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- 1 - Renzo Zagnoni La stoRia deLL'industRia deL feRRo neLLa ...

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4.3.3 <strong>La</strong> ferriera di giovanni bontempelli a panigale di sotto 103<br />

Consisteva in due edifici grandi ed affiancati in cui erano in attività due fuochi, di cui solo uno in<br />

funzione, assieme ad un altro piccolo fuoco, quello da distendino. Vi si trovavano due magli, uno<br />

grande da ferriera ed uno piccolo da distendino, dei quali la scheda non annota però la potenza.<br />

<strong>La</strong> manodopera, composta da otto persone, consisteva in un maestro di ferriera, un sottomaestro, tre<br />

lavoranti, un manovale, assieme ad un maestro e ad un manovale per il distendino. Con una media<br />

di trecento giorni lavorati all’anno, i lavoratori percepivano, come quelli delle contigue ferriere succi,<br />

da 3 lire per i maestri a 75 cente simi per i meno pagati.<br />

annualmente si impiegavano 110 tonnellate di materia prima, pagata 15 centesimi al chilogrammo,<br />

assieme a 3.200 some di carbone di legna corrispondenti a 191 tonnellate, pagato 4 centesimi al chilo.<br />

<strong>La</strong> produzione ammontava a 61,5 tonnellate di prodotto finito, per un controvalore di 29.000 lire ed<br />

un ricavo di 47 centesimi il chilo.<br />

Le osservazioni che anche il proprietario Giovanni Bontempelli an notò in fine, risultano del tutto<br />

identiche a quelle del suo col lega e vicino succi.<br />

4.3.4 <strong>La</strong> ferriera di gian battista Calvi a Corvella-silla 104<br />

in questo impianto è documentata la presenza di otto fucine a vento, tipiche dell’attività artigianale<br />

dei fabbri ferrai più che di quella industriale, assieme a tre magli di soli tre cavalli di namici ciascuno,<br />

davvero piccoli se confrontati a quelli di por chia e panigale di sopra, che sviluppavano rispettivamente<br />

bel 13 e 10 cavalli.<br />

per l’ebollizione e la colatura del ferro, cioè le attività più propriamente industriali, venivano impiegati<br />

sette operai: un di rettore-sorvegliante, due capi maestri, due maestri e due mano vali. Per l’attività<br />

artigianale di fabbreria lavoravano altre dieci persone. <strong>La</strong> media della loro retribuzione era di 2 lire<br />

giornaliere per circa 250 giorni lavorati all’anno.<br />

poiché in questa ferriera non vi era la struttura per produrre ma teriali semilavorati, questi ultimi<br />

consistenti in barre di ghisa, venivano acquistati nella quantità di 100 tonnellate dai forni fu sori di<br />

follonica e pescia marittima; veniva pure acquistata rot tura di ferro vecchio al prezzo di 13 centesimi<br />

il chilo e 100 tonnellate di carbone di faggio e di castagno.<br />

<strong>La</strong> produzione consisteva in verghe, tondini di ferro, assi da bir roccio e attrezzi rurali: complessivamente<br />

si trattava di 85 ton nellate a 45 centesimi il chilo. di questa quantità di prodotto circa 10 tonnellate<br />

erano di attrezzi agricoli che venivano ven duti a 1,15 lire al chilo. il valore totale del ferro lavorato<br />

in semigrezzo era di lire 29.250 a cui si dovevano sommare le 11.500 lire della vendita degli attrezzi<br />

agricoli.<br />

Dall’analisi dei dati la ferriera Calvi risulta quella in condizioni migliori rispetto alle altre: la resa<br />

del materiale fer roso era infatti superiore a quella di tutti gli altri im pianti montani e così il consumo<br />

del carbone risulta inferiore. I motivi di tale relativa floridezza economica, come abbiamo già avuto<br />

modo di rilevare, derivavano dal fatto che il Calvi già da molti anni, anzi dalla stessa fondazione<br />

della sua attività, aveva pensato di differenziare la produzione, in modo da poter resistere meglio<br />

in periodi di calo delle vendite di uno degli ambiti produttivi. <strong>La</strong> varietà dei manufatti determinava<br />

anche un altro effetto positivo, cioè uno sfrutta mento più razionale degli impianti e della materia<br />

prima. a ciò si aggiungeva il notevolmente più alto valore aggiunto di prodotti come quelli per<br />

103 <strong>La</strong> scheda fu stesa da Giovanni Bontempelli il 28 dicembre 1861 ed è in ASB,<br />

Sottoprefettura di Vergato, Cave, Miniere, Industrie, Officine, busta 17.<br />

104 <strong>La</strong> scheda fu stesa da Gian Battista Calvi il 18 dicembre 1861 ed è ibidem; il sindaco<br />

di Porretta Giuseppe Melani vi allegò una propria let tera per comunicare che il ritardo era dovuto<br />

alla recente morte del titolare Antonio Calvi, cosicché la scheda aveva dovuto scri verla il figlio Gian<br />

Battista.<br />

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