- 1 - Renzo Zagnoni La stoRia deLL'industRia deL feRRo neLLa ...
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(...) per formare vanghe, badili, zappe e chiodi di tutte le qualità. e più ogni sorta di ferri da taglio (...) implora<br />
la grazia e la protezione dell’Eminenza Vostra perché gli sia concesso l’uso dell’acqua del Reno per il<br />
movimento di tre ma glietti e molotto da colocarsi in detto Edifizio. mentre il termine maglietto è di facile<br />
comprensione, occorre ricordare che il molotto era una grossa mola di pietra, mossa pure essa dalla<br />
ruota idraulica, che serviva a rifinire i manufatti precedentemente forgiati al maglio e ad affilare gli<br />
attrezzi della ferriera.<br />
Essendo a conoscenza delle difficoltà che erano sopraggiunte alla ferriera della Venturina dall’essere<br />
collocata a pochi passi dal confine pontificio-granducale, egli specificò che la località dove egli intendeva<br />
costruire il suo opificio era distante molto dal raggio di divieto e quindi nell’interno della Provincia.<br />
<strong>La</strong> domanda era corredata di una mappa, datata dalle Capanne il 9 ot tobre, che era stata disegnata<br />
dal perito agrimensore Lorenzo Lo renzini; in essa si sottolineava come l’acqua si dovesse derivare<br />
dal fiume Reno poco a valle di Porretta, come la gora avrebbe attraversato i terreni di Pellegrina Costa<br />
in gabrielli (la futura fondatrice dell’ospedale di porretta), felice Lenzi e Luigi di stefano Lenzi<br />
ed avrebbe raccolto anche le acque dei rii che si gettano in Reno a monte della ferriera sino quasi alla<br />
strada detta della Ciappona o Croce dei morti, cosicché nei pe riodi di massima portata non sarebbe stato<br />
neppure necessario prendere ac qua dal Reno; la costruzione della stessa gora non necessitava di<br />
muri, mentre l’argine si sarebbe realizzato con la stessa terra di scavo.<br />
<strong>La</strong> precisa localizzazione di questa prima ferriera risulta oggi difficile, poiché, come vedremo, Antonio<br />
Calvi nel 1839 avrebbe costruito una nuova ferriera per il crollo della prima causato da una<br />
frana; si doveva comunque trovare poco più a nord dell’edificio che esiste ancora oggi e che si trova<br />
a valle della Porrettana nell’area oggi occupata dall’industria Palmieri Forging Tools, ex C.M.F. Da<br />
documenti successivi sappiamo infatti che si trovava al Passo del Soldato, un toponimo che oggi definisce<br />
la casa che si trova nei pressi dell’odierna stazione ferroviaria di Silla sulla destra orografica del<br />
fiume; la ferriera fu costruita però nel versante sinistro del Reno, mentre la casa Passo del Soldato si<br />
trovava e si trova su quello destro.<br />
ovviamente la richiesta del Calvi venne sottoposta al parere del genio civile. il tecnico incaricato<br />
ingegner giuseppe Colliva scriveva all’ingegnere in capo pancaldi il 12 dicembre 1831 per comunicargli<br />
che il 19 novembre precedente egli aveva fatto un so pralluogo da cui era risultato che la<br />
richiesta era del tutto ac cettabile, anzi auspicabile 76 : egli affermava che la costruzione non presentava<br />
alcuna difficoltà, ed anzi la nuova ferriera sa rebbe enormemente servita per l’agricoltura locale<br />
e della provin cia poichè sarebbero stati prodotti vanghe, Badili, Zappe, Chiodi e Ferri grossi da taglio<br />
per uso dei Contadini e degl’Artigiani, utensili che attualmente sono forniti a questa provincia dall’Estero; la<br />
nuova produzione perciò non può che riuscire di grande utilità e di sommo vantaggio ai privati ed alla Provincia<br />
stessa. Quest’ultima affermazione potrebbe sembrare contraddittoria poiché ben tre o quattro<br />
ferriere già operavano in zona; ma non lo è se si pensa che quegli impianti avevano spiccato carattere<br />
indu striale e producevano ferri semilavorati di ogni dimensione destinati soprat tutto alle botteghe<br />
dei fabbri o ad altre ferriere, mentre il Calvi si prefiggeva di soddisfare un’esigenza del mercato<br />
ancora non coperta dalle altre società operanti in zona, quella appunto degli attrezzi agricoli: è di<br />
questi ultimi che parla il Colliva come importati dall’Estero. Lo stesso ingegnere stabiliva poi al cune<br />
condizioni orientate soprattutto a salvaguardare la strada di porretta che proprio in quegli anni si<br />
stava completando poco a monte del luogo dove avrebbe dovuto la ferriera. schematizziamo qui di<br />
seguito le clausole imposte al Calvi per la nuova costru zione:<br />
1) tutto si doveva realizzare secondo il progetto.<br />
2) Le opere per gli argini del canale siano eseguite col terreno dello scavo o colle deposizioni del fiume e non<br />
già colla terra della sponda di esso, onde non pregiudicare la traccia della nuova strada di Porretta situata poco<br />
superiormente.<br />
3) <strong>La</strong> presa d’acqua avrebbe dovuto essere realizzata con un bot taccio stabile (...), anche in questo caso<br />
onde non pregiudicare la strada di Porretta provvisoriamente tracciata sul ghiarone di Reno.<br />
4) poiché la gora avrebbe dovuto attraversare la nuova porret tana, al Calvi spettava l’onere di costruire<br />
una chiavichetta di sassi e di legna pel sicuro transito e questa mantenere a totale sua spesa.<br />
5-6) L’acqua derivata, dopo del progettato servizio all’Opifizio, va immediatamente rimessa nel fiume e non<br />
condotta a servire a nessun altro uso, come l’irrigazione di orti.<br />
76 Colliva a Pancaldi in ASB, Genio civile, cart. 936.<br />
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