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Premio Energheia Vol.9

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le capacità di resistenza ad accompagnare costantemente questo<br />

percorso di racconto, straordinaria tecnologia tutta africana<br />

che lascia attoniti noi europei, nelle nostre fragili corporature<br />

indebolite da mille orpelli, tanto nella strenua accettazione<br />

di vicende insostenibili quanto nel desiderio di riscatto e<br />

nella piena assunzione di responsabilità (fino alla morte) per<br />

il futuro individuale, della propria famiglia, della propria comunità<br />

come in “Enemy of State” (Il nemico di Stato).<br />

Negli ingorghi delle emozioni, negli smottamenti della<br />

nostalgia, nelle creste delle passioni, la dura storia dell’Africa,<br />

delle innumerevoli Afriche dilaniate dalla violenza di profonde<br />

e vaste guerre silenziose, che interferiscono con la vita<br />

quotidiana delle persone e delle comunità senza apparente<br />

possibilità di appello.<br />

L’unica sponda di approdo simbolico, potente e risolutrice,<br />

sembra essere quella del mito e della magia, insomma una<br />

dimensione altra dell’esistenza che non è fuga, ma ricorso ad<br />

una diversa e più affidabile certezza della conoscenza di quella<br />

che gli imprevedibili appigli della vita ordinaria possano assicurare.<br />

Nella solitudine assoluta dell’interdizione dalla comunità,<br />

nel dolore acuminato della separazione dalla famiglia,<br />

Midega in “The love of hate” (L’amore dell’odio) attinge<br />

al potente richiamo della storia quasi mitologica del presunto<br />

stregone esiliato e umiliato prima di lei, e trova dimora nel<br />

suo stesso rifugio. Il grosso gatto bianco che ricompare alla<br />

fine del racconto non risarcisce soltanto Midega dell’ingiusta<br />

sorte patita, ma riscatta anche l’ingiustizia precedente. Nella<br />

vicenda del racconto “Love conquers” (L’amore conquista),<br />

scelto all’unanimità come il migliore della rassegna di quest’anno,<br />

è la visione quasi estatica di una figura di bestia che<br />

si staglia nel cielo a segnare il destino della comunità sconvolta<br />

dalla carestia, una raffigurazione quasi biblica (forte, in<br />

questa storia, l’eco del sacrificio di Isacco) che si scioglie in<br />

un finale patto d’amore.<br />

Poiché sono queste le sole due storie della raccolta con<br />

esito decisamente positivo, la promessa della liberazione passa<br />

per una scelta di perdono e di amore, ci dicono gli africani,<br />

per un atto di risarcimento: la restituzione di giustizia e la<br />

ricostruzione di un assetto sociale – la famiglia, il clan, la<br />

tribù – che punti ad un superamento della realtà capillarmente<br />

dura e violenta del continente. Il futuro resta incerto, stretto<br />

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