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- 1 - Renzo Zagnoni La stoRia deLL'industRia deL feRRo neLLa ...

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le traverse, e pei lavori di Macchine e d’Arte muraria.<br />

E se manca fra noi una Fonderia di prima fusione evvi però quella di seconda, posseduta, e diretta dall’abilissimo<br />

meccanico Ales sandro Calzoni, ch’Ella ben conosce, ed il cui Stabilimento atti vato con Ghisa inglese, riesce<br />

pure utilissimo al Paese.<br />

Gli spunti di riflessione che offre questa importante testimo nianza sono davvero molti e qui ci limiteremo<br />

ad accen nare sommariamente solo ad alcuni. prima di tutto importante risulta l’annotazione<br />

relativa ai limiti ed alle potenzialità degli impianti sorti da pochi anni. fra i primi l’autore elenca la<br />

mancanza di vicine miniere di ferro e le difficoltà di approvvigionamento dello stesso materiale; fra<br />

i secondi soprattutto l’abbondanza del carbone di legna indispensabile alla produzione. interessantissima<br />

anche l’affermazione della mi gliore qualità del ferro battuto a maglio con ferriera cosiddetta<br />

alla berga masca, rispetto a quello prodotto con metodologie più avanzate di tipo industriale.<br />

interessante appare anche l’accenno alla costru zione delle strade ferrate che era stato il motivo che<br />

aveva spinto il banzi ad informarsi sulla situazione delle ferriere montane. a questo proposito il bellorini<br />

so stenne nel suo prospetto che nell’immediato futuro la produzione di queste ferriere avrebbe<br />

potuto essere orientata anche alla realizzazione di materiale ferroviario.<br />

<strong>La</strong> stessa lettera di Filippo Bellorini ci permette di rilevare come le difficoltà, già notate nella statistica<br />

della Camera di commericio del 1834, nel 1847 non fossero state ancora superate. egli infatti<br />

ricorda al pizzardi come in due precedenti occasioni (15 ottobre 1846 e 26 febbraio 1847) i fabbricatori<br />

di ferro avessero avanzato precise suppliche a monsignor tesoriere a Roma al fine di ottenere o la<br />

parifica zione del Dazio sul Ferro Estero a quello vigente nella parte me ridionale di questo medesimo Stato, o<br />

l’assegnazione di un premio promesso con una Legge del 16 Febbraio 1831. il regime doganale dello stato<br />

pontificio prevedeva infatti trattamenti diversi per le varie sue regioni, cosicché le Legazioni erano<br />

svantaggiate ri spetto al <strong>La</strong>zio ed all’umbria, che godevano di un regime più favorevole sull’importazione<br />

dall’estero della materia prima. Il Bellorini approfittò dunque di questa lettera per sollecitare<br />

il pizzardi a prendere a cuore la causa dei fabbricatori di ferro della provincia bolognese e per convincere<br />

il governo centrale ad uniformare la normativa su tutto il territorio pontificio. Il Bellorini,<br />

per giustificare la mancata risposta alle precedenti richieste, avanzò in prima istanza l’ipotesi che<br />

le carte fossero andate smar rite, ma poi proseguì facendo notare come in mancanza di un solle cito<br />

provvedimento governativo, si vedrebbe sparire l’esercizio di una manifattura di prima necessità da tutti i<br />

Governi protetta; e dopo la rovina dei proprietari delle Ferriere, ed il pregiudizio delle popolazioni fra le quali è<br />

attivata la Manifattura, si ve drebbe prender posto fra noi agli Esteri prodotti, che una volta divenuti necessari<br />

esclusivamente, sarebbero cagione di monopolio, e di una rilevante esportazione di denaro senza alcun cambio.<br />

<strong>La</strong> manifattura del ferro risultava infatti importante anche per l’equilibrio fra esportazioni ed importazioni<br />

nello Stato pontifi cio.<br />

in realtà le opinioni del bellorini non trovarono il consenso del pizzardi. un’altra sua lettera contenuta<br />

nello stesso carteggio ed inviata al Banzi il 19 aprile successivo ci fa conoscere il suo parere: il<br />

prospetto del bellorini secondo lui era stato scritto solamente coll’intenzione di giovare al proprio interesse,<br />

cosicché il marchese romano avrebbe potuto ricavare quei dati che Ella ricercava dai quali mons.<br />

Grassellini avrà desunto il niun calcolo che si può fare per questo prodotto statista; e poco più oltre egli<br />

afferma in modo ancor più esplicito che non si sarebbe potuto far conto dei ferri statisti, cioè prodotti<br />

nello stato pontificio: e poi dopo tutto questo io ritengo (…) che i ferri esteri si avranno sempre a codizioni<br />

migliori degli statisti 95 . e così le ferriere della montagna bolognese non ebbero modo di entrare nella<br />

storia delle strade ferrate!<br />

Nei paragrafi seguenti avremo modo di constatare che alla metà del secolo tutti gli imprenditori<br />

nello stendere le schede statistiche delle loro imprese, avrebbero rilevato co stantemente e concordemente<br />

le difficoltà di cui si è discorso fin qui.<br />

4.2. <strong>La</strong> statistica industriale del 1850<br />

95 Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, Carte Banzi, cart. 11, fasc. 54, Luigi<br />

Pizzardi ad Annibale Banzi, 19 aprile 1847.<br />

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