da La scultura raccontata da Rudolf Wittkower - Artleo.It
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<strong>Rudolf</strong> <strong>Wittkower</strong> - <strong>La</strong> <strong>scultura</strong> <strong>raccontata</strong> <strong>da</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Wittkower</strong><br />
nardo poneva senza esitare la pittura al di sopra della<br />
<strong>scultura</strong>. «Lo scultore conduce le sue opere – egli diceva<br />
– con maggior fatica di corpo che il pittore, ed il pittore<br />
conduce le opere sue con maggior fatica di mente...<br />
conciossiaché lo scultore nel fare la sua opera fa per<br />
forza di braccia e di percussione a consumare il marmo,<br />
od altra pietra soverchia ch’eccede la figura che dentro<br />
a quella si rinchiude, con esercizio meccanicissimo». Si<br />
può immaginare che, nello stesso momento, il padre di<br />
Michelangelo si esprimesse esattamente nello stesso<br />
modo. Certamente, a quanto pensava Leonardo, l’invenzione<br />
di un metodo pantografico funzionante aiutava<br />
a ridurre la fatica manuale dello scultore, poiché<br />
le mani dei suoi aiuti potevano sostituire le sue senza<br />
alcun rischio di rovinare l’opera. Col passare del tempo,<br />
questa linea di ragionamento ricompare sempre piú<br />
sovente.<br />
L’idea del trasferimento meccanico era strettamente<br />
legata all’esistenza di un modello; un modello preparatorio<br />
ne costituiva un presupposto. Ciò è ovvio, e sia<br />
l’Alberti che Leonardo parlano dei modelli come di cosa<br />
ovvia. Ormai i modelli vengono menzionati nei contratti<br />
e nei documenti, come accade nel caso della statua<br />
gigantesca di Agostino di Duccio, di cui abbiamo<br />
Parlato. Sono sopravvissuti alcuni modelli preparatori<br />
risalenti alla secon<strong>da</strong> metà del xv secolo. Il modello in<br />
terracotta riguar<strong>da</strong> il cenotafio del Cardinal Niccolò<br />
Forteguerri nella Cattedrale di Pistoia, presso Firenze,<br />
dovuto al Verrocchio, commissionato nel 1476. Il Verrocchio<br />
non terminò il lavoro, e si hanno numerose<br />
aggiunte successive; ma il modello, oggi al Victoria and<br />
Albert Museum di Londra, ci dà una buona idea delle<br />
sue intenzioni. Con ogni probabilità il modello non è di<br />
mano del Verrocchio, bensí di un assistente di bottega.<br />
Una vera e propria letteratura si è accumulata intorno<br />
al problema della sua autenticità. Non parleremo, però,<br />
Storia dell’arte Einaudi 14