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La Via Flaminia - cesano home page

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Settembre 2009<br />

<strong>Via</strong>ggio virtuale da Ponte Milvio a Casale Malborghetto, alla riscoperta dei luoghi<br />

più interessanti e suggestivi di una consolare ricca di testimonianze del passato<br />

LA VIA FLAMINIA<br />

PIÙ VICINA A ROMA<br />

Fig. 1 Fig. 2<br />

«…Prima cura dei Romani per consolidare le loro conquiste e favorirne di nuove,<br />

fu quella di costruire veloci e sicure strade di comunicazione. Partendo dal<br />

miglio aureo, collocato nel Foro Romano, queste arterie si spingevano fino alle<br />

estreme propaggini del mondo allora conosciuto, vincendo difficoltà di ogni sorta<br />

e formando una fitta rete connettiva tra la Capitale e le provincie...».<br />

P<br />

iù o meno con queste<br />

parole, quasi un<br />

secolo fa, lo scrittore<br />

Edoardo Martinori<br />

(1854-1935) apriva<br />

la sua fortunata guida<br />

sulla via <strong>Flaminia</strong>,<br />

una delle principali strade ricordate, voluta<br />

dal censore – poi console – Gaio Flaminio<br />

al tempo della CXXXIX Olimpiade (anno<br />

531 di Roma) e portata a compimento in<br />

soli quattro anni nel percorso principale da<br />

Roma a Rimini. Da allora le conoscenze<br />

acquisite su questo importantissimo iter,<br />

specie nel tratto più vicino all’Urbe, sono<br />

esponenzialmente aumentate, grazie a<br />

sapienti indagini archeologiche e metodici<br />

accertamenti scientifici in corso d’opera<br />

dagli inizi degli anni Ottanta del secolo<br />

scorso.<br />

I risultati di tali esplorazioni, che hanno<br />

consentito il riordinamento, l’aggiornamento<br />

e talvolta la correzione di precedenti<br />

studi e ricostruzioni a firma di insigni<br />

archeologi e storici dell’Ottocento e degli<br />

inizi del Novecento (Thomas Ashby, Giacomo<br />

Boni, Ersilia Caetani Lovatelli, Giuseppe<br />

Antonio Guattani, Rodolfo <strong>La</strong>nciani, Antonio<br />

Nibby, Carlo Promis, etc.), sono stati<br />

di recente portati alla più ampia attenzione<br />

della collettività, nell’ambito di un prestigioso<br />

evento culturale promosso dall’Associazione<br />

“REISS”, con il patrocinio<br />

dall’Assessorato alle Politiche culturali del<br />

Comune di Roma ed il supporto organizzativo<br />

di Zètema Progetto Cultura. Lunedì<br />

22 Giugno 2009, infatti, presso l’elegante<br />

e confortevole Auditorium dell’Ara Pacis,<br />

sito proprio sotto il monumento, in via di<br />

Ripetta 190, si è tenuto un coinvolgente<br />

Incontro di studio sul tema: «<strong>La</strong> riscoperta<br />

della via <strong>Flaminia</strong> più vicina a Roma: storia,<br />

luoghi e personaggi»Introdotto dall’On.<br />

Roberto Cantiani, in rappresentanza<br />

dell’amministrazione capitolina e moderato<br />

da Livia Ventimiglia, autrice e animatrice<br />

della trasmissione radiofonica “Questa è<br />

Roma” sull’emittente Nuova Spazio Radio,<br />

il meeting si è articolato nella sapiente<br />

prolusione dell’architetto Aurelio Severini,<br />

presidente della “REISS”, cui è stato demandato<br />

il compito di spiegare le intime<br />

ragioni della manifestazione, ed in tre relazioni<br />

tematiche e monografiche – supportate<br />

dalla proiezione di una gran quantità<br />

di materiale iconografico accuratamente<br />

selezionato tra quello disponibile sugli argomenti<br />

proposti – a cura dell’archeologo<br />

Francesco <strong>La</strong>ddaga, della storica dell’arte<br />

Maria Pia Partisani e di chi scrive.<br />

Com’è noto la via <strong>Flaminia</strong> è un’antica<br />

strada romana ancora oggi esistente con<br />

lo stesso nome, che da Roma si dirige<br />

verso il nord-est della penisola. Fu fatta<br />

costruire da Gaio Flaminio nel III secolo<br />

a.C., riunendo vari tratti di strade già esistenti,<br />

ed ebbe miglioramenti e restauri in<br />

epoche successive, specie sotto Augusto<br />

e Vespasiano. Usciva da Roma per la porta<br />

Fontinale della mura Serviane, e più tardi,<br />

quando la città fu cinta dalle mura Aureliane,<br />

dalla porta <strong>Flaminia</strong> (odierna Porta del<br />

Popolo). Dopo un breve tratto in comune<br />

con la Cassia, se ne distaccava appena<br />

oltrepassato Ponte Milvio; attraversava<br />

quindi l’Agro Falisco, l’Umbria e arrivava al<br />

Mare Adriatico, proseguendo poi lungo la<br />

costa sino a Rimini.<br />

di Fabrizio Vistoli<br />

Nonostante le manomissioni recenti, il<br />

paesaggio circostante il tracciato della<br />

<strong>Flaminia</strong> antica più vicina alla Capitale<br />

rimane tra i più suggestivi e pittoreschi<br />

della Campagna Romana, ed è stato solo<br />

parzialmente alterato in modo irreversibile<br />

da cave di tufo e insediamenti industriali<br />

(Grottarossa), edilizia popolare o residenziale<br />

(<strong>La</strong>baro, Prima Porta) ed altri interventi<br />

di urbanizzazione. È stato quindi possibile,<br />

in quasi due decenni di accertamenti coordinati<br />

dall’ispettore della Soprintendenza<br />

archeologica di Roma Gaetano Messineo,<br />

un recupero parziale del tracciato della<br />

strada romana e delle sue pertinenze, senza<br />

arrestarsi dinanzi alla necessità di spostare<br />

o eliminare manufatti esistenti, specie<br />

se abusivi, o alla opportunità di variare<br />

strumenti urbanistici e progetti di opere di<br />

pubblica utilità.<br />

Tale attività ha consentito la creazione, tra<br />

le due grandi zone protette del Parco di<br />

Veio e del Parco fluviale del Tevere Nord,<br />

dell’itinerario archeologico della <strong>Via</strong> <strong>Flaminia</strong>,<br />

che collega i diversi tratti del basolato<br />

ed i monumenti adiacenti, tre dei quali –<br />

oggetto delle ricordate relazioni tematiche<br />

– costituiscono i poli essenziali del percorso<br />

ed accolgono anche il materiale documentario<br />

indispensabile alla lettura dell’insieme:<br />

Tor di Quinto-Grottarossa, Villa di<br />

Livia e Malborghetto.<br />

Quest’ultimo è un grandioso arco quadrifronte<br />

di pianta rettangolare ubicato al XII<br />

miglio della <strong>Via</strong>. Realizzato con un masso<br />

di conglomerato livellato superiormente da<br />

lastroni di travertino e paramento in laterizio<br />

rivestito originariamente di marmo,<br />

fu spogliato di tale pregiato rivestimento

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