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- 1 - Renzo Zagnoni La stoRia deLL'industRia deL feRRo neLLa ...

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<strong>La</strong> ditta succi e Compagni ha rispettato sempre, e rispetta il diritto di qualunque speculatore,<br />

ma non può dispensarsi adesso dall’invocare con viva istanza un provvedimento governativo circa<br />

una delle nuove Costruzioni, e segnatamente quella intrapresa dai fratelli Vivarelli di pistoia nelle<br />

Capanne Villa di Granaglione. Avendo essi acquistato il Mulino Comunale di Granaglione sul fiume<br />

Reno vengono di fare in quel punto diversi muramenti, e sembra, che si propongano di attivarvi una<br />

ferriera.<br />

Prima che i lavori intrapresi progrediscano ulteriormente, il sottoscritto rappresentante la Ditta Succi e Compagni<br />

supplica fervorosamente la Bontà dell’Eminenza Vostra degnarsi di prendere in esame l’annessa piccola<br />

informe Pianta delle posizioni locali ed i seguenti riflessi correlativi.<br />

Il punto rosso A descritto in Pianta a sinistra sul fiume Reno ossia Mulino di Granaglione esprime il luogo, in<br />

cui vorrebbesi dai fratelli Vivarelli montare la nuova ferriera.<br />

Questo punto è separato dal Territorio Toscano a mezzogiorno per la unica larghezza dell’Alveo del Reno. <strong>La</strong><br />

Dogana Pontificia di Castellina indicata in pianta con la lettera B è situata sulla riva opposta del fiume più<br />

addentro del Territorio Bolognese con distanza di quasi un Miglio dalla Ferriera (compresi i giri di strada,<br />

e guado dell’alveo) cosicché questo Ediffizio attivandosi verrebbe ad essere collocato sull’estremo <strong>La</strong>bbro di<br />

Confine Bolo gnese fra la Dogana Pontificia, ed il suolo Toscano e sarebbe sot tratto onninamente a qualunque<br />

vigilanza doganale sia per causa della distanza sia per l’alternativa dei buoni e cattivi tempi di giorno e di notte,<br />

sia per la Corrente del suddetto intermedio fiume Reno privo di ponti di comunicazione dall’una all’altra<br />

riva in quel posto.<br />

Trattasi, Eminenza, in questa materia di montare stabilimenti destinati ad avere vita per Secoli e non per<br />

Anni. Piacendo ancora di supporre negli attuali viventi Vivarelli una scrupolosa inte grità nel pagamento delle<br />

Gabelle ed aborrimento del frodo, chi mai potrebbe oggi garantire la integrità nell’Animo nei Sucessori? Certo<br />

è che l’agevolezza del varco di pochi Piedi d’Alveo del fiume, ed un Ediffizio sulla sponda Bolognese, il quale<br />

serve d’appoggio coll’ombra della nazionale produzione, sono circostanze singolarissime, che alletteranno sempre<br />

il contrabando evidente mente assicurato alle straniere.<br />

E questo potente richiamo non sarà unicamente propizio ai Fab bricanti Vivarelli, e loro Ministri e Successori,<br />

sempre ancora a qualunque avveduto Contrabbandiere, il quale valendosi delle molte strade a Bastina<br />

circolanti in Mille guise entro Paese della Riva sinistra di Reno opposta alla Dogana Pontificia si proponga di<br />

esercitare il frodo dei ferri esteri per l’interno, sotto colore di provenienza dalla ferriera di Confine.<br />

É notabile in fatto, che gli stessi Vivarelli possiedono adesso un considerabile Stabilimento a Ferro in Toscana,<br />

verso Pracchia a poche miglia di distanza dal Confine Pontificio, e precisamente sulla strada conducente alla<br />

citata nuova Ferriera nel Bolognese, che si propongono di montare al Mulino di Granaglione.<br />

In simile stato di cose, quantunque non appartenga ai privati sudditi di avanzarsi a ragionare sui pericoli della<br />

Sovrana fi nanza, non ha potuto il sottoscritto astenersi dal farne menzione alla Eminenza Vostra.<br />

Mancano in detti Stati le Miniere indigene di tale materia, ferro, onde bisogna trarre dall’estero la merce<br />

grezza manifattu rabile in genere Semigrezzo, e <strong>La</strong>vorato. Una fabbrica tollerata sul preciso labbro di confine,<br />

come quella propostasi dai Viva relli, potendo esercitare un libero contrabando delle materie grezze, o con altri<br />

mille pretesti indiretti, e mezzi di finto co lore esercitarlo ancora, e servirgli di appoggio nei ferri semi grezzi, e<br />

lavorati, acquista per simile scandaloso giro un vantag gio sulle fabbriche dell’interno, abbatte la vera industria<br />

nazio nale, ed allontana dalla speculazione col timore della inferiorità qualunque nuovo onorato Intraprenditore<br />

eccitando soltanto gli ar diti Speculatori di Contrabbando ad imitare il triste esempio in qualunque manifattura<br />

soggetta a Gabelle sopra la Generalità dei Confini dello Stato Pontificio Settentrionale e Meridionale.<br />

I Registri della Dogana della Castellina provano abbastanza come la Ditta del Sottoscritto abbia ivi finora pagato<br />

per introduzioni di Generi grezzi una somma non minore, di scudi Seicento di Ga belle in soli Otto mesi<br />

benché in questo primordio non siano giunte ancora le fabbriche neppure alla metà del periodico smalti mento.<br />

Un Concorrente, che non pagasse, o pagasse quanto gli piace a favore del comodo Contrabbando, distruggerebbe<br />

la industria no stra e toglierebbe i legittimi guadagni alle Popolazioni Pontifi cie burlando simultaneamente,<br />

e fraudando la Finanza Sovrana.<br />

il pierallini concluse la sua lettera ricordando come, essendo i lavori alla ferriera della Venturina<br />

appena avviati, nell’eventualità che il governo avesse ascoltato la sua perora zione, non sarebbe stato<br />

difficile destinare ad altri uso l’edificio: Se i Vivarelli amano di speculare in manifattura di ferro nel Territorio<br />

Bolognese scelgano a piacimento in buona fede altri siti fra i mille, che nell’interno di esso Territorio<br />

pre senta oggi opportunissimi il corso del fiume Reno, e fiumi adia centi al favore della nuova strada di Porretta.<br />

Come al solito il cardinale legato, dopo aver ricevuto lo scritto di giuseppe pierallini, il 4 maggio<br />

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