15.06.2013 Views

- 1 - Renzo Zagnoni La stoRia deLL'industRia deL feRRo neLLa ...

- 1 - Renzo Zagnoni La stoRia deLL'industRia deL feRRo neLLa ...

- 1 - Renzo Zagnoni La stoRia deLL'industRia deL feRRo neLLa ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

solo due anni dopo però, nel 1798, la neonata municipalità dei ba gni della porretta, assai preoccupata<br />

per lo stato quasi imprati cabile del vecchio itinerario lungo il Reno, iniziò a fare pres sioni per<br />

mezzo di ripetute petizioni al nuovo potere rappresen tato dall’amministrazione del dipartimento<br />

del Reno che sedeva in Bologna, affinché si desse inizio ai lavori della strada. L’iniziativa di avviarne<br />

la costruzione proprio dall’abitato di porretta naufragò sul nascere, ma dimostrò l’assoluta necessità<br />

di un nuovo collegamento della montagna con bologna. Le pressioni della municipalità sul potere<br />

bolognese continuarono comunque molto insistenti e, sebbene le difficoltà risultassero davvero notevoli<br />

soprattutto nel reperire i necessari fi nanziamenti, si cominciò ad avviare contatti ed a fare<br />

pressioni anche per il tratto pistoiese 41 .<br />

anche durante la reggenza austriaca le richieste continuarono e la municipalità fu invitata a presentare<br />

le richieste ai nuovi domi natori, succeduti ai francesi negli anni 1799-1800. in queste nuove<br />

richieste veniva ribadito che nei punti più pericolosi (Carbona, Liserna, Camugnone e ponti di Loggiola),<br />

continue e pe ricolose risultavano le frane, che in molti mesi all’anno rende vano impraticabile<br />

la vecchia strada. in questo periodo apparve comunque già chiaro che i due problemi, lo sviluppo<br />

delle terme porrettane e la costruzione della strada, erano strettamente le gati fra di loro tanto che in<br />

tutte le discussioni politiche l’uno richiamava l’altro.<br />

petizioni e tentativi continuarono anche al ritorno dei francesi, ma questo periodo non fu certo<br />

favorevole per le opere pubbliche di carattere civile, poiché gran parte delle risorse finanziarie del<br />

bilancio del regno napoleonico d’italia venivano assorbite dalle spese militari. un altro motivo che<br />

contribuì ad affossare i progetti fu anche legato all’ordine pubblico, che in montagna ri sultò poco<br />

affidabile in molte occasioni, come quella delle ri volte anti-napoleoniche del 1809.<br />

dopo un nuovo tentativo nel 1810, legato al vergatese dottor anto nio bacchetti 42 , fu l’ingegner gianbattista<br />

martinetti ad avanzare con forza un nuovo progetto che prevedeva un itinerario di fondovalle<br />

diverso da quello del dotti del 1792 43 . Questa nuova propo sta presentava molte difficoltà per<br />

la sua esecuzione, soprattutto perché prevedeva ben otto ponti sul Reno ed una previsione di spesa<br />

ben superiore al progetto dotti; il progetto venne ugualmente approvato prima dal diparti mento del<br />

Reno nel 1811, poi, nei due anni successivi, dai vari comuni interessati, compreso quello di bologna.<br />

Ma gli avvenimenti politici che determinarono la fine dell’avventura napoleonica e, soprattutto, degli<br />

stati satelliti che si erano alternati nel go verno del territorio italiano, posero fine anche a questo<br />

pro getto.<br />

<strong>La</strong> Restaurazione pontificia imposta dalle truppe austriache fu certo un ulteriore motivo di incertezza<br />

e confusione soprattutto nell’ambito amministrativo. i rivolgimenti politici si ripercos sero anche<br />

nella fragile economia della montagna, aggravando la miseria, che in molti casi si può definire indigenza,<br />

di quelle popolazioni. <strong>La</strong> montagna era già stata colpita dalla care stia causata da difficili<br />

condizioni meteorologiche quali forti geli e piogge torrenziali. <strong>La</strong> crisi degli anni 1815-16 fu particolarmente<br />

grave e proprio a causa delle insistenti istanze rivolte dai sindaci al potere centrale per<br />

ottenere sussidi si avviò a so luzione il problema della strada, in modo singolare per i tempi: anziché<br />

conti nuare a fornire minestre gratuite alla popolazione affamata, la Congregazione pontificia il 26<br />

gennaio 1816 decise di avviare i lavori della nuova strada impiegando quelle masse di disoccupati che<br />

allontanatisi dai campi, dai pascoli e dagli opifici, avrebbe trovato in un lavoro nuovi mezzi per la loro sussistenza.<br />

dopo l’approvazione del cardinale Consalvi segretario di stato si avviò l’avventura della<br />

costruzione della porrettana che sarebbe termi nata più di trent’anni dopo.<br />

nel 1818 la strada era già completata per due terzi, ma mancavano ancora i due ponti sul Reno alla<br />

chiusa di Casalecchio ed al passo del soldato presso silla, ma soprattutto mancava il denaro per terminare<br />

la costruzione. Nel 1825 si realizzarono due importanti opere: il taglio della rupe del Sasso<br />

ed il nuovo passaggio dalla madonna del bosco a Vergato sulla sinistra del Reno; quest’ultimo tratto<br />

rese superfluo il ponte sul questo fiume alla Madonna del Bosco, che era stato già costruito e che<br />

sarebbe poi servito solamente alle popolazioni del versante destro del fiume per il collegamento con<br />

quello sinistro e con la strada che si stava costruendo.<br />

41 ASB, Napoleonico, IV/5, c. 382v, IV/6, c. 151v, IV/8, cc. 268v, 381r-v e IV/9, c. 268v.<br />

42 ASB, Prefettura del Dipartimento del Reno, tit. 25, rub. 6, 1810.<br />

43 Ibidem.<br />

- 13 -

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!