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TESTIMONIANzA DEL TEMPO ChE PASSA<br />

I TESORI DEL MARE<br />

È<br />

ormai quasi terminata<br />

la tanto sospirata<br />

bella stagione,<br />

che ci ha portato,<br />

guardando verso<br />

il mare o l’oceano,<br />

a pensare come in<br />

passato venisse utilizzata quella grande<br />

strada blu. Il blu dell’oceano profondo o le<br />

belle lagune acquamarina, ricche di coralli<br />

e pesci variopinti, sono una ricchezza che<br />

da sola vale come tanti monumenti e pezzi<br />

d’oro e andrebbe conservata al meglio,<br />

più di quanto accade ai tesori formati da<br />

monete, gioielli tenuti nei musei sotto le teche<br />

per la conservazione. Giù sotto nelle<br />

profondità del mare, nel regno di Nettuno,<br />

oltre la nostra possibilità di vedere in maniera<br />

distinta, si trovano quelle ricchezze,<br />

non proprie del mare ma ormai da questo<br />

acquisite e facenti parte di quella parte del<br />

mondo così affascinante e misteriosa dei<br />

fondali marini: i tesori del mare.<br />

Questi sono inestimabili, ne fanno parte<br />

navi di ogni epoca e genere, reperti archeologici,<br />

veri e propri arsenali militari, carichi<br />

di ogni tipo e di ogni provenienza. Da film<br />

sulla storia del Titanic a quelli di pirati di tutti<br />

i tempi, dalla letteratura di tanti autori, arriviamo<br />

oggi a parlare di società che hanno il<br />

semplice obiettivo di ricercare tesori sommersi<br />

e di appropriarsene a volte senza tener<br />

conto del diritto internazionale delle acque<br />

in cui hanno trovato questi relitti e con<br />

permessi richiesti ufficialmente per recupero<br />

di materiali di riciclaggio quali metalli ma<br />

che spesso sono coperture per depredare i<br />

vecchi vascelli di inestimabili tesori.<br />

L’Italia è circondata da questi tesori som-<br />

mersi, essendo la penisola più solcata del<br />

passato, è un vero giacimento di ricchezze,<br />

soprattutto storiche, basti pensare che ancora<br />

oggi ci sono ricerche intorno ai Bronzi<br />

di Riace per dare loro il giusto nome, per<br />

capire la dotazione delle armi indossate,<br />

per comprendere chi fossero.<br />

Ma ogni giorno, ricercatori e storici, sono<br />

in continuo fermento per ritrovare nuovi<br />

pezzi accessibili e trasportabili in superficie,<br />

alcuni per amore della cultura e della<br />

storia ed altri solo per commercio. In Italia<br />

si scopre qualcosa ogni anno: recentissimo<br />

il ritrovamento di reperti archeologici<br />

rinvenuti nell’area campana del Mediterraneo<br />

comprendenti importanti sculture in<br />

bronzo e marmo, oppure nell’isola d’Elba,<br />

il cosiddetto “tesoro di Santa Lucia” (dal<br />

nome di una secca tra Livorno e Genova),<br />

ritrovato e recuperato dal gruppo Carabinieri<br />

Tutela Patrimonio Culturale di Firenze,<br />

ai quali il 10 Ottobre 2002 Scotland Yard<br />

consegnava quanto era stato da loro sequestrato<br />

nel 2001 presso una casa d’aste<br />

londinese. Il materiale prezioso proveniva<br />

dal recupero illegale di una compagnia<br />

inglese, avvenuto nel 2000 su un relitto<br />

che giace a tre miglia da Porto Azzurro.<br />

<strong>La</strong> compagnia doveva recuperare lingotti<br />

di alluminio da un altro relitto con tanto di<br />

autorizzazione ma da buoni saccheggiatori<br />

hanno pensato di prelevare... un tesoro<br />

andato a picco insieme al piroscafo che lo<br />

trasportava: il Polluce.<br />

Ritenendo questa storia affascinante, ho<br />

pensato di volerla riportare quasi come l’ho<br />

trovata nelle mie ricerche, senza voler togliere<br />

nulla a chi sicuramente ha studiato<br />

per tirarne fuori le verità nascoste, come E.<br />

di Antonella <strong>La</strong>valle<br />

Cappelletti e G. Mirto su quella incredibile<br />

storia marittima risorgimentale con carteggi<br />

di un processo svoltosi a Livorno nel 1842<br />

per il naufragio del Polluce, la notte del 17<br />

Giugno 1841, a poco meno di tre miglia a<br />

est da Capo Calvo, Isola d’Elba, speronato<br />

dal vapore Mongibello che fece colare a<br />

picco la nave dell’armatore Raffaele Rubattino<br />

in scarsi minuti. Non era stato un incidente<br />

e quindi, alla fine del processo, i giudici<br />

decretarono l’esistenza del dolo. Non si<br />

conoscono le motivazioni dell’aggressione,<br />

ma si fanno delle ipotesi...<br />

Dal ritrovamento di alcuni documenti (in<br />

particolare un frammento di cronaca di<br />

un quotidiano di Marsiglia), emerge che il<br />

Polluce era andato a fondo con un tesoro<br />

d oro e argento oltre ai gioielli dei ricchi<br />

passeggeri. Fu così che l’armatore, due<br />

mesi dopo, cercò di recuperare il relitto.<br />

Abbandonando il progetto dopo infruttuosi<br />

tentativi e 270 mila lire di spese, metà del<br />

costo della nave.<br />

Sebbene nel 1844, presso il tribunale di<br />

Livorno vinse la causa contro i Vapori Napoletani,<br />

condotta magistralmente dall’avvocato<br />

livornese Domenico Guerrazzi, Rubattino<br />

non fu mai risarcito.<br />

Ma la lista di carico non cita né l’oro né<br />

l’argento né ovviamente i beni dei passeggeri.<br />

Cosa sarà accaduto? Fino al 1936 ci<br />

sono state vane ricerche, poi i palombari<br />

della So.ri.ma lasciarono la baia di Porto<br />

Azzurro e del Polluce rimase solo la leggenda<br />

fino alla scoperta di Londra.<br />

Ma non accade solo all’Italia, vediamo un<br />

caso della Spagna che si trascina in tribunale<br />

dal 2007, per quanto riportato in superficie<br />

dalla nave statunitense Odyssey,<br />

che ha recuperato da acque internazionali,<br />

un tesoro di 500 mila monete d’argento e<br />

d’oro per un valore stimato di circa 400 milioni<br />

di euro dai resti di un antico galeone<br />

spagnolo; tesoro che, appena sbarcato<br />

negli Stati Uniti, è stato reclamato dalla<br />

Spagna come patrimonio nazionale ma,<br />

dopo aver vinto in primo grado la battaglia<br />

giudiziaria, sta avendo alcune difficoltà ora<br />

per il secondo grado.<br />

Cosa ne dobbiamo pensare ora che le persone<br />

sono tanto interessate per questi patrimoni?<br />

Forse andrebbe valutata la possibilità<br />

di un compromesso tra chi trova il tesoro e la<br />

nazionalità di appartenenza dello stesso.

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