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per adesso, sul premio pesa una sensazione. La dico senza<br />
argomentarla troppo, è, in fondo, le mia, una sensazione fuggevole<br />
e parziale.<br />
La città non sostiene abbastanza o per niente, il premio<br />
<strong>Energheia</strong>. E’ un peccato. Me ne rendo conto perché vengo<br />
da una provincia del sud anche io, e so come è difficile, nella<br />
tua città, la città che ami, fare qualcosa di diverso. E’ un premio<br />
senza o con pochi soldi. Le cose spartane vanno bene<br />
finché si reggono sul volontariato, poi, non c’è niente da fare<br />
finiscono. Ed è un peccato. Per crescere, un premio, ha bisogno<br />
anche di un progetto collettivo e di un finanziamento che<br />
lo sostiene e che lo protegge. Di scelte forti, altrimenti si finisce<br />
per chiedere piaceri o per litigare sulle piccole cose. Nella<br />
serata finale, abbiano scelto dei racconti. C’è stata su di<br />
questi, come era prevedibile, una discussione. Serrata? Non<br />
particolarmente. Personalmente come presidente non ho<br />
amato nessuno dei racconti. Questo non significa che non abbia<br />
trovato alcuni di questi particolarmente interessanti, ben scritti<br />
(il vincitore) altri evidenziano un talento che fa ben sperare,<br />
ancora, in altri c’è un buon tentativo di usare il genere (fantascienza,<br />
giallo) per raccontare le proprie inquietudini.<br />
Che dire? Buona lettura, in fin dei conti qualcuno di questi<br />
scrittori un giorno potrà diventare un bravo scrittore, adesso è<br />
lì ancora in bilico, indeciso se staccarsi in volo o restare in<br />
equilibrio su un piede solo.<br />
12<br />
Antonio Pascale<br />
Presidente Giuria <strong>Premio</strong> <strong>Energheia</strong>