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- 1 - Renzo Zagnoni La stoRia deLL'industRia deL feRRo neLLa ...

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locomozione a vapore. il nuovo papa infatti il 6 novembre 1846, a pochi mesi dalla sua elezione,<br />

emanò una fondamentale notificazione con cui proponeva la costruzione di alcune linee avviando<br />

in questo modo anche nello Stato pontificio la costruzione delle strade ferrate 92 .<br />

il banzi ed il pizzardi nella primavera dell’anno successivo fondarono una società che avrebbe dovuto<br />

ottenere la concessione per la costruzione di uno dei tronchi previsti nella notificazione dell’autunno<br />

precedente, quello da ancona a bologna. essi si mossero per reperire i capitali necessari allo<br />

scopo e per creare le condizioni per la futura costruzione. fu questo il motivo che li spinse ad interessarsi<br />

delle ferriere statiste, cioè a quelle poste nello stato pontificio; e le uniche erano quelle della<br />

montagna bolognese. essi esplorarono perciò la possibilità, poi rivelatasi impossibile da realizzarsi,<br />

che la capacità produttiva di questi opifici potesse essere utilizzata anche per le ferrovie. Annibale<br />

Banzi coinvolse dunque Luigi Pizzardi affinché interessasse Filippo Bellorini: quest’ultimo il 7 aprile<br />

1847 inviò al pizzardi una lettera in cui analizzava la situazione dell’industria del ferro nel bolognese<br />

dove le uniche attività produttive erano quelle della montagna; tre giorni dopo, il 10 aprile, il<br />

pizzardi inviò il documento al banzi a Roma 93 .<br />

il bellorini dunque premette al suo scritto un Prospetto della produzione annuale delle Ferriere attivate<br />

sulla Montagna Porrettana nella Legazione di Bologna che riportiamo qui di seguito:<br />

prospetto in fotocopia<br />

egli prosegue poi in questo modo illustrando anche alcuni aspetti di carattere tecnico per la conoscenza<br />

dei quali questo documento risulta l’unica fonte da noi rinvenuta:<br />

Il metodo col quale si lavorano i Ferri in queste nostre Fabbriche è quello delle Ferriere chiamate “alla Begamasca”,<br />

altre volte usato anche in Francia, ed in Inghilterra, prima che le scoperte meccaniche ed i vantaggi<br />

naturali di quelle Contrade, che a noi non sono ignoti, ma che per ora non possiamo applicarli per man canza<br />

del concorso di molte circostanze, portassero la Fabbrica zione del Ferro al grado eminente di economia in cui<br />

si trova at tualmente.<br />

Privi in oggi come noi siamo delle Miniere di Ferro, ritiriamo il Ferraccio o Ghisa dalla Minera dell’Isola d’Elba,<br />

posseduta dal Governo Toscano; ma la Natura essendo da altra parte stata per noi generosa nel fornirci ad<br />

esuberanza il Combustibile, e le correnti d’Acqua, ci ha offerto così il mezzo a stabilire una Manifattura, che<br />

quantunque secondaria, tuttavia riesce vantaggiosa alla popola zione nostra; sì come in Svizzera ed in Inghilterra<br />

riesce utilis sima la manifattura del Cotone di Egitto, della Seta e della Ca napa d’Italia.<br />

Ma se a noi mancano le Macchine all’uso di Francia, e d’Inghilterra, e se per molte ragioni non sia convenienza<br />

a stabi lirle, non per questo che non si ottengano dalle nostre Ferriere alla Bergamasca tutte quelle varie forme<br />

e misure di Ferro che servono alle Arti, ed all’Agricoltura; anzi vi è questa diffe renza, che il nostro Ferro lavorato<br />

alla Ferriera con Carbone di Legna, e battuto a Maglio, è assai migliore di quello prodotto dai Fornelli,<br />

e dai Cilindri Inglesi. Nel qui unito Quadro in Litogra fia si vedono le diverse sagome che noi fabbrichiamo 94 ;<br />

ma però pos siamo costruire anche de’ pezzi d’altre forme per uso della Mecca nica, e dell’Agricoltura, qualora<br />

ne venga dato il modello.<br />

<strong>La</strong> mancanza delle Miniere porta la conseguenza che noi non pos siamo lavorare in Ferro fuso; ma dovendosi<br />

costruire le Strade Ferrate sarebbe indispensabile l’impiego del nostro Ferro per le Chivarde de’ Cuscinetti, per<br />

92 Su questo argomento cfr. R. <strong>Zagnoni</strong>, Note storiche sull’ideazione, gli accordi<br />

internazionali, la progettazione e la costruzione della “Strada ferrata centrale italiana”, in <strong>La</strong> ferrovia<br />

transappennina, il collegamento nord-sud attraverso la monta gna bolognese e pistoiese (1842-<br />

1934), Porretta Terme 1985, pp. 41-57.<br />

93 Si trova presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, Carte Banzi, cart. 11,<br />

fasc. 54: Luigi Pizzardi ad Annibale Banzi, 10 aprile 1847, che contiene la lettera Filippo Bellorini a<br />

Luigi Pizzardi, 7 aprile 1847. Devo la segnalazione alla cortesia di Manuela Rubbini.<br />

94 Purtroppo nel documento non si trovano più queste litografie che risulterebbe<br />

oltremodo interessanti per conoscere il tipo di manufatti prodotti dalle ferriere montane.<br />

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