- 1 - Renzo Zagnoni La stoRia deLL'industRia deL feRRo neLLa ...
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e ne attribuisce la proprietà a giovanni bosinelli, segno che il proprietario, poco dopo l’apertura,<br />
l’aveva venduta a quest’ultimo 89 .<br />
3.6.4 <strong>La</strong> ferriera Ventura a pioppe di salvaro<br />
L’ultimo tentativo di cui abbiamo rintracciato informazioni si riferisce al 1849 e riguardò la località<br />
oggi chiamata pioppe di salvaro. Lo apprendiamo da una lettera del governatore di Vergato datata<br />
20 luglio di quell’anno: Giuseppe e fratelli Ventura da anni e anni fabbri ferrai nell’indicata località, ampliavano<br />
ed hanno ampliato un’officina ad uso della loro arte per minuti la vori forse più ampia e comoda delle<br />
ordinarie, adattandola ancora a qualche sorta di lavori grossi attivandovi un mantice ad acqua ed un grosso<br />
martello pure ad acqua. Questa volta l’unica opposi zione venne dagli ex colleghi del Ventura, i fabbri<br />
ferrai della zona che temevano che lo stesso continuasse anche ad esercitare la minuta arte del ferraio,<br />
non limitandosi ai lavori più grossi e togliendo loro il lavoro 90 .<br />
parte Quarta<br />
il periodo post-unitario<br />
4.1. <strong>La</strong> situazione a metà del secolo e le difficoltà dell’industria del ferro<br />
il rinvenimento di un importante documento del 1847 ci permette di offrire un sintetico quadro complessivo<br />
della situazione dell’industria del ferro in quell’anno in montagna e di illustrare quale fu<br />
la maggiore diffi coltà della stessa, legata al problema dei dazi di importazione della materia prima.<br />
i contenuti di tale documento ci sembrano in gran parte anticipati da un’altra fonte di alcuni anni<br />
precedente, datata 12 maggio 1834. fin dal periodo della costruzione delle fer riere nella montagna<br />
una statistica della Camera di com mercio di Bologna rilevava le prime difficoltà di questa produzione<br />
individuandole nella concorrenza del ferro inglese: Tre sta bilimenti sorsero da diversi anni intraprendendo<br />
la fabbricazione del ferro in semigrezzo, ed anche in arnesi rurali. Queste fabbri che sono in continua<br />
lotta di fortuna per l’avvilito prezzo del concorrente Ferro Inglese e per una qualche inimicizia dei Nogozianti<br />
al dettaglio. L’impresa è stimabile ma non promette troppa durata. I suoi benefici industriali sono noti anche<br />
attesa la loca lità alpestre delle fabbriche. Egli è un azzardo di approssima zione lo stimarli attualmente a scudi<br />
24.000 91 . fortunatamente le previsioni secondo le quali quest’attività non promette troppa durata non si<br />
sarebbero realizzate, poiché in realtà, pur fra alti e bassi, le ferriere continuarono a produrre ed anzi<br />
sarebbero divenute la base dello sviluppo industriale novecentesco.<br />
ma veniamo al documento del 1847. si tratta di un prospetto che ritroviamo nel carteggio del marchese<br />
annibale banzi conservato nella biblioteca dell’archiginnasio di bologna. Questo nobile romano<br />
si era interessato delle ferriere della montagna assieme al bolognese Luigi pizzardi, poiché<br />
entrambi erano coinvolti nell’affare delle strade ferrate nello Stato pontificio, la cui progettazione<br />
si era potuta iniziare dopo la salita al soglio pontificio di Pio IX che cambiò radicalmente atteggiamento<br />
nei confronti delle ferrovie rispetto al suo predecessore gregorio XVi, acerrimo nemico della<br />
89 L’inchiesta del 1851 è in ASB, Sottoprefettura di Vergato, Cave, Miniere, Industrie,<br />
Officine, b. 17.<br />
90 Il carteggio relativo alla ferriera Ventura è in ASB, Lega zione, 1849.<br />
91 <strong>La</strong> relazione è in ASB, Camera di Commercio (1798-1846), busta 24 ed è stata<br />
pubblicata in L. Dal Pane, Economia e società a Bologna nell’età del Risorgimento, Bologna 1969,<br />
p. 234. Bignardi, Le fer riere di Lizzano, pp. 4748 identifica erroneamente i tre stabilimenti con<br />
quelli del Lizzanese, mentre si tratta dei tre gruppi di opifici in funzione nel 1834: PanigalePorchia,<br />
Venturina e Cor vella-Silla.<br />
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