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- 1 - Renzo Zagnoni La stoRia deLL'industRia deL feRRo neLLa ...

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fuoco della fucina e dal rumore de’ magli ne re stino spaventati gli animali che transitano per la medesima.<br />

della vecchia costruzione il Calvi avrebbe dovuto lasciare in piedi le mura che avrebbero consentito<br />

di contenere, almeno in parte, la frana 81 .<br />

<strong>La</strong> nuova ferriera venne perciò costruita ed è l’edificio che an cor oggi si può vedere a valle della<br />

Porrettana. Il Calvi non si li mitò però a ricostruire la ferriera, ma, approfittando della rico struzione,<br />

allargò anche la produzione, causando in questo modo, qualche anno dopo, la reazione della Commissione<br />

amministrativa della provincia. il 16 aprile 1845 Luigi davia, presidente della commissione,<br />

scrisse al cardinale legato ricordando come il Calvi si è oggi aggrandito in modo da doversi reputare<br />

anche pe’ nuovi generi di colatura di ferro introdottivi una nuova Ferriera. il motivo della lettera era di carattere<br />

fiscale: il cambiamento da semplice officina a vera e propria ferriera implicava infatti l’obbligo<br />

di pagare la tassa d’introduzione del carbone come le altre di que’ luoghi alpestri 82 .<br />

3.6. impianti minori di ferriere e ramiere a Castiglione dei pe poli, Riola, Vimignano e pioppe<br />

L’esempio degli imprenditori toscani e bolognesi e la nascita delle ferriere di panigale-porchia, Venturina<br />

e Corvella-silla funsero da esempio per altre iniziativa che sorsero un po’ in tutta la montagna,<br />

non tutte però con esito positivo.<br />

3.6.1 <strong>La</strong> ferriera di san damiano (Castiglione dei pepoli) ed il problema del disboscamento<br />

Il primo esempio è quello di un opificio che avrebbe dovuto sor gere a S. Damiano presso Castiglione<br />

dei pepoli, un luogo dove, come abbiamo già visto, nel Cinquecento era già sorta una fer riera. anche<br />

in questo caso si trattò di una società che univa un abitante di Castiglione, francesco mattei, ed un<br />

toscano, Giuseppe Pierucci: come al solito l’iniziativa partiva dalla vicina Toscana e cercava nello<br />

Stato papale l’appoggio di sudditi pontifici, al fine di rendere più agevoli le pratiche per la concessione<br />

dei ne cessari permessi 83 . il 2 giugno 1842 i due soci scrissero al le gato di bologna esponendo come<br />

essi già avevano acquistato il Mu lin Nuovo presso san damiano, mosso dall’acqua del brasimone, e<br />

come fosse loro intenzione di ridurlo ad opificio da Ferro. L’istruttoria messa in piedi dal legato implicò<br />

la richiesta di un parere al priore di Castiglione Remualdo Casarini, che lo inviò il 21 successivo; in<br />

questo documento egli perorò la causa di mattei e pie rucci ricordando come di mulini in zona ne esistesse<br />

altri, mentre l’apertura del nuovo opificio avrebbe permesso di trovare occupa zione a un buon<br />

numero di disoccupati ed avrebbe in crementato anche la produzione di carbone di legna, un materiale<br />

che, a detta dello stesso Casarini, marciva inutilizzata nei bo schi! <strong>La</strong> questione dell’uso della legna<br />

per la produzione del necessario car bone dolce, restava la preoccupazione maggiore delle au torità,<br />

cosicché venne chiesto anche il parere dell’Ingegnere Sot toispettore dei Boschi, che l’11 agosto successivo<br />

sostenne la conformità del progetto alla tutela delle selve, poiché, secondo lui, per far funzionare<br />

la ferriera sarebbe stata sufficiente la legna ricavata dalla pulitura annuale dei bo schi nei comuni di<br />

Castiglione, Camugnano e Piano, l’odierna Pian del Voglio: questo ci fa anche intuire che il progetto<br />

doveva ri guardare un impianto di piccole o piccolissime dimensioni, defi nito a due fuochi. egli prevedeva<br />

che tutto al più occorrono circa some 2.300 di carbone all’anno, e per sostenere la sua opinione con<br />

dei dati allegò al suo parere il prospetto della produzione dello stesso carbone dal 1° agosto 1841 al<br />

luglio 1842 calcolato in some: Castiglione 1146, Camugnano 1493, Piano 728. Lo sfrutta mento della<br />

sola macchia comunale della vicina bargi, per un to tale di 3.000 some, avrebbe consentito il funzionamento<br />

dell’impianto. anche la neonata provincia di bologna diede parere favorevole.<br />

tutti questi pareri positivi risultarono però inutili, poiché la legazione il 21 febbraio 1843 respinse la<br />

81 Perizia del governatore di Porretta (2 gennaio 1840), parere favorevole dell’ingegnere<br />

in capo (20 gennaio1840), parere favore vole della Commissione amministrativa provinciale (20<br />

gennaio 1840) ed autorizzazione legatizia (29 gennaio 1840) in ASB, Lega zione, 1840.<br />

82 ASB, Legazione, 1845.<br />

83 Tutto il carteggio relativo a questa domanda è in ASB, Lega zione, 1842.<br />

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