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N. 2 - Settembre 2011 - OFItalia

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M A G A Z I N E<br />

numero 2 | <strong>Settembre</strong> <strong>2011</strong><br />

DIREZIONE,<br />

AMMINISTRAZIONE, PUBBLICITÀ:<br />

Via Vochieri, 89 - 15121 Alessandria<br />

Tel. 0131 383271 - Fax 0131 325647<br />

DIRETTORE RESPONSABILE:<br />

Franco Capone<br />

RESPONSABILE REDAZIONE:<br />

Cristina Pasino<br />

REDAZIONE:<br />

Franco Capone<br />

Cristina Pasino<br />

Pier Luigi Pasino<br />

Vito Saccinto<br />

COLLABORATORI:<br />

Matteo Alfonso<br />

Antonio Fiori<br />

Mauro Tita<br />

GRAfICA E IMPAGINAZIONE:<br />

Salvatore Zagari<br />

wEBMASTER:<br />

Marco Assandri<br />

SEGRETERIA:<br />

Tiziana Capone<br />

Francesca Zancanaro<br />

PUBBLICITÀ:<br />

Pasino P.<br />

Cell. 339 6348150 - 377 1694840<br />

pasino@ofitalia.it<br />

STAMPA:<br />

Tipografia dueEsse srl<br />

Via Morosini, 7 – 15067 Novi Ligure (AL)<br />

COPYRIGHT:<br />

Tutti i diritti sono riservati.<br />

E' vietata la riproduzione, anche parziale,<br />

dell' opera, in ogni forma e con ogni mezzo<br />

senza previa autorizzazione.<br />

Testi ed opinioni in essi contenuti sono<br />

sotto la responsabilità dei singoli autori<br />

Distribuzione in 6.000 copie<br />

inviate agli operatori della Funeraria Italiana<br />

Proprietà editoriale e copyright:<br />

O.F. ITALIA s.a.s<br />

O.F. ITALIA MAGAZINE<br />

è un marchio depositato<br />

CONTATTI:<br />

info@ofitalia.it<br />

www.ofitalia.it<br />

REGISTRAZIONE:<br />

Tribunale di Alessandria<br />

n° 2/<strong>2011</strong> del 30/06/<strong>2011</strong><br />

eLeMenti<br />

eLeMenti<br />

sas<br />

sas<br />

Via Verdi, Via 3Verdi,<br />

3<br />

20010 Inveruno (MI) Italy<br />

eLeMenti 20010 sasInveruno<br />

(MI) Italy<br />

T/F<br />

eLeMenti<br />

+39 02 9789255<br />

Via Verdi, T/F +39 3sas02<br />

9789255<br />

E<br />

Via<br />

info@e-le-menti.com<br />

20010 Verdi, Inveruno E info@e-le-menti.com<br />

3 (MI) Italy<br />

www.e-le-menti.com<br />

Sommario<br />

T/F 20010 +39<br />

www.e-le-menti.com<br />

Inveruno 02 9789255 (MI) Italy<br />

E T/F info@e-le-menti.com<br />

+39 02 9789255<br />

www.e-le-menti.com<br />

E info@e-le-menti.com<br />

www.e-le-menti.com<br />

3 Editoriale<br />

Franco Capone<br />

8 Il fatto<br />

Cara Toscana...<br />

10 Temi attualità<br />

La riforma della funeraria<br />

12 fiere/Eventi<br />

Eterna<br />

14 Il dolore della morte<br />

16<br />

Chi siamo<br />

Ofitalia<br />

18 La formazione<br />

24 Imparare a formarsi:<br />

perché?<br />

26 Milano:<br />

si riparte<br />

36 Energia Eolica:<br />

Una vera alternativa<br />

48 Teatro<br />

Editoriale<br />

ADDOBBI ARREDAMENTO CASE FUNERARIE PROGETTAZIONE<br />

ADDOBBI<br />

ADDOBBI<br />

ADDOBBI ARREDAMENTO<br />

ARREDAMENTO<br />

ARREDAMENTO CASE<br />

CASE<br />

CASE FUNERARIE<br />

FUNERARIE<br />

FUNERARIE PROGETTAZIONE<br />

PROGETTAZIONE<br />

PROGETTAZIONE<br />

semplicità leggerezza esteticità essenzialità<br />

semplicità leggerezza esteticità essenzialità<br />

semplicità leggerezza esteticità essenzialità<br />

semplicità leggerezza esteticità essenzialità<br />

eLeMenti eLeMenti<br />

eLeMenti<br />

eLeMenti<br />

49 “Genova 01”<br />

50 Intervista a<br />

fausto Paravidino<br />

52 I riti<br />

Le Prefiche<br />

56 Legge Marche<br />

Che succederà...?<br />

57<br />

Ofitalia Magazine Numero 2 | <strong>Settembre</strong> <strong>2011</strong><br />

Mensile dedicato alla funeraria italiana NUMERO 2 | SETTEMBRE <strong>2011</strong><br />

Ultimo saluto a Sergio<br />

Santamarianova<br />

62 Sport<br />

La Fenice torna a volare<br />

66 Urne...<br />

In fondo al lago<br />

69 Curiosità<br />

72<br />

74-1<br />

Domina Vacanze<br />

Offerta esclusiva ai lettori<br />

di Ofitalia Magazine<br />

Lettera del Presidente<br />

Informazione mensile di Federcofit<br />

1


Editoriale<br />

Cari lettori... ben ritrovati, con le vacanze ormai alle spalle ed in attesa<br />

di un autunno che Vi auguro ricco di soddisfazioni professionali, nonostante<br />

le preoccupazioni per una crisi economica ancora fortemente<br />

presente e dalle prospettive incerte per l’immediato futuro.<br />

Eccoci qua e come primo dato, non posso eludere alcune considerazioni<br />

riguardanti il nostro “Magazine”: dalla prima uscita al suo futuro.<br />

Debbo ringraziare quanti ci hanno fatto pervenire sia i loro apprezzamenti,<br />

sia le loro critiche: i primi indubbiamente graditi, le seconde utili<br />

ed indispensabili per crescere e migliorarsi.<br />

Franco Capone Da questo numero registriamo una novità importante: è presente all’interno<br />

della rivista la Comunicazione Sindacale di FEDERCOFIT ossia<br />

la “Lettera del Presidente”.<br />

Siamo lieti di ospitare uno strumento importante per l’informazione del settore, appartenente<br />

all’Organizzazione di categoria che tanto si adopera (insieme a FENIOF) per gli interessi degli<br />

Operatori Funebri Italiani.<br />

Questa presenza arricchisce il nostro “Magazine” e sono certo che la collaborazione di OFITALIA<br />

con FEDERCOFIT sarà portatrice di buoni frutti.<br />

Detto questo, mi collego a quanto già affermato nel precedente editoriale: “Ofitalia Magazine” è<br />

libera ed indipendente e quindi aperta a tutto l’universo della funeraria, sarà compito nostro non<br />

aspettare ma ricercare e stimolare i contributi necessari per garantire varietà e pluralismo di informazione.<br />

L’unica nostra priorità sarà sempre quella di costruire la rivista dell’impresario funebre per l’impresario<br />

funebre e quindi non siamo e non saremo la dèpendance di nessuno ma intendiamo essere<br />

il salotto di tutti.<br />

.....Arrivederci e buon lavoro.<br />

Le Imprese di Onoranze Funebri presenti nelle pagine successive, danno la<br />

loro disponibilità ai colleghi per il disbrigo pratiche, documenti, trasporti e/o<br />

altri servizi garantendo serietà e professionalità, al pari di tutte le Imprese<br />

aderenti a “O.F.Italia” e visibili sul Volume e sul portale web dedicato<br />

3


26-27 novembre <strong>2011</strong>


8<br />

Il fatto<br />

Cara Toscana<br />

ti voglio raccontare una storia!<br />

C’erano una volta, tanti anni fa<br />

sul tuo bel territorio, tante Imprese<br />

di Onoranze Funebri: piccole,<br />

in genere familiari, con qualche<br />

rara eccezione di dimensioni più<br />

consistenti. Ti chiedi perché dico:<br />

“c’erano”?<br />

Tu, a differenza delle altre Regioni,<br />

eri e sei, e spero, rimarrai un<br />

esempio positivo, perché ospiti<br />

una ricchissima e diffusa rete di<br />

organizzazioni di volontariato di<br />

diversa estrazione, che operano<br />

per aiutare i cittadini e le famiglie<br />

toscane, le Onlus giustamente<br />

sostenute dalle norme del nostro<br />

Stato.<br />

Come certamente ricorderai, nel<br />

passato il loro intervento nel settore<br />

funebre era circoscritto, di<br />

solito si limitavano ad accompagnare<br />

la salma al cimitero e non<br />

intervenivano sugli “aspetti commerciali”<br />

delle Onoranze Funebri.<br />

Purtroppo oggi non è più così,<br />

infatti, oltre ad occuparsi di assistenza<br />

sanitaria e di interventi<br />

solidaristici in modo encomiabile,<br />

molte associazioni tra quelle<br />

esistenti, svolgono anche attivi-<br />

tà di Onoranze Funebri, che di<br />

fatto è un’attività prettamente<br />

commerciale e sicuramente non<br />

marginale in relazione al mercato<br />

specifico. La gestione avviene<br />

in diretta concorrenza con gli<br />

operatori “regolari”, utilizzando<br />

anche tecniche “aggressive” in<br />

uso nel commercio, sfruttando i<br />

privilegi riconosciuti dalle norme<br />

e praticando di fatto una concorrenza<br />

sleale con gli operatori funebri.<br />

Si distribuisce pubblicità in ogni<br />

luogo, anche in quelli inibiti per<br />

consolidate normative generali,<br />

come le strutture sanitarie, che<br />

mescolano disinvoltamente la<br />

promozione di attività “istituzionali”<br />

- come il 118-, con attività<br />

commerciali -vedi quella di<br />

Onoranze Funebri; si utilizzano<br />

prestazioni di manodopera volontaria,<br />

utile e benemerita se<br />

impegnata in azioni di assistenza,<br />

certamente fuori norma se usata<br />

in attività commerciali, …..<br />

Si realizza, quindi, una commistione<br />

tra compiti istituzionali ed<br />

attività commerciali particolarmente<br />

negativa e capace solo di<br />

determinare “illegittime posizioni<br />

dominanti sul mercato”, spesso<br />

censurate dall’Autorità Garante<br />

della Concorrenza e del Mercato.<br />

Ormai molta parte del Tuo territorio,<br />

cara Toscana, è stato conquistato.<br />

E così, nel corso degli<br />

anni, in numerosi comuni, ed in<br />

alcune province, non vi è più spazio<br />

per imprese private che, hanno<br />

cessato la loro attività.<br />

Sia chiaro, cara Toscana, che profondo<br />

rispetto abbiamo per il<br />

diffuso tessuto del volontariato e<br />

per le numerose attività benemerite,<br />

in materia sanitaria e socioassistenziale.<br />

Pensa soltanto che<br />

molti di noi esercitano l’attività<br />

di volontari soccorritori nel loro<br />

tempo libero, adoperandosi, con<br />

i mezzi in loro possesso, a quelle<br />

che sono le richieste di piccole<br />

realtà territoriali che necessitano<br />

quotidianamente di strumenti<br />

specifici per svolgere al meglio<br />

il loro servizio socio assistenziale.<br />

Come vedi siamo, anche noi,<br />

sempre in prima linea nel volontariato.<br />

Tanti sono anche gli<br />

esempi concreti che Ti potrei descrivere.


L’ attività Funebre però è una attività<br />

complessa, costosa ed impegnativa,<br />

e, soprattutto, molto<br />

professionale, se esercitata nel<br />

puntuale rispetto delle leggi dello<br />

Stato, da eseguire nel rispetto<br />

delle condizioni imprenditoriali<br />

vigenti. Poter sostituire gli addetti<br />

con personale volontario sarebbe<br />

per tutti un enorme beneficio, anche<br />

se dalle conseguenze imprevedibili.<br />

La crisi che il paese sta attraversando<br />

tocca tutti, anche le imprese<br />

funebri e le Onlus. Anche<br />

le interpretazioni delle norme si<br />

vanno affinando ed approfondendo<br />

con evidenti attenzioni nuove<br />

ai redditi derivanti dalle attività<br />

commerciali, indipendentemente<br />

dal soggetto che le gestisce, con<br />

conseguente attenzione diversa<br />

sia alle attività “marginali” sia a<br />

quelle commerciali in genere gestite<br />

da Onlus, forse condizionando<br />

la stesa esistenza di una Onlus.<br />

Lo ripeto, cara Toscana, non vogliamo<br />

ostacolare il volontariato,<br />

anzi, l’obiettivo nostro è sollecitare<br />

un’ analisi ed una valutazione<br />

che aiuti tutti a fare bene il pro-<br />

prio mestiere, nel rispetto delle<br />

norme, nella piena valorizzazione<br />

della professionalità necessaria,<br />

nella massima trasparenza e rispetto<br />

della volontà dei cittadini.<br />

Per rendere chiari questi obiettivi<br />

sosteniamo la nostra Federazione,<br />

Federcofit, che si è mossa in<br />

difesa del comparto funerario,<br />

con interventi incisivi finalizzati a<br />

difendere gli spazi operativi della<br />

categoria, e, soprattutto la crescita<br />

professionale degli operatori<br />

funebri come valore assoluto per<br />

servire meglio le esigenze delle<br />

famiglie colpite da un lutto. Certo<br />

siamo e dobbiamo essere pronti<br />

ad ogni confronto e approfondimento<br />

con tutti i soggetti, istituzionali<br />

e sociali, quindi anche con<br />

le Onlus, consapevoli che il percorso<br />

per correggere deviazioni,<br />

recuperare rapporti, ridefinire<br />

corretti spazi di intervento, non<br />

sarà né facile, né breve, anche se<br />

obbligato per tutti.<br />

Carissima Toscana, purtroppo,<br />

tanti operatori che da generazioni<br />

esercitavano sul territorio non<br />

esistono più, ci auguriamo, che<br />

gli interventi che saranno messi<br />

in atto dalle autorità competenti<br />

mettano fine ad ogni disparità di<br />

trattamento tra i vari soggetti che<br />

oggi esercitano questa attività, e,<br />

soprattutto, permettano un controllo<br />

maggiore sulla regolarità<br />

dei servizi funebri svolti e sulle<br />

tante furbizie messe in atto in<br />

tante realtà ed in tante strutture<br />

sanitarie e non.<br />

Vorrei che tutti potessimo lavorare<br />

con serenità e professionalità<br />

per aiutare le famiglie toscane<br />

colpite da un lutto con la professionalità<br />

necessaria in un tempo<br />

molto difficile, come quello che<br />

stiamo attraversando, e nel rispetto<br />

di regole uguali per tutti e<br />

senza privilegi.<br />

Come vedi, sono molteplici i motivi<br />

per sollecitare una riflessione<br />

approfondita sullo stato delle<br />

cose e per procedere con urgenza<br />

ad avviare incisive correzioni.<br />

Chissà se con il Tuo aiuto si possa<br />

anche avviare con tutti i soggetti<br />

interessati un proficuo e sincero<br />

confronto per trovare adeguate e<br />

giuste soluzioni.<br />

Ti saluto caramente !!<br />

l’Anonimo Toscano<br />

9


10<br />

Giovanni Caciolli<br />

Segr. Naz. Fedrercofit<br />

La recente proposta di legge “Paolini”,<br />

presentata alla Camera ha<br />

sicuramente un merito: il dibattito<br />

sulla funeraria sembra aver<br />

ripreso una qualche attualità e la<br />

cosa può rappresentare un dato<br />

molto positivo indipendentemente<br />

dall’esito che questa legislatura<br />

potrà garantire.<br />

Se spendessimo bene il tempo residuo<br />

di questa legislatura, forse<br />

potremmo anche ottenere il risultato<br />

atteso da oltre un decennio,<br />

ma, in ogni caso, se riuscissimo a<br />

focalizzare e precisare meglio la<br />

soluzione di quei tre o quattro<br />

problemi di fondo, determinanti<br />

per lo sviluppo corretto del settore,<br />

avremmo fatto un grande passo<br />

avanti.<br />

E’ vero, Federcofit e Feniof hanno<br />

sottoscritto, tramite i loro<br />

Presidenti, una Proposta di legge,<br />

in gran parte recepita della<br />

Commissione Sanità del Senato,<br />

ma evidentemente, anche su questo<br />

testo permangono numerose<br />

riserve se, come è vero, in numerose<br />

realtà territoriali e regionali<br />

ci si muove su coordinate molto<br />

diverse. Probabilmente anche a<br />

questo, anche se non solo, si deve<br />

addebitare il sostanziale blocco<br />

della discussione di questa proposta<br />

di legge in Commissione al<br />

Senato.<br />

I Capisaldi di ogni ipotesi di riforma<br />

della funeraria italiana, per<br />

Temi attualità<br />

Parlando di riforma<br />

della funeraria<br />

quanto concerne l’attività funebri,<br />

mettendo tra parentesi per un<br />

momento le problematiche cimiteriali,<br />

sono sostanzialmente<br />

quattro: i requisiti per l’attività<br />

funebre e le modalità per ottenerli,<br />

la questione sanitaria ed il rapporto<br />

tra questa e le attività funebri,<br />

il controllo, da parte delle<br />

Istituzioni o di altri soggetti ad<br />

hoc deputati, obbligatorio e periodico<br />

sulle attività funebri e, infine,<br />

la definizione di un quadro<br />

per lo sviluppo e la crescita<br />

dell’imprenditoria funebre (casa<br />

funebre e servizi annessi, servizi<br />

post mortem, ….).<br />

Su questi temi dovremmo approfondire<br />

la riflessione sia per chiarirne<br />

tutti gli aspetti, sia per superare<br />

quelle riserve mentali che<br />

impediscono di spingere con la<br />

dovuta decisione il varo definitivo<br />

di una norma, sostanzialmente<br />

condivisa da tutti.<br />

Partiamo dalle Camere Mortuarie<br />

degli ospedali, tema centrale<br />

su cui molto si discute.<br />

La realtà maturata è molto articolata<br />

e differenziata. Guai a generalizzare<br />

tutto e mescolare situazioni<br />

negative con situazioni<br />

passabili o, per fortuna, situazioni<br />

buone, non molto numerose ma<br />

proprio per questo da salvaguardare<br />

con ogni impegno.<br />

Fino agli anni settanta del problema<br />

ci si occupava ben poco; i<br />

luoghi del decesso erano, per lo<br />

più, le abitazioni e questo permetteva<br />

una naturale e più facile<br />

scelta da parte dei cittadini.<br />

Sono gli anni successivi che, in<br />

assenza di adeguate norme, fanno<br />

esplodere progressivamente il<br />

problema: i luoghi di decesso sono<br />

sempre più le strutture sanitarie<br />

e gli ospedali diventano “il<br />

mercato” delle onoranze, con<br />

pesanti ripercussioni soprattutto<br />

nelle aree urbane.<br />

Numerosi sono stati i tentativi di<br />

regolarizzare questo “mercato”<br />

condotti dalle varie componenti<br />

presenti sul settore: istituzioni,<br />

strutture sanitarie, operatori funebri,<br />

ecc.<br />

A ben riflettere anche le Convenzioni<br />

ospedaliere, cosiddette,<br />

con turni di permanenza nelle<br />

Camere Mortuarie per gli operatori<br />

funebri, avevano questo<br />

obiettivo. Gli stessi appalti di gestione<br />

delle Camere mortuarie<br />

rispondevano anche all’obiettivo<br />

di eliminare la commistione tra<br />

infermieri e servizi funebri con<br />

gli scandali che si ripetevano con<br />

cadenza frequente e che, si badi<br />

bene, stanno riprendendo con<br />

ritmo preoccupante, oggi dopo<br />

le note posizioni dell’Autorità Garante<br />

e quant’altro. Quando si rivendica<br />

da parte di operatori funebri<br />

una qualche bontà delle<br />

passate Convenzioni o degli Ap-


palti, per avere sconfitto, allora, la<br />

pesante intromissione del personale<br />

sanitario nei servizi funebri,<br />

si vuole proprio ricordare questo,<br />

anche se con evidente parzialità.<br />

Ancora oggi, girando per il nostro<br />

paese in lungo ed il largo, capita<br />

di trovare ipotesi di convenzioni<br />

ospedaliere con operatori<br />

funebri che addirittura fanno riferimento<br />

al “SERVIZIO DEL<br />

TAXI DEL MORTO”, per dire come<br />

è variegata la situazione.<br />

Un elemento sembra acquisito<br />

per tutti, istituzioni, strutture sanitarie,<br />

autorità statuali ed operatori<br />

funebri: all’interno delle Camere<br />

mortuarie si gioca gran<br />

parte delle regole di corretta<br />

concorrenza e la prospettiva di<br />

uno sviluppo libero e professionale<br />

delle attività funebri.<br />

La giurisprudenza, l’Autorità Garante<br />

e buona parte della legislazione<br />

regionale sulla funeraria<br />

hanno permesso di fare passi<br />

avanti nella definizione degli<br />

spazi di agibilità, anche se, ovviamente,<br />

non hanno definito<br />

regole attive per la soluzione dei<br />

problemi. Colpisce che ancora<br />

non si sia affrontato il tema del<br />

rapporto tra attività funebri ed<br />

attività sanitarie e parasanitarie<br />

(118, trasporti sanitari, ….); in<br />

ogni caso si sono definite con<br />

abbastanza chiarezza le incompatibilità<br />

in capo alle attività<br />

funebri.<br />

Siamo a metà del guado: sappiamo<br />

cosa non si può, né si deve<br />

fare, non abbiamo ancora una<br />

soluzione per le cose da fare in<br />

termini attivi e positivi. Questo<br />

dovrebbe essere un obiettivo primario<br />

del settore; ce lo ritroviamo<br />

davanti non solo per gli<br />

“scandali” che si susseguono<br />

continuamente in tante città, ma<br />

anche per le dinamiche che stanno<br />

alla base degli interventi delle<br />

strutture sanitarie.<br />

Se gli appalti per la gestione delle<br />

Camere Mortuarie, con l’obbligo<br />

di trasferire le salme dai reparti e<br />

la gestione per almeno 12 ore<br />

giornaliere, sono affidati per cifre<br />

irrisorie e non remunerative,<br />

giocoforza, ci si dovrà “arrangiare”,<br />

solo per fare un banale esempio.<br />

Le norme regionali sulla incompatibilità,<br />

non hanno, da<br />

sole, risolto il problema se solo<br />

si guarda ai molteplici “scandali”<br />

emersi in questi anni, o se semplicemente<br />

si ascoltano gli operatori<br />

nelle varie realtà territoriali.<br />

Sicuramente non è facile individuare<br />

la soluzione che vada bene<br />

a tutte le realtà del paese,<br />

qualcosa, però, si può fare per<br />

avvicinarsi sempre più a situazioni<br />

buone o, quantomeno accettabili<br />

e senza rifugiarsi in<br />

formule tanto vere ed ovvie<br />

quanto prive di effetti concreti:<br />

se tutti stessero ..., se tutti facessero<br />

..., se tutti si comportassero<br />

…, e via andando.<br />

Prima di tutto dovremmo smettere<br />

di addossare l’un l’altro le<br />

responsabilità di questi fenomeni<br />

facendo una strana gara a chi<br />

è più vergine: non serve a nessuno<br />

vedere chi condanna con più<br />

veemenza….<br />

Si debbono, sicuramente, invocare<br />

controlli ed interventi rigorosi<br />

da parte delle Autorità e,<br />

quando è necessario, della Magistratura,<br />

sapendo, però, che curare<br />

questo male non basta, perché<br />

arriviamo sempre dopo; il<br />

problema vero è prevenirlo.<br />

Certo l’informazione è la base di<br />

partenza, un’informazione attenta,<br />

esauriente e chiara; ma anche<br />

questa non basta, in questo settore<br />

come in tanti altri.<br />

Credo si possano definire gra-<br />

duali interventi finalizzati non<br />

solo ad uniformare norme e regole,<br />

nel rispetto delle leggi dello<br />

Stato, ma anche a creare esperienze<br />

su un fenomeno tutto<br />

sommato ancora in evoluzione.<br />

Un Regolamento delle Camere<br />

mortuarie che assuma uniformità<br />

di principi in tutto il territorio<br />

nazionale: non è facile, ma<br />

con buona volontà si può arrivare<br />

a posizioni condivise da tutta<br />

la categoria da proporre alle Regioni.La<br />

definizione di appalti<br />

gestionali congrui, rispettosi<br />

delle incompatibilità definite<br />

dall’Autorità Garante ma tali da<br />

permettere alle gestioni di svolgere<br />

il servizio senza rischiare<br />

perdite economiche insostenibili.<br />

Ed infine, ce lo dobbiamo dire<br />

con franchezza, la ricerca di<br />

modelli e di soggetti gestionali<br />

che permettano di realizzare<br />

maggior rigore e tutela effettiva<br />

per tutti i soggetti in campo e<br />

per tutti i legittimi interessi, economici<br />

e sociali, che si sviluppano<br />

nel settore e negli eventi luttuosi.<br />

Il confronto su questo soggetto<br />

gestionale non è semplice, lo<br />

abbiamo visto, ma l’esperienza<br />

di questi anni dovrebbe stimolare<br />

qualche riflessione: le cose<br />

vanno sempre peggio e la categoria<br />

dimostra una preoccupante<br />

e disarmante impotenza,<br />

che si rifugia sempre più spesso<br />

nell’invocare una sorta di stato<br />

di polizia per impedire gli abusi.<br />

Sgombriamo il campo da riserve<br />

mentali e preconcetti; riattiviamo<br />

un confronto<br />

concreto: chissà che qualche<br />

utile proposta non possa venire<br />

fuori...., altrimenti ci troveremo<br />

sempre questo problema come<br />

un macigno che impedisce un<br />

percorso virtuoso e capace di<br />

progressive soluzioni.<br />

11


12<br />

Evento Dinamico, in collaborazione<br />

con Fiera Roma, presenta la<br />

novità eristica romana di settore;<br />

è infatti in programma il 26-27<br />

novembre <strong>2011</strong> presso il nuovo<br />

polo eristico di Roma, ETERNA<br />

MostraConvegno delle attrezzature<br />

e dei servizi funerari e cimiteriali.<br />

Eterna nasce dalla rielaborazione,<br />

da parte degli organizzatori, di<br />

una serie di input ricevuti durante<br />

i vari incontri con gli operatori del<br />

settore, ponendosi come evento di<br />

riferimento per il mercato nazionale.<br />

La vera e propria novità di ETERNA<br />

consiste nel presentare alle imprese<br />

di settore un pacchetto “tutto<br />

incluso”, che prevede già lo spazio<br />

espositivo allestito e il servizio di<br />

pernottamento alberghiero. In<br />

questa maniera le Aziende partecipanti<br />

non hanno alcun altro<br />

onere se non quello di scegliere,<br />

nella gamma dei loro prodotti, i<br />

classici da riproporre e le novità<br />

-<br />

pletamente all’esperienza degli<br />

organizzatori per la parte tecnicologistica.<br />

Tutto ciò nella splendida cornice<br />

di una città unica, magica e accogliente,<br />

vero e proprio plus della<br />

manifestazione.<br />

“Siamo consapevoli del proliferare<br />

-<br />

tori, “questo, comunque, dimostra<br />

l’estrema necessità delle aziende<br />

di dialogare direttamente con le<br />

imprese funebri, soprattutto in<br />

mercati di riferimento come quello<br />

del Centro Sud Italia. Piuttosto<br />

che inserirci in questo meccanismo<br />

di polverizzazione degli appuntamenti,<br />

crediamo invece di<br />

poterlo contrastare presentandoci<br />

sul mercato con quella che riteniamo<br />

un’alternativa reale e valida<br />

a molti di essi. La nostra idea<br />

vincente è quella di proporre un<br />

format che consenta alle Aziende<br />

di spendere poco in termini di impegno<br />

organizzativo ed economico,<br />

allontanandole dalla logica del<br />

‘gigantismo’ in fatto di metratura<br />

e allestimento, ponendo invece al<br />

centro il prodotto e il rapporto<br />

Scarica l’invito gratuito dal sito www.eternaexpo.it


umano. In altre parole, il nostro<br />

obiettivo è quello di ottimizzare<br />

gli appuntamenti, unendo i vantaggi<br />

dell’evento eristico (location,<br />

contenuti, numero visitatori)<br />

con gli aspetti positivi degli<br />

incontri locali (bassi costi, breve<br />

durata, rapporto diretto con i<br />

clienti). Arrivare in Fiera Roma<br />

e trovare lo spazio allestito e l’alloggio<br />

in una primaria struttura<br />

alberghiera nei pressi del quartiere<br />

eristico è la nostra risposta.”<br />

“L’attenzione però non si limita<br />

solo agli espositori ma si focalizza<br />

anche ai visitatori” proseguono<br />

gli organizzatori “la gratuità<br />

dell’ingresso, ad esempio, e per<br />

noi è fondamentale in una manifestazione<br />

B2B, dove dobbiamo<br />

agevolare la presenza dell’impresario<br />

funebre, attore protagonista,<br />

che deve trovare in ETERNA<br />

un punto di riferimento per il<br />

proprio business. A lui dedichiamo<br />

una serie di appuntamenti e<br />

incontri istituzionali e formativi<br />

con la presenza di relatori di<br />

spicco”.<br />

Alla luce di queste argomentazioni<br />

siamo convinti della validità<br />

dell’appuntamento, anche perché<br />

gli organizzatori lasciano trapelare,<br />

pur senza sbilanciarsi, che<br />

importanti novità tecnico/istituzionali<br />

verranno presentate nel<br />

corso della manifestazione.<br />

Non resta quindi che darci appuntamento<br />

a Roma per il 26 e 27<br />

novembre <strong>2011</strong>.<br />

13


14<br />

“De pena mortis”<br />

(Il dolore della morte)<br />

Il dolore derivante dalla morte di una persona cara è forse una delle più intense esperienze che dobbiamo<br />

affrontare durante la nostra vita. Esso penetra in profondità la nostra persona, tocca le nostre<br />

emozioni, può modificare le relazioni interpersonali e persino il nostro aspetto fisico. Nessuno conosce la<br />

ricetta perfetta per superare quei momenti, ciascuno li vive in maniera diversa.<br />

Ciononostante, esistono degli elementi comuni a tutti. Che voi siate il diretto interessato oppure l'amico<br />

o il collega di qualcuno che ha appena perso una persona cara, può comunque essere assai utile capire<br />

alcuni dei tratti emotivi fondamentali tipici di questi momenti.<br />

La cosa più ingiusta della vita? E’<br />

il modo in cui questa finisce, ed il<br />

lutto è il lento processo di ridefinizione<br />

del nostro mondo e della<br />

nostra realtà privati della presenza<br />

di una persona che ci era particolarmente<br />

cara. Rimarginare<br />

una ferita così profonda richiede<br />

tempo e pazienza. Non esiste una<br />

formula buona per tutti, né un<br />

calendario da rispettare.<br />

I sentimenti che ci assalgono sono<br />

un miscuglio di dolorose emozioni:<br />

pena, rabbia, colpa, rimpianto,<br />

vuoto, desiderio e stato di abbandono.<br />

Alcune di queste ci aggrediscono<br />

e ci travolgono come po-<br />

tenti ondate, lasciandoci affranti<br />

e provati dietro di esse; altre sembrano<br />

radicarsi e persistere a lungo<br />

nel tempo. Senza contare che<br />

la perdita di una persona amata<br />

può risvegliare un senso generale<br />

di doloroso abbandono radicato<br />

in precedenti episodi della nostra<br />

vita. Elaborare un lutto implica il<br />

riuscire a dare un senso alla morte<br />

di un congiunto e contemporaneamente<br />

ad esprimere tutti i<br />

contenuti psichici di dolore che<br />

la perdita ha messo in moto tornando<br />

più volte sull'immagine,<br />

sui sentimenti e le memorie legate<br />

alla persona che amavamo, fino<br />

a che quella perdita non ci risulta<br />

più così intollerabile e dolorosa.<br />

Sebbene il processo di cicatrizzazione<br />

possa essere lungo e doloroso,<br />

e una parte di noi rimarrà<br />

"colpita" dall'evento per sempre,<br />

il tempo, tuttavia, porta a sviluppare<br />

una progressiva accettazione<br />

della morte e della scomparsa.<br />

Ma il principale ostacolo che si<br />

presenta durante tale cammino<br />

è il rapporto di dipendenza dalla<br />

persona defunta. In alcuni casi<br />

vengono spesso vissute vere e<br />

proprie allucinazioni, vediamo il<br />

defunto girare per casa, ci sentiamo<br />

in colpa per non aver fatto o


detto qualcosa e cerchiamo in tutti<br />

i modi di tenerlo legato a noi. In<br />

questo contesto si rende difficile<br />

l’elaborazione del lutto perché il<br />

congiunto scomparso agisce ancora<br />

come immagine nella psiche<br />

dei sopravvissuti, continuando ad<br />

esistere come presenza effettiva e,<br />

pur non essendo più presente, la<br />

sua fisionomia viene rintracciata<br />

in un viso intravisto tra la folla o<br />

nei primi confusi momenti che<br />

seguono il risveglio mattutino,<br />

momento in cui i congiunti non<br />

si rendono ancora conto che il<br />

defunto non c’è più. Questo processo<br />

di dipendenza e di non ac-<br />

cettazione della perdita deriva<br />

dal connubio tra il non aver mai<br />

espresso i propri immaginari sulla<br />

morte e il bisogno di avere un<br />

contatto fisico con il defunto, tanto<br />

da venir definito "lutto complicato"<br />

o “lutto patologico” , nel<br />

quale si rinforzano le condizioni<br />

di stress e di depressione dell’individuo<br />

perché incapace di ritornare<br />

a modelli di comportamento<br />

funzionali al contesto relazionale<br />

e ad un nuovo progetto di vita.<br />

C’è una sostanziale differenza tra<br />

l’essere stati testimoni di una “<br />

buona morte” (quando il morente<br />

ha affrontato il suo destino in<br />

modo sereno e si parla quindi di<br />

“lutto normale”) e quando invece<br />

la morte della persona a noi cara<br />

è collegata a delitto o ingiustizia<br />

profonda, (un incidente stradale,<br />

un omicidio, una morte improvvisa<br />

che scaturiscono poi inevitabilmente<br />

nel “lutto patologico”).<br />

Se la persona cara è morta dopo<br />

aver ascoltato se stessa, aver messo<br />

a posto le questioni in sospeso<br />

e risolto i conflitti personali, ha<br />

vissuto una “buona morte”, ( in<br />

caso contrario il senso delle questioni<br />

pendenti grava sugli eredi<br />

che sentono pesare su loro stessi<br />

la necessità di riparazione), ma se<br />

la persona è perita a causa di una<br />

ingiustizia o di un delitto è molto<br />

difficile che i superstiti possano<br />

uscire dal lutto patologico senza<br />

aver avuto un’autentica riparazione<br />

psicologica. Non si tratta solo<br />

di aver avuto la possibilità di assicurare<br />

alla giustizia i colpevoli o<br />

di vederli giustamente puniti ma,<br />

come insegnano le ricerche sulla<br />

vittimologia e sulla real justice,<br />

si tratta di vedere emergere nel<br />

colpevole il pentimento profondo<br />

per la sua azione. Senza tale<br />

pentimento non è possibile l’esercizio<br />

del perdono che consente la<br />

piena elaborazione del lutto. Alcuni<br />

si sentono responsabilizzati<br />

a mantenere vivo dentro di sé il<br />

dolore per non tradire il ricordo<br />

del defunto, così facendo restano<br />

legati al passato per sempre, mentre<br />

il processo di elaborazione lo<br />

si può attuare soltanto rivolgendo<br />

lo sguardo al futuro.<br />

Non esistono sentimenti rispettabili<br />

o sentimenti deprecabili.<br />

Ciascuna emozione gioca un suo<br />

ruolo specifico nel processo di<br />

cicatrizzazione. Siamo tutti tentati<br />

dal chiudere in un cassetto le<br />

emozioni più difficili e dolorose.<br />

Soprattutto coloro che pensano<br />

di doversi mostrare sempre e comunque<br />

come i più forti. Ma si<br />

rischia di ottenere lo scopo contrario;<br />

si accresce lo stress e si rallenta<br />

il processo di elaborazione<br />

del lutto.<br />

“Un grido del cuore negato<br />

e represso può portare a una<br />

produzione di rabbia ingiustificatamente<br />

espressa ed a una non<br />

voluta brutalità e rudezza nei<br />

confronti degli altri.<br />

Non pretendiamo di negare<br />

queste emozioni, lasciamo che i<br />

sentimenti affiorino”.<br />

Presidente Feder.Co.F.It.<br />

Regione Toscana<br />

Dott.ssa Catassi Katia<br />

Dott.ssa Catassi Katia<br />

15


16<br />

16<br />

O.F. ITALIA® rappresenta il “Volume Nazionale delle Onoranze Funebri Italiane” unitamente al sito<br />

web: www.ofitalia.it. Lo staff di O.F. ITALIA® si avvale di un’esperienza pluridecennale nel settore.<br />

L’obiettivo che abbiamo raggiunto era, e rimane, quello di creare uno strumento professionale cartaceo<br />

e multimediale per agevolare i contatti operativi interni nel settore funerario nazionale.<br />

L’innovativa ed esclusiva edizione, ricca di dati e di informazioni, intende essere come un amico prezioso<br />

che accompagna l’imprenditore funebre nello svolgimento quotidiano delle sue attività professionali.<br />

Il progetto O.F. ITALIA® non si limita a favorire gli interscambi interni al Comparto Funerario, ma<br />

contiene novità importanti:la possibilità di essere visti e contattati non solo dai colleghi, ma anche<br />

dai privati. Tutto questo è possibile in quanto il portale www.ofitalia.it offre la possibilità all’utente di<br />

interagire con l’Impresario Funebre.<br />

O.F. ITALIA® è un’interessante opportunità anche per i Produttori e Operatori del Comparto Funerario<br />

Nazionale, proponendo loro una forte visibilità.<br />

Mission:<br />

Il nostro scopo è quello di proporre un servizio moderno agli Operatori del Comparto Funerario che<br />

risponda alle loro esigenze ed alla loro immagine.<br />

Internet ha un continuo e aggressivo crescendo nelle relazioni commerciali e personali degli italiani,<br />

ed è in questo quadro di sviluppo informatico che O.F. ITALIA® pone le basi per creare nuovi orizzonti<br />

di mercato per le Imprese Funebri e Costruttori/Produttori che aderiscono a tale iniziativa.<br />

Usufruire dei servizi Ofitalia significa:<br />

• Per l'impresario funebre una maggiore visibilità fra i colleghi e con i privati<br />

• Per un produttore e/o fornitore una forte presenza negli uffici degli impresari funebri


Sei interessato ad avere il volume Ofitalia?<br />

Contatta i nostri uffici<br />

LA COMUNICAZIONE PER LE IMPRESE<br />

LA VETRINA DEI PRODUTTORI E COSTRUTTORI<br />

1861 - <strong>2011</strong><br />

150° ANNIVERSARIO DELL’ UNITÁ D’ITALIA<br />

www.ofitalia.it<br />

560 pag.<br />

G A Z<br />

17<br />

17


18<br />

Federcofit:<br />

La Formazione<br />

Il nostro impegno nella Formazione


Formazione agevolata e sovvenzionata<br />

Ecco cosa proponiamo ai nostri<br />

soci, la POSSIBILITA’, a dir poco<br />

interessante, di USUFRUIRE dei<br />

FINANZIAMENTI per la FOR-<br />

MAZIONE previsti dai Fondi Paritetici<br />

Interprofessionali.<br />

Che cosa vuol dire ?<br />

Ogni azienda (di ogni settore)<br />

con il modello DM10 è obbligata<br />

a versare un contributo all’Inps<br />

dello 0,30% (il cosiddetto “contributo<br />

obbligatorio per la disoccupazione<br />

involontaria”).<br />

I datori di lavoro possono chiedere<br />

all’Inps di trasferire (senza nessun<br />

onere) questo contributo ad un<br />

Fondo Paritetico Interprofessionale<br />

a cui l’Azienda si è iscritta.<br />

Il Fondo Paritetico Interprofessionale<br />

finanzia la formazione attraverso<br />

la partecipazione a bandi di<br />

richiesta di finanziamento.<br />

Federcofit ha scelto di aderire a<br />

Fondo Professioni, che riconosce<br />

le associazioni di categoria come<br />

veicolo per la crescita professionale<br />

dei dipendenti delle aziende a<br />

loro iscritte.<br />

Ecco come approfittare di questa<br />

opportunità offerta da Federcofit<br />

grazie alla collaborazione con<br />

Omnia Gestione Risorse Umane,<br />

Società di Consulenza di Direzione<br />

e Formazione nota in tutta<br />

Italia i cui professionisti collaborano<br />

con noi da anni. Da anni<br />

come sapete, organizziamo corsi<br />

di sviluppo di competenze specialistiche,<br />

TANATOESTETICA<br />

- IL CERIMONIERE FUNEBRE,<br />

e corsi tematici aziendali (“Il<br />

marketing telefonico”-“La gestione<br />

efficace del gruppo”- “La<br />

comunicazione e l’ascolto”, per ci-<br />

tarne alcuni). Possiamo accedere<br />

al finanziamento di questi corsi,<br />

seguendo un iter dettagliato ma<br />

relativamente facile. Secondo<br />

specifici calendari decisi dalla<br />

Direzione di ciascun Fondo, periodicamente<br />

nell’arco dell’anno,<br />

i Fondi pubblicano avvisi con relative<br />

procedure per la stesura di<br />

progetti/piani formativi e per la<br />

partecipazione ai bandi di richiesto<br />

finanziamento. Solo i progetti<br />

che avranno raggiunto un<br />

determinato punteggio saranno<br />

ammessi al finanziamento. Clausola<br />

fondamentale è l’iscrizione<br />

da parte delle aziende al Fondo<br />

Professioni al quale si richiede il<br />

finanziamento. Ciascun associato<br />

deve iscriversi a Fondo Professioni<br />

in maniera autonoma, comunicandolo<br />

all’INPS attraverso la<br />

compilazione del modello DM<br />

10/2 Possiamo aiutare le aziende<br />

anche in questa fase.<br />

E adesso parliamo di soldi ... viene<br />

finanziato l’80% della quota di<br />

partecipazione con un massimo<br />

di € 1500 e due partecipanti per<br />

azienda. Considerando la grande<br />

opportunità, siamo disponibili<br />

ad organizzare edizioni, oltre che<br />

a Milano, anche a Firenze, Roma,<br />

Napoli e dove ci sarà richiesta.<br />

Il corso “Tanatoestetica”, una<br />

giornata di teoria e tre giornate di<br />

lezioni pratiche nella preparazione<br />

e vestizione della salma presso<br />

la camera mortuaria di strutture<br />

ospedaliere, ha una quota di partecipazione<br />

di € 1250+IVA<br />

Il corso “Il Cerimoniere Funebre”<br />

che si articola in totali n. 40 ore di<br />

lezioni, strutturato in sezioni di<br />

6/8 ore giornaliere, ha una quota<br />

di partecipazione di €1500+IVA.<br />

La quota d'iscrizione ad entrambi<br />

i corsi è di Euro 2.500,00 + iva<br />

a partecipante. L’intervento del<br />

fondo, che copre l’80% dei costi,<br />

permette di frequentare questi<br />

corsi con le seguenti quote:<br />

Tanatoestetica: € 250,00; a Milano<br />

prima edizione dopo l’estate<br />

20-21-22-23 settembre<br />

Il Cerimoniere Funebre: € 300,00;<br />

a Milano prima edizione dopo<br />

l’estate 4-5-6-7-11-12-13 ottobre<br />

Tanatoestetica + Il Cerimoniere<br />

Funebre: € 500,00<br />

Potete trovare i programmi dettagliati<br />

dei corsi, oltre che sul nostro<br />

sito, www.federcofit.com, sul sito<br />

di Omnia Gestione Risorse Umane<br />

- www.omnia-gru.it (Corsi di<br />

formazione) n. tel. 02 76390417-<br />

e mail: corsi@omnia-gru.it<br />

REGIONE LOMBARDIA<br />

In settembre prosegue regolarmente<br />

la pianificazione dei corsi<br />

obbligatori per consentire la<br />

partecipazione ai moduli previsti<br />

dalla Legge Regionale.<br />

A Milano, presso la nostra sede, il<br />

6-7-8 settembre si svolgerà il modulo<br />

teorico 1 e il 13-14-15 settembre<br />

il modulo teorico 2. Si pianificheranno<br />

poi le date per il modulo<br />

teorico 3 e i moduli pratici 1 e 2<br />

Nel nostro sito www.federcofit.com,<br />

nella sezione dedicata alla Formazione<br />

Istituzionale potete trovare<br />

informazioni dettagliate sui<br />

requisiti formativi definiti dalle<br />

Leggi regionali, i programmi formativi,<br />

il calendario dei moduli<br />

formativi (sede e date) e il modulo<br />

di iscrizione ai corsi. Per informazioni,<br />

tel. 02 33403992<br />

19


20<br />

Elementi:<br />

ultima realizzazione<br />

eLeMenti sas<br />

Via Verdi, 3<br />

20010 Inveruno (MI) Italy<br />

T. +39 02 9789255<br />

E. info@e-le-menti.com<br />

www.e-le-menti.com<br />

La Elementi<br />

sta<br />

lavorando su<br />

progetti diversi tra cui<br />

la ristrutturazione dell’<br />

agenzia funebre Ala di<br />

Canegrate: l’impresario<br />

Carlo Raimondi voleva<br />

svecchiare l’immagine<br />

dell’agenzia e ha dato<br />

carta bianca a Stefano, il<br />

progettista della Elementi,


che ci dice: “ Fondamentale è stato il cambio<br />

completo della vetrina, la possibilità di un<br />

serramento nuovo ci ha permesso di adottare<br />

una porta a tutta altezza con un maniglione<br />

lungo di acciaio satinato che ha dato<br />

immediatamente nuovo respiro all’immagine<br />

dell’agenzia. I vetri sono stati decorati ai<br />

vbordi con della bande satinate che riportano<br />

i numeri telefonici, mentre l’insegna col nome<br />

dell’agenzia, scritta in acciao e applicata al muro<br />

interno, è visibile della trasparenza centrale del<br />

vetro principale”<br />

All’interno un mobile espositore richiama la<br />

struttura a rami di un albero, mentre la fioriera,<br />

altro richiamo verde, nasconde un mobile<br />

contenitore attrezzato con ante e cassetti<br />

lateralmente. Tutto in rovere chiaro a poro<br />

aperto, che contrasta con il laccato lucido bianco<br />

della scrivania e delle sedie dalle linee semplici.<br />

Due pannelli di legno, sempre lo stesso rovere<br />

chiaro, fungono uno da porta e l’altro da<br />

base per esporre immagini delle realizzazioni<br />

cimiteriali.<br />

Chiediamo il parere del committente a lavori<br />

ultimati: Il vecchio ufficio non rispondeva<br />

più alle nostre esigenze ed inoltre non<br />

rappresentava bene l’azienda. La Elementi ha<br />

rivoluzionato tutto il locale e il risultato è quello<br />

che volevamo, un agenzia nuova dall’impronta<br />

moderna ed elegante, che ci permette di<br />

valorizzare i nostri prodotti e servizi senza<br />

rinunciare alla funzionalità.<br />

E’ quasi ultimata anche un›altra realizzazione<br />

della Elementi in provincia di Milano.<br />

E qui una foto di un progetto quasi terminato a<br />

San Giovanni Rotondo.<br />

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22<br />

eLeMenti sas<br />

Via Verdi, 3<br />

20010 Inveruno (MI) Italy<br />

T. +39 02 9789255<br />

E. info@e-le-menti.com<br />

www.e-le-menti.com


24<br />

Imparare a formarsi<br />

Ivan Trevisin<br />

Il tempo del guarda ed impara,<br />

per quanto giusto che sia, fino<br />

ad ora si è rivelato nel nostro settore<br />

funzionale, ma va da se che<br />

ha creato molti problemi ed una<br />

scarsissima integrazione di categoria.<br />

Al contrario, il continuo<br />

migliorare dovrebbe riuscire a tenere<br />

il nostro comparto aggregato<br />

ed al passo con un mondo che<br />

va avanti, cambia, progredisce e<br />

riesce addirittura a trasformare<br />

le emozioni. Una frenetica corsa<br />

disseminata di mille imprevisti<br />

che ci costringe a cambiare tutto<br />

ciò che abbiamo programmato;<br />

riuscire a ricavare in questa fre-<br />

nesia del tempo per la formazione<br />

può essere la soluzione al<br />

problema. Conoscere meglio le<br />

sfumature del nostro lavoro può<br />

far si che i tempi si riducano, le<br />

distanze si accorcino, le spiegazioni<br />

si semplifichino stando attenti,<br />

però, a focalizzare gli argomenti<br />

primari e necessari, quelli<br />

individuati specificatamente per<br />

questo settore. L’assimilare nozioni<br />

generiche è utile, ma focalizzare<br />

l’attenzione sulle materie e sui<br />

contenuti tecnici d’interesse contribuisce<br />

a far proprio il risultato<br />

di un piano formativo organico<br />

che tende a strutturare, solidificare<br />

e rinforzare in maniera completa<br />

il know-how. Questo vale<br />

sia sotto il profilo della struttura<br />

aziendale, sia sotto il profilo delle<br />

persone; anche in ambito pedagogico,<br />

vi è un processo complesso<br />

di trasferimento di contenuti<br />

e metodi per fare acquisire alle<br />

persone livelli intellettuali, culturali,<br />

emotivi e spirituali sempre<br />

maggiori. Trattiamo quotidianamente<br />

con persone e sentimenti,<br />

non dobbiamo dimenticarlo!<br />

L’assimilare scolasticamente nozioni<br />

puramente didattiche tese a<br />

preparare una persona a svolgere<br />

un'attività o meglio ancora una<br />

professione, deve essere completato<br />

da un’interagire di idee,<br />

pensieri, culture, modi di pensare<br />

e di essere che arricchiscano<br />

l’operatore funebre e ne rendano<br />

il lavoro positivamente indimenticabile<br />

per i dolenti. Per questo<br />

vi è la necessità di richiamare ad<br />

una coscienza comune del nostro<br />

operato intesa a vedere la formazione<br />

non solo come qualcosa di<br />

obbligatorio, ma libero ed indispensabile<br />

a non rendere frivole<br />

le energie aziendali impiegate!<br />

Strutturare e programmare formazione,<br />

quindi, diventa un impegno<br />

molto complesso e delicato<br />

nel quale Federcofit, nel corso<br />

degli anni, ha saputo primeggiare;<br />

nel mese di settembre, infatti,<br />

avranno inizio una serie di corsi<br />

di tanatoestetica direttamente in<br />

camera mortuaria con sperimentazione<br />

per 10/12 operatori per<br />

partire a conoscersi già sul pratico.<br />

Interessante sarebbe conoscere<br />

anche le idee e le esigenze del<br />

singolo operatore al fine di plasmare<br />

ancor più i corsi necessari,<br />

a tal fine siamo disponibili all’indirizzo<br />

mail:<br />

federcofit.veneto@gmail.com


Mi permetto, però, un’ultima riflessione sul perché partecipare a questi aggiornamenti:<br />

Perché torno con nuove idee<br />

Perchè si tolgano dalla testa certe idee<br />

Perchè ci illudiamo che torni cambiato<br />

Perchè l’altra volta ci siamo trovati bene<br />

Perchè a volte c’è bisogno di un bagno nel dubbio<br />

Perchè sono sempre in ritardo<br />

Perchè a forza di guardare l’orologio ci ha fatto impazzire<br />

tutti<br />

Perchè è troppo sul pezzo (o troppo poco)<br />

Perchè è veramente stressato<br />

Per premiarli<br />

Per punirli<br />

Perchè se lo meritano<br />

Per punire il formatore<br />

Per levarceli di torno qualche giorno<br />

Perchè così si muovono dalla scrivania<br />

Perchè così lasciano un po’ la macchina in garage<br />

Per metterli alla prova<br />

Perché ci ho mandato anche gli altri<br />

Per fargli passare una giornata di relax<br />

Perchè la formazione “si” deve fare!<br />

Ha fatto bene allo “spirito di gruppo”<br />

Ha fatto bene all’autonomia di ognuno<br />

Perchè è veramente stressato<br />

Perchè è un po’ timido<br />

Perchè è talmente espansivo<br />

E’ troppo commerciale<br />

Perchè c’è il budget<br />

Perchè sono soldi spesi bene<br />

Perchè ci avanzano i soldi<br />

Perchè mi interessa il feedback del formatore<br />

Perchè non ho tempo di andarci io<br />

Così non vado da solo<br />

Perchè un’azienda prende idee e forza anche da fuori<br />

Perchè se no è sempre e solo lavoro, lavoro, lavoro<br />

Perchè la formazione ha funzionato<br />

Perchè se se la gioca bene ci va un’altra volta<br />

Perchè una rondine non fa primavera: occorre insistere<br />

Perchè è una formazione con buon senso<br />

Perchè la teoria nasce da quello che si dice<br />

Perchè si sono dimenticati un sacco di cose<br />

Perchè si divertono, prima, durante e anche dopo<br />

Perchè si vive una volta sola<br />

Buon lavoro, Ivan Trevisin<br />

Presidente Federcofit Veneto<br />

25


28<br />

Milano si riparte<br />

sarà la volta buona?<br />

Un nuovo Sindaco e un<br />

nuovo Assessore per i<br />

Servizi Demografici


Si sono concluse le elezioni amministrative è<br />

stato eletto un nuovo Sindaco, è stata nominata<br />

una nuova assessora per i servizi demografici<br />

e quindi per il settore cimiteriale e funerario.<br />

Federcofit Lombardia ed il CIFC si sono già<br />

attivati per avere un incontro con il nuovo assessore<br />

per meglio spiegare e per trovare una<br />

soluzione alle problematiche dei settori cimiteriale<br />

e funerario.<br />

I tempi della politica, molto spesso, non coincidono<br />

né con le esigenze delle imprese, né<br />

con quelle dei cittadini. Fortunatamente, que-<br />

sta volta gli uffici comunali hanno risposto<br />

che l’assessore ci riceverà ai primi di settembre,<br />

comprendendo forse che le problematiche<br />

sono molteplici e di grande importanza,<br />

sia per gli operatori funebri e cimiteriali, ma<br />

soprattutto per i cittadini milanesi.<br />

Di seguito vi riproponiamo le problematiche<br />

in sospeso e lo facciamo mostrandovi la pubblicazione<br />

che il comitato aveva redatto prima<br />

delle elezioni amministrative.<br />

Cristian Vergani<br />

Presidente Federcofit Lombardia<br />

29


su<br />

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30<br />

Questo libretto era stato presentato in tutti gli incontri politici organizzati sia con esponenti della<br />

attuale maggioranza che della minoranza. Tutti i nostri interlocutori si erano presi l’impegno di risolverli.<br />

La nostra speranza è che alle promesse seguano i fatti concreti, ma questo non dipende da noi…<br />

Una voce nuova per informare i cittadini.<br />

Il Il deplorevole deplorevole stato stato stato di di gran gran parte parte dei dei cimiteri cimiteri milanesi<br />

milanesi<br />

N.0<br />

<br />

<br />

<br />

Informazione sui servizi<br />

funebri e cimiteriali milanesi<br />

a cura delle associazioni di<br />

categoria del settore<br />

Negli ultimi anni si è andata sempre più rafforzando la volontà dell’Amministrazione di evitare il confronto<br />

con le Associazioni di Categoria di questo settore. Questo foglio vuole essere testimonianza<br />

di come questo atteggiamento abbia portato ad una serie di criticità che intendiamo evidenziare<br />

e portare a conoscenza dei nostri concittadini.<br />

Lo spirito con cui intraprendiamo questa iniziativa non è certo quello di una critica fine a se stessa,<br />

bensì l’intento è quello di stimolare l’interesse nei Milanesi nei confronti di un patrimonio comune<br />

di grande valore artistico, religioso e culturale.<br />

Se il risultato sarà quello di aver sensibilizzato l’opinione pubblica, riportato l’Amministrazione a più<br />

miti consigli, ripristinato il giusto dialogo tra Comune e Operatori, avremo raggiunto il nostro scopo.<br />

Ci auguriamo che questo foglio spinga i nostri amministratori a compiere un gesto di buona volontà nel<br />

considerare gli argomenti trattati nelle prossime pagine e comunicarci quali sono le soluzioni che ritengono<br />

di voler porre in essere. Ne daremo notizia nei prossimi numeri.<br />

La redazione


Un valore che rischiamo di perdere.<br />

Più di un secolo di storia si racconta attraverso le opere<br />

di artisti,scultori, pittori, architetti, artigiani, che hanno<br />

lavorato nei cimiteri milanesi.<br />

L’espressione della volontà di perpetuare il ricordo di<br />

<br />

dedicare un segno che significasse il dolore per la<br />

mancanza della loro presenza terrena e la gratitudine<br />

per quanto la loro esistenza abbia lasciato in eredità ai<br />

<br />

mortali di nobili, borghesi, cittadini milanesi: questo è il<br />

tesoro morale ed affettivo che si è concretizzato in realizzazioni<br />

artistiche nei cimiteri milanesi e soprattutto<br />

nel cimitero monumentale, il cui valore è unanimemente<br />

riconosciuto.<br />

Questa ricchezza è da tempo in pericolo. Alcune immagini<br />

che alleghiamo testimoniano lo stato in cui versano<br />

luoghi e tombe la cui manutenzione si rende assolutamente<br />

necessaria pena l’impossibilità di un ragionevole<br />

recupero.<br />

Molte opere di pregio hanno già subito danni irreparabili<br />

grazie all’incuria di quanti non hanno saputo o voluto<br />

dare l’importanza che avrebbero meritato, in primo<br />

luogo l’incapacità dell’Amministrazione Comunale di<br />

portare il dovuto rispetto a un luogo oltre che di culto<br />

depositario di tanta storia, arte, cultura.<br />

Se Expo 2015 spinge l’Amministrazione a<br />

“rispolverare” il Monumentale, grande è il timore che si<br />

possano ripetere incresciosi ulteriori danni a questo<br />

patrimonio della città.<br />

Lasciare che il Monumentale venga “rimaneggiato” perché<br />

finisca per essere l’opportunità di un affare lucroso<br />

per pochi “eletti” ci sembra sconfortante.<br />

Palese la necessità che gli interventi di manutenzione,<br />

restauro, riqualificazioni o nuove edificazioni siano, oltre<br />

che affidate a professionisti esperti, precedute da<br />

un’attenta analisi dello stato di fatto, una scelta di tecniche<br />

appropriate ed una programmazione di interventi<br />

adeguata.<br />

Che questo rinnovato interesse possa diventare operazione<br />

tesa a restituire dignitosa integrità ed eventuale<br />

reimpiego alla struttura, veicolando la rivalutazione di<br />

un valore alto quale è stato quello del culto dei defunti,<br />

è sicuramente occasione imperdibile per conciliare una<br />

necessità di immagine della Pubblica Amministrazione<br />

con un’operazione di alto livello.<br />

<br />

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31


32<br />

La mancanza di una seria programmazione.<br />

Nonostante i tanti ed importanti valori di cui sono portatori i cimiteri della città di Milano, ancora oggi, alla<br />

vigilia delle elezioni comunali milanesi, siamo di fronte ad uno stato di abbandono crescente.<br />

Dall’esterno molti invidiano la dotazione cimiteriale del Comune di Milano: uno dei templi crematori più<br />

<br />

<br />

storico e artistico inestimabile, il Cimitero Monumentale, visitato, purtroppo, soprattutto da stranieri.<br />

Queste strutture hanno visto nel passato importanti interventi di ristrutturazione e significativa innovazione:<br />

• la realizzazione dei nuovi impianti crematori che dovevano permettere la restituzione delle ceneri<br />

ai famigliari il giorno stesso della cremazione, arricchendo di cerimonialità questo atto e dando<br />

<br />

• <br />

• <br />

• <br />

ed altro ancora.<br />

Questa stagione sembra definitivamente finita, quasi che il progetto per il nuovo cimitero Milano sud<br />

(fortunatamente bloccato dal T.A.R.) abbia segnato la fine di un periodo e l’inizio di una nuova e negativa<br />

stagione, con cimiteri sempre più inospitali.<br />

Non solo è cessata la progettualità orientata allo sviluppo ed all’innovazione ma sono cominciati a venire<br />

al pettine anche vecchi errori, come la realizzazione sia della “piramide” del cimitero Maggiore o i locali<br />

per la mensa al Cimitero Monumentale ora sede di una parte degli uffici comunali trasferitisi da via Larga.<br />

La scelta di giocare tutto sulla nascita di MISEF ha acuito drammaticamente gli effetti negativi della politica<br />

del rinvio degli interventi nei cimiteri.<br />

Dopo ormai alcuni anni dalla proposta MISEF siamo ancora lontani da una situazione di buon funzionamento<br />

per ammissione della stessa Amministrazione Comunale.<br />

Se dopo quasi quattro anni di lavoro dall’insediamento della nuova direzione di settore non sono state<br />

soddisfatte che il 30% delle domande di terreni in concessione per le tombe di famiglia (resi disponibili<br />

solo mq. 2300 per tutti i cimiteri milanesi), nonostante la giacenza di oltre n. 500 domande<br />

inevase da anni. Le conclusioni sono facilmente intuibili.


“Responsabilità” questa sconosciuta.<br />

Non si deve poi dimenticare quel vezzo frequente nella pubblica amministrazione di scaricare su<br />

altri le responsabilità delle proprie inadempienze. Ancora una volta, nelle migliori tradizioni di<br />

uno Stato forte con i deboli e debole con i forti, l’Amministrazione non ha provato la minima vergogna<br />

a richiedere i diritti di estumulazione a vedovi e vedove, padri e madri, che si sono trovati<br />

costretti ad estumulare i feretri dei propri cari dai loculi del famigerato piramidone (sarebbe bene<br />

che i cittadini milanesi citassero per danni amministratori progettisti ed esecutori di questa opera<br />

sciagurata) perché i loculi, realizzati senza il rispetto delle norme previste dalla Legge Regionale,<br />

perdevano liquidi di decomposizione.<br />

L’impressione è, poi, che alla debolezza della direzione e del disegno strategico si aggiunga una<br />

sorta di solipsismo che individua nemici da tutte le parti, soprattutto in coloro che hanno competenze<br />

sul settore.<br />

Una siffatta situazione non agevola sicuramente la corretta e spedita fruizione dei servizi.<br />

Sul fronte dei servizi funebri sembra che l’amministrazione attuale sia orientata a realizzare la<br />

massima riduzione delle tariffe e dei costi dei servizi funebri, “istituzionali” e non, senza garantire<br />

il puntuale rispetto della regolarità dei servizi stessi.<br />

Sia nell’esecuzione dei servizi “gratuiti”, sia nella fornitura dei “servizi calmierati” nessuno<br />

controlla il rispetto delle forniture e la regolarità dei servizi facendosi complici del<br />

mancato rispetto delle normative sul lavoro e sul libero mercato e favorendo lo sviluppo di<br />

una prassi tanto diffusa quanto poco trasparente che utilizza la bassa tariffa per acquisire il cliente,<br />

per, poi, portarlo a sottoscrivere impegni economicamente più sostanziosi nello svolgimento<br />

della trattazione stessa, senza che l’Amministrazione si senta minimamente responsabile.<br />

Questo è un comportamento profondamente in contrasto con le sollecitazioni della Regione contenute<br />

sia nella Legge Regionale, sia nel regolamento di attuazione.<br />

Sempre per ciò che riguarda il carente controllo, anche la vigilanza all’interno dei cimiteri è tanto<br />

scadente che è notizia degli ultimi giorni il furto di statue in bronzo e delle coperture in rame dalle<br />

tombe di famiglia. Ci aspettiamo che anche in questo caso l’Amministrazione non riconosca la<br />

sua responsabilità.<br />

Speriamo che all’indomani delle prossime elezioni, chi sarà votato, prenda in seria considerazione<br />

la problematica situazione in cui versano i cimiteri e le difficoltà degli operatori funebri, nella<br />

speranza di riattivare un dialogo con le parti in causa nel pieno rispetto del principio di leale collaborazione.<br />

<br />

<br />

<br />

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33


36<br />

Energia eolica:<br />

una vera alternativa per l’Italia?


La produzione di energia elettrica<br />

alternativa ai comuni sistemi basati<br />

su carburanti fossili vede l’italia<br />

come paese precursore in Europa<br />

e nel mondo, con gli impianti<br />

di produzione idroelettrica, più<br />

di 2.000 concentrati nelle regioni<br />

alpine, alcuni risalenti alla prima<br />

metà del novecento e gli impianti<br />

geotermoelettrici le cui prime<br />

sperimentazioni, in Toscana, risalgono<br />

ai primi anni del secolo scorso,<br />

con l’installazione della prima<br />

centrale geotermica del mondo<br />

nel 1913. Negli ultimi 20 anni, le<br />

crescenti difficoltà di approvvigionamento<br />

energetico hanno indotto<br />

molti paesi, tra cui il nostro, a<br />

sviluppare nuove metodologie di<br />

produzione energetica basati essenzialmente<br />

sulla trasformazione<br />

dell’energia solare e di quella eolica.<br />

Società come ENEL e associate<br />

dispongono oggi di una capacità<br />

produttiva da fonti alternative<br />

(idro, geo, eolico e fotovoltaico)<br />

pari a circa 2.500 MW e, a titolo<br />

di esempio, la sola energia geotermica<br />

prodotta può coprire il 25%<br />

del fabbisogno energetico di una<br />

regione di notevole importanza<br />

come la già citata Toscana e il 2%<br />

circa del fabbisogno nazionale. Le<br />

principali differenze localizzative<br />

di impianti di produzione energetica<br />

da carburanti fossili e da fonti<br />

alternative quali quelle citate, è intuitiva:<br />

gli impianti “tradizionali”<br />

possono essere installati ovunque<br />

(con ovvie eccezioni di sicurezza<br />

per popolazione ed ambiente)<br />

mentre le fonti alternative necessitano<br />

di volta in volta di forte insolazione<br />

(fotovoltaico), di presenza<br />

massiccia di acqua e di dislivelli<br />

altitudinali importanti (idroelettrico),<br />

di attività geotermica e di<br />

forte ventosità (eolica). La sintesi<br />

di quanto appena affermato è che<br />

gli impianti di produzione di ener-<br />

gia alterntiva siano, perché di una<br />

qualche convenienza economica,<br />

direttamente correlati alle caratteristiche<br />

di ciascun territorio.<br />

Quanto appena affermato si traduce<br />

semplicemente, ma nelle pratica<br />

non sempre ovviamente, nella<br />

inutilità di impianti idroelettrici<br />

nelle aree costiere della Sicilia, più<br />

vocata invece per la forte insolazione<br />

al fotovoltaico, o di impianti<br />

di generazione eolica in Pianura<br />

Padana. Al di là della generazione<br />

elettrica, l’energia del vento viene<br />

impiegata dall’uomo da molti<br />

secoli e non solo nelle aree nord<br />

europee (i mulini a vento olandesi<br />

p.es.), ma anche in alcune regioni<br />

italiane: in Sicilia, ma non solo, i<br />

mulini a vento venivano utilizzati<br />

per la macinatura, per esempio<br />

del sale. La produzone di energia<br />

elettrica attraverso turbine azionate<br />

dalla forza del vento vede come<br />

precursori storici gli Stati Uniti e i<br />

paesi del Nord Europa, in primis<br />

la Danimarca. Per comprendere il<br />

divario tra gli USA e il nostro paese<br />

relativamente alla produzione<br />

di energia elettrica dall’eolico è<br />

sufficiente confrontare la potenza<br />

complessiva installata al 2007 in<br />

Italia (2.700 MW circa) con la potenza<br />

installata nel solo 2007 negli<br />

Stati Uniti pari a 20.000 MW. Altro<br />

dato interessante e più vicino<br />

a noi, riguarda la Danimarca, che<br />

produce attraverso l’eolico, circa il<br />

20% del fabbisogno nazionale (in<br />

Italia tale percentuale è vicino al<br />

2%). Contrariamente a quello che<br />

questi pochi dati farebbero pensare,<br />

l’Italia è invece particolamente<br />

vocata alla produzione di energia<br />

dal vento, presentando uno sviluppo<br />

costiero e orografico vicino alla<br />

costa molto sviluppato. La frammentazione<br />

della popolazione<br />

italiana, ancora oggi fortemente<br />

decentrata rispetto ai grandi poli<br />

metropolitani, permetterebbe lo<br />

sviluppo di tale metodologia di<br />

produzione, consentendo la diffusione<br />

di piccoli parchi eolici<br />

che renderebbero i singoli paesi<br />

autosufficienti dal punto di vista<br />

energetico (si pensi che esistono<br />

oggigiorno aerogeneratori singoli<br />

da 1 a 3 MW). Sono diversi e vari<br />

i motivi di questa lentezza evolutiva:<br />

innanzitutto una scarsa attenzione<br />

al problema della diversificazione<br />

delle fonti energetiche e<br />

quindi una scarsa programmazione<br />

industriale, che ha visto finora<br />

la produzione di energia alternativa<br />

correlata agli obblighi di legge<br />

che impongono ai grandi produttori<br />

elettrici una percentuale di<br />

produzione da fonti rinnovabili.<br />

Da non tacere, secondariamente,<br />

un’avversione di alcune forze ambientaliste,<br />

peraltro impegnate a<br />

favore dello sviluppo delle energie<br />

da fonti rinnovabili, contro gli impatti<br />

ambientali che la costruzione<br />

diei parchi eolici comporta, nella<br />

fattispecie sul paesaggio e sulla<br />

componente avifaunistica (uccelli)<br />

e chirotterologica (pipistrelli) del<br />

territorio. A riguardo di quest’ultimo<br />

problema, autorevoli studi zoologici<br />

ritengono pressocchè ininfluente<br />

l’esistenza di piccoli parchi<br />

eolici di recente tecnologia sulle<br />

citate componenti faunistiche. Per<br />

quanto riguarda l’impatto “estetico”<br />

delle pale ciascuna opinione<br />

risulta autoreferenziale. Concludendo:<br />

l’energia eolica è una<br />

grande opportuntà per il nostro<br />

paese, le condizioni ambientali<br />

sussistono, la tecnologia e la forza<br />

economica per il suo sviluppo anche,<br />

latitano forse forza politica e<br />

capacità di programmazione.<br />

Come sempre?<br />

Mauro TITA<br />

Naturalista<br />

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41 47


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48<br />

Teatro<br />

Editoriale<br />

Cari amici di “Due metri sotto il palco”, bentornati!<br />

Eccoci qua con il secondo numero della rivista e della nostra<br />

rubrica. Come vi avevamo promesso avremo una recensione ed<br />

un intervista ai protagonisti del teatro che ci piace.<br />

Pur uscendo dalla torrida estate che, si sa, per il teatro è un po’<br />

un periodo morto (il caldo mi ha dato alla testa e non rispondo<br />

più della mia ironia da quattro soldi) siamo riusciti a<br />

rintracciare uno degli spettacoli più interessanti del momento,<br />

“genova 01” di Fausto Paravidino e a coinvolgere l’autore in<br />

una tavola rotonda sul valore del teatro nel nostro paese.<br />

Nei prossimi numeri, con l’inizio di stagione, avremo<br />

un’intervista a Maurizio Lastrico, comico di punta di Zelig e<br />

autore di uno dei best sellers di quest’anno ( “Nel mezzo del<br />

casin di nostra vita” Mondadori) che tornerà a lavorare in<br />

teatro con lo Stabile di Genova nella commedia in padovano di<br />

Ruzante “La Moscheta” e sarà in scena con Tullio Solenghi.<br />

Avremo anche un’intervista con Arianna Scommegna, una<br />

delle più interessanti attrici del panorama nazionale.<br />

Nel frattempo non mi resta che augurarvi buona lettura.<br />

Al prossimo numero<br />

Matteo Alfonso


“Genova 01”<br />

Piazza Alimonda, Genova<br />

20 Luglio <strong>2011</strong><br />

La prima emozione forte arriva mentre<br />

aspetto, seduto su un’aiuola di<br />

Piazza Alimonda, una birra fresca in<br />

mano, che lo spettacolo cominci.<br />

Sono li che mi guardo intorno e mi cade<br />

l’occhio sulla targa affissa su un palazzo:<br />

indica che siamo in Piazza Alimonda,<br />

ma sulla parola Alimonda è<br />

stata tracciata una riga ed al suo posto<br />

è stato scritto Carlo Giuliani, Ragazzo.<br />

È in quel preciso momento che mi rendo<br />

conto che da quel tragico giorno in<br />

cui un ragazzo perse la vita per un rigurgito<br />

di violenza dello stato sono<br />

passati dieci anni. Dieci anni passati<br />

veloci e la sensazione che il paese non<br />

sia cambiato quasi per niente. Dieci<br />

anni che non sono bastati a far emergere<br />

con chiarezza la verità su quello<br />

che accadde quel giorno.<br />

Ispirato da numerose testimonianze e<br />

documenti, e scritto da Paravidino su<br />

commissione del Royal Court al termine<br />

di uno stage, “Genova 01” è un “teatro-documento”<br />

suddiviso in 4 “giornate”<br />

e affidato alla lettura (o interpretazione)<br />

di più voci.<br />

È stato presentato per la prima volta il<br />

28 febbraio 2002 al Jerwood Theatre<br />

Downstairs di Londra dal Royal Court<br />

con 15 attori; poi in Italia, sotto forma<br />

di lettura scenica il 17 marzo al Teatro<br />

della Limonaia di Firenze, prodotto da<br />

Laboratorio Nove e interpretato da<br />

Iris Fusetti, Simone Gandolfo, Ketti Di<br />

Porto e Fausto Paravidino. Il 7 giugno<br />

2003 va in scena al Schaubühne am Lehniner<br />

Platz di Berlino, sempre affidato<br />

alla lettura di 4 attori; e infine, il 21<br />

gennaio 2003 al Teatro Vittoria di Roma,<br />

per la regia di Filippo<br />

Dini. Da allora continua ad<br />

essere rappresentato con<br />

successo in Italia e in Europa.<br />

Esistono due versioni del testo:<br />

una breve, compresa nella<br />

raccolta “Teatro” pubblicata<br />

nel 2002 da Ubulibri ; e<br />

una più lunga, un atto unico<br />

suddiviso in cinque parti e<br />

prologo come nella forma<br />

classica della tragedia:<br />

1 - Giovedì, la festa e i presagi<br />

del dramma<br />

2 - Venerdì, lo<br />

scoppio delle<br />

violenze e la<br />

morte di Carlo<br />

Giuliani<br />

3 - S a b a t o ,<br />

300.000 persone<br />

caricate sui<br />

blindati<br />

4 - Sabato notte,<br />

la scuola Diaz<br />

5 - Sabato notte<br />

inoltrata, Bolzaneto<br />

“Genova 01” è<br />

stato inizialmente concepito dall’autore<br />

come “un testo aperto”: Paravidino<br />

ha voluto sottolinearne l’universalità e<br />

la perenne attualità con la mancanza<br />

di personaggi e con la continua riscrittura<br />

del contenuto alla luce dei particolari<br />

che emergono col passare del<br />

tempo.<br />

Oggi, a Genova, vedo lo spettacolo per<br />

la quinta volta e ancor più delle volte<br />

precedenti ho la fortissima impressione<br />

che, pur essendo passati dieci anni,<br />

questo teatro sia ancora terribilmente<br />

necessario.<br />

In scena, su un palchetto di fortuna<br />

montato in un angolo di Piazza Alimonda,<br />

ci sono Iris Fusetti, Fausto Paravidino,<br />

Carlo orlando, vito Saccinto,<br />

Barbara Moselli ed Alessia Bellotto.<br />

Due microfoni che vengono passati tra<br />

le mani degli attori che come un vero e<br />

proprio coro greco ci portano la testimonianza<br />

di quello che accadde in<br />

quei giorni. La danza dei microfoni è<br />

come un contrappunto alla forza rit-<br />

mica della narrazione, che procede<br />

inarrestabile e delicata, con forza e<br />

grazia. Ed è proprio questa la cosa che<br />

più colpisce in questa versione dello<br />

spettacolo meno agita e più raccontata<br />

di altre a cui ho assistito: la straordinaria<br />

coesioni degli attori, la sintonia<br />

perfetta delle voci e dei corpi, delle coscienze<br />

e dell’intelligenza degli artisti<br />

in scena. Un’amalgama così compatto<br />

e lieve si può raggiungere solo con una<br />

profonda compromissione di chi racconta<br />

con il materiale narrato; confrontandosi<br />

onestamente con quello<br />

che accadde e con la propria responsabiltà<br />

di narratori questi attori riescono<br />

a ricreare quello un tempo doveva essere<br />

il coro nelle tragedie greche, non<br />

tanto nella forma, quanto nella sostanza.<br />

Il coro è il popolo che si confronta<br />

con i suoi problemi, è la cittadinanza<br />

che si fa domande, è la coscienza che<br />

canta.<br />

Genova 01 è uno spettacolo necessario<br />

e vorremmo vederlo messo in scena<br />

più spesso.<br />

49


50<br />

Intervista a<br />

Fausto Paravidino<br />

Dopo una replica di Genova ‘01, io e Matteo<br />

incontriamo Fausto Paravidino e la sua<br />

compagnia e con loro improntiamo una tavola<br />

rotonda sull’arte e sul mondo della cultura.<br />

Fausto, ho partecipato alcuni giorni fa’ ad<br />

una tua conferenza in cui spingevi un<br />

gruppo di giovani attori ad una presa di coscienza<br />

maggiore del loro ruolo. A questi<br />

chiedevi perché avessero scelto di fare gli<br />

attori e se questa motivazione si fosse modificata<br />

durante il loro percorso. Ti rigiro<br />

subito questa domanda.<br />

“O signore! Questa l’ho provocata ma non me<br />

l’aspettavo. Ho scelto di fare l’attore perché mi<br />

piacevano le storie. Il mio primo pubblico è<br />

stata la mia famiglia e mi dicevano che ero un<br />

commediante. Probabilmente era vero. Ero un<br />

commediante. Naturalmente ero un bambino<br />

ed era un gioco. Non ricordo il momento in cui<br />

ho scelto di farlo sul serio ma ricordo il momento<br />

in cui mi sono autopercepito in quel<br />

desiderio. Ad 8 anni nel gioco dei mestieri ho<br />

smesso di dire vorrei fare il poliziotto, vorrei<br />

fare il boia ma voglio fare l’attore.<br />

Poi, nella pratica del lavoro, lo studio e le difficoltà<br />

hanno messo in crisi questa decisione e<br />

mi hanno fatto concepire la domanda perché<br />

vuoi fare l’attore? Ora penso perché ho voglia<br />

di esercitare un gusto. La maggior parte del<br />

mio lavoro è cercare di costruire una sensibilità<br />

e lo vedo come un mio servizio alla società.<br />

Costruire una sensibilità, fare il tifo per<br />

qualcosa che ho scoperto degli esseri umani e<br />

voglio restituirgli, fare il tifo per un certo modo<br />

di guardare le cose.”<br />

“Se mi guardo intorno - dice Matteo - la necessità<br />

più grossa che percepisco nelle persone<br />

che incrocio è quella di essere contaminate<br />

dall’arte. Sento che mi appartiene tantissimo il<br />

concetto dell’etica della testimonianza nonostante<br />

sia un valore totalmente cristiano, cioè<br />

l’idea che quando faccio una cosa bella questa<br />

contamini gli altri. Credo che l’aspetto più<br />

emozionante del nostro lavoro sia il provare a<br />

portare in scena qualcosa di talmente bello che<br />

contami gli altri, anche coloro che non si pongono<br />

mai il problema di come fare per migliorare<br />

questo Paese.<br />

Mi piace pensare che possiamo provocare in<br />

uno spettatore casuale un’emozione talmente<br />

forte e indirizzata verso il bello da risvegliargli<br />

un brividino, una domanda, la necessità di<br />

farsi delle domande che porta all’inizio di un<br />

percorso di consapevolezza.”<br />

Sento sempre di più la necessità di far condividere<br />

una cultura sociale, di riscrivere<br />

tutti insieme le regole della nostra società.<br />

Credete che l’arte possa dare il suo contributo<br />

a questo e, se si, come?<br />

Dice Fausto“se facendo Shakespeare o scrivendo<br />

qualcosa metti in scena un conflitto e<br />

all’interno di questo conflitto fai il tifo per il<br />

più debole invece che per la parte violenta, culturalmente<br />

stai lavorando, per esempio, per<br />

una fabbrica gestita con umanità.<br />

Poi toccherà alla società tutta, non più all’arte,<br />

studiare, cercare delle forme per far trionfare<br />

un amore nei confronti dei deboli.”<br />

“Siamo tutti in attesa di un Cristo Salvatore -<br />

interviene Iris, una delle attrici della compagnia<br />

- e spesso pensiamo che sia l’arte questo<br />

Cristo che deve darci la sua linea di condotta,<br />

ma l’arte, come il pensiero comune, non viene<br />

creata da nessuno. E’ un magma nel quale tutti<br />

quanti ci muoviamo. Un aspetto dell’arte,<br />

essendo specchio della realtà, è far prendere<br />

coscienza ai cittadini di quello che sta succedendo<br />

ma che già li riguarda.”<br />

“Certo! – riprende Fausto - Fare propaganda<br />

per il bello rappresentando l’esistente.<br />

Quello che cerco di fare è, all’interno dell’esistente,<br />

mettere una cornice su quelli che sono<br />

gli aspetti più importanti per me e per il mio<br />

senso estetico. In questo l’estetica diventa etica.<br />

Le mie priorità non sono, per esempio, quelle<br />

di La Repubblica.”<br />

A Roma sei stato uno dei partecipanti<br />

all’occupazione del Teatro Valle. Che cosa<br />

sta succedendo?<br />

“Le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo<br />

registrano che il teatro, come tanti settori del<br />

sapere, in questo momento sta vivendo all’interno<br />

di un conflitto tra istituzione e cultura.<br />

Nella tortura economica che la società e questo<br />

governo stanno infliggendo al nostro Paese,<br />

in cui tutti i cittadini sono messi a dura<br />

prova, ci sono delle categorie che in più vengono<br />

attaccate moralmente. Una di queste è<br />

quella dei lavoratori dello spettacolo ed essi si<br />

sono rivoltati a questa vessazione. Vogliono<br />

che la cultura sia considerata un bene comu-<br />

Attore-Regista<br />

e Commediografo<br />

ne, che come tale sia tutelata e non contrastata.<br />

All’interno di questo percorso di rivolta<br />

molto recente il Teatro Valle è diventato un<br />

centro, una specie di simbolo perché dopo che<br />

lo Stato aveva deciso di dismetterlo perché era<br />

caro, sono iniziate manovre più o meno turpi<br />

all’interno di una cultura che dà per scontato<br />

che i teatri siano una zavorra della quale liberarsi<br />

o da regalare all’interno di un mondo di<br />

clientele per metterli a profitto. Per questo il<br />

Valle è stato occupato. L’occupazione lo ha<br />

aperto alla cittadinanza, sta offrendo spettacolo<br />

gratuito tutte le sere e ha aperto il palcoscenico<br />

a tantissimi artisti. Contemporaneamente<br />

si tengono assemblee per cercare di elaborare<br />

una proposta gestionale che consideri il<br />

teatro e la cultura beni comuni, legandoci ai<br />

temi dei referendum, della Val di Susa, di<br />

quella che ci sembra una cultura virtuosa. E’<br />

un movimento dal basso di politica partecipata<br />

che cerca di produrre un modello di società<br />

che sia da esempio. trattando i temi della partecipazione,<br />

della pluralità, dell’etica delle paghe<br />

da un lato e dei prezzi dall’altro, della trasparenza.<br />

E’ una lotta che se sarà partecipata ce la farà<br />

perché libertà è partecipazione.”<br />

Perchè? Cosa non ti piace del sistema culturale<br />

del nostro Paese?<br />

“C’è troppo bordello. L’esercizio del gusto è influenzato<br />

da troppe puttanate.<br />

Il mercato è impuro, gli attori non vengono<br />

giudicati per il loro talento. Non c’è agio per<br />

fare della cultura qualcosa di diverso<br />

dall’emergenziale. Essendo specchio della società<br />

siamo anche noi immersi nel neoliberismo<br />

che sta formando una cultura aggressiva,<br />

di conflitto sociale altissimo. Noi viviamo<br />

all’interno di questo conflitto nonostante siamo<br />

quelli che dovrebbero combatterlo.”<br />

Nel frattempo tenete in ostaggio il Teatro<br />

Valle?<br />

“E’ il luogo per il quale lavoriamo e quindi è il<br />

luogo nel quale lavoriamo”<br />

Perché i nostri lettori si dovrebbero appassionare<br />

a questa lotta che almeno apparentemente<br />

non li riguarda?<br />

Risponde sicura Iris “perché noi siamo 100<br />

anni dopo Pomigliano d’Arco. Devono occuparsi<br />

di noi per non finire come noi”.<br />

E Fausto aggiunge “se, come spero, hanno bi-


sogno di bellezza devono fidarsi degli artisti,<br />

perché il loro lavoro è studiare la società e, se<br />

sono messi in condizione di farlo, possono essere<br />

d’esempio e proporre un sistema che funzioni.<br />

Questo vuol dire organizzarci meglio,<br />

non pretendere più soldi. Mio cugino è ingegnere<br />

e alcuni anni fa in Svezia era in un ristorante<br />

con un suo collega svedese. Questo nel<br />

descrivere il suo Paese diceva “sembra tutto<br />

rose e fiori ma anche qui ci sono delle ingiustizie<br />

sociali terribili, pensa che io, che sono dirigente,<br />

prendo il doppio della mia segretaria” I<br />

conti fateveli voi! Pensate solo che in una<br />

grande compagnia di un Teatro Stabile italiano<br />

c’è chi guadagna 40 volte più di quello che<br />

prende la paga più bassa. Si può fare del bel<br />

Teatro così? E’ un ostacolo insormontabile alla<br />

produzione del bello. Cos’altro possono portare<br />

in scena questi attori al di là dell’ingiustizia<br />

sociale di una sperequazione così evidente?<br />

Riprende Iris “La cosa che a me dà più fasti-<br />

dio è che la produzione artistica in generale è<br />

vista da chi la fa’ con il culto dell’express<br />

yourself, dimenticando completamente che il<br />

fine di questo mestiere non è una manifestazione<br />

di narcisismo ma il comunicare agli altri<br />

qualcosa di loro stessi.”<br />

Dà man forte Matteo “Nelle scuole di recitazione<br />

si propone l’immagine dell’attore come<br />

una creatura che mette in mostra le sue emozioni<br />

più profonde e invece mi piace trasmettere<br />

l’idea di un attore più consapevole, che tiene<br />

sempre conto della propria posizione all’interno<br />

del racconto e qualsiasi scelta prenda è per<br />

contaminare la storia di cui è anche lui narratore.<br />

Non ho ancora incontrato una scuola che<br />

stimoli questa curiosità in un giovane che si<br />

avvicina a questo lavoro. E’ un lavoro molto<br />

più complesso per l’attore perché ci costringe a<br />

farci tantissime domande sulla storia che stiamo<br />

raccontando per essere i portatori di una<br />

domanda da condividere con il pubblico. Sono<br />

convinto che anche questa idea possa passare<br />

per contagio; può svegliare la voglia di comportarsi<br />

in modo differente. E’ la nostra responsabilità<br />

più grande ed è uno strumento<br />

gigantesco per migliorare la società nel modo<br />

in cui pensiamo sia giusto modificarla.”<br />

Abbiamo appena visto Genova ‘01, lo spettacolo<br />

che hai scritto all’indomani dei fatti<br />

del G8 del 2001 a Genova. A dieci anni di<br />

distanza perché raccontate ancora questa<br />

storia se come tu stesso scrivi “...una storia<br />

in cui chi voleva capire ha già capito e chi<br />

non voleva capire probabilmente non capirà<br />

mai”?<br />

“Perché ci tengo ad insistere con quelli che non<br />

hanno capito e per incoraggiare coloro che<br />

hanno capito a continuare a chiedere verità e<br />

giustizia. Questa non è una storia qualsiasi<br />

ma la più grande sospensione dei diritti umani<br />

in un paese democratico dopo la seconda<br />

guerra mondiale, come dice Amnesty International.<br />

E’ una storia terribile che ci chiede di riflettere<br />

attentamente su come è potuta accadere per<br />

non permettere che accada di nuovo.<br />

Il testo è nato come un atto politico e continua<br />

ad esserlo.”<br />

Per chi volesse leggere i testi di Fausto, tra<br />

cui Genova ‘01, ricordiamo che sono pubblicati<br />

in un unico volume dalla Ubulibri e<br />

chi si affretta può trovarli ancora per un<br />

po’ in libreria.<br />

“Se comprate il mio teatro c’è una buona notizia<br />

per voi. Di sei commedie solo in una non<br />

c’è un morto da seppellire.”<br />

Dove possiamo vedere te e la tua compagnia?<br />

“Da Dicembre con il Teatro Regionale Alessandrino<br />

metteremo in scena Il diario di Maria<br />

Pia che è la mia nuova commedia ma non<br />

vi dico di che cosa parla altrimenti può sembrare<br />

che vi prenda in giro.”<br />

Fausto Paravidino e Iris Fusetti<br />

51


52<br />

Riti e Tradizioni<br />

Le Prefiche:<br />

Quando il cordoglio era un mestiere


Dal nord al sud dell’Italia, le prefiche,<br />

anche se chiamate con nomi<br />

diversi, sono presenti in quasi tutte<br />

le tradizioni regionali. In Puglia<br />

vi erano le “repute” o più correttamente<br />

“chiangimorti”, in Lombardia<br />

le “piansune”, in Toscana<br />

venivano chiamate “lamentatrici”,<br />

mentre in Piemonte ad essere<br />

“ingaggiate” erano le “piagnone”,<br />

ma testimonianze di queste figure<br />

si trovano in Sardegna, come<br />

anche in Molise e Abruzzo. Nomi<br />

diversi quindi che a parte qualche<br />

leggera variante indicavano sempre<br />

la stessa figura, la prefica per<br />

l’appunto che veniva incaricata<br />

dai familiari per piangere i propri<br />

defunti. A quel punto la veglia e il<br />

funerale si trasformavano in una<br />

sorta di rappresentazione teatrale<br />

del dolore, le cui protagoniste<br />

erano queste donne che si straziavano<br />

con grida e lamenti che la<br />

maggior parte delle volte superavano<br />

quelle degli stessi familiari,<br />

in alcuni casi arrivavano persino<br />

a strapparsi i capelli, a graffiarsi il<br />

viso e a simulare svenimenti. Ma<br />

non si trattava di una semplice<br />

recita, accollandosi l’onere del dolore<br />

a modo loro esorcizzavano la<br />

morte e la paura verso di essa, da<br />

sempre una costante dell’esistenza<br />

stessa. La parola Prefica deriva dal<br />

latino “praeficere” ovvero guidare,<br />

erano loro infatti che anticamente<br />

e fino a qualche decennio<br />

fa “guidavano” il pianto durante<br />

le celebrazioni funebri. Nell’antica<br />

Roma le prefiche erano co-<br />

loro che seguivano i portatori di<br />

fiaccole durante i cortei funebri<br />

ufficiali o quelli dei membri delle<br />

famiglie gentilizie, con il compito<br />

di innalzare strazianti grida di dolore<br />

e intonare nenie per elogiare<br />

il defunto. Testimonianze della<br />

presenza di figure simili si trovano<br />

anche in altri popoli mediterranei<br />

come ad esempio greci, egiziani,<br />

spagnoli, siriani, fenici, corsi, palestinesi,<br />

etc… Un mestiere non<br />

semplice quello delle prefiche che<br />

dovevano piangere ed esprimere<br />

cordoglio per persone con cui non<br />

avevano mai avuto nessun rapporto<br />

in vita, per fare questo esse<br />

venivano istruite fin dalla tenera<br />

età, imparando così ad esternare<br />

in una certa maniera la loro afflizione<br />

verso i trapassi. Ovviamente<br />

tutto il rituale non era lasciato al<br />

caso ma seguiva determinate regole<br />

e non sarebbe errato pensare<br />

che esistessero delle vere e proprie<br />

tecniche e regole seguite durante<br />

le cerimonie. Tuttavia la consapevolezza<br />

che lo strazio delle prefiche<br />

fosse illusorio o comunque<br />

non propriamente sentito, non<br />

influiva assolutamente sulla partecipazione<br />

dei presenti che non<br />

riuscivano a rimanere impassibili<br />

dinanzi a tanto sgomento e dolore.<br />

Questa pratica che ormai è quasi<br />

o completamente scomparsa, anticamente<br />

era molto sentita e gradita,<br />

ma al giorno d’oggi potrebbe<br />

sembrare alquanto macabra o comunque<br />

eccessiva.<br />

Antonio Fiori<br />

53


56<br />

Funeraria<br />

Regione Marche,<br />

6 settembre <strong>2011</strong>,<br />

che succederà?<br />

L’art. 15 al comma 7 del Regolamento della Regione Marche n.<br />

3/2009 sulla funeraria marchigiana recita testualmente: “Le imprese<br />

che esercitano l’attività funebre che operano nel territorio regionale<br />

sono tenute ad adeguarsi ai requisiti previsti dal presente regolamento<br />

entro due anni dalla data di approvazione della deliberazione della<br />

Giunta regionale di cui al comma 4”.<br />

Quindi il termine ultimo per poter regolarizzare le proprie posizione<br />

è il 6 settembre <strong>2011</strong>. Detto questo la domanda sorge spontanea: “E<br />

poi che succederà?”<br />

Potrei rispondere semplicemente con quello che è scritto nel<br />

sopracitato regolamento all’art. 14 comma 2 e cioè: “Spettano al<br />

Comune, che per gli aspetti igienico sanitari si avvale dell’ASUR: a)<br />

la vigilanza sull’attività funebre; b) la verifica della permanenza dei<br />

requisiti richiesti per esercitare l’attività funebre.”<br />

Con la speranza che sia così, in virtù anche delle assicurazioni che ci<br />

sono pervenute dalla Regione Marche, ovvero che controlli saranno


eseguiti a campione su tutto il territorio, il<br />

mio invito è rivolto a tutti quei impresari e<br />

cooperative di portantini che ancora non<br />

hanno potuto regolarizzarsi di provvedere<br />

nel minor tempo possibile, in modo da<br />

non dovere incappare in sanzioni previste<br />

dalla Legge Regionale per chi esercita senza<br />

autorizzazione o magari utilizza personale<br />

non formato.<br />

Cambiando completamente il discorso, ho il<br />

dovere, sia come impresario che come uomo<br />

di rivolgere queste ultime mie parole ad un<br />

Amico che purtroppo ci ha lasciato nei giorni<br />

scorsi.<br />

Si chiamava Sergio Santamarianova, esercitava<br />

l’attività funebre a Cingoli (Mc) e a Jesi (An),<br />

una malattia troppo aggressiva non gli ha dato<br />

nessuna possibilità di continuare a professare<br />

sia la propria attività che la grande sicurezza<br />

che trasmetteva a tutti i colleghi che lo<br />

frequentavano.<br />

Voglio aggiungere pure che la sua esperienza e la sua straordinaria voglia di essere è<br />

stato un esempio per molti impresari e per me personalmente, al punto di poter dire che<br />

l’imprenditoria funebre marchigiana ha perso un grande Signore!<br />

Ciao Sergio.<br />

Sergio Santamarianova<br />

Il presidente Federcofit Marche<br />

Gianluca Corvatta<br />

57


58<br />

Formazione<br />

tanatoestetica<br />

in Veneto<br />

Federcofit da sempre considera la formazione un bene indispensabile<br />

all’accrescimento professionale degli operatori del settore, ed estremamente<br />

convinta che un qualificato intervento di tanatocosmesi sulle salme possa<br />

aiutare la famiglia a gestire meglio gli ultimi rapporti in un momento cos“<br />

particolarmente delicato, ha organizzato nel Veneto presso la struttura<br />

ospedaliera<br />

Ca’ Foncello dell’Azienda ULSS n. 9 di Treviso due corsi di tanatoestetica.<br />

Detti corsi si svolgeranno sia in forma teorica che in sperimentazione<br />

pratica diretta ed attiva presso le sale obitoriali nelle date 17-18-19<br />

ottobre e 20-21-22 ottobre p.v. e saranno guidati dal Dr. Marc Sastre,<br />

noto tanatoprattore professionista francese, per permettere ad ognuno<br />

un’adeguata sperimentazione concernente toilette, preparazione, vestizione<br />

e cosmesi su salme rendendo l’apprendimento completamente diverso<br />

dal movimentare manichini, che non danno la possibilitˆ di provare le<br />

diverse tecniche necessarie in occasione di diverse e molteplici casistiche. Il


programma dei corsi prevede per la prima giornata un’ampia analisi teorica<br />

dei principali fenomeni cadaverici, della cronologia della toilette funeraria,<br />

della vestizione e presentazione, mentre le due successive la preparazione<br />

e vestizione diretta delle salme. La quota di partecipazione per gli associati<br />

Federcofit di € 600,00 + IVA, mentre per gli altri operatori di € 700,00<br />

+ IVA. Sono giˆ numerose le iscrizioni, ma sono disponibili alcuni posti<br />

in quanto ogni corso prevede la presenza massima di 12 operatori in<br />

funzione della metodologia adottata estremamente pratica. Partner<br />

dell’evento Ceabis, del gruppo Vezzani, che fornirˆ i materiali necessari<br />

allo svolgimento dei corsi nella parte di sperimentazione in camera<br />

mortuaria. Al termine del corso, dopo discussione sui codici deontologici<br />

e comportamentali dell’operatore funebre nell’espletamento di queste<br />

mansioni, verranno consegnati gli attestati.<br />

Ivan Trevisin • Federcofit Veneto • federcofit.veneto@gmail.com<br />

59


62<br />

La Fenice<br />

torna a volare<br />

Federica Pellegrini nasce 23 anni fa<br />

a Mirano, in provincia di Venezia,<br />

per la precisione il 5 agosto 1988, a<br />

soli 16 anni emerge come una delle<br />

nuotatrici italiane più forti vincendo<br />

l’argento alle olimpiadi di<br />

Atene 2004, è stata la più giovane<br />

atleta italiana a salire su un podio<br />

olimpico individuale e da allora<br />

è stato un susseguirsi di vittorie,<br />

primati italiani e mondiali. Come<br />

l’araba fenice che si è fatta tatuare<br />

sul collo, Federica è rinata lasciandosi<br />

alle spalle i timori, le paure e le<br />

ansie che l’avevano tormentata fino<br />

a pochi mesi fa (problemi di respi-<br />

razione legati ad attacchi di panico<br />

durante le gare). Dopo aver cambiato<br />

allenatore all’inizio dell’anno<br />

la Pellegrini è tornata più forte che<br />

mai entrando di prepotenza nella<br />

storia dello sport italiano. Prima<br />

nei 400 stile libero ai Mondiali di<br />

Shanghai ha bissato dopo pochi<br />

giorni con l’oro anche nei 200 è la<br />

prima atleta a ripetersi sulle due<br />

distanze in due rassegne iridate,<br />

infatti vinse l’oro ai campionati<br />

mondiali di Roma 2009 sempre<br />

nei 400 stabilendo il record del<br />

mondo in 3'59"15 e pochi giorni<br />

dopo vinse il secondo frantuman-<br />

do un altro record, quello dei 200<br />

stile libero con 1'52"98. Federica<br />

non parte benissimo nei 200, fatica<br />

un po’ all’inizio ma con una straordinaria<br />

rimonta riesce a imporsi<br />

comunque con il tempo di 1'55"58,<br />

dietro di lei l'australiana Kylie Palmer<br />

(1'56"04) e la francese Camille<br />

Muffat (1'56"10); settima l'olandese<br />

Hemskerk, la più veloce nelle<br />

semifinali. «Ci ho creduto sempre,<br />

fino alla fine. Sono andata in acqua<br />

sperando che sbagliassero le altre.<br />

No, sono contenta di averci creduto<br />

davvero fino alla fine. Sono<br />

molto felice. Nella leggenda? An-


cora me ne devo rendere conto».<br />

La nuotatrice meno di un anno fa<br />

aveva messo alla porta il precedente<br />

allenatore Stefano Morini per<br />

incompatibilità di carattere, più<br />

precisamente secondo la Pellegrini<br />

“Morini non riesciva a reggere<br />

le pressioni e le trasmetteva anche<br />

a me, …al mio fianco ho bisogno<br />

di una persona che mi protegga<br />

dalle pressioni delle competizioni<br />

importanti”. E a quanto pare alla<br />

fine questa persona l’ha trovata<br />

per l’appunto in Philippe Lucas, il<br />

suo attuale allenatore il quale sotto<br />

un’aria imperturbabile si è detto<br />

“contento e sollevato” dopo la seconda<br />

medaglia d’oro, “l'avevamo<br />

visto ieri - dice - c'erano avversarie<br />

in grado di competere bene, ma<br />

avevamo studiato la gara e Federica<br />

ha fatto tutto quello che avevamo<br />

deciso, tutto ha funzionato bene”.<br />

È l'atleta più vincente dello sport<br />

italiano, oro a Pechino sui 200,<br />

argento ad Atene 2004 nella stessa<br />

specialità (quando aveva solo<br />

16 anni), un argento e un bronzo<br />

mondiale nella stessa distanza rispettivamente<br />

a Montreal nel 2005<br />

e a Melbourne nel 2007, oltre a<br />

due ori europei sui 400 (Eindho-<br />

Sport<br />

ven 2008, con argento nella 4 per<br />

100 e bronzo nella 4 per 200) e sui<br />

200 (Budapest 2010, con il bronzo<br />

sugli 800). Pioggia di medaglie anche<br />

in vasca corta. Ai Mondiali di<br />

Shanghai 2006 conquistò l'argento<br />

nei 200 e il bronzo nei 400, bissato<br />

l'anno scorso a Dubai. Dal 2005 in<br />

poi dagli Europei ha portato a casa<br />

quattro ori (tre nella 200 e una negli<br />

800), due argenti e un bronzo.<br />

Donna di carattere a 23 anni e già<br />

leggenda, come lei nessuno. Non ci<br />

resta che restare a guardare in attesa<br />

della sua prossima impresa.<br />

Antonio Fiori<br />

63


66<br />

Insolito quanto macabro ritrovamento nelle acque<br />

del lago di Zurigo, sul fondale sono state infatti<br />

individuate alcune urne cinerarie.<br />

Più precisamente la scoperta è avvenuta al largo<br />

di Küssnacht, a lanciare l’allarme è stato un<br />

sommozzatore del vicino centro di salvataggio<br />

della città, quest’ultimo, tuffatosi per recuperare il<br />

parasole di una barca ha visto le urne fluttuare sul<br />

fondo.<br />

La polizia ha subito provveduto a recuperare<br />

13 urne, quanto bastano per aprire un’inchiesta<br />

contro ignoti per perturbamento della pace dei<br />

defunti, punibile con il carcere fino a tre anni.<br />

Secondo quanto riferito da quest’ultima le urne<br />

sarebbero addirittura 300, sopra di esse non sarebbe<br />

inciso alcunché se non il logo del crematorio<br />

Nordheim utilizzato dalla clinica Dignitas, le urne<br />

potrebbero quindi contenere i resti dei malati<br />

terminali che decidono di morire nella clinica che<br />

a questo punto è la principale indiziata.<br />

Le autorità ora dovranno accertare se la<br />

disposizione delle ceneri viola le leggi di tutela<br />

ambientale o viola le dignità dei morti e il contratto<br />

tra forno crematorio e la famiglia in lutto.<br />

La Dignitas, fondata dall’avvocato Ludwig Minelli,<br />

è l’unica organizzazione al mondo che si occupa di<br />

assistenza al suicidio.<br />

I suoi servizi sono fruibili anche dagli stranieri,<br />

spesso affetti da malattie incurabili, che intendono<br />

porre fine ai loro giorni.<br />

I malati nella maggior parte dei casi si recano alla<br />

clinica da soli per evitare di coinvolgere i propri<br />

Urne cinearie<br />

nel fondo del lago<br />

familiari. Dopo il trapasso, che avviene solitamente<br />

dopo l’ingerimento di una dose di pentobarbital<br />

sodico diluito con acqua, i resti dovrebbero essere<br />

trattati seguendo gli accordi siglati tra il trapassato<br />

e la clinica, ma il ritrovamento delle urne mette in<br />

serio dubbio l’effettiva e corretta tumulazione delle<br />

salme.<br />

Minelli si difende dichiarando che “È scandaloso<br />

anche solo pensarlo, sono le solite fandonie<br />

montate contro di me” ma la sua dichiarazione è<br />

in netto contrasto con quanto afferma una sua<br />

ex dipendente, Soraya Wrnli: “L’hanno sempre<br />

fatto. All’inizio era lui di persona che buttava giù le<br />

urne, poi ha chiesto alla figlia e a gente del suo staff.<br />

Almeno un’urna su tre finisce in fondo al lago. Ce ne<br />

sono più o meno trecento”.<br />

A prescindere da come andrà a finire la faccenda,<br />

resta importante chiarire ciò che accade ai resti<br />

dei defunti, perché nel caso della Dignitas, il cui<br />

nome è già una promessa, la morte dei pazienti<br />

che si rivolgono a loro dovrebbe essere trattata con<br />

più dignità perché come afferma Nicolas Mori,<br />

portavoce del consiglio della chiesa di Zurigo:<br />

“Se le sepolture nel lago vengono condotte su base<br />

commerciale e qualsiasi promessa delle cerimonie<br />

non viene poi eseguita, allora questo è inaccettabile,<br />

è come gettare spazzatura “.<br />

Ora la parola passa agli inquirenti che dovranno<br />

accertare le varie responsabilità.<br />

Antonio Fiori


Curiosità<br />

Cibi ricchi di conservanti<br />

aumentano i casi di mummificazione<br />

Mentre la cronaca nazionale è invasa<br />

da notizie riguardanti il sovraffollamento<br />

e il degrado dei cimiteri, un<br />

nuovo problema fa capolino nell’ambito<br />

funerario, le salme dei defunti<br />

non si decompongono più, l’allarme è<br />

stato lanciato da alcuni siti internet e<br />

i necrofori hanno confermato la macabra<br />

notizia segnalando il problema.<br />

Da circa una ventina d’anni, quando<br />

per gli addetti ai lavori arriva il momento<br />

di recuperare le salme (per<br />

legge minimo dopo 10 anni per l’inumazione<br />

e 20 per la tumulazione) che<br />

dovranno essere trasferite nell’ossario,<br />

sempre più spesso si trovano dinanzi<br />

a corpi ancora integri, mentre quelli<br />

completamente consumati sono<br />

sempre di meno. Dopo tutti questi<br />

anni all’interno delle bare rimangono<br />

esclusivamente le ossa o poco più,<br />

invece le salme risultano come mummificate<br />

o saponificate, con carne e<br />

pelle ancora in perfette condizioni, e<br />

quando questo accade il corpo deve<br />

essere nuovamente rilasciato nella<br />

fossa per altri 2 anni. A quanto pare<br />

per trovare le cause di questo inquietante<br />

fenomeno bisogna tornare indietro<br />

fino agli anni sessanta, quando<br />

i cibi preconfezionati e/o precotti arrivarono<br />

per la prima volta sulle no-<br />

stre tavole, rivoluzionando per sempre<br />

le abitudini alimentari di milioni<br />

di persone, ma può un evento all’apparenza<br />

così marginale nella nostra<br />

vita influenzare in maniera drastica il<br />

nostro organismo, tanto da non permettergli<br />

di decomporsi in maniera<br />

naturale? Secondo Seth Roberts, professore<br />

di psicologia all’Università di<br />

Berkeley è possibilissimo, i cibi precotti<br />

hanno un numero di batteri di<br />

gran lunga inferiore rispetto ai cibi<br />

che più tradizionalmente vengono<br />

preparati in casa, di conseguenza un<br />

così basso livello di batteri all’interno<br />

del nostro organismo non ne permette<br />

la naturale decomposizione. Oltre<br />

a questo un'altra causa pare sia da attribuire<br />

ai conservanti che quotidianamente<br />

ingeriamo con il cibo e nelle<br />

bevande, ormai sempre più trattati. A<br />

queste tuttavia bisogna aggiungerne<br />

altre, infatti, secondo il Presidente del<br />

Comitato di Lavoro per i Cimiteri ed i<br />

Crematori, anche i medicinali che assumiamo<br />

in vita “sicuramente possono<br />

influire sull’attività batterica dopo<br />

la morte”, un ruolo decisivo inoltre<br />

possono ricoprirlo anche le nuove<br />

tecniche di costruzione dei loculi che<br />

favorirebbero una migliore conservazione<br />

del corpo. Una notizia simile<br />

era già circolata ai tempi della guerra<br />

nel Vietnam, infatti a quanto pare i<br />

corpi dei soldati americani si decomponevano<br />

molto più lentamente di<br />

quelli vietnamiti sempre a causa della<br />

dieta caratterizzata da cibi ricchi di<br />

conservanti. Ma le informazioni che<br />

circolano in rete tuttavia sono piuttosto<br />

scarse e la maggior parte delle<br />

volte non sono supportate da articoli<br />

di medicina o dati statistici attendibili,<br />

il che potrebbe far pensare ad una<br />

bufala diffusa per spaventare la gente<br />

sulla pericolosità dei conservanti, ma<br />

un recente servizio della trasmissione<br />

tv Le Iene, ha verificato la veridicità di<br />

una notizia che rischiava di divenire<br />

una leggenda metropolitana, dimostrando<br />

che il problema sussiste ed<br />

è reale. I cimiteri italiani sono sempre<br />

più sovraffollati, anche a causa di<br />

questo fenomeno, in particolar modo<br />

è significativa le dichiarazione di Sereno<br />

Scolaro, responsabile servizi funerari<br />

pubblici: “è un problema crescente,<br />

perché i cimiteri ormai non<br />

possono più allargarsi e ingrandirsi”.<br />

La soluzione più immediata pare sia il<br />

ricorso alla cremazione, una soluzione<br />

che in Italia purtroppo viene scelta<br />

ancora da un numero troppo esiguo di<br />

persone, solo il 13%.<br />

69


72<br />

Domina Formula Multisuite.<br />

Da oltre 20 anni, la vacanza di proprietà.<br />

Domina Formula Multisuite, sinonimo di organizzazione<br />

e di esperienza accumulata in vent’anni di gestione targata<br />

Domina Vacanze, consente di abbinare il piacere di una<br />

vacanza infinita ed il valore di un investimento immobiliare<br />

sicuro. Con Formula Multisuite è possibile diventare<br />

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bellissime residenze alberghiere Domina Home in Italia e<br />

all’estero, selezionando la località e il periodo di soggiorno<br />

più adatti alle proprie esigenze. Portofino, Cortina, Venezia,<br />

Positano, Courmayeur, Sharm el Sheikh, la Costa<br />

Smeralda. Sono solo alcune delle esclusive località in tutto<br />

il mondo che Domina Vacanze è lieta di proporre ed orgogliosa<br />

di farvi vivere ogni giorno ai propri clienti. Nata nel<br />

1988, Domina Vacanze S.p.A costituisce oggi la più importante<br />

realtà attiva sul mercato italiano della comproprietà<br />

alberghiera, il brand a cui moltissimi clienti affidano ogni<br />

giorno le proprie vacanze ed una piccola, preziosa parte<br />

del proprio futuro. Domina Vacanze è un modo sicuro di<br />

investire per sempre sulle proprie vacanze, grazie ad un acquisto<br />

immobiliare, garantito dal rogito notarile, ed economicamente<br />

vantaggioso. Attualmente circa 15.000 clienti<br />

sono stati conquistati dalla Formula Multisuite e confermano<br />

ogni giorno la loro scelta: soggiornano nelle loro<br />

suite, prenotano altre vacanze negli hotel Domina Home<br />

ed effettuano gli scambi. Con Domina Formula Multisuite,<br />

infatti, è possibile diventare proprietari esclusivi di una<br />

suite all’interno di una delle tredici residenze alberghiere<br />

Domina Home in Italia e all’estero, selezionando la località<br />

ed il periodo di soggiorno più adatti alle proprie esigenze,<br />

riservandone per sempre l’utilizzo e senza dover sostenere<br />

alcuna spesa di gestione in caso di rinuncia all’utilizzo della<br />

suite. Si tratta quindi di un’offerta di hotel selezionati per<br />

garantire nel tempo la certezza dell’investimento, con un<br />

servizio a quattro stelle sempre impeccabile ed eccellente,<br />

fondato sulla consapevolezza che l’accoglienza e la disponibilità<br />

sono alla base del rapporto con i comproprietari, i<br />

loro amici e i loro ospiti. I comproprietari Domina hanno<br />

inoltre accesso ad un sistema flessibile ed efficiente di<br />

scambio delle proprie soluzioni abitative, che consente di<br />

trovare sempre la location giusta, adatta ad ogni momento<br />

della propria vita e che permette di concedersi ogni anno<br />

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O.F. Italia Magazine visita la pagina web<br />

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numero verde 800-559900 citando<br />

il riferimento “O.F. Italia Magazine”.<br />

*


74<br />

Informazione Mensile di Federcofit - Federazione del Comparto Funerario Italiano<br />

Lettera del<br />

Presidente<br />

Parlando di riforma della funeraria pag 2<br />

La cremazione nel 2010 in Italia è al 13% pag 3<br />

Preso con le zampette sul rame pag 3<br />

Urna cineraria con sorpresa a Bari pag 3<br />

Telecamere nei 12 cimiteri di Verona pag 3<br />

Carro funebre clandestino pag 3<br />

Arezzo: ASL controcorrente pag 7<br />

Viale Certosa , 147 - 20151 Milano - Tel 0233403992 - Fax 0233496048 - www.federcofit.org


Con<br />

questo numero la Lettera del Presidente assume una nuova veste<br />

ed inizia una nuova stagione, speriamo, proficua almeno come quella che si è chiusa<br />

nei mesi passati.<br />

Oltre alla nostra tradizionale veste, modesta e casalinga, che speriamo di potenziare<br />

nel prossimo futuro, rivolta ai soci ed ad un numero ristretto di operatori e personalità,<br />

la Lettera del Presidente sarà ospitata da OF ITALIA MAGAZINE, la nuova<br />

rivista del settore, ed, in futuro, anche su altre riviste.<br />

La separazione tra la Lettera del Presidente e Oltre Magazine, non è, come si è<br />

scritto, una scelta unilaterale; è la diretta e coerente conseguenza<br />

delle gravi e gratuite offese , ivi sostenute, sia verso la Federazione,<br />

sia verso i dirigenti di Federcofit.<br />

Ci auguriamo che “la volontà di sostenere”, sempre ed in ogni<br />

caso, “la libertà di pensiero e l’affermazione della verità” siano i<br />

buoni propositi cui attenersi, davvero, nel futuro.<br />

Vogliamo ringraziare Oltre Magazine per l’ospitalità che ci ha<br />

concesso in questi anni e ci scusiamo se possiamo essere stati<br />

ingombranti…, non era nostra intenzione.<br />

Crediamo di avere fatto la scelta giusta: in nessuno, da qualsiasi<br />

parte si collochi, socio, amico, osservatore distaccato o particolarmente<br />

critico deve rimanere il minimo dubbio sia sull’assoluta<br />

autonomia di Federcofit, sia su presunte pretese della stessa di<br />

avere qualcosa da altri.<br />

Abbiamo ricevuto tanto da molti ed esprimiamo, ed esprimeremo,<br />

gratitudine sincera e sentita; abbiamo dato alla categoria ed al settore quello<br />

che potevamo dare, tanto o poco che sia, senza risparmiarci in alcun modo, e continueremo<br />

a farlo finché ne avremo la forze e gli operatori continueranno a darci il<br />

consenso.<br />

La linea della Federazione non cambia; continueremo le nostre campagne, le nostre<br />

riflessioni, i nostri approfondimenti con una veste tipografica diversa, ma con il<br />

medesimo spirito e le medesime convinzioni.<br />

Al sig. Pasino, all’amico Piero, editore di questa nuova rivista a cui vari nostri dirigenti<br />

collaborano, vogliamo, prima di tutto, esprimere un sentito ringraziamento<br />

per l’ospitalità che ci ha concesso.<br />

Vogliamo, poi, fargli un grande augurio di successo e soprattutto la speranza che la<br />

neonata rivista non solo dia voce ad attori del settore oggi trascurati, ma possa<br />

anche riempire importanti spazi trascurati dalla pubblicistica del settore e ricollocare<br />

al centro del confronti i temi di fondamentale interesse per il settore funebre e<br />

cimiteriale italiano.<br />

Il Presidente<br />

Giuseppe Bellachioma<br />

75 1


276<br />

LEGGI E RIFORME:<br />

Impellente un tavolo di incontro<br />

con la Regione Campania<br />

CAMPANIA: si avvicina la scadenza per la regolarizzazione<br />

dei requisiti per le imprese funebri<br />

Federcofit sollecita la Regione a varare gli opportuni<br />

adeguamenti per tutelare le imprese funebri<br />

Al Presidente della Regione Campania<br />

On Caldoro<br />

p.c. Assessore alla Sanità<br />

Assessore alla Formazione Professionale<br />

Ill.mo Presidente,<br />

si stanno concludendo i due anni previsti dalle<br />

norme varate dalla Regione Campania nel gennaio<br />

2010 sulle attività funebri insediate nella Regione,<br />

con la legge finanziaria 2010 (L. Regionale n.<br />

2, art. 1, comma 75.) ed il settore vive ancora nella<br />

massima incertezza.<br />

Immediatamente, dopo il varo di queste disposizioni,<br />

la Federazione del Comparto Funerario Italiano<br />

ha inviato una dettagliata nota all’allora Presidente<br />

On. Bassolino Antonio sottolineando non<br />

solo gli aspetti inaccettabili delle norme varate<br />

per le caratteristiche del settore funebre, ma anche<br />

quelli che contrastano con le norme generali<br />

dello Stato Italiano. La medesima nota l’abbiamo<br />

recapitata alla Sua attenzione subito dopo la Sua<br />

elezione a Presidente della Regione Campania. Ci<br />

permettiamo di allegarne una copia.<br />

Le norme, come abbiamo più volte denunciato,<br />

con la fine di questo anno solare, se non intervengono<br />

fatti nuovi, espelleranno dal mercato la<br />

grande maggioranza degli operatori funebri della<br />

regione che non potranno dotarsi dei requisiti<br />

strutturali e degli organici che la Campania, unica<br />

Regione in Italia, impone, senza indicare alcuna<br />

soluzione alternativa, come hanno fatto tutte le<br />

Regioni che hanno deliberato sulla materia, utile a<br />

garantire l’esecuzione di servizi funebri regolari<br />

anche da parte di imprese piccole operanti nei<br />

vari territori della regione.<br />

Ci permettiamo, inoltre, di segnalare come l’affidamento<br />

della potestà ai Comuni di definire i requisiti<br />

strutturali dell’impresa funebre stia determinando<br />

scelte assolutamente inconcepibili a<br />

fronte di ogni ragionevole valutazione. Tanto per<br />

fare solo degli esempi, il Comune di Avellino richiede,<br />

oltre al Direttore, almeno n. 15 addetti<br />

occupati a tempo pieno ed indeterminato, n. 10<br />

carri funebri e n. 8 carri porta corone; il Comune di<br />

Pollena Trocchia (NA) prevede una autorimessa di<br />

ben mq. 600 e ben n. 7 autofunebri, non solo ma<br />

anche un “carro funebre ippotrainato” e, per finire,<br />

anche n. 3 carri porta corone. Può ben immaginare<br />

quale corretta concorrenza si possa instaurare<br />

con simili requisiti e quale fantasiosa anarchia si<br />

possa instaurare nel territorio regionale.<br />

Anche per quanto riguarda l’altro aspetto impor-<br />

tante delle nuove disposizioni regionali, i processi<br />

di qualificazione e di formazione obbligatoria degli<br />

addetti, la situazione non è più chiara e “tranquilla”.<br />

Anche su questo fronte, come recita la Deliberazione<br />

regionale n. 963/2009, con la fine dell’anno<br />

in corso si conclude il periodo utile al perseguimento<br />

dei requisiti formativi previsti, con la relativa<br />

partecipazione ai corsi di n. 80 ore e di n. 120<br />

ore a seconda delle funzioni aziendali svolte.<br />

Ad oggi, sembra, pochissimi sono i corsi effettivamente<br />

conclusi, e su quelli conclusi molti avanzano<br />

dubbi e perplessità, non solo ma anche alcuni<br />

corsi avviati con tanta buona volontà sono stati<br />

sospesi dalla Provincia di Salerno, perché gli addetti<br />

erano privi del titolo di studio necessario,<br />

quello cioè di scuola media superiore.<br />

Al di là di ogni approfondimento in merito all’interpretazione<br />

delle disposizioni della Deliberazione<br />

in oggetto, emergerebbero due considerazioni:<br />

la prima è che la Regione Campania esigerebbe<br />

per il Direttore tecnico, dell’impresa funebre o titolare<br />

un titolo di studio che non è previsto da<br />

alcuna norma dello Stato introducendo, quindi,<br />

elementi distorsivi delle condizioni di concorrenza<br />

nel mercato nazionale delle onoranze funebri, la<br />

seconda è che così facendo anche chi da lungo<br />

tempo è nel settore si troverebbe ad esserne<br />

escluso perché si sono cambiate le regole in corso<br />

d’opera, la terza, infine, è che per la fine dell’anno<br />

la stragrande maggioranza degli operatori si troverà<br />

impossibilitata a frequentare i corsi previsti,<br />

e, conseguentemente, espulsa dal mercato.<br />

Non vogliamo fare allarmismo, signor Presidente,<br />

questa è, però, la cruda realtà. Non è la prima<br />

volta che interveniamo e che chiediamo interventi<br />

atti a risolvere i problemi, avanzando anche concrete<br />

proposte, sulla falsariga di quanto hanno<br />

fatto le numerose regioni che hanno deliberato<br />

sulla materia.<br />

Non ci stanchiamo né ci stancheremo di ritornare<br />

sulla materia ma i tempi si stanno esaurendo e<br />

non possiamo esimerci dalla tutela dei nostri associati<br />

e della categoria in genere anche, se necessario,<br />

con le forme e gli strumenti più incisivi e<br />

propri della mobilitazione della categoria e del<br />

confronto con l’opinione pubblica a tute di un<br />

corretto sforzo per la qualificazione del settore<br />

senza, però odver fare, come spessi si dice, una<br />

vera e propria ecatombe.<br />

Vogliamo sperare di avere un sollecito riscontro<br />

da parte Sua per avviare una adeguata riflessione<br />

su questa complessa materia.<br />

Distinti saluti<br />

Il Presidente<br />

Giuseppe Bellachioma


CRONACHE<br />

La cremazione nel 2010<br />

in Italia è al 13%<br />

La SEFIT Federutility ha diffuso i dati sulle cremazioni di cadaveri<br />

effettuate nel corso del 2010 nei crematori italiani in funzione.<br />

Nel 2010 si sono registrate a consuntivo 76.868 cremazioni<br />

di feretri, contro le 71.898 del 2009 (+ 4.970, pari ad un<br />

aumento del 6,9%). Sul totale dei decessi in Italia la cremazione<br />

incide per poco più del 13%, di cui la massima parte è<br />

concentrata nel Nord Italia, in Toscana e nel Lazio.<br />

Maxisequestro di beni appartenenti al clan Crimaldi nell’area<br />

nord di Napoli, tra cui una impresa funebre<br />

Nel corso di un blitz nella zona di Acerra (NA) carabinieri del<br />

nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno posto sotto<br />

sequestro anche un panificio, sei appartamenti, tre magazzini,<br />

quattro auto, tre autocarri, due ciclomotori per un valore complessivo<br />

di 5 milioni di euro, nonché un aimpresa di pompe<br />

funebri. I beni sono ritenuti riconducibili, direttamente o indirettamente,<br />

al capo del clan, Cuono Crimaldi, ed al figlio Lorenzo,<br />

entrambi attualmente detenuti dopo l’operazione del<br />

20 settembre scorso con l’esecuzione di quaranta ordinanze<br />

di custodia cautelare contro i clan della zona. Sempre più<br />

spesso in diverse aree del Mezzogiorno e del Centro Italia si<br />

ritrovano presenze mafiose nell’imprenditoria funebre.<br />

Preso con le<br />

zampette<br />

sul rame<br />

Finalmente si va al termine<br />

della filiera di questi assurde<br />

ruberie di rame! A Scandicci<br />

(FI) è stato posto sotto<br />

sequestro un impianto<br />

per il recupero di rifiuti metallici.<br />

Nel corso dei controlli,<br />

in un magazzino di circa 200 metri quadrati, pieno di<br />

tonnellate di rifiuti accatastati, la forestale ha trovato grosse<br />

quantità di rame di provenienza sconosciuta, sotto forma di<br />

cavi elettrici, in parte già avviati all’attività di recupero mediante<br />

l’eliminazione della guaina protettiva. Sono stati individuati<br />

inoltre numerosi manufatti in rame ed ottone tra cui vasi<br />

portafiori ed immagini sacre del tipo normalmente usato nei<br />

cimiteri e di cui il titolare non era in grado di documentare il<br />

lecito possesso.<br />

Urna cineraria<br />

con sorpresa a Bari<br />

Due pistole semiautomatiche sono state scoperte e sequestrate<br />

dai carabinieri all’interno di un’urna cineraria nel cimitero di<br />

Bari. La scoperta è stata fatta in seguito ad una telefonata anonima<br />

al 112. Nella stessa urna, inoltre, sono stati trovati altri due<br />

involucri contenenti 11 cartucce cal. 380 e un caricatore vuoto<br />

per stessa Norinco, nonchè una scatola contenente 30 cartucce<br />

cal. 380. Le armi, avvolte in un panno, erano contenute in una<br />

busta stagnola, in ottimo stato e perfettamente funzionanti. Sono<br />

state sottoposte a rilievi da parte dei carabinieri.<br />

Telecamere<br />

nei 12 cimiteri di Verona<br />

È attivo, con 97 telecamere, il sistema di videosorveglianza<br />

delle 14 farmacie comunali e dei 12 cimiteri cittadini. Il progetto,<br />

realizzato da Comune di Verona e Agec, con il cofinanziamento<br />

della Regione Veneto, è stato presentato l’11 luglio<br />

<strong>2011</strong> dal Sindaco Flavio Tosi, dal presidente di Agec Giuseppe<br />

Venturini e dal comandante della Polizia municipale Luigi<br />

Altamura.<br />

“Questo progetto che non ha precedenti a livello nazionale<br />

– ha detto Tosi – è sicuramente<br />

un segnale di grande attenzione<br />

nei confronti della collettività<br />

in quanto permette<br />

di sorvegliare quei luoghi<br />

che sono maggiormente frequentati<br />

dalle fasce più deboli<br />

della società. Il sistema è inoltre<br />

un importante deterrente nei confronti<br />

di episodi di criminalità e vandalismo<br />

e uno strumento utile alle indagini<br />

delle Forze dell’Ordine. Il<br />

completamento di questo sistema, reso possibile<br />

anche grazie all’assessore regionale alla<br />

Sicurezza Massimo Giorgetti, è un ulteriore<br />

tassello del progetto che garantirà ai veronesi<br />

di sentirsi più sicuri nella loro citta”’. Il sistema,<br />

costato 418 mila euro, 250 mila dei quali finanziati dalla Regione<br />

Veneto, è costituito da: 46 telecamere nelle farmacie e<br />

51 telecamere nei cimiteri; 14 sistemi di collegamento con la<br />

centrale operativa dell’istituto di Vigilanza Privata; 13 colonnine<br />

SOS per la richiesta di soccorso posizionate negli ingressi<br />

dei cimiteri; 25 server di registrazione; 2 server di gestione e<br />

controllo ubicate nelle centrali operative della Polizia di Stato<br />

e della Polizia Municipale; 1 postazione di controllo nella centrale<br />

operativa dell’istituto di Vigilanza Privata.<br />

Carro funebre clandestino<br />

All’uscita del cimitero di Ceglie del Campo (Bari), al termine di<br />

un funerale, la polizia municipale interviene (probabilmente a<br />

seguito di una soffiata) e chiede patente e libretto al conducente<br />

di un carro funebre. Sconcerto!<br />

L’autista dice di aver smarrito la patente, poi pure i documenti<br />

di riconoscimento.<br />

Gratta gratta e si scopre che il carro funebre svolgeva l’attività<br />

di onoranze funebri con<br />

un’auto senza assicurazione,<br />

libretto di circolazione e<br />

libretto sanitario annuale di<br />

verifica.<br />

Gli agenti municipali, impegnati<br />

da tempo in un servizio<br />

contro l’abusivismo nel<br />

settore delle onoranze funebri,<br />

hanno scoperto che<br />

l’agenzia incaricata, pur essendo<br />

barese, aveva dato<br />

in subappalto il trasporto<br />

della bara a una impresa di<br />

Rutigliano che aveva messo a disposizione un carro funebre<br />

abusivo.<br />

Il titolare della ditta della provincia, oltre a vedersi sequestrare<br />

un proprio mezzo, ha avuto una multa di oltre mille euro.<br />

77 3


4<br />

ELENCO DELLE IMPRESE DI ONORANZE FUNEBRI ADERENTI A FEDERCOFIT CHE SI<br />

PROPONGONO AI COLLEGHI PER IL "DISBRIGO PRATICHE" O PER ALTRI SERVIZI.<br />

I soci interessati ad essere inseriti, si possono rivolgere alla Segreteria della Federazione.<br />

(elenco pubblicato anche sul nostro sito www.federcofit.com-sezione” servizi e convenzioni”)<br />

PIEMONTE<br />

O.F. Eurofunerali Via Isonzo, 26/A-Torino Tel 011 389335 Fax 011 3828958<br />

O.F. La Fenice C.so Siracusa, 148/A-Torino Tel 011 3094257<br />

Coccato & Mezzetti Via U.Foscolo,12 - Galliate (NO) Tel 0321 866920 Fax 0321 809319<br />

O.F. Volpi<br />

LOMBARDIA<br />

Via V. Foibe 8/A – Casale Monferrato (AL) Tel 0142 454984<br />

O.F. Giovinetti e Consoli Via Podere la Vigna, 10 -Settimo M.se (MI) Tel 02 33512049 Fax 02 33500561<br />

O.F. Sofam Viale Certosa, 303 - Milano Tel 02 38001070 Fax 02 3086269<br />

O.F. C.O.F. Viale Matteotti, 58 - S.S. Giovanni (MI) Tel 02 2409498 Fax 02 2481603<br />

O.F. Pirovano Largo XXV Aprile, 4 - Monza (MI) Tel 02 6125036 Fax 02 6128585<br />

O.F. Gruppo Varesina Sofam Via Tina di Lorenzo, 3 – Milano Tel 02 3551723 Fax 02 33599432<br />

O.F. Impresa Generali Via Ceresio, 3 -Milano Tel 02 341898 Fax 02 34533461<br />

O.F. D'Antoni Riccardo Via delle F. Armate, 201 -Milano Tel 02 4531056 Fax 02 47995368<br />

O.F. OSIOF Viale Piave, 15 -Treviglio (BG) Tel 0363 302678 Fax 0363 304042<br />

O.F. Selmi Via Graziano Imperatore, 3 - Milano Tel 02 66101963 Fax 02 6439135<br />

O.F. 2F Piazza Ospedale Maggiore - Milano Tel 02 6427552 Fax 02 55185720<br />

O.F. Generali di Brescia Via Milano, 34/d - Brescia Tel 030 2350068 Fax 030 2350096<br />

O.F. S.Michele Viale Agnelli, 34 -Lodi Tel 0371 429229 Fax 0371 429229<br />

O.F. Santino Servizi Funebri Via Ceriani, 11/a - Uboldo (VA) Tel 02 96789382 Fax 02 9959097<br />

O.F. Arenzi Via Emilia, 55 - Melegnano (MI) Tel 02 9834237 Fax 02 98125133<br />

O.F. Ricciardi e Corna Via Borgo Palazzo, 51 - Bergamo Tel 035 212179 Fax 035 4195441<br />

O.F. Vergani P.za S. Martino, 24 - Inveruno (MI) Tel 02 9787020 Fax 02 97289248<br />

Impresa Funebre Mombelli Via Rudiano, 29 -Chiari (BS) Tel 030 7002221 Fax 030 7000277<br />

O.F. Galazzi Virginio Via Europa, 44 -S. Donato Milanese (MI) Tel 02 5276381 Fax 02 5272831<br />

O.F. Rampinini Fino Mornasco (CO)-Lomazzo(CO)-Como Tel 031 920361 Fax 031 880888<br />

O.F. Maggioni Roberto via Piave, 3 -Azzano San Paolo (BG) Tel 035 530014 Fax 035 4372253<br />

O.F. Capitani viale Raimondi 11–Vertemate con Minoprio (CO) Tel 031 900200 Fax 031 901111<br />

O.F. Fratelli Ferrario via Marco Polo, 14 – Busto Arsizio (VA) Tel 0331 631057 Fax 0331 631954<br />

O.F. Moro<br />

Via<br />

Mons.<br />

Pogliani,<br />

42<br />

Cesano<br />

Boscone<br />

( MI)<br />

Tel<br />

02<br />

4581416<br />

Fax<br />

02<br />

48602490<br />

O.F. Motta (di)<br />

Via<br />

Silvio<br />

Pellico,<br />

31<br />

– Carate<br />

Brianza<br />

( MB)<br />

Tel<br />

0362<br />

993081<br />

Fax<br />

0362<br />

993081<br />

O.F. San Biagio<br />

Via<br />

Binasco,<br />

66<br />

– Casarile<br />

( MI)<br />

Tel<br />

02<br />

9052415<br />

Fax<br />

02<br />

90095679<br />

O.F. Gambaro Via<br />

Gallarate,<br />

36<br />

– Castano<br />

Primo<br />

(MI) Tel 0331 880154 Fax 0331 877087<br />

O.F. Sacro Cuore<br />

Via<br />

Grandi,<br />

2 – Limbiate<br />

( MB)<br />

Tel<br />

02<br />

99488266<br />

Fax<br />

02<br />

99501378<br />

Azienda Servizi Funebri<br />

VENETO<br />

Via Del Canneto 5/7 – Borgosatollo (BS) Tel 030 2702592 Fax 030 2502512<br />

O.F. Gigi Trevisin Via Inferiore, 49/51 -Treviso Tel 0422 542863 Fax 0422 541700<br />

Ades<br />

FRIULI VENEZIA GIULIA<br />

Via Callalta,7- Lanzago di Silea (TV) Tel 0422 460014 Fax 0422 461935<br />

PFA ass. San Marco<br />

LIGURIA<br />

Vial Rotto, 16 - Pordenone Tel 0434 361910 Fax 0434 366857<br />

O.F. La Generale Pompe Funebri Via Carpaneto, 13 -Genova Tel 010 414241 Fax 010 414244<br />

O.F. Serra di Serra G. & C. Via Piave, 9 -Vado Ligure (SV) Tel 019 880234 Fax 019 2165052<br />

Pompe Funebri Liguri Via XXV Aprile, 239 -Pietra Ligure (SV) Tel 019 627793 Fax 019 6294217<br />

Pompe Funebri Liguri<br />

EMILIA ROMAGNA<br />

Via F.lli Viziano,20 -Albenga (SV) Tel 0182 541414 Fax 0182 554406<br />

O.F. Bola S. Santa Croce Via Abbeveratoia,19 -Parma Tel 0521 292726 Fax 0521 344056<br />

O.F. Santa Croce Viale Risorgimento, 55/c –Reggio Emilia Tel 0522 323865 Fax 0521 344056<br />

O.F. Della Casa Via del Pozzo, 138 -Modena Tel 059 366999 Fax 059 361391<br />

La Funeritalia Via Emilia Pavese, 18 -Piacenza Tel 0523 489996 Fax 0523 489466<br />

Rip. Service Via Calari, 12 - Zola Predosa (BO) Tel 051 6167475 Fax 051 755904<br />

O.F. Teggi Cristian<br />

LAZIO<br />

Via Flumendosa106/108 Fiorano Modenese (MO)Tel 0536 921041 Fax 0536 921041<br />

EUROCOF Via di Torvergata, 426 -Roma Tel 06 72672333 Fax 06 72672111<br />

INTERCOF 2000 Via Monte del Marmo, 296/h -Roma Tel 06 61522522 Fax 06 61532644<br />

Multiservizi ITALIA C.S.F. Via dell’Amba Aradam,17/A - Roma Tel 06 70493623 Fax 06 77209075<br />

O.F. Massimo Lorenzetti Piazzale del Verano, 60 - Roma Tel 06 4457777 Fax 06 4959337<br />

O.F. Lorenzetti A. Via Diego Simonetti, 111- Ostia (RM) Tel 06 5686000 Fax 06 5667695


UMBRIA<br />

O.F. Massimo Acciarini<br />

MARCHE<br />

Via Umberto I, 56 – Foligno (PG) Tel 337 651010 Fax 0742 450068<br />

O.F. Lucadei Via Salaria, 215 - Colli del Tronto (AP) Tel 0736 899185 Fax 0736 893168<br />

O.F. Corvatta Via Oberdan, 28 -Tolentino (MC) Tel 0733 968086 Fax 0733 968086<br />

O.F. Damiani Via Tito Afranio, 58 – Ascoli Piceno Tel 0736 259012 Fax 0736 346987<br />

O.F. Toccaceli Paolo,Giuliano Via XXII Agosto, 12 – Cagli (PU) Tel 0721 781560 Fax 0721 780021<br />

O.F. F.lli Rossi<br />

TOSCANA<br />

Via Flaminia 90 – Tavernelle di Serrungarina (PU)Tel 0721 892208 Fax 0721 879182<br />

O.F. La Colomba Via Sugherella, 3/A - Montevarchi (AR) Tel 055 980017 Fax 055 983744<br />

OFISA Viale Milton, 89/91 – Firenze Tel 055 489802 Fax 055 489101<br />

O.F. Francini Bruschi Via V. Veneto, 40 - Pontassieve (FI) Tel 055 8368197 Fax 055 8368273<br />

O.F. SIFE Via Cavour, 58/80 - Empoli (FI) Tel 0571 76644 Fax 0571 72340<br />

O.F. Franceschini Via di Tempagnano,120 – Lucca Tel 0583 491594 Fax 0583 91155<br />

O.F. Spagnoli Via F. Datini, 25 A/B – Firenze Tel 055 6580824 Fax 055 294508<br />

O.F. Cosmi Via S. Giorgio, 48 – Lucca Tel 0583 493726 Fax 0583 474183<br />

O.F. Cascinesi Via T. Romagnola, 2081- Navacchio Cascina (PI) Tel 050 775503 Fax 050 715291<br />

O.F. La Pace Via Pace, 42 - Grosseto Tel 0564 456262 Fax 0564 456262<br />

O.F. Santini Via Veneto, 1 - Cecina (LI) Tel 0586 680087 Fax 0586 691229<br />

O.F. E. Nannoni Via Sardegna, 35 – Siena Tel 0577 280963 Fax 0577 280963<br />

O.F. Viti e Ricucci Viale Trieste, 174 - Sinalunga (SI) Tel 0577 630270 Fax 0577 630270<br />

O.F. Paladini Enrico Via Aurelia, 896 - Querceta (LU) Tel 0584 769001 Fax 0584 768914<br />

O.F.A.R. Piazza S. Donato, 32 – Arezzo Tel 0575 907070 Fax 0575 907050<br />

O.F. IFA Via De Gasperi, 59/62 - Arezzo Tel 0575 900226 Fax 0575 903444<br />

Genesi<br />

ABRUZZO<br />

documentazione funeraria e cimiteriale Tel 338 4708713 Fax 0583 91155<br />

O.F. Aeterna Via Salomone, 94 - Chieti Tel 0871 348898 Fax 0871 348898<br />

O.F. D’Alessandro Via Adriatica Sud, 5 - Francavilla al Mare (CH) Tel 085 816125 Fax 085 4911313<br />

O.F. Emidio e Alfredo De Florentiis Via Spaventa, 6/3 - Pescara Tel 085 66021 Fax 085 66466<br />

O.F. Verrocchio Via Vestina, 420/b - Montesilvano (PE) Tel 085 4682032 Fax 085 4682032<br />

O.F. Di Donato Via<br />

Intagliata,<br />

13-Castiglione<br />

M.<br />

R.<br />

(TE) Tel.0861 990230 Fax 0861 909643<br />

O.F. Di Menno<br />

CAMPANIA<br />

Contrada<br />

Nasuti,<br />

82-Lanciano<br />

( CH)<br />

Tel.0872 712777 Fax 0872 712777<br />

O.F. Gennaro Tammaro Via Giacinto Gigante, 70 - Napoli Tel 081 5448745 Fax 081 5448773<br />

O.F. CSG Molinaro Via San Martino 123- Montesarchio (BN) Tel 0824 847369 Fax 0824 837975<br />

O.F. Dorelli e Ferrara Via Avezzana 17bis – S. Maria C V (CE) Tel. 0823 589268 Fax 0823 817784<br />

O.F. Graziano Via Pincipe Lancellotti, 27 – Lauro (AV) Tel. 339 3447137 Fax 081 8250350<br />

O.F. Nazzaro Mirella Via Frustelle, 44 – Monte Miletto (AV) Tel. 0825 963408 Fax 0825 963408<br />

O.F. Enzo Viscusi<br />

PUGLIA<br />

Via Tiglio,4 – Melizzano (BN) Tel 0824 979773 Fax 0824 609159<br />

Consorzio Funeral Center Viale Pasteur, 17 - Bari Tel 080 5043556 Fax 080 5610699<br />

O.F. Dente<br />

SICILIA<br />

Via G. Bovio, 36 - Bisceglie (BA) Tel 080 3992070 Fax 080 3921642<br />

O.F. Velletri Francesco Via Empedocle Restivo, 30 - Palermo Tel 091 525259 Fax 091 7292953<br />

O.F. Russo<br />

SARDEGNA<br />

Via V.Emanuele III, 358 – Santa Venaria (CT) Tel 095 953766 Fax 095 2884882<br />

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5


680<br />

Arezzo:<br />

ASL controcorrente<br />

L’ASL di Arezzo comunica che nei due ospedali più grandi,<br />

Arezzo e Valdarno, adesso è stato istituito un servizio di “presidio”<br />

permanente, con personale dedicato per il servizio obitoriale.<br />

Di fatto, fino ad ora, il personale deputato al trasporto<br />

delle salme dalle degenze all’obitorio veniva attivato “ad<br />

hoc” in occasione del decesso di un paziente.<br />

E le camere mortuarie non erano “sorvegliate” in continuo,<br />

ma solo sporadicamente. L’Azienda, con una scelta precisa<br />

e uno sforzo economico opposto a quello di contenimento<br />

delle spese per il personale, ha deciso di elaborare un capitolato<br />

di appalto che prevedesse, per gli ospedali di Arezzo<br />

e Valdarno, la presenza fissa di operatori presso l’obitorio e<br />

le camere mortuarie. In particolare è garantita la presenza di<br />

un operatore nelle 12 ore diurne (8,00-20,00) con compiti di<br />

trasporto salma dal reparto all’obitorio, gestione dell’attività<br />

nel servizio, relazioni con le famiglie e con le Imprese Funebri<br />

dalle stesse delegate, ed altre attività dettagliate nel regolamento<br />

dell’obitorio stesso. Il regolamento è stato discusso e<br />

condiviso, prima con gli operatori degli ospedali e successivamente<br />

con le Imprese Funebri. La nuova gestione con la<br />

presenza di operatore a presidiare il servizio consente il controllo,<br />

la vigilanza rispetto all’entrata nei locali degli impresari<br />

funebri che solo con delega scritta della famiglia e con cartellino<br />

di identificazione possono accedere nelle camere mortuarie<br />

per l’espletamento del servizio a loro affidato . L’orario<br />

di apertura al pubblico del servizio mortuario negli ospedali di<br />

Arezzo e Valdarno è dalle 8,00 alle 20.00. Per quanto riguarda<br />

l’orario di chiusura è data la possibilità ai familiari (su richiesta)<br />

di vegliare il proprio caro oltre l’orario definito.<br />

Una opportunità definita nel documento di “informazioni per<br />

i familiari” che viene consegnato dall’operatore della ditta<br />

affidataria del servizio mortuario ai familiari: “è concesso di<br />

poter vegliare la persona deceduta oltre l’orario di apertura<br />

dei locali, previa richiesta al personale addetto al servizio e<br />

autorizzazione del personale della Direzione Medica di Presidio”.<br />

Una possibilità che è sempre stata concessa a chiunque<br />

ne ha fatto richiesta e che è intenzione della Asl mantenere.<br />

Resta ovviamente in vigore (come prevede la apposita Legge<br />

regionale) la possibilità da parte dei familiari di effettuare la<br />

veglia funebre a cofano aperto in altri locali idonei, al di fuori<br />

dell’obitorio ospedaliero: da parte della Azienda sanitaria<br />

questa richiesta viene sempre tempestivamente autorizzata.<br />

Ma le offese potranno mai<br />

nascondere la coda di paglia<br />

o i veri problemi?<br />

Ormai nella lunga e sempre frizzante storia infinita dei rapporti<br />

tra Feniof e Federcofit non ci viene risparmiato niente:<br />

anche le offese. Abbiamo letto, infatti, la denuncia di “un<br />

intervento delirante pubblicato sulla Lettera del Presidente”.<br />

Di fronte al “delirio” …, la cosa sembra essere interessante.<br />

Andiamo quindi a vedere...<br />

L'articolo del Maggio scorso, cui si fa riferimento, cita ben<br />

virgolettate parti di documenti ufficiali, scritti o sottoscritti,<br />

da Feniof o sue strutture decentrate e pone domande, oltre<br />

che legittime, ovvie. Certo, evidenziando una discordanza tra<br />

quanto sottoscritto dalla massima autorità di Feniof, il Presidente,<br />

con quanto scritto del Segretario Bosi, vengono poste<br />

conseguenti domande in merito a quale è la posizione vera,<br />

oltre che ufficiale, di Feniof. Ora si può anche considerare<br />

“deliranti” queste affermazioni o considerazioni, si dica però<br />

come stanno le cose, altrimenti il delirio viene, davvero, a chi<br />

deve capire da che parte sta Feniof su cose particolarmente<br />

importanti per la funeraria. A meno che, come spesso succede,<br />

l'offesa gratuita serva a nascondere la pochezza o la<br />

difficoltà.<br />

Non si tratta di ricostruzioni non corrette, si tratta di documenti<br />

ufficiali, sfociati in Parlamento, formalmente sottoscritti.<br />

Se sono ancora validi, bene... Altrimenti senza tanti contorcimenti<br />

si diano risposte chiare e precise senza reticenza. E' legittimo<br />

porre domande anche a Federcofit, che sicuramente<br />

non rappresenta il verbo divino, su tanti temi, compresi quelli<br />

relativi ai rapporti tra funerarie e strutture sanitarie.<br />

In altra parte di questa Lettera del Presidente si affronta questo<br />

tema, senza dare una risposta compiuta, saremmo particolarmente<br />

bravi stante la situazione e gli scandali presenti in<br />

tutte le regioni del nostro bel paese, ma, sicuramente, proponendo<br />

un approccio concreto e progressivo che, rifuggendo<br />

dal rifugiarsi in posizioni di principio dimostratesi nel tempo<br />

assolutamente inefficaci, non demonizza nessuna proposta e<br />

cerca di far progredire soluzioni concrete e generalizzabili.<br />

È vero, Federcofit non ha sottoscritto nessuna posizione definita<br />

su un tema così complesso e difficile. Siamo impegnati<br />

in una ricerca nata molto tempo addietro, anche con qualche<br />

consenso della massima dirigenza di Feniof, e non solo di<br />

Feniof, senza avere ancora raggiunto un risultato condiviso.<br />

L'obiettivo è ambizioso e difficile: vogliamo però evitare che<br />

da una parte, in genere al centro, si predichi bene ed in molte<br />

parti del paese, Toscana, Abruzzo, Calabria, Puglia, Lombardia,....,<br />

si razzoli male, o ci si opponga a soluzioni anche di interesse<br />

per la categoria semplicemente perché le ha proposte<br />

l'Organizzazione concorrente.<br />

Caronte

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