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- 1 - Renzo Zagnoni La stoRia deLL'industRia deL feRRo neLLa ...

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viene chiamato il distendino nel quel si perfeziona il ferro a seconda che deve essere ridotto. Restano per l’esercizio<br />

di detti Edifizi per ognuna ferriera dieci operai, ed altri due o tre impiagati per la sorve glianza e direzione<br />

della medesima. Con avertenza che quella di ragione Bontempelli, manca del distendino, mentre il ferro viene<br />

perfezionato alla Calonica di Casalecchio (...)<br />

Il Legname, lavorato, ed il Carbone che viene introdotto dall’Estero è assoggettato al pagamento del Dazio.<br />

Siccome si portano li Conduttieri del Ferro da collarsi in detta Ferriera con una quantità di Cavalli carchi del<br />

medesimo, così al lorché ha uno fatto il suo scarico il più delle volte avviene che nella susseguente mattina prima<br />

di giorno caricano le somme dei Cavalli stessi di Carbone che prendono dalli Magazzeni di essa Ferriera, e<br />

lo trasportano all’Estero, cosicché non pagano alcuna dazio, mentre fin qui non son mai stati fermati per essere<br />

in prossima vicinanza della Toscana. Dunque le Ferriere suindicate si provederano assai di più delle quattro<br />

milla somme di Carbone per ciascheduna.<br />

Ne vien un altro abbuso che molti fanno le introduzioni all’Estero pagando la Gabella, ma peraltro non vi è<br />

legittima pro venienza, e ciò fatto con Legna di tagli arbitraj. Per impedire le quali cose è d’uopo che gli uni e gli<br />

altri siano sempre muniti dei certificati dell’Assistenza del Circondario, il quale dovrà comprovare la legittima<br />

derivazione del legname, o Carbone sud detto, altrimenti si rende indispensabile di multare li Contraven tori<br />

con Pene pecuniarie.<br />

<strong>La</strong> relazione inviata al cardinale camerlengo il 15 aprile 1829 rileva come la ditta Vivarelli Colonna<br />

avesse ferriera e distendino nello stesso edificio, mentre il Succi a Panigale di Sopra aveva il distendino<br />

a due miglia di distanza, nella località Porchia. <strong>La</strong> ditta Bontempelli infine l’aveva a molta<br />

distanza, alla Canonica di Casalec chio.<br />

Quanto alla questione dell’approvvigionamento la ferriera Vivarelli Co lonna prendeva metà del carbone<br />

il Toscana, mentre le altre si ap provvigionavano nello Stato pontificio, con evidente beneficio<br />

per le popolazioni montane che ne producevano in notevole quantità. <strong>La</strong> ferriera Vivarelli dalla vicina<br />

Toscana si provvede del Fer raccio, quella di Succi in parte anche da questo luogo lo intro duce e per rimanente<br />

rimescola ferro vecchio e rottami di ferro che acquista nello Stato, e la terza di Bontempelli tutto ferro vecchio<br />

impiega, il quale si compone di bombe e palle di cannone che da Ferrara, Romagnia e Lombardia se le procaccia.<br />

<strong>La</strong> produzione consisteva in ogni sortimento di Ferri quadri, rotondi, ottagonali e piani grossi e sottili,<br />

mentre il succi progettava anche la produzione di Ferri cilindrati, Badili e Vo merali.<br />

<strong>La</strong> relazione termina auspicando che il governo pontificio solle citasse il granduca a terminare i lavori<br />

della Porrettana fino a Pistoia.<br />

3.5. <strong>La</strong> ferriera Calvi di Corvella-silla<br />

Come abbiamo già ripetutamente notato la costruzione di tutte le ferriere fino a qui studiate provocò<br />

l’afflusso nella montagna bo lognese di un buon numero di maestranze specializzate provenienti per<br />

la maggior parte del bresciano o dal bergamasco ed in quantità minore dalla toscana. non si trattava<br />

di operai generici, ma di veri e propri maestri, spesso dotati di notevole esperienza, poiché venivano<br />

chiamati proprio per avviare la nuova attività. uno di questi fu antonio Calvi che proveniva dal bergamasco<br />

e si era dapprima tra sferito nel comune di granaglione per poter lavorare presso la ferriera<br />

Vivarelli Colonna della Venturina quale impiegato come maestro di ferriera. si doveva comunque trattare<br />

di un uomo dotato di notevole intraprendenza, che si era manifestata anche nel suo trasferimento<br />

dal paese di origine per trovare un impiego sicura mente ben retribuito, che in un primo momento<br />

soddisfece alle sue aspettative. Vedendo però come l’attività delle ferriere della montagna fosse stata<br />

ben avviata dalle tre società che le gesti vano, ed intuendone i possibili futuri sviluppi, antonio Calvi<br />

presto decise di mettersi in proprio.<br />

il 30 ottobre 1831 egli dunque scrisse al cardinale legato per ottenere i necessari permessi per la<br />

derivazione di un nuovo ca nale dal Reno e per la costruzione di una nuova ferriera 75 . Così egli si<br />

espresse: rispettosamente le appone che trovandosi in situazione di far costruire un piccolo Edifizio da ferro<br />

nelle adiacenze del fiume Reno il luogo detto Sotto Corvella, Parrocchia di Capugnano, Co mune di Porretta<br />

75 Antonio Calvi a legato (30 ottobre 1831) in ASB, Legazione, 1831; copia in ASB,<br />

Camera di Commercio (1798-1846), busta 24 “Industria e manifatture”.<br />

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