, veicolando la rivalutazione di<br />
un valore alto quale è stato quello del culto dei defunti,<br />
è sicuramente occasione imperdibile per conciliare una<br />
necessità di immagine della Pubblica Amministrazione<br />
con un’operazione di alto livello.<br />
<br />
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31
32<br />
La mancanza di una seria programmazione.<br />
Nonostante i tanti ed importanti valori di cui sono portatori i cimiteri della città di Milano, ancora oggi, alla<br />
vigilia delle elezioni comunali milanesi, siamo di fronte ad uno stato di abbandono crescente.<br />
Dall’esterno molti invidiano la dotazione cimiteriale del Comune di Milano: uno dei templi crematori più<br />
<br />
<br />
storico e artistico inestimabile, il Cimitero Monumentale, visitato, purtroppo, soprattutto da stranieri.<br />
Queste strutture hanno visto nel passato importanti interventi di ristrutturazione e significativa innovazione:<br />
• la realizzazione dei nuovi impianti crematori che dovevano permettere la restituzione delle ceneri<br />
ai famigliari il giorno stesso della cremazione, arricchendo di cerimonialità questo atto e dando<br />
<br />
• <br />
• <br />
• <br />
ed altro ancora.<br />
Questa stagione sembra definitivamente finita, quasi che il progetto per il nuovo cimitero Milano sud<br />
(fortunatamente bloccato dal T.A.R.) abbia segnato la fine di un periodo e l’inizio di una nuova e negativa<br />
stagione, con cimiteri sempre più inospitali.<br />
Non solo è cessata la progettualità orientata allo sviluppo ed all’innovazione ma sono cominciati a venire<br />
al pettine anche vecchi errori, come la realizzazione sia della “piramide” del cimitero Maggiore o i locali<br />
per la mensa al Cimitero Monumentale ora sede di una parte degli uffici comunali trasferitisi da via Larga.<br />
La scelta di giocare tutto sulla nascita di MISEF ha acuito drammaticamente gli effetti negativi della politica<br />
del rinvio degli interventi nei cimiteri.<br />
Dopo ormai alcuni anni dalla proposta MISEF siamo ancora lontani da una situazione di buon funzionamento<br />
per ammissione della stessa Amministrazione Comunale.<br />
Se dopo quasi quattro anni di lavoro dall’insediamento della nuova direzione di settore non sono state<br />
soddisfatte che il 30% delle domande di terreni in concessione per le tombe di famiglia (resi disponibili<br />
solo mq. 2300 per tutti i cimiteri milanesi), nonostante la giacenza di oltre n. 500 domande<br />
inevase da anni. Le conclusioni sono facilmente intuibili.
“Responsabilità” questa sconosciuta.<br />
Non si deve poi dimenticare quel vezzo frequente nella pubblica amministrazione di scaricare su<br />
altri le responsabilità delle proprie inadempienze. Ancora una volta, nelle migliori tradizioni di<br />
uno Stato forte con i deboli e debole con i forti, l’Amministrazione non ha provato la minima vergogna<br />
a richiedere i diritti di estumulazione a vedovi e vedove, padri e madri, che si sono trovati<br />
costretti ad estumulare i feretri dei propri cari dai loculi del famigerato piramidone (sarebbe bene<br />
che i cittadini milanesi citassero per danni amministratori progettisti ed esecutori di questa opera<br />
sciagurata) perché i loculi, realizzati senza il rispetto delle norme previste dalla Legge Regionale,<br />
perdevano liquidi di decomposizione.<br />
L’impressione è, poi, che alla debolezza della direzione e del disegno strategico si aggiunga una<br />
sorta di solipsismo che individua nemici da tutte le parti, soprattutto in coloro che hanno competenze<br />
sul settore.<br />
Una siffatta situazione non agevola sicuramente la corretta e spedita fruizione dei servizi.<br />
Sul fronte dei servizi funebri sembra che l’amministrazione attuale sia orientata a realizzare la<br />
massima riduzione delle tariffe e dei costi dei servizi funebri, “istituzionali” e non, senza garantire<br />
il puntuale rispetto della regolarità dei servizi stessi.<br />
Sia nell’esecuzione dei servizi “gratuiti”, sia nella fornitura dei “servizi calmierati” nessuno<br />
controlla il rispetto delle forniture e la regolarità dei servizi facendosi complici del<br />
mancato rispetto delle normative sul lavoro e sul libero mercato e favorendo lo sviluppo di<br />
una prassi tanto diffusa quanto poco trasparente che utilizza la bassa tariffa per acquisire il cliente,<br />
per, poi, portarlo a sottoscrivere impegni economicamente più sostanziosi nello svolgimento<br />
della trattazione stessa, senza che l’Amministrazione si senta minimamente responsabile.<br />
Questo è un comportamento profondamente in contrasto con le sollecitazioni della Regione contenute<br />
sia nella Legge Regionale, sia nel regolamento di attuazione.<br />
Sempre per ciò che riguarda il carente controllo, anche la vigilanza all’interno dei cimiteri è tanto<br />
scadente che è notizia degli ultimi giorni il furto di statue in bronzo e delle coperture in rame dalle<br />
tombe di famiglia. Ci aspettiamo che anche in questo caso l’Amministrazione non riconosca la<br />
sua responsabilità.<br />
Speriamo che all’indomani delle prossime elezioni, chi sarà votato, prenda in seria considerazione<br />
la problematica situazione in cui versano i cimiteri e le difficoltà degli operatori funebri, nella<br />
speranza di riattivare un dialogo con le parti in causa nel pieno rispetto del principio di leale collaborazione.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
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La redazi<br />
33
36<br />
Energia eolica:<br />
una vera alternativa per l’Italia?
La produzione di energia elettrica<br />
alternativa ai comuni sistemi basati<br />
su carburanti fossili vede l’italia<br />
come paese precursore in Europa<br />
e nel mondo, con gli impianti<br />
di produzione idroelettrica, più<br />
di 2.000 concentrati nelle regioni<br />
alpine, alcuni risalenti alla prima<br />
metà del novecento e gli impianti<br />
geotermoelettrici le cui prime<br />
sperimentazioni, in Toscana, risalgono<br />
ai primi anni del secolo scorso,<br />
con l’installazione della prima<br />
centrale geotermica del mondo<br />
nel 1913. Negli ultimi 20 anni, le<br />
crescenti difficoltà di approvvigionamento<br />
energetico hanno indotto<br />
molti paesi, tra cui il nostro, a<br />
sviluppare nuove metodologie di<br />
produzione energetica basati essenzialmente<br />
sulla trasformazione<br />
dell’energia solare e di quella eolica.<br />
Società come ENEL e associate<br />
dispongono oggi di una capacità<br />
produttiva da fonti alternative<br />
(idro, geo, eolico e fotovoltaico)<br />
pari a circa 2.500 MW e, a titolo<br />
di esempio, la sola energia geotermica<br />
prodotta può coprire il 25%<br />
del fabbisogno energetico di una<br />
regione di notevole importanza<br />
come la già citata Toscana e il 2%<br />
circa del fabbisogno nazionale. Le<br />
principali differenze localizzative<br />
di impianti di produzione energetica<br />
da carburanti fossili e da fonti<br />
alternative quali quelle citate, è intuitiva:<br />
gli impianti “tradizionali”<br />
possono essere installati ovunque<br />
(con ovvie eccezioni di sicurezza<br />
per popolazione ed ambiente)<br />
mentre le fonti alternative necessitano<br />
di volta in volta di forte insolazione<br />
(fotovoltaico), di presenza<br />
massiccia di acqua e di dislivelli<br />
altitudinali importanti (idroelettrico),<br />
di attività geotermica e di<br />
forte ventosità (eolica). La sintesi<br />
di quanto appena affermato è che<br />
gli impianti di produzione di ener-<br />
gia alterntiva siano, perché di una<br />
qualche convenienza economica,<br />
direttamente correlati alle caratteristiche<br />
di ciascun territorio.<br />
Quanto appena affermato si traduce<br />
semplicemente, ma nelle pratica<br />
non sempre ovviamente, nella<br />
inutilità di impianti idroelettrici<br />
nelle aree costiere della Sicilia, più<br />
vocata invece per la forte insolazione<br />
al fotovoltaico, o di impianti<br />
di generazione eolica in Pianura<br />
Padana. Al di là della generazione<br />
elettrica, l’energia del vento viene<br />
impiegata dall’uomo da molti<br />
secoli e non solo nelle aree nord<br />
europee (i mulini a vento olandesi<br />
p.es.), ma anche in alcune regioni<br />
italiane: in Sicilia, ma non solo, i<br />
mulini a vento venivano utilizzati<br />
per la macinatura, per esempio<br />
del sale. La produzone di energia<br />
elettrica attraverso turbine azionate<br />
dalla forza del vento vede come<br />
precursori storici gli Stati Uniti e i<br />
paesi del Nord Europa, in primis<br />
la Danimarca. Per comprendere il<br />
divario tra gli USA e il nostro paese<br />
relativamente alla produzione<br />
di energia elettrica dall’eolico è<br />
sufficiente confrontare la potenza<br />
complessiva installata al 2007 in<br />
Italia (2.700 MW circa) con la potenza<br />
installata nel solo 2007 negli<br />
Stati Uniti pari a 20.000 MW. Altro<br />
dato interessante e più vicino<br />
a noi, riguarda la Danimarca, che<br />
produce attraverso l’eolico, circa il<br />
20% del fabbisogno nazionale (in<br />
Italia tale percentuale è vicino al<br />
2%). Contrariamente a quello che<br />
questi pochi dati farebbero pensare,<br />
l’Italia è invece particolamente<br />
vocata alla produzione di energia<br />
dal vento, presentando uno sviluppo<br />
costiero e orografico vicino alla<br />
costa molto sviluppato. La frammentazione<br />
della popolazione<br />
italiana, ancora oggi fortemente<br />
decentrata rispetto ai grandi poli<br />
metropolitani, permetterebbe lo<br />
sviluppo di tale metodologia di<br />
produzione, consentendo la diffusione<br />
di piccoli parchi eolici<br />
che renderebbero i singoli paesi<br />
autosufficienti dal punto di vista<br />
energetico (si pensi che esistono<br />
oggigiorno aerogeneratori singoli<br />
da 1 a 3 MW). Sono diversi e vari<br />
i motivi di questa lentezza evolutiva:<br />
innanzitutto una scarsa attenzione<br />
al problema della diversificazione<br />
delle fonti energetiche e<br />
quindi una scarsa programmazione<br />
industriale, che ha visto finora<br />
la produzione di energia alternativa<br />
correlata agli obblighi di legge<br />
che impongono ai grandi produttori<br />
elettrici una percentuale di<br />
produzione da fonti rinnovabili.<br />
Da non tacere, secondariamente,<br />
un’avversione di alcune forze ambientaliste,<br />
peraltro impegnate a<br />
favore dello sviluppo delle energie<br />
da fonti rinnovabili, contro gli impatti<br />
ambientali che la costruzione<br />
diei parchi eolici comporta, nella<br />
fattispecie sul paesaggio e sulla<br />
componente avifaunistica (uccelli)<br />
e chirotterologica (pipistrelli) del<br />
territorio. A riguardo di quest’ultimo<br />
problema, autorevoli studi zoologici<br />
ritengono pressocchè ininfluente<br />
l’esistenza di piccoli parchi<br />
eolici di recente tecnologia sulle<br />
citate componenti faunistiche. Per<br />
quanto riguarda l’impatto “estetico”<br />
delle pale ciascuna opinione<br />
risulta autoreferenziale. Concludendo:<br />
l’energia eolica è una<br />
grande opportuntà per il nostro<br />
paese, le condizioni ambientali<br />
sussistono, la tecnologia e la forza<br />
economica per il suo sviluppo anche,<br />
latitano forse forza politica e<br />
capacità di programmazione.<br />
Come sempre?<br />
Mauro TITA<br />
Naturalista<br />
37
40 46
41 47
44 16
45 17
48<br />
Teatro<br />
Editoriale<br />
Cari amici di “Due metri sotto il palco”, bentornati!<br />
Eccoci qua con il secondo numero della rivista e della nostra<br />
rubrica. Come vi avevamo promesso avremo una recensione ed<br />
un intervista ai protagonisti del teatro che ci piace.<br />
Pur uscendo dalla torrida estate che, si sa, per il teatro è un po’<br />
un periodo morto (il caldo mi ha dato alla testa e non rispondo<br />
più della mia ironia da quattro soldi) siamo riusciti a<br />
rintracciare uno degli spettacoli più interessanti del momento,<br />
“genova 01” di Fausto Paravidino e a coinvolgere l’autore in<br />
una tavola rotonda sul valore del teatro nel nostro paese.<br />
Nei prossimi numeri, con l’inizio di stagione, avremo<br />
un’intervista a Maurizio Lastrico, comico di punta di Zelig e<br />
autore di uno dei best sellers di quest’anno ( “Nel mezzo del<br />
casin di nostra vita” Mondadori) che tornerà a lavorare in<br />
teatro con lo Stabile di Genova nella commedia in padovano di<br />
Ruzante “La Moscheta” e sarà in scena con Tullio Solenghi.<br />
Avremo anche un’intervista con Arianna Scommegna, una<br />
delle più interessanti attrici del panorama nazionale.<br />
Nel frattempo non mi resta che augurarvi buona lettura.<br />
Al prossimo numero<br />
Matteo Alfonso
“Genova 01”<br />
Piazza Alimonda, Genova<br />
20 Luglio <strong>2011</strong><br />
La prima emozione forte arriva mentre<br />
aspetto, seduto su un’aiuola di<br />
Piazza Alimonda, una birra fresca in<br />
mano, che lo spettacolo cominci.<br />
Sono li che mi guardo intorno e mi cade<br />
l’occhio sulla targa affissa su un palazzo:<br />
indica che siamo in Piazza Alimonda,<br />
ma sulla parola Alimonda è<br />
stata tracciata una riga ed al suo posto<br />
è stato scritto Carlo Giuliani, Ragazzo.<br />
È in quel preciso momento che mi rendo<br />
conto che da quel tragico giorno in<br />
cui un ragazzo perse la vita per un rigurgito<br />
di violenza dello stato sono<br />
passati dieci anni. Dieci anni passati<br />
veloci e la sensazione che il paese non<br />
sia cambiato quasi per niente. Dieci<br />
anni che non sono bastati a far emergere<br />
con chiarezza la verità su quello<br />
che accadde quel giorno.<br />
Ispirato da numerose testimonianze e<br />
documenti, e scritto da Paravidino su<br />
commissione del Royal Court al termine<br />
di uno stage, “Genova 01” è un “teatro-documento”<br />
suddiviso in 4 “giornate”<br />
e affidato alla lettura (o interpretazione)<br />
di più voci.<br />
È stato presentato per la prima volta il<br />
28 febbraio 2002 al Jerwood Theatre<br />
Downstairs di Londra dal Royal Court<br />
con 15 attori; poi in Italia, sotto forma<br />
di lettura scenica il 17 marzo al Teatro<br />
della Limonaia di Firenze, prodotto da<br />
Laboratorio Nove e interpretato da<br />
Iris Fusetti, Simone Gandolfo, Ketti Di<br />
Porto e Fausto Paravidino. Il 7 giugno<br />
2003 va in scena al Schaubühne am Lehniner<br />
Platz di Berlino, sempre affidato<br />
alla lettura di 4 attori; e infine, il 21<br />
gennaio 2003 al Teatro Vittoria di Roma,<br />
per la regia di Filippo<br />
Dini. Da allora continua ad<br />
essere rappresentato con<br />
successo in Italia e in Europa.<br />
Esistono due versioni del testo:<br />
una breve, compresa nella<br />
raccolta “Teatro” pubblicata<br />
nel 2002 da Ubulibri ; e<br />
una più lunga, un atto unico<br />
suddiviso in cinque parti e<br />
prologo come nella forma<br />
classica della tragedia:<br />
1 - Giovedì, la festa e i presagi<br />
del dramma<br />
2 - Venerdì, lo<br />
scoppio delle<br />
violenze e la<br />
morte di Carlo<br />
Giuliani<br />
3 - S a b a t o ,<br />
300.000 persone<br />
caricate sui<br />
blindati<br />
4 - Sabato notte,<br />
la scuola Diaz<br />
5 - Sabato notte<br />
inoltrata, Bolzaneto<br />
“Genova 01” è<br />
stato inizialmente concepito dall’autore<br />
come “un testo aperto”: Paravidino<br />
ha voluto sottolinearne l’universalità e<br />
la perenne attualità con la mancanza<br />
di personaggi e con la continua riscrittura<br />
del contenuto alla luce dei particolari<br />
che emergono col passare del<br />
tempo.<br />
Oggi, a Genova, vedo lo spettacolo per<br />
la quinta volta e ancor più delle volte<br />
precedenti ho la fortissima impressione<br />
che, pur essendo passati dieci anni,<br />
questo teatro sia ancora terribilmente<br />
necessario.<br />
In scena, su un palchetto di fortuna<br />
montato in un angolo di Piazza Alimonda,<br />
ci sono Iris Fusetti, Fausto Paravidino,<br />
Carlo orlando, vito Saccinto,<br />
Barbara Moselli ed Alessia Bellotto.<br />
Due microfoni che vengono passati tra<br />
le mani degli attori che come un vero e<br />
proprio coro greco ci portano la testimonianza<br />
di quello che accadde in<br />
quei giorni. La danza dei microfoni è<br />
come un contrappunto alla forza rit-<br />
mica della narrazione, che procede<br />
inarrestabile e delicata, con forza e<br />
grazia. Ed è proprio questa la cosa che<br />
più colpisce in questa versione dello<br />
spettacolo meno agita e più raccontata<br />
di altre a cui ho assistito: la straordinaria<br />
coesioni degli attori, la sintonia<br />
perfetta delle voci e dei corpi, delle coscienze<br />
e dell’intelligenza degli artisti<br />
in scena. Un’amalgama così compatto<br />
e lieve si può raggiungere solo con una<br />
profonda compromissione di chi racconta<br />
con il materiale narrato; confrontandosi<br />
onestamente con quello<br />
che accadde e con la propria responsabiltà<br />
di narratori questi attori riescono<br />
a ricreare quello un tempo doveva essere<br />
il coro nelle tragedie greche, non<br />
tanto nella forma, quanto nella sostanza.<br />
Il coro è il popolo che si confronta<br />
con i suoi problemi, è la cittadinanza<br />
che si fa domande, è la coscienza che<br />
canta.<br />
Genova 01 è uno spettacolo necessario<br />
e vorremmo vederlo messo in scena<br />
più spesso.<br />
49
50<br />
Intervista a<br />
Fausto Paravidino<br />
Dopo una replica di Genova ‘01, io e Matteo<br />
incontriamo Fausto Paravidino e la sua<br />
compagnia e con loro improntiamo una tavola<br />
rotonda sull’arte e sul mondo della cultura.<br />
Fausto, ho partecipato alcuni giorni fa’ ad<br />
una tua conferenza in cui spingevi un<br />
gruppo di giovani attori ad una presa di coscienza<br />
maggiore del loro ruolo. A questi<br />
chiedevi perché avessero scelto di fare gli<br />
attori e se questa motivazione si fosse modificata<br />
durante il loro percorso. Ti rigiro<br />
subito questa domanda.<br />
“O signore! Questa l’ho provocata ma non me<br />
l’aspettavo. Ho scelto di fare l’attore perché mi<br />
piacevano le storie. Il mio primo pubblico è<br />
stata la mia famiglia e mi dicevano che ero un<br />
commediante. Probabilmente era vero. Ero un<br />
commediante. Naturalmente ero un bambino<br />
ed era un gioco. Non ricordo il momento in cui<br />
ho scelto di farlo sul serio ma ricordo il momento<br />
in cui mi sono autopercepito in quel<br />
desiderio. Ad 8 anni nel gioco dei mestieri ho<br />
smesso di dire vorrei fare il poliziotto, vorrei<br />
fare il boia ma voglio fare l’attore.<br />
Poi, nella pratica del lavoro, lo studio e le difficoltà<br />
hanno messo in crisi questa decisione e<br />
mi hanno fatto concepire la domanda perché<br />
vuoi fare l’attore? Ora penso perché ho voglia<br />
di esercitare un gusto. La maggior parte del<br />
mio lavoro è cercare di costruire una sensibilità<br />
e lo vedo come un mio servizio alla società.<br />
Costruire una sensibilità, fare il tifo per<br />
qualcosa che ho scoperto degli esseri umani e<br />
voglio restituirgli, fare il tifo per un certo modo<br />
di guardare le cose.”<br />
“Se mi guardo intorno - dice Matteo - la necessità<br />
più grossa che percepisco nelle persone<br />
che incrocio è quella di essere contaminate<br />
dall’arte. Sento che mi appartiene tantissimo il<br />
concetto dell’etica della testimonianza nonostante<br />
sia un valore totalmente cristiano, cioè<br />
l’idea che quando faccio una cosa bella questa<br />
contamini gli altri. Credo che l’aspetto più<br />
emozionante del nostro lavoro sia il provare a<br />
portare in scena qualcosa di talmente bello che<br />
contami gli altri, anche coloro che non si pongono<br />
mai il problema di come fare per migliorare<br />
questo Paese.<br />
Mi piace pensare che possiamo provocare in<br />
uno spettatore casuale un’emozione talmente<br />
forte e indirizzata verso il bello da risvegliargli<br />
un brividino, una domanda, la necessità di<br />
farsi delle domande che porta all’inizio di un<br />
percorso di consapevolezza.”<br />
Sento sempre di più la necessità di far condividere<br />
una cultura sociale, di riscrivere<br />
tutti insieme le regole della nostra società.<br />
Credete che l’arte possa dare il suo contributo<br />
a questo e, se si, come?<br />
Dice Fausto“se facendo Shakespeare o scrivendo<br />
qualcosa metti in scena un conflitto e<br />
all’interno di questo conflitto fai il tifo per il<br />
più debole invece che per la parte violenta, culturalmente<br />
stai lavorando, per esempio, per<br />
una fabbrica gestita con umanità.<br />
Poi toccherà alla società tutta, non più all’arte,<br />
studiare, cercare delle forme per far trionfare<br />
un amore nei confronti dei deboli.”<br />
“Siamo tutti in attesa di un Cristo Salvatore -<br />
interviene Iris, una delle attrici della compagnia<br />
- e spesso pensiamo che sia l’arte questo<br />
Cristo che deve darci la sua linea di condotta,<br />
ma l’arte, come il pensiero comune, non viene<br />
creata da nessuno. E’ un magma nel quale tutti<br />
quanti ci muoviamo. Un aspetto dell’arte,<br />
essendo specchio della realtà, è far prendere<br />
coscienza ai cittadini di quello che sta succedendo<br />
ma che già li riguarda.”<br />
“Certo! – riprende Fausto - Fare propaganda<br />
per il bello rappresentando l’esistente.<br />
Quello che cerco di fare è, all’interno dell’esistente,<br />
mettere una cornice su quelli che sono<br />
gli aspetti più importanti per me e per il mio<br />
senso estetico. In questo l’estetica diventa etica.<br />
Le mie priorità non sono, per esempio, quelle<br />
di La Repubblica.”<br />
A Roma sei stato uno dei partecipanti<br />
all’occupazione del Teatro Valle. Che cosa<br />
sta succedendo?<br />
“Le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo<br />
registrano che il teatro, come tanti settori del<br />
sapere, in questo momento sta vivendo all’interno<br />
di un conflitto tra istituzione e cultura.<br />
Nella tortura economica che la società e questo<br />
governo stanno infliggendo al nostro Paese,<br />
in cui tutti i cittadini sono messi a dura<br />
prova, ci sono delle categorie che in più vengono<br />
attaccate moralmente. Una di queste è<br />
quella dei lavoratori dello spettacolo ed essi si<br />
sono rivoltati a questa vessazione. Vogliono<br />
che la cultura sia considerata un bene comu-<br />
Attore-Regista<br />
e Commediografo<br />
ne, che come tale sia tutelata e non contrastata.<br />
All’interno di questo percorso di rivolta<br />
molto recente il Teatro Valle è diventato un<br />
centro, una specie di simbolo perché dopo che<br />
lo Stato aveva deciso di dismetterlo perché era<br />
caro, sono iniziate manovre più o meno turpi<br />
all’interno di una cultura che dà per scontato<br />
che i teatri siano una zavorra della quale liberarsi<br />
o da regalare all’interno di un mondo di<br />
clientele per metterli a profitto. Per questo il<br />
Valle è stato occupato. L’occupazione lo ha<br />
aperto alla cittadinanza, sta offrendo spettacolo<br />
gratuito tutte le sere e ha aperto il palcoscenico<br />
a tantissimi artisti. Contemporaneamente<br />
si tengono assemblee per cercare di elaborare<br />
una proposta gestionale che consideri il<br />
teatro e la cultura beni comuni, legandoci ai<br />
temi dei referendum, della Val di Susa, di<br />
quella che ci sembra una cultura virtuosa. E’<br />
un movimento dal basso di politica partecipata<br />
che cerca di produrre un modello di società<br />
che sia da esempio. trattando i temi della partecipazione,<br />
della pluralità, dell’etica delle paghe<br />
da un lato e dei prezzi dall’altro, della trasparenza.<br />
E’ una lotta che se sarà partecipata ce la farà<br />
perché libertà è partecipazione.”<br />
Perchè? Cosa non ti piace del sistema culturale<br />
del nostro Paese?<br />
“C’è troppo bordello. L’esercizio del gusto è influenzato<br />
da troppe puttanate.<br />
Il mercato è impuro, gli attori non vengono<br />
giudicati per il loro talento. Non c’è agio per<br />
fare della cultura qualcosa di diverso<br />
dall’emergenziale. Essendo specchio della società<br />
siamo anche noi immersi nel neoliberismo<br />
che sta formando una cultura aggressiva,<br />
di conflitto sociale altissimo. Noi viviamo<br />
all’interno di questo conflitto nonostante siamo<br />
quelli che dovrebbero combatterlo.”<br />
Nel frattempo tenete in ostaggio il Teatro<br />
Valle?<br />
“E’ il luogo per il quale lavoriamo e quindi è il<br />
luogo nel quale lavoriamo”<br />
Perché i nostri lettori si dovrebbero appassionare<br />
a questa lotta che almeno apparentemente<br />
non li riguarda?<br />
Risponde sicura Iris “perché noi siamo 100<br />
anni dopo Pomigliano d’Arco. Devono occuparsi<br />
di noi per non finire come noi”.<br />
E Fausto aggiunge “se, come spero, hanno bi-
sogno di bellezza devono fidarsi degli artisti,<br />
perché il loro lavoro è studiare la società e, se<br />
sono messi in condizione di farlo, possono essere<br />
d’esempio e proporre un sistema che funzioni.<br />
Questo vuol dire organizzarci meglio,<br />
non pretendere più soldi. Mio cugino è ingegnere<br />
e alcuni anni fa in Svezia era in un ristorante<br />
con un suo collega svedese. Questo nel<br />
descrivere il suo Paese diceva “sembra tutto<br />
rose e fiori ma anche qui ci sono delle ingiustizie<br />
sociali terribili, pensa che io, che sono dirigente,<br />
prendo il doppio della mia segretaria” I<br />
conti fateveli voi! Pensate solo che in una<br />
grande compagnia di un Teatro Stabile italiano<br />
c’è chi guadagna 40 volte più di quello che<br />
prende la paga più bassa. Si può fare del bel<br />
Teatro così? E’ un ostacolo insormontabile alla<br />
produzione del bello. Cos’altro possono portare<br />
in scena questi attori al di là dell’ingiustizia<br />
sociale di una sperequazione così evidente?<br />
Riprende Iris “La cosa che a me dà più fasti-<br />
dio è che la produzione artistica in generale è<br />
vista da chi la fa’ con il culto dell’express<br />
yourself, dimenticando completamente che il<br />
fine di questo mestiere non è una manifestazione<br />
di narcisismo ma il comunicare agli altri<br />
qualcosa di loro stessi.”<br />
Dà man forte Matteo “Nelle scuole di recitazione<br />
si propone l’immagine dell’attore come<br />
una creatura che mette in mostra le sue emozioni<br />
più profonde e invece mi piace trasmettere<br />
l’idea di un attore più consapevole, che tiene<br />
sempre conto della propria posizione all’interno<br />
del racconto e qualsiasi scelta prenda è per<br />
contaminare la storia di cui è anche lui narratore.<br />
Non ho ancora incontrato una scuola che<br />
stimoli questa curiosità in un giovane che si<br />
avvicina a questo lavoro. E’ un lavoro molto<br />
più complesso per l’attore perché ci costringe a<br />
farci tantissime domande sulla storia che stiamo<br />
raccontando per essere i portatori di una<br />
domanda da condividere con il pubblico. Sono<br />
convinto che anche questa idea possa passare<br />
per contagio; può svegliare la voglia di comportarsi<br />
in modo differente. E’ la nostra responsabilità<br />
più grande ed è uno strumento<br />
gigantesco per migliorare la società nel modo<br />
in cui pensiamo sia giusto modificarla.”<br />
Abbiamo appena visto Genova ‘01, lo spettacolo<br />
che hai scritto all’indomani dei fatti<br />
del G8 del 2001 a Genova. A dieci anni di<br />
distanza perché raccontate ancora questa<br />
storia se come tu stesso scrivi “...una storia<br />
in cui chi voleva capire ha già capito e chi<br />
non voleva capire probabilmente non capirà<br />
mai”?<br />
“Perché ci tengo ad insistere con quelli che non<br />
hanno capito e per incoraggiare coloro che<br />
hanno capito a continuare a chiedere verità e<br />
giustizia. Questa non è una storia qualsiasi<br />
ma la più grande sospensione dei diritti umani<br />
in un paese democratico dopo la seconda<br />
guerra mondiale, come dice Amnesty International.<br />
E’ una storia terribile che ci chiede di riflettere<br />
attentamente su come è potuta accadere per<br />
non permettere che accada di nuovo.<br />
Il testo è nato come un atto politico e continua<br />
ad esserlo.”<br />
Per chi volesse leggere i testi di Fausto, tra<br />
cui Genova ‘01, ricordiamo che sono pubblicati<br />
in un unico volume dalla Ubulibri e<br />
chi si affretta può trovarli ancora per un<br />
po’ in libreria.<br />
“Se comprate il mio teatro c’è una buona notizia<br />
per voi. Di sei commedie solo in una non<br />
c’è un morto da seppellire.”<br />
Dove possiamo vedere te e la tua compagnia?<br />
“Da Dicembre con il Teatro Regionale Alessandrino<br />
metteremo in scena Il diario di Maria<br />
Pia che è la mia nuova commedia ma non<br />
vi dico di che cosa parla altrimenti può sembrare<br />
che vi prenda in giro.”<br />
Fausto Paravidino e Iris Fusetti<br />
51
52<br />
Riti e Tradizioni<br />
Le Prefiche:<br />
Quando il cordoglio era un mestiere
Dal nord al sud dell’Italia, le prefiche,<br />
anche se chiamate con nomi<br />
diversi, sono presenti in quasi tutte<br />
le tradizioni regionali. In Puglia<br />
vi erano le “repute” o più correttamente<br />
“chiangimorti”, in Lombardia<br />
le “piansune”, in Toscana<br />
venivano chiamate “lamentatrici”,<br />
mentre in Piemonte ad essere<br />
“ingaggiate” erano le “piagnone”,<br />
ma testimonianze di queste figure<br />
si trovano in Sardegna, come<br />
anche in Molise e Abruzzo. Nomi<br />
diversi quindi che a parte qualche<br />
leggera variante indicavano sempre<br />
la stessa figura, la prefica per<br />
l’appunto che veniva incaricata<br />
dai familiari per piangere i propri<br />
defunti. A quel punto la veglia e il<br />
funerale si trasformavano in una<br />
sorta di rappresentazione teatrale<br />
del dolore, le cui protagoniste<br />
erano queste donne che si straziavano<br />
con grida e lamenti che la<br />
maggior parte delle volte superavano<br />
quelle degli stessi familiari,<br />
in alcuni casi arrivavano persino<br />
a strapparsi i capelli, a graffiarsi il<br />
viso e a simulare svenimenti. Ma<br />
non si trattava di una semplice<br />
recita, accollandosi l’onere del dolore<br />
a modo loro esorcizzavano la<br />
morte e la paura verso di essa, da<br />
sempre una costante dell’esistenza<br />
stessa. La parola Prefica deriva dal<br />
latino “praeficere” ovvero guidare,<br />
erano loro infatti che anticamente<br />
e fino a qualche decennio<br />
fa “guidavano” il pianto durante<br />
le celebrazioni funebri. Nell’antica<br />
Roma le prefiche erano co-<br />
loro che seguivano i portatori di<br />
fiaccole durante i cortei funebri<br />
ufficiali o quelli dei membri delle<br />
famiglie gentilizie, con il compito<br />
di innalzare strazianti grida di dolore<br />
e intonare nenie per elogiare<br />
il defunto. Testimonianze della<br />
presenza di figure simili si trovano<br />
anche in altri popoli mediterranei<br />
come ad esempio greci, egiziani,<br />
spagnoli, siriani, fenici, corsi, palestinesi,<br />
etc… Un mestiere non<br />
semplice quello delle prefiche che<br />
dovevano piangere ed esprimere<br />
cordoglio per persone con cui non<br />
avevano mai avuto nessun rapporto<br />
in vita, per fare questo esse<br />
venivano istruite fin dalla tenera<br />
età, imparando così ad esternare<br />
in una certa maniera la loro afflizione<br />
verso i trapassi. Ovviamente<br />
tutto il rituale non era lasciato al<br />
caso ma seguiva determinate regole<br />
e non sarebbe errato pensare<br />
che esistessero delle vere e proprie<br />
tecniche e regole seguite durante<br />
le cerimonie. Tuttavia la consapevolezza<br />
che lo strazio delle prefiche<br />
fosse illusorio o comunque<br />
non propriamente sentito, non<br />
influiva assolutamente sulla partecipazione<br />
dei presenti che non<br />
riuscivano a rimanere impassibili<br />
dinanzi a tanto sgomento e dolore.<br />
Questa pratica che ormai è quasi<br />
o completamente scomparsa, anticamente<br />
era molto sentita e gradita,<br />
ma al giorno d’oggi potrebbe<br />
sembrare alquanto macabra o comunque<br />
eccessiva.<br />
Antonio Fiori<br />
53
56<br />
Funeraria<br />
Regione Marche,<br />
6 settembre <strong>2011</strong>,<br />
che succederà?<br />
L’art. 15 al comma 7 del Regolamento della Regione Marche n.<br />
3/2009 sulla funeraria marchigiana recita testualmente: “Le imprese<br />
che esercitano l’attività funebre che operano nel territorio regionale<br />
sono tenute ad adeguarsi ai requisiti previsti dal presente regolamento<br />
entro due anni dalla data di approvazione della deliberazione della<br />
Giunta regionale di cui al comma 4”.<br />
Quindi il termine ultimo per poter regolarizzare le proprie posizione<br />
è il 6 settembre <strong>2011</strong>. Detto questo la domanda sorge spontanea: “E<br />
poi che succederà?”<br />
Potrei rispondere semplicemente con quello che è scritto nel<br />
sopracitato regolamento all’art. 14 comma 2 e cioè: “Spettano al<br />
Comune, che per gli aspetti igienico sanitari si avvale dell’ASUR: a)<br />
la vigilanza sull’attività funebre; b) la verifica della permanenza dei<br />
requisiti richiesti per esercitare l’attività funebre.”<br />
Con la speranza che sia così, in virtù anche delle assicurazioni che ci<br />
sono pervenute dalla Regione Marche, ovvero che controlli saranno
eseguiti a campione su tutto il territorio, il<br />
mio invito è rivolto a tutti quei impresari e<br />
cooperative di portantini che ancora non<br />
hanno potuto regolarizzarsi di provvedere<br />
nel minor tempo possibile, in modo da<br />
non dovere incappare in sanzioni previste<br />
dalla Legge Regionale per chi esercita senza<br />
autorizzazione o magari utilizza personale<br />
non formato.<br />
Cambiando completamente il discorso, ho il<br />
dovere, sia come impresario che come uomo<br />
di rivolgere queste ultime mie parole ad un<br />
Amico che purtroppo ci ha lasciato nei giorni<br />
scorsi.<br />
Si chiamava Sergio Santamarianova, esercitava<br />
l’attività funebre a Cingoli (Mc) e a Jesi (An),<br />
una malattia troppo aggressiva non gli ha dato<br />
nessuna possibilità di continuare a professare<br />
sia la propria attività che la grande sicurezza<br />
che trasmetteva a tutti i colleghi che lo<br />
frequentavano.<br />
Voglio aggiungere pure che la sua esperienza e la sua straordinaria voglia di essere è<br />
stato un esempio per molti impresari e per me personalmente, al punto di poter dire che<br />
l’imprenditoria funebre marchigiana ha perso un grande Signore!<br />
Ciao Sergio.<br />
Sergio Santamarianova<br />
Il presidente Federcofit Marche<br />
Gianluca Corvatta<br />
57
58<br />
Formazione<br />
tanatoestetica<br />
in Veneto<br />
Federcofit da sempre considera la formazione un bene indispensabile<br />
all’accrescimento professionale degli operatori del settore, ed estremamente<br />
convinta che un qualificato intervento di tanatocosmesi sulle salme possa<br />
aiutare la famiglia a gestire meglio gli ultimi rapporti in un momento cos“<br />
particolarmente delicato, ha organizzato nel Veneto presso la struttura<br />
ospedaliera<br />
Ca’ Foncello dell’Azienda ULSS n. 9 di Treviso due corsi di tanatoestetica.<br />
Detti corsi si svolgeranno sia in forma teorica che in sperimentazione<br />
pratica diretta ed attiva presso le sale obitoriali nelle date 17-18-19<br />
ottobre e 20-21-22 ottobre p.v. e saranno guidati dal Dr. Marc Sastre,<br />
noto tanatoprattore professionista francese, per permettere ad ognuno<br />
un’adeguata sperimentazione concernente toilette, preparazione, vestizione<br />
e cosmesi su salme rendendo l’apprendimento completamente diverso<br />
dal movimentare manichini, che non danno la possibilitˆ di provare le<br />
diverse tecniche necessarie in occasione di diverse e molteplici casistiche. Il
programma dei corsi prevede per la prima giornata un’ampia analisi teorica<br />
dei principali fenomeni cadaverici, della cronologia della toilette funeraria,<br />
della vestizione e presentazione, mentre le due successive la preparazione<br />
e vestizione diretta delle salme. La quota di partecipazione per gli associati<br />
Federcofit di € 600,00 + IVA, mentre per gli altri operatori di € 700,00<br />
+ IVA. Sono giˆ numerose le iscrizioni, ma sono disponibili alcuni posti<br />
in quanto ogni corso prevede la presenza massima di 12 operatori in<br />
funzione della metodologia adottata estremamente pratica. Partner<br />
dell’evento Ceabis, del gruppo Vezzani, che fornirˆ i materiali necessari<br />
allo svolgimento dei corsi nella parte di sperimentazione in camera<br />
mortuaria. Al termine del corso, dopo discussione sui codici deontologici<br />
e comportamentali dell’operatore funebre nell’espletamento di queste<br />
mansioni, verranno consegnati gli attestati.<br />
Ivan Trevisin • Federcofit Veneto • federcofit.veneto@gmail.com<br />
59
62<br />
La Fenice<br />
torna a volare<br />
Federica Pellegrini nasce 23 anni fa<br />
a Mirano, in provincia di Venezia,<br />
per la precisione il 5 agosto 1988, a<br />
soli 16 anni emerge come una delle<br />
nuotatrici italiane più forti vincendo<br />
l’argento alle olimpiadi di<br />
Atene 2004, è stata la più giovane<br />
atleta italiana a salire su un podio<br />
olimpico individuale e da allora<br />
è stato un susseguirsi di vittorie,<br />
primati italiani e mondiali. Come<br />
l’araba fenice che si è fatta tatuare<br />
sul collo, Federica è rinata lasciandosi<br />
alle spalle i timori, le paure e le<br />
ansie che l’avevano tormentata fino<br />
a pochi mesi fa (problemi di respi-<br />
razione legati ad attacchi di panico<br />
durante le gare). Dopo aver cambiato<br />
allenatore all’inizio dell’anno<br />
la Pellegrini è tornata più forte che<br />
mai entrando di prepotenza nella<br />
storia dello sport italiano. Prima<br />
nei 400 stile libero ai Mondiali di<br />
Shanghai ha bissato dopo pochi<br />
giorni con l’oro anche nei 200 è la<br />
prima atleta a ripetersi sulle due<br />
distanze in due rassegne iridate,<br />
infatti vinse l’oro ai campionati<br />
mondiali di Roma 2009 sempre<br />
nei 400 stabilendo il record del<br />
mondo in 3'59"15 e pochi giorni<br />
dopo vinse il secondo frantuman-<br />
do un altro record, quello dei 200<br />
stile libero con 1'52"98. Federica<br />
non parte benissimo nei 200, fatica<br />
un po’ all’inizio ma con una straordinaria<br />
rimonta riesce a imporsi<br />
comunque con il tempo di 1'55"58,<br />
dietro di lei l'australiana Kylie Palmer<br />
(1'56"04) e la francese Camille<br />
Muffat (1'56"10); settima l'olandese<br />
Hemskerk, la più veloce nelle<br />
semifinali. «Ci ho creduto sempre,<br />
fino alla fine. Sono andata in acqua<br />
sperando che sbagliassero le altre.<br />
No, sono contenta di averci creduto<br />
davvero fino alla fine. Sono<br />
molto felice. Nella leggenda? An-
cora me ne devo rendere conto».<br />
La nuotatrice meno di un anno fa<br />
aveva messo alla porta il precedente<br />
allenatore Stefano Morini per<br />
incompatibilità di carattere, più<br />
precisamente secondo la Pellegrini<br />
“Morini non riesciva a reggere<br />
le pressioni e le trasmetteva anche<br />
a me, …al mio fianco ho bisogno<br />
di una persona che mi protegga<br />
dalle pressioni delle competizioni<br />
importanti”. E a quanto pare alla<br />
fine questa persona l’ha trovata<br />
per l’appunto in Philippe Lucas, il<br />
suo attuale allenatore il quale sotto<br />
un’aria imperturbabile si è detto<br />
“contento e sollevato” dopo la seconda<br />
medaglia d’oro, “l'avevamo<br />
visto ieri - dice - c'erano avversarie<br />
in grado di competere bene, ma<br />
avevamo studiato la gara e Federica<br />
ha fatto tutto quello che avevamo<br />
deciso, tutto ha funzionato bene”.<br />
È l'atleta più vincente dello sport<br />
italiano, oro a Pechino sui 200,<br />
argento ad Atene 2004 nella stessa<br />
specialità (quando aveva solo<br />
16 anni), un argento e un bronzo<br />
mondiale nella stessa distanza rispettivamente<br />
a Montreal nel 2005<br />
e a Melbourne nel 2007, oltre a<br />
due ori europei sui 400 (Eindho-<br />
Sport<br />
ven 2008, con argento nella 4 per<br />
100 e bronzo nella 4 per 200) e sui<br />
200 (Budapest 2010, con il bronzo<br />
sugli 800). Pioggia di medaglie anche<br />
in vasca corta. Ai Mondiali di<br />
Shanghai 2006 conquistò l'argento<br />
nei 200 e il bronzo nei 400, bissato<br />
l'anno scorso a Dubai. Dal 2005 in<br />
poi dagli Europei ha portato a casa<br />
quattro ori (tre nella 200 e una negli<br />
800), due argenti e un bronzo.<br />
Donna di carattere a 23 anni e già<br />
leggenda, come lei nessuno. Non ci<br />
resta che restare a guardare in attesa<br />
della sua prossima impresa.<br />
Antonio Fiori<br />
63
66<br />
Insolito quanto macabro ritrovamento nelle acque<br />
del lago di Zurigo, sul fondale sono state infatti<br />
individuate alcune urne cinerarie.<br />
Più precisamente la scoperta è avvenuta al largo<br />
di Küssnacht, a lanciare l’allarme è stato un<br />
sommozzatore del vicino centro di salvataggio<br />
della città, quest’ultimo, tuffatosi per recuperare il<br />
parasole di una barca ha visto le urne fluttuare sul<br />
fondo.<br />
La polizia ha subito provveduto a recuperare<br />
13 urne, quanto bastano per aprire un’inchiesta<br />
contro ignoti per perturbamento della pace dei<br />
defunti, punibile con il carcere fino a tre anni.<br />
Secondo quanto riferito da quest’ultima le urne<br />
sarebbero addirittura 300, sopra di esse non sarebbe<br />
inciso alcunché se non il logo del crematorio<br />
Nordheim utilizzato dalla clinica Dignitas, le urne<br />
potrebbero quindi contenere i resti dei malati<br />
terminali che decidono di morire nella clinica che<br />
a questo punto è la principale indiziata.<br />
Le autorità ora dovranno accertare se la<br />
disposizione delle ceneri viola le leggi di tutela<br />
ambientale o viola le dignità dei morti e il contratto<br />
tra forno crematorio e la famiglia in lutto.<br />
La Dignitas, fondata dall’avvocato Ludwig Minelli,<br />
è l’unica organizzazione al mondo che si occupa di<br />
assistenza al suicidio.<br />
I suoi servizi sono fruibili anche dagli stranieri,<br />
spesso affetti da malattie incurabili, che intendono<br />
porre fine ai loro giorni.<br />
I malati nella maggior parte dei casi si recano alla<br />
clinica da soli per evitare di coinvolgere i propri<br />
Urne cinearie<br />
nel fondo del lago<br />
familiari. Dopo il trapasso, che avviene solitamente<br />
dopo l’ingerimento di una dose di pentobarbital<br />
sodico diluito con acqua, i resti dovrebbero essere<br />
trattati seguendo gli accordi siglati tra il trapassato<br />
e la clinica, ma il ritrovamento delle urne mette in<br />
serio dubbio l’effettiva e corretta tumulazione delle<br />
salme.<br />
Minelli si difende dichiarando che “È scandaloso<br />
anche solo pensarlo, sono le solite fandonie<br />
montate contro di me” ma la sua dichiarazione è<br />
in netto contrasto con quanto afferma una sua<br />
ex dipendente, Soraya Wrnli: “L’hanno sempre<br />
fatto. All’inizio era lui di persona che buttava giù le<br />
urne, poi ha chiesto alla figlia e a gente del suo staff.<br />
Almeno un’urna su tre finisce in fondo al lago. Ce ne<br />
sono più o meno trecento”.<br />
A prescindere da come andrà a finire la faccenda,<br />
resta importante chiarire ciò che accade ai resti<br />
dei defunti, perché nel caso della Dignitas, il cui<br />
nome è già una promessa, la morte dei pazienti<br />
che si rivolgono a loro dovrebbe essere trattata con<br />
più dignità perché come afferma Nicolas Mori,<br />
portavoce del consiglio della chiesa di Zurigo:<br />
“Se le sepolture nel lago vengono condotte su base<br />
commerciale e qualsiasi promessa delle cerimonie<br />
non viene poi eseguita, allora questo è inaccettabile,<br />
è come gettare spazzatura “.<br />
Ora la parola passa agli inquirenti che dovranno<br />
accertare le varie responsabilità.<br />
Antonio Fiori
Curiosità<br />
Cibi ricchi di conservanti<br />
aumentano i casi di mummificazione<br />
Mentre la cronaca nazionale è invasa<br />
da notizie riguardanti il sovraffollamento<br />
e il degrado dei cimiteri, un<br />
nuovo problema fa capolino nell’ambito<br />
funerario, le salme dei defunti<br />
non si decompongono più, l’allarme è<br />
stato lanciato da alcuni siti internet e<br />
i necrofori hanno confermato la macabra<br />
notizia segnalando il problema.<br />
Da circa una ventina d’anni, quando<br />
per gli addetti ai lavori arriva il momento<br />
di recuperare le salme (per<br />
legge minimo dopo 10 anni per l’inumazione<br />
e 20 per la tumulazione) che<br />
dovranno essere trasferite nell’ossario,<br />
sempre più spesso si trovano dinanzi<br />
a corpi ancora integri, mentre quelli<br />
completamente consumati sono<br />
sempre di meno. Dopo tutti questi<br />
anni all’interno delle bare rimangono<br />
esclusivamente le ossa o poco più,<br />
invece le salme risultano come mummificate<br />
o saponificate, con carne e<br />
pelle ancora in perfette condizioni, e<br />
quando questo accade il corpo deve<br />
essere nuovamente rilasciato nella<br />
fossa per altri 2 anni. A quanto pare<br />
per trovare le cause di questo inquietante<br />
fenomeno bisogna tornare indietro<br />
fino agli anni sessanta, quando<br />
i cibi preconfezionati e/o precotti arrivarono<br />
per la prima volta sulle no-<br />
stre tavole, rivoluzionando per sempre<br />
le abitudini alimentari di milioni<br />
di persone, ma può un evento all’apparenza<br />
così marginale nella nostra<br />
vita influenzare in maniera drastica il<br />
nostro organismo, tanto da non permettergli<br />
di decomporsi in maniera<br />
naturale? Secondo Seth Roberts, professore<br />
di psicologia all’Università di<br />
Berkeley è possibilissimo, i cibi precotti<br />
hanno un numero di batteri di<br />
gran lunga inferiore rispetto ai cibi<br />
che più tradizionalmente vengono<br />
preparati in casa, di conseguenza un<br />
così basso livello di batteri all’interno<br />
del nostro organismo non ne permette<br />
la naturale decomposizione. Oltre<br />
a questo un'altra causa pare sia da attribuire<br />
ai conservanti che quotidianamente<br />
ingeriamo con il cibo e nelle<br />
bevande, ormai sempre più trattati. A<br />
queste tuttavia bisogna aggiungerne<br />
altre, infatti, secondo il Presidente del<br />
Comitato di Lavoro per i Cimiteri ed i<br />
Crematori, anche i medicinali che assumiamo<br />
in vita “sicuramente possono<br />
influire sull’attività batterica dopo<br />
la morte”, un ruolo decisivo inoltre<br />
possono ricoprirlo anche le nuove<br />
tecniche di costruzione dei loculi che<br />
favorirebbero una migliore conservazione<br />
del corpo. Una notizia simile<br />
era già circolata ai tempi della guerra<br />
nel Vietnam, infatti a quanto pare i<br />
corpi dei soldati americani si decomponevano<br />
molto più lentamente di<br />
quelli vietnamiti sempre a causa della<br />
dieta caratterizzata da cibi ricchi di<br />
conservanti. Ma le informazioni che<br />
circolano in rete tuttavia sono piuttosto<br />
scarse e la maggior parte delle<br />
volte non sono supportate da articoli<br />
di medicina o dati statistici attendibili,<br />
il che potrebbe far pensare ad una<br />
bufala diffusa per spaventare la gente<br />
sulla pericolosità dei conservanti, ma<br />
un recente servizio della trasmissione<br />
tv Le Iene, ha verificato la veridicità di<br />
una notizia che rischiava di divenire<br />
una leggenda metropolitana, dimostrando<br />
che il problema sussiste ed<br />
è reale. I cimiteri italiani sono sempre<br />
più sovraffollati, anche a causa di<br />
questo fenomeno, in particolar modo<br />
è significativa le dichiarazione di Sereno<br />
Scolaro, responsabile servizi funerari<br />
pubblici: “è un problema crescente,<br />
perché i cimiteri ormai non<br />
possono più allargarsi e ingrandirsi”.<br />
La soluzione più immediata pare sia il<br />
ricorso alla cremazione, una soluzione<br />
che in Italia purtroppo viene scelta<br />
ancora da un numero troppo esiguo di<br />
persone, solo il 13%.<br />
69
72<br />
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fondato sulla consapevolezza che l’accoglienza e la disponibilità<br />
sono alla base del rapporto con i comproprietari, i<br />
loro amici e i loro ospiti. I comproprietari Domina hanno<br />
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numero verde 800-559900 citando<br />
il riferimento “O.F. Italia Magazine”.<br />
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74<br />
Informazione Mensile di Federcofit - Federazione del Comparto Funerario Italiano<br />
Lettera del<br />
Presidente<br />
Parlando di riforma della funeraria pag 2<br />
La cremazione nel 2010 in Italia è al 13% pag 3<br />
Preso con le zampette sul rame pag 3<br />
Urna cineraria con sorpresa a Bari pag 3<br />
Telecamere nei 12 cimiteri di Verona pag 3<br />
Carro funebre clandestino pag 3<br />
Arezzo: ASL controcorrente pag 7<br />
Viale Certosa , 147 - 20151 Milano - Tel 0233403992 - Fax 0233496048 - www.federcofit.org
Con<br />
questo numero la Lettera del Presidente assume una nuova veste<br />
ed inizia una nuova stagione, speriamo, proficua almeno come quella che si è chiusa<br />
nei mesi passati.<br />
Oltre alla nostra tradizionale veste, modesta e casalinga, che speriamo di potenziare<br />
nel prossimo futuro, rivolta ai soci ed ad un numero ristretto di operatori e personalità,<br />
la Lettera del Presidente sarà ospitata da OF ITALIA MAGAZINE, la nuova<br />
rivista del settore, ed, in futuro, anche su altre riviste.<br />
La separazione tra la Lettera del Presidente e Oltre Magazine, non è, come si è<br />
scritto, una scelta unilaterale; è la diretta e coerente conseguenza<br />
delle gravi e gratuite offese , ivi sostenute, sia verso la Federazione,<br />
sia verso i dirigenti di Federcofit.<br />
Ci auguriamo che “la volontà di sostenere”, sempre ed in ogni<br />
caso, “la libertà di pensiero e l’affermazione della verità” siano i<br />
buoni propositi cui attenersi, davvero, nel futuro.<br />
Vogliamo ringraziare Oltre Magazine per l’ospitalità che ci ha<br />
concesso in questi anni e ci scusiamo se possiamo essere stati<br />
ingombranti…, non era nostra intenzione.<br />
Crediamo di avere fatto la scelta giusta: in nessuno, da qualsiasi<br />
parte si collochi, socio, amico, osservatore distaccato o particolarmente<br />
critico deve rimanere il minimo dubbio sia sull’assoluta<br />
autonomia di Federcofit, sia su presunte pretese della stessa di<br />
avere qualcosa da altri.<br />
Abbiamo ricevuto tanto da molti ed esprimiamo, ed esprimeremo,<br />
gratitudine sincera e sentita; abbiamo dato alla categoria ed al settore quello<br />
che potevamo dare, tanto o poco che sia, senza risparmiarci in alcun modo, e continueremo<br />
a farlo finché ne avremo la forze e gli operatori continueranno a darci il<br />
consenso.<br />
La linea della Federazione non cambia; continueremo le nostre campagne, le nostre<br />
riflessioni, i nostri approfondimenti con una veste tipografica diversa, ma con il<br />
medesimo spirito e le medesime convinzioni.<br />
Al sig. Pasino, all’amico Piero, editore di questa nuova rivista a cui vari nostri dirigenti<br />
collaborano, vogliamo, prima di tutto, esprimere un sentito ringraziamento<br />
per l’ospitalità che ci ha concesso.<br />
Vogliamo, poi, fargli un grande augurio di successo e soprattutto la speranza che la<br />
neonata rivista non solo dia voce ad attori del settore oggi trascurati, ma possa<br />
anche riempire importanti spazi trascurati dalla pubblicistica del settore e ricollocare<br />
al centro del confronti i temi di fondamentale interesse per il settore funebre e<br />
cimiteriale italiano.<br />
Il Presidente<br />
Giuseppe Bellachioma<br />
75 1
276<br />
LEGGI E RIFORME:<br />
Impellente un tavolo di incontro<br />
con la Regione Campania<br />
CAMPANIA: si avvicina la scadenza per la regolarizzazione<br />
dei requisiti per le imprese funebri<br />
Federcofit sollecita la Regione a varare gli opportuni<br />
adeguamenti per tutelare le imprese funebri<br />
Al Presidente della Regione Campania<br />
On Caldoro<br />
p.c. Assessore alla Sanità<br />
Assessore alla Formazione Professionale<br />
Ill.mo Presidente,<br />
si stanno concludendo i due anni previsti dalle<br />
norme varate dalla Regione Campania nel gennaio<br />
2010 sulle attività funebri insediate nella Regione,<br />
con la legge finanziaria 2010 (L. Regionale n.<br />
2, art. 1, comma 75.) ed il settore vive ancora nella<br />
massima incertezza.<br />
Immediatamente, dopo il varo di queste disposizioni,<br />
la Federazione del Comparto Funerario Italiano<br />
ha inviato una dettagliata nota all’allora Presidente<br />
On. Bassolino Antonio sottolineando non<br />
solo gli aspetti inaccettabili delle norme varate<br />
per le caratteristiche del settore funebre, ma anche<br />
quelli che contrastano con le norme generali<br />
dello Stato Italiano. La medesima nota l’abbiamo<br />
recapitata alla Sua attenzione subito dopo la Sua<br />
elezione a Presidente della Regione Campania. Ci<br />
permettiamo di allegarne una copia.<br />
Le norme, come abbiamo più volte denunciato,<br />
con la fine di questo anno solare, se non intervengono<br />
fatti nuovi, espelleranno dal mercato la<br />
grande maggioranza degli operatori funebri della<br />
regione che non potranno dotarsi dei requisiti<br />
strutturali e degli organici che la Campania, unica<br />
Regione in Italia, impone, senza indicare alcuna<br />
soluzione alternativa, come hanno fatto tutte le<br />
Regioni che hanno deliberato sulla materia, utile a<br />
garantire l’esecuzione di servizi funebri regolari<br />
anche da parte di imprese piccole operanti nei<br />
vari territori della regione.<br />
Ci permettiamo, inoltre, di segnalare come l’affidamento<br />
della potestà ai Comuni di definire i requisiti<br />
strutturali dell’impresa funebre stia determinando<br />
scelte assolutamente inconcepibili a<br />
fronte di ogni ragionevole valutazione. Tanto per<br />
fare solo degli esempi, il Comune di Avellino richiede,<br />
oltre al Direttore, almeno n. 15 addetti<br />
occupati a tempo pieno ed indeterminato, n. 10<br />
carri funebri e n. 8 carri porta corone; il Comune di<br />
Pollena Trocchia (NA) prevede una autorimessa di<br />
ben mq. 600 e ben n. 7 autofunebri, non solo ma<br />
anche un “carro funebre ippotrainato” e, per finire,<br />
anche n. 3 carri porta corone. Può ben immaginare<br />
quale corretta concorrenza si possa instaurare<br />
con simili requisiti e quale fantasiosa anarchia si<br />
possa instaurare nel territorio regionale.<br />
Anche per quanto riguarda l’altro aspetto impor-<br />
tante delle nuove disposizioni regionali, i processi<br />
di qualificazione e di formazione obbligatoria degli<br />
addetti, la situazione non è più chiara e “tranquilla”.<br />
Anche su questo fronte, come recita la Deliberazione<br />
regionale n. 963/2009, con la fine dell’anno<br />
in corso si conclude il periodo utile al perseguimento<br />
dei requisiti formativi previsti, con la relativa<br />
partecipazione ai corsi di n. 80 ore e di n. 120<br />
ore a seconda delle funzioni aziendali svolte.<br />
Ad oggi, sembra, pochissimi sono i corsi effettivamente<br />
conclusi, e su quelli conclusi molti avanzano<br />
dubbi e perplessità, non solo ma anche alcuni<br />
corsi avviati con tanta buona volontà sono stati<br />
sospesi dalla Provincia di Salerno, perché gli addetti<br />
erano privi del titolo di studio necessario,<br />
quello cioè di scuola media superiore.<br />
Al di là di ogni approfondimento in merito all’interpretazione<br />
delle disposizioni della Deliberazione<br />
in oggetto, emergerebbero due considerazioni:<br />
la prima è che la Regione Campania esigerebbe<br />
per il Direttore tecnico, dell’impresa funebre o titolare<br />
un titolo di studio che non è previsto da<br />
alcuna norma dello Stato introducendo, quindi,<br />
elementi distorsivi delle condizioni di concorrenza<br />
nel mercato nazionale delle onoranze funebri, la<br />
seconda è che così facendo anche chi da lungo<br />
tempo è nel settore si troverebbe ad esserne<br />
escluso perché si sono cambiate le regole in corso<br />
d’opera, la terza, infine, è che per la fine dell’anno<br />
la stragrande maggioranza degli operatori si troverà<br />
impossibilitata a frequentare i corsi previsti,<br />
e, conseguentemente, espulsa dal mercato.<br />
Non vogliamo fare allarmismo, signor Presidente,<br />
questa è, però, la cruda realtà. Non è la prima<br />
volta che interveniamo e che chiediamo interventi<br />
atti a risolvere i problemi, avanzando anche concrete<br />
proposte, sulla falsariga di quanto hanno<br />
fatto le numerose regioni che hanno deliberato<br />
sulla materia.<br />
Non ci stanchiamo né ci stancheremo di ritornare<br />
sulla materia ma i tempi si stanno esaurendo e<br />
non possiamo esimerci dalla tutela dei nostri associati<br />
e della categoria in genere anche, se necessario,<br />
con le forme e gli strumenti più incisivi e<br />
propri della mobilitazione della categoria e del<br />
confronto con l’opinione pubblica a tute di un<br />
corretto sforzo per la qualificazione del settore<br />
senza, però odver fare, come spessi si dice, una<br />
vera e propria ecatombe.<br />
Vogliamo sperare di avere un sollecito riscontro<br />
da parte Sua per avviare una adeguata riflessione<br />
su questa complessa materia.<br />
Distinti saluti<br />
Il Presidente<br />
Giuseppe Bellachioma
CRONACHE<br />
La cremazione nel 2010<br />
in Italia è al 13%<br />
La SEFIT Federutility ha diffuso i dati sulle cremazioni di cadaveri<br />
effettuate nel corso del 2010 nei crematori italiani in funzione.<br />
Nel 2010 si sono registrate a consuntivo 76.868 cremazioni<br />
di feretri, contro le 71.898 del 2009 (+ 4.970, pari ad un<br />
aumento del 6,9%). Sul totale dei decessi in Italia la cremazione<br />
incide per poco più del 13%, di cui la massima parte è<br />
concentrata nel Nord Italia, in Toscana e nel Lazio.<br />
Maxisequestro di beni appartenenti al clan Crimaldi nell’area<br />
nord di Napoli, tra cui una impresa funebre<br />
Nel corso di un blitz nella zona di Acerra (NA) carabinieri del<br />
nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno posto sotto<br />
sequestro anche un panificio, sei appartamenti, tre magazzini,<br />
quattro auto, tre autocarri, due ciclomotori per un valore complessivo<br />
di 5 milioni di euro, nonché un aimpresa di pompe<br />
funebri. I beni sono ritenuti riconducibili, direttamente o indirettamente,<br />
al capo del clan, Cuono Crimaldi, ed al figlio Lorenzo,<br />
entrambi attualmente detenuti dopo l’operazione del<br />
20 settembre scorso con l’esecuzione di quaranta ordinanze<br />
di custodia cautelare contro i clan della zona. Sempre più<br />
spesso in diverse aree del Mezzogiorno e del Centro Italia si<br />
ritrovano presenze mafiose nell’imprenditoria funebre.<br />
Preso con le<br />
zampette<br />
sul rame<br />
Finalmente si va al termine<br />
della filiera di questi assurde<br />
ruberie di rame! A Scandicci<br />
(FI) è stato posto sotto<br />
sequestro un impianto<br />
per il recupero di rifiuti metallici.<br />
Nel corso dei controlli,<br />
in un magazzino di circa 200 metri quadrati, pieno di<br />
tonnellate di rifiuti accatastati, la forestale ha trovato grosse<br />
quantità di rame di provenienza sconosciuta, sotto forma di<br />
cavi elettrici, in parte già avviati all’attività di recupero mediante<br />
l’eliminazione della guaina protettiva. Sono stati individuati<br />
inoltre numerosi manufatti in rame ed ottone tra cui vasi<br />
portafiori ed immagini sacre del tipo normalmente usato nei<br />
cimiteri e di cui il titolare non era in grado di documentare il<br />
lecito possesso.<br />
Urna cineraria<br />
con sorpresa a Bari<br />
Due pistole semiautomatiche sono state scoperte e sequestrate<br />
dai carabinieri all’interno di un’urna cineraria nel cimitero di<br />
Bari. La scoperta è stata fatta in seguito ad una telefonata anonima<br />
al 112. Nella stessa urna, inoltre, sono stati trovati altri due<br />
involucri contenenti 11 cartucce cal. 380 e un caricatore vuoto<br />
per stessa Norinco, nonchè una scatola contenente 30 cartucce<br />
cal. 380. Le armi, avvolte in un panno, erano contenute in una<br />
busta stagnola, in ottimo stato e perfettamente funzionanti. Sono<br />
state sottoposte a rilievi da parte dei carabinieri.<br />
Telecamere<br />
nei 12 cimiteri di Verona<br />
È attivo, con 97 telecamere, il sistema di videosorveglianza<br />
delle 14 farmacie comunali e dei 12 cimiteri cittadini. Il progetto,<br />
realizzato da Comune di Verona e Agec, con il cofinanziamento<br />
della Regione Veneto, è stato presentato l’11 luglio<br />
<strong>2011</strong> dal Sindaco Flavio Tosi, dal presidente di Agec Giuseppe<br />
Venturini e dal comandante della Polizia municipale Luigi<br />
Altamura.<br />
“Questo progetto che non ha precedenti a livello nazionale<br />
– ha detto Tosi – è sicuramente<br />
un segnale di grande attenzione<br />
nei confronti della collettività<br />
in quanto permette<br />
di sorvegliare quei luoghi<br />
che sono maggiormente frequentati<br />
dalle fasce più deboli<br />
della società. Il sistema è inoltre<br />
un importante deterrente nei confronti<br />
di episodi di criminalità e vandalismo<br />
e uno strumento utile alle indagini<br />
delle Forze dell’Ordine. Il<br />
completamento di questo sistema, reso possibile<br />
anche grazie all’assessore regionale alla<br />
Sicurezza Massimo Giorgetti, è un ulteriore<br />
tassello del progetto che garantirà ai veronesi<br />
di sentirsi più sicuri nella loro citta”’. Il sistema,<br />
costato 418 mila euro, 250 mila dei quali finanziati dalla Regione<br />
Veneto, è costituito da: 46 telecamere nelle farmacie e<br />
51 telecamere nei cimiteri; 14 sistemi di collegamento con la<br />
centrale operativa dell’istituto di Vigilanza Privata; 13 colonnine<br />
SOS per la richiesta di soccorso posizionate negli ingressi<br />
dei cimiteri; 25 server di registrazione; 2 server di gestione e<br />
controllo ubicate nelle centrali operative della Polizia di Stato<br />
e della Polizia Municipale; 1 postazione di controllo nella centrale<br />
operativa dell’istituto di Vigilanza Privata.<br />
Carro funebre clandestino<br />
All’uscita del cimitero di Ceglie del Campo (Bari), al termine di<br />
un funerale, la polizia municipale interviene (probabilmente a<br />
seguito di una soffiata) e chiede patente e libretto al conducente<br />
di un carro funebre. Sconcerto!<br />
L’autista dice di aver smarrito la patente, poi pure i documenti<br />
di riconoscimento.<br />
Gratta gratta e si scopre che il carro funebre svolgeva l’attività<br />
di onoranze funebri con<br />
un’auto senza assicurazione,<br />
libretto di circolazione e<br />
libretto sanitario annuale di<br />
verifica.<br />
Gli agenti municipali, impegnati<br />
da tempo in un servizio<br />
contro l’abusivismo nel<br />
settore delle onoranze funebri,<br />
hanno scoperto che<br />
l’agenzia incaricata, pur essendo<br />
barese, aveva dato<br />
in subappalto il trasporto<br />
della bara a una impresa di<br />
Rutigliano che aveva messo a disposizione un carro funebre<br />
abusivo.<br />
Il titolare della ditta della provincia, oltre a vedersi sequestrare<br />
un proprio mezzo, ha avuto una multa di oltre mille euro.<br />
77 3
4<br />
ELENCO DELLE IMPRESE DI ONORANZE FUNEBRI ADERENTI A FEDERCOFIT CHE SI<br />
PROPONGONO AI COLLEGHI PER IL "DISBRIGO PRATICHE" O PER ALTRI SERVIZI.<br />
I soci interessati ad essere inseriti, si possono rivolgere alla Segreteria della Federazione.<br />
(elenco pubblicato anche sul nostro sito www.federcofit.com-sezione” servizi e convenzioni”)<br />
PIEMONTE<br />
O.F. Eurofunerali Via Isonzo, 26/A-Torino Tel 011 389335 Fax 011 3828958<br />
O.F. La Fenice C.so Siracusa, 148/A-Torino Tel 011 3094257<br />
Coccato & Mezzetti Via U.Foscolo,12 - Galliate (NO) Tel 0321 866920 Fax 0321 809319<br />
O.F. Volpi<br />
LOMBARDIA<br />
Via V. Foibe 8/A – Casale Monferrato (AL) Tel 0142 454984<br />
O.F. Giovinetti e Consoli Via Podere la Vigna, 10 -Settimo M.se (MI) Tel 02 33512049 Fax 02 33500561<br />
O.F. Sofam Viale Certosa, 303 - Milano Tel 02 38001070 Fax 02 3086269<br />
O.F. C.O.F. Viale Matteotti, 58 - S.S. Giovanni (MI) Tel 02 2409498 Fax 02 2481603<br />
O.F. Pirovano Largo XXV Aprile, 4 - Monza (MI) Tel 02 6125036 Fax 02 6128585<br />
O.F. Gruppo Varesina Sofam Via Tina di Lorenzo, 3 – Milano Tel 02 3551723 Fax 02 33599432<br />
O.F. Impresa Generali Via Ceresio, 3 -Milano Tel 02 341898 Fax 02 34533461<br />
O.F. D'Antoni Riccardo Via delle F. Armate, 201 -Milano Tel 02 4531056 Fax 02 47995368<br />
O.F. OSIOF Viale Piave, 15 -Treviglio (BG) Tel 0363 302678 Fax 0363 304042<br />
O.F. Selmi Via Graziano Imperatore, 3 - Milano Tel 02 66101963 Fax 02 6439135<br />
O.F. 2F Piazza Ospedale Maggiore - Milano Tel 02 6427552 Fax 02 55185720<br />
O.F. Generali di Brescia Via Milano, 34/d - Brescia Tel 030 2350068 Fax 030 2350096<br />
O.F. S.Michele Viale Agnelli, 34 -Lodi Tel 0371 429229 Fax 0371 429229<br />
O.F. Santino Servizi Funebri Via Ceriani, 11/a - Uboldo (VA) Tel 02 96789382 Fax 02 9959097<br />
O.F. Arenzi Via Emilia, 55 - Melegnano (MI) Tel 02 9834237 Fax 02 98125133<br />
O.F. Ricciardi e Corna Via Borgo Palazzo, 51 - Bergamo Tel 035 212179 Fax 035 4195441<br />
O.F. Vergani P.za S. Martino, 24 - Inveruno (MI) Tel 02 9787020 Fax 02 97289248<br />
Impresa Funebre Mombelli Via Rudiano, 29 -Chiari (BS) Tel 030 7002221 Fax 030 7000277<br />
O.F. Galazzi Virginio Via Europa, 44 -S. Donato Milanese (MI) Tel 02 5276381 Fax 02 5272831<br />
O.F. Rampinini Fino Mornasco (CO)-Lomazzo(CO)-Como Tel 031 920361 Fax 031 880888<br />
O.F. Maggioni Roberto via Piave, 3 -Azzano San Paolo (BG) Tel 035 530014 Fax 035 4372253<br />
O.F. Capitani viale Raimondi 11–Vertemate con Minoprio (CO) Tel 031 900200 Fax 031 901111<br />
O.F. Fratelli Ferrario via Marco Polo, 14 – Busto Arsizio (VA) Tel 0331 631057 Fax 0331 631954<br />
O.F. Moro<br />
Via<br />
Mons.<br />
Pogliani,<br />
42<br />
Cesano<br />
Boscone<br />
( MI)<br />
Tel<br />
02<br />
4581416<br />
Fax<br />
02<br />
48602490<br />
O.F. Motta (di)<br />
Via<br />
Silvio<br />
Pellico,<br />
31<br />
– Carate<br />
Brianza<br />
( MB)<br />
Tel<br />
0362<br />
993081<br />
Fax<br />
0362<br />
993081<br />
O.F. San Biagio<br />
Via<br />
Binasco,<br />
66<br />
– Casarile<br />
( MI)<br />
Tel<br />
02<br />
9052415<br />
Fax<br />
02<br />
90095679<br />
O.F. Gambaro Via<br />
Gallarate,<br />
36<br />
– Castano<br />
Primo<br />
(MI) Tel 0331 880154 Fax 0331 877087<br />
O.F. Sacro Cuore<br />
Via<br />
Grandi,<br />
2 – Limbiate<br />
( MB)<br />
Tel<br />
02<br />
99488266<br />
Fax<br />
02<br />
99501378<br />
Azienda Servizi Funebri<br />
VENETO<br />
Via Del Canneto 5/7 – Borgosatollo (BS) Tel 030 2702592 Fax 030 2502512<br />
O.F. Gigi Trevisin Via Inferiore, 49/51 -Treviso Tel 0422 542863 Fax 0422 541700<br />
Ades<br />
FRIULI VENEZIA GIULIA<br />
Via Callalta,7- Lanzago di Silea (TV) Tel 0422 460014 Fax 0422 461935<br />
PFA ass. San Marco<br />
LIGURIA<br />
Vial Rotto, 16 - Pordenone Tel 0434 361910 Fax 0434 366857<br />
O.F. La Generale Pompe Funebri Via Carpaneto, 13 -Genova Tel 010 414241 Fax 010 414244<br />
O.F. Serra di Serra G. & C. Via Piave, 9 -Vado Ligure (SV) Tel 019 880234 Fax 019 2165052<br />
Pompe Funebri Liguri Via XXV Aprile, 239 -Pietra Ligure (SV) Tel 019 627793 Fax 019 6294217<br />
Pompe Funebri Liguri<br />
EMILIA ROMAGNA<br />
Via F.lli Viziano,20 -Albenga (SV) Tel 0182 541414 Fax 0182 554406<br />
O.F. Bola S. Santa Croce Via Abbeveratoia,19 -Parma Tel 0521 292726 Fax 0521 344056<br />
O.F. Santa Croce Viale Risorgimento, 55/c –Reggio Emilia Tel 0522 323865 Fax 0521 344056<br />
O.F. Della Casa Via del Pozzo, 138 -Modena Tel 059 366999 Fax 059 361391<br />
La Funeritalia Via Emilia Pavese, 18 -Piacenza Tel 0523 489996 Fax 0523 489466<br />
Rip. Service Via Calari, 12 - Zola Predosa (BO) Tel 051 6167475 Fax 051 755904<br />
O.F. Teggi Cristian<br />
LAZIO<br />
Via Flumendosa106/108 Fiorano Modenese (MO)Tel 0536 921041 Fax 0536 921041<br />
EUROCOF Via di Torvergata, 426 -Roma Tel 06 72672333 Fax 06 72672111<br />
INTERCOF 2000 Via Monte del Marmo, 296/h -Roma Tel 06 61522522 Fax 06 61532644<br />
Multiservizi ITALIA C.S.F. Via dell’Amba Aradam,17/A - Roma Tel 06 70493623 Fax 06 77209075<br />
O.F. Massimo Lorenzetti Piazzale del Verano, 60 - Roma Tel 06 4457777 Fax 06 4959337<br />
O.F. Lorenzetti A. Via Diego Simonetti, 111- Ostia (RM) Tel 06 5686000 Fax 06 5667695
UMBRIA<br />
O.F. Massimo Acciarini<br />
MARCHE<br />
Via Umberto I, 56 – Foligno (PG) Tel 337 651010 Fax 0742 450068<br />
O.F. Lucadei Via Salaria, 215 - Colli del Tronto (AP) Tel 0736 899185 Fax 0736 893168<br />
O.F. Corvatta Via Oberdan, 28 -Tolentino (MC) Tel 0733 968086 Fax 0733 968086<br />
O.F. Damiani Via Tito Afranio, 58 – Ascoli Piceno Tel 0736 259012 Fax 0736 346987<br />
O.F. Toccaceli Paolo,Giuliano Via XXII Agosto, 12 – Cagli (PU) Tel 0721 781560 Fax 0721 780021<br />
O.F. F.lli Rossi<br />
TOSCANA<br />
Via Flaminia 90 – Tavernelle di Serrungarina (PU)Tel 0721 892208 Fax 0721 879182<br />
O.F. La Colomba Via Sugherella, 3/A - Montevarchi (AR) Tel 055 980017 Fax 055 983744<br />
OFISA Viale Milton, 89/91 – Firenze Tel 055 489802 Fax 055 489101<br />
O.F. Francini Bruschi Via V. Veneto, 40 - Pontassieve (FI) Tel 055 8368197 Fax 055 8368273<br />
O.F. SIFE Via Cavour, 58/80 - Empoli (FI) Tel 0571 76644 Fax 0571 72340<br />
O.F. Franceschini Via di Tempagnano,120 – Lucca Tel 0583 491594 Fax 0583 91155<br />
O.F. Spagnoli Via F. Datini, 25 A/B – Firenze Tel 055 6580824 Fax 055 294508<br />
O.F. Cosmi Via S. Giorgio, 48 – Lucca Tel 0583 493726 Fax 0583 474183<br />
O.F. Cascinesi Via T. Romagnola, 2081- Navacchio Cascina (PI) Tel 050 775503 Fax 050 715291<br />
O.F. La Pace Via Pace, 42 - Grosseto Tel 0564 456262 Fax 0564 456262<br />
O.F. Santini Via Veneto, 1 - Cecina (LI) Tel 0586 680087 Fax 0586 691229<br />
O.F. E. Nannoni Via Sardegna, 35 – Siena Tel 0577 280963 Fax 0577 280963<br />
O.F. Viti e Ricucci Viale Trieste, 174 - Sinalunga (SI) Tel 0577 630270 Fax 0577 630270<br />
O.F. Paladini Enrico Via Aurelia, 896 - Querceta (LU) Tel 0584 769001 Fax 0584 768914<br />
O.F.A.R. Piazza S. Donato, 32 – Arezzo Tel 0575 907070 Fax 0575 907050<br />
O.F. IFA Via De Gasperi, 59/62 - Arezzo Tel 0575 900226 Fax 0575 903444<br />
Genesi<br />
ABRUZZO<br />
documentazione funeraria e cimiteriale Tel 338 4708713 Fax 0583 91155<br />
O.F. Aeterna Via Salomone, 94 - Chieti Tel 0871 348898 Fax 0871 348898<br />
O.F. D’Alessandro Via Adriatica Sud, 5 - Francavilla al Mare (CH) Tel 085 816125 Fax 085 4911313<br />
O.F. Emidio e Alfredo De Florentiis Via Spaventa, 6/3 - Pescara Tel 085 66021 Fax 085 66466<br />
O.F. Verrocchio Via Vestina, 420/b - Montesilvano (PE) Tel 085 4682032 Fax 085 4682032<br />
O.F. Di Donato Via<br />
Intagliata,<br />
13-Castiglione<br />
M.<br />
R.<br />
(TE) Tel.0861 990230 Fax 0861 909643<br />
O.F. Di Menno<br />
CAMPANIA<br />
Contrada<br />
Nasuti,<br />
82-Lanciano<br />
( CH)<br />
Tel.0872 712777 Fax 0872 712777<br />
O.F. Gennaro Tammaro Via Giacinto Gigante, 70 - Napoli Tel 081 5448745 Fax 081 5448773<br />
O.F. CSG Molinaro Via San Martino 123- Montesarchio (BN) Tel 0824 847369 Fax 0824 837975<br />
O.F. Dorelli e Ferrara Via Avezzana 17bis – S. Maria C V (CE) Tel. 0823 589268 Fax 0823 817784<br />
O.F. Graziano Via Pincipe Lancellotti, 27 – Lauro (AV) Tel. 339 3447137 Fax 081 8250350<br />
O.F. Nazzaro Mirella Via Frustelle, 44 – Monte Miletto (AV) Tel. 0825 963408 Fax 0825 963408<br />
O.F. Enzo Viscusi<br />
PUGLIA<br />
Via Tiglio,4 – Melizzano (BN) Tel 0824 979773 Fax 0824 609159<br />
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SICILIA<br />
Via G. Bovio, 36 - Bisceglie (BA) Tel 080 3992070 Fax 080 3921642<br />
O.F. Velletri Francesco Via Empedocle Restivo, 30 - Palermo Tel 091 525259 Fax 091 7292953<br />
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5
680<br />
Arezzo:<br />
ASL controcorrente<br />
L’ASL di Arezzo comunica che nei due ospedali più grandi,<br />
Arezzo e Valdarno, adesso è stato istituito un servizio di “presidio”<br />
permanente, con personale dedicato per il servizio obitoriale.<br />
Di fatto, fino ad ora, il personale deputato al trasporto<br />
delle salme dalle degenze all’obitorio veniva attivato “ad<br />
hoc” in occasione del decesso di un paziente.<br />
E le camere mortuarie non erano “sorvegliate” in continuo,<br />
ma solo sporadicamente. L’Azienda, con una scelta precisa<br />
e uno sforzo economico opposto a quello di contenimento<br />
delle spese per il personale, ha deciso di elaborare un capitolato<br />
di appalto che prevedesse, per gli ospedali di Arezzo<br />
e Valdarno, la presenza fissa di operatori presso l’obitorio e<br />
le camere mortuarie. In particolare è garantita la presenza di<br />
un operatore nelle 12 ore diurne (8,00-20,00) con compiti di<br />
trasporto salma dal reparto all’obitorio, gestione dell’attività<br />
nel servizio, relazioni con le famiglie e con le Imprese Funebri<br />
dalle stesse delegate, ed altre attività dettagliate nel regolamento<br />
dell’obitorio stesso. Il regolamento è stato discusso e<br />
condiviso, prima con gli operatori degli ospedali e successivamente<br />
con le Imprese Funebri. La nuova gestione con la<br />
presenza di operatore a presidiare il servizio consente il controllo,<br />
la vigilanza rispetto all’entrata nei locali degli impresari<br />
funebri che solo con delega scritta della famiglia e con cartellino<br />
di identificazione possono accedere nelle camere mortuarie<br />
per l’espletamento del servizio a loro affidato . L’orario<br />
di apertura al pubblico del servizio mortuario negli ospedali di<br />
Arezzo e Valdarno è dalle 8,00 alle 20.00. Per quanto riguarda<br />
l’orario di chiusura è data la possibilità ai familiari (su richiesta)<br />
di vegliare il proprio caro oltre l’orario definito.<br />
Una opportunità definita nel documento di “informazioni per<br />
i familiari” che viene consegnato dall’operatore della ditta<br />
affidataria del servizio mortuario ai familiari: “è concesso di<br />
poter vegliare la persona deceduta oltre l’orario di apertura<br />
dei locali, previa richiesta al personale addetto al servizio e<br />
autorizzazione del personale della Direzione Medica di Presidio”.<br />
Una possibilità che è sempre stata concessa a chiunque<br />
ne ha fatto richiesta e che è intenzione della Asl mantenere.<br />
Resta ovviamente in vigore (come prevede la apposita Legge<br />
regionale) la possibilità da parte dei familiari di effettuare la<br />
veglia funebre a cofano aperto in altri locali idonei, al di fuori<br />
dell’obitorio ospedaliero: da parte della Azienda sanitaria<br />
questa richiesta viene sempre tempestivamente autorizzata.<br />
Ma le offese potranno mai<br />
nascondere la coda di paglia<br />
o i veri problemi?<br />
Ormai nella lunga e sempre frizzante storia infinita dei rapporti<br />
tra Feniof e Federcofit non ci viene risparmiato niente:<br />
anche le offese. Abbiamo letto, infatti, la denuncia di “un<br />
intervento delirante pubblicato sulla Lettera del Presidente”.<br />
Di fronte al “delirio” …, la cosa sembra essere interessante.<br />
Andiamo quindi a vedere...<br />
L'articolo del Maggio scorso, cui si fa riferimento, cita ben<br />
virgolettate parti di documenti ufficiali, scritti o sottoscritti,<br />
da Feniof o sue strutture decentrate e pone domande, oltre<br />
che legittime, ovvie. Certo, evidenziando una discordanza tra<br />
quanto sottoscritto dalla massima autorità di Feniof, il Presidente,<br />
con quanto scritto del Segretario Bosi, vengono poste<br />
conseguenti domande in merito a quale è la posizione vera,<br />
oltre che ufficiale, di Feniof. Ora si può anche considerare<br />
“deliranti” queste affermazioni o considerazioni, si dica però<br />
come stanno le cose, altrimenti il delirio viene, davvero, a chi<br />
deve capire da che parte sta Feniof su cose particolarmente<br />
importanti per la funeraria. A meno che, come spesso succede,<br />
l'offesa gratuita serva a nascondere la pochezza o la<br />
difficoltà.<br />
Non si tratta di ricostruzioni non corrette, si tratta di documenti<br />
ufficiali, sfociati in Parlamento, formalmente sottoscritti.<br />
Se sono ancora validi, bene... Altrimenti senza tanti contorcimenti<br />
si diano risposte chiare e precise senza reticenza. E' legittimo<br />
porre domande anche a Federcofit, che sicuramente<br />
non rappresenta il verbo divino, su tanti temi, compresi quelli<br />
relativi ai rapporti tra funerarie e strutture sanitarie.<br />
In altra parte di questa Lettera del Presidente si affronta questo<br />
tema, senza dare una risposta compiuta, saremmo particolarmente<br />
bravi stante la situazione e gli scandali presenti in<br />
tutte le regioni del nostro bel paese, ma, sicuramente, proponendo<br />
un approccio concreto e progressivo che, rifuggendo<br />
dal rifugiarsi in posizioni di principio dimostratesi nel tempo<br />
assolutamente inefficaci, non demonizza nessuna proposta e<br />
cerca di far progredire soluzioni concrete e generalizzabili.<br />
È vero, Federcofit non ha sottoscritto nessuna posizione definita<br />
su un tema così complesso e difficile. Siamo impegnati<br />
in una ricerca nata molto tempo addietro, anche con qualche<br />
consenso della massima dirigenza di Feniof, e non solo di<br />
Feniof, senza avere ancora raggiunto un risultato condiviso.<br />
L'obiettivo è ambizioso e difficile: vogliamo però evitare che<br />
da una parte, in genere al centro, si predichi bene ed in molte<br />
parti del paese, Toscana, Abruzzo, Calabria, Puglia, Lombardia,....,<br />
si razzoli male, o ci si opponga a soluzioni anche di interesse<br />
per la categoria semplicemente perché le ha proposte<br />
l'Organizzazione concorrente.<br />
Caronte