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- 1 - Renzo Zagnoni La stoRia deLL'industRia deL feRRo neLLa ...

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fondamentali per la forza motrice necessa ria. nel 1858, quando oramai i lavori stavano per iniziare,<br />

venne reso noto il progetto quasi definitivo del tronco da Bologna a Porretta e da questo momento<br />

iniziarono le pratiche di esproprio dei terreni che avrebbero dovuto essere attraversati dalla nuova<br />

linea; furono anche resi noti gli interventi previsti sull’alveo del fiume, da realizzare al fine di difendere<br />

la massicciata della ferrovia dalle sue frequenti e disastrose piene; non dobbiamo di menticare<br />

che l’ingegnere progettista il francese Protche aveva fatto una scelta rivelatasi poi vincente: fece infatti<br />

passare la ferro via sull’alveo stesso del fiume, su di un terreno cioè molto stabile, soprattutto in<br />

relazione all’intabilità dei due versanti argillosi della valle, che fin dalla costruzione e fino ad oggi ha<br />

sempre provocato gravissimi problemi alla rotabile Porrettana, che corre un po’ più alta sul fiume.<br />

tutto ciò mise in apprensione i proprietari che temevano venissero danneggiate in particolare le<br />

prese d’acqua dei rispettivi canali di derivazione. essi dunque si affrettarono ad avanzare i loro reclami<br />

112 .<br />

antonio Calvi il 16 dicembre 1858 scrisse dunque al priore comu nale dei bagni della porretta per<br />

fargli presente come i futuri lavori della ferrovia, ed in particolare della massicciata della stessa,<br />

avrebbero avuto come conseguenza il notevole restringi mento dell’alveo del fiume fino ad appena<br />

30 metri, proprio nel punto in cui sorgeva la sassaia attraversante il fiume per immet tere l’acqua necessaria<br />

nella gora della ferriera. il restringi mento dell’alveo avrebbe causato, come inevitabile conseguenza,<br />

l’abbassamento dello stesso provocando così un danno grave alla presa d’acqua, definita appunto<br />

sassaia. Per garantire il normale afflusso delle acque nella gora si sarebbe perciò resa necessaria la<br />

costruzione di una briglia attraverso il nuovo alveo poco sotto al termine di detto lavoro, con una spesa<br />

notevolissima se soste nuta da un privato.<br />

a sua volta francesco del fu Luigi Vivarelli Colonna il 27 dicem bre dello stesso anno scrisse al cardinale<br />

legato di Bologna al fine di difendere i diritti che gli derivavano dal contratto steso comune dei<br />

Bagni della Porretta il 28 settembre 1825, al momento dell’apertura dell’opificio. Tale contratto gli<br />

consentiva di fare la presa dell’acqua pei suoi possessi, o stabilimenti in quel punto del fiume Reno che gli si<br />

presentasse più favorevole. Le informazioni racolte o meglio le chiacchiere che circolavano sul tracciato<br />

della ferrovia facevano seriamente dubitare che i lavori da eseguire presso la strada provinciale<br />

per far passare la ferrovia potessero compro mettere in modo serio la presa d’acqua della ferriera.<br />

tali lavori sulla sponda sinistra del Reno avrebbero avuto come conseguenza che l’acqua sarebbe<br />

stata deviata verso il versante opposto del fiume, e ciò avrebbe reso impossibile il portar le acqua ai<br />

suoi Edifizi a ferro ed al Molino. il Vivarelli Colonna auspicava dun que che gli ingegneri della ferrovia<br />

andassero di concerto con le persone che il Comparente intende di nominare affinché vengano tu telati tutti i<br />

suoi interessi.<br />

L’ultimo reclamo è datato 17 dicembre 1858 e fu presentato da salva tore ed antonio turri di bologna<br />

che, come abbiamo già in prece denza rilevato, possedevano una ramiera a pioppe in comune di tavernola.<br />

essi, oltre a far rilevare la solita preoccupazione per la presa d’acqua della gora, avanzarono<br />

anche un altro reclamo: essi temevano infatti che la costruzione del ponte della ferrovia avrebbe<br />

compromesso la possibilità di continuare a trasportare il carbone ed il rame necessari per la loro<br />

ramiera con la barca che essi possedevano sul Reno, un mezzo che permetteva il trasporto anche nei<br />

periodi di piena.<br />

tutti questi reclami vennero presi in considerazione dalle auto rità competenti in materia e nella<br />

maggioranza dei casi vennero raggiunti compromessi che permisero la continuazione delle atti vità<br />

produttive. Senza tener conto, come già dicevamo in precedenza, di quali e quanti benefici avrebbe<br />

prodotto la costruzione della fer rovia per l’economia di tutta la valle del Reno.<br />

112 Tre reclami sono allegati ad un lettera inviata da Giuseppe Minelli, consulente legale<br />

della società appalta trice dei lavori, all’ingegner Protche progettista della ferrovia; le contropoposte<br />

sono contenute nel “Rapporto sui reclami fatti alle Comuni da diversi Proprietari …”; tutti i documenti<br />

sono nella collezione privata di Giuseppe Pozzi di Por retta Terme, numeri 5, 6 e 12. Sull’argomento<br />

cfr. <strong>Zagnoni</strong>, Note storiche, pp. 115-122.<br />

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