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2007] FARFALLE NELL’EGEO<br />
29<br />
FARFALLE NELL’EGEO:<br />
UNA RASSEGNA DELLE RAFFIGURAZIONI DELL’ETÀ DEL BRONZO NELLE<br />
CICLADI, A CRETA E NELLA GRECIA CONTINENTALE *<br />
Giorgia Baldacci<br />
Abstract<br />
Among the Aegean Bronze Age images of the natural world, those of butterflies, which appear on various media (seals,<br />
signet-rings, gold leaf ornaments, ivory, frescoes) in Crete, in the Greek Mainland and in the Cyclades, play an interesting<br />
role, for their diffusion as well as for their possible symbolic meaning. This contribution collects and reviews all<br />
the representations of butterflies, in an overall view and on the basis of both iconographic and archaeological survey,<br />
with a particular attention of find contexts. The aim is to verify the occurrences of the motif, as well as its possible<br />
symbolic values that, on the basis of the variety of representations, must not be considered a priori as univocal.<br />
Introduzione 1<br />
Il mondo naturale riveste un ruolo centrale nelle<br />
raffigurazioni artistiche egee a partire dal Medio<br />
Bronzo: spesso non è solo uno sfondo o un contorno,<br />
ma un vero e proprio soggetto. L’interesse per<br />
la natura si estende anche al piccolo mondo degli<br />
insetti 2 , tra i quali senza dubbio spiccano i Lepidotteri<br />
3 per il numero e la diffusione (sia a livello<br />
geografico che cronologico) delle rappresentazioni.<br />
Queste infatti si ritrovano, a partire dalla fine del<br />
Medio Bronzo, su manufatti di vario genere (sigilli<br />
in pietra ed anelli-sigillo metallici con le relative<br />
impressioni su argilla; placchette in foglia d’oro;<br />
oggetti in bronzo; avorio; affreschi), ad esclusione<br />
della ceramica 4 , provenienti sia dalla Grecia continentale<br />
che da Creta, senza tralasciare la testimonianza<br />
cicladica di Akrotiri.<br />
È noto come la farfalla sia stata considerata un<br />
animale simbolico presso diversi popoli e in differenti<br />
epoche 5 e come le ‘capacità metaforiche’ ad<br />
essa attribuite vadano in gran parte connesse alla<br />
* Desidero ringraziare il Prof. F. Carinci per avermi seguita nell’elaborazione di questo lavoro, ed il Prof. M. Benzi per averne<br />
con me discusso l’argomento.<br />
1 Nel testo e nel catalogo si utilizzano le seguenti abbreviazioni cronologiche:<br />
ME: Medio Elladico;<br />
TE: Tardo Elladico;<br />
AM: Antico Minoico;<br />
MM: Medio Minoico;<br />
TM: Tardo Minoico.<br />
Nel testo si rimanda alle schede di catalogo finali (con le rispettive tavole) mediante il relativo n. arabo.<br />
2 L’interesse per la rappresentazione di insetti si riscontra in particolar modo a Creta, da dove provengono il famoso pendente<br />
d’oro con api di Mallia (Demargne 1945, pp. 54-56, tav. LXVI), il sigillo plastico a forma di mosca di Archanes (Sakellarakis-Sapouna<br />
Sakellaraki 1997, pp. 688-689, figg. 786-787) e numerose figurine di scarafaggio (Rutkowski 1986, pp. 89-91,<br />
con bibliografia).<br />
3 I Lepidotteri rappresentano un vasto ordine di insetti a cui appartengono numerose specie, conosciute come <strong>farfalle</strong> e falene,<br />
la cui distinzione non risponde a una classificazione scientifica tassonomica ma deriva dall’uso comune. Nel testo, di seguito,<br />
si userà la parola farfalla in senso non tassonomico, ad indicare genericamente l’ordine degli insetti.<br />
4 Esiste un motivo caratteristico di alcuni wares dell’AM II costituito da due triangoli congiungentisi ad un vertice e definito<br />
talvolta in letteratura come butterfly motif (cfr. Betancourt 1985, pp. 42-43). Questo, tuttavia, non pare rappresentare l’insetto;<br />
si tratta piuttosto di un elemento decorativo puramente geometrico, che risulta come variazione sull’apprezzato tema del<br />
triangolo.<br />
5 Cfr., per un quadro generale, Biedermann 1991, pp. 181-182. Una disamina più specifica a proposito delle occorrenze e dei<br />
significati dell’insetto nella cultura classica, ed in particolare greca, è in Davies-Kathirithamby 1986, pp. 99-113; a questo proposito,<br />
cfr. anche Beavis 1988, pp. 121-148.
30<br />
sua particolare natura. Infatti l’insetto, oltre che per<br />
la ricchezza dei colori e per la leggerezza, si caratterizza<br />
per il suo ciclo vitale, in quanto giunge allo<br />
stadio maturo non mediante una crescita continua e<br />
graduale, ma sviluppandosi per metamorfosi completa,<br />
attraverso uno stadio larvale, durante il quale<br />
è detto bruco, e attraverso uno stadio di pupa,<br />
in cui è detto crisalide.<br />
In ambito egeo, fu Evans il primo a spiegare la<br />
presenza dell’insetto nelle rappresentazioni in chiave<br />
simbolica 6 . Egli, solo in parte enfatizzando il carattere<br />
di rigenerazione insito nelle fasi di trasformazione<br />
della farfalla 7 , ma soprattutto memore del<br />
fatto che la parola greca significa allo stesso<br />
tempo ‘anima’ e ‘farfalla’ 8 , individuò una specifica<br />
connotazione funeraria dell’animale. Secondo lo<br />
studioso, infatti, le <strong>farfalle</strong> presenti nell‘ ‘anello di<br />
Nestore’ (n. 24) sarebbero state emblemi di rinascita<br />
che facevano riferimento al passaggio dell’anima<br />
ad una nuova vita 9 ed il lepidottero raffigurato sulla<br />
piccola bilancia proveniente dal Circolo A di Micene<br />
(n. 30) sarebbe stato un’allusione alla pesatura<br />
delle anime 10 cui del resto, seguendo la teoria<br />
di Schliemann, rimandava già l’oggetto in se stesso<br />
11 . A partire da Evans, diversi studiosi, trovandosi<br />
di fronte a singoli manufatti raffiguranti <strong>farfalle</strong>,<br />
hanno letto la presenza dell’insetto in chiave<br />
simbolica 12 , sebbene altri, come Nilsson 13 , abbiano<br />
completamente negato una tale valenza.<br />
GIORGIA BALDACCI [RdA 31<br />
Scopo del presente lavoro non è tanto quello di<br />
demolire esegesi consolidate, quanto piuttosto di<br />
raccogliere in modo organico tutte le raffigurazioni<br />
di <strong>farfalle</strong> su manufatti egei e di sottoporle ad<br />
un’analisi complessiva, basata sia su categorie d’indagine<br />
iconografiche che archeologiche, con una<br />
particolare attenzione ai contesti di rinvenimento,<br />
al fine di verificare la diffusione e le occorrenze del<br />
motivo, nonché le possibili valenze simboliche che,<br />
vista la varietà delle rappresentazioni, non devono<br />
essere pensate a priori come univoche.<br />
1. Sigilli ed impronte di sigilli<br />
Un primo sguardo va dato alla distribuzione geografica<br />
e cronologica dei sigilli e delle impronte<br />
di sigillo raffiguranti <strong>farfalle</strong>. Dei venti pezzi individuati<br />
(nn. 1-20) 14 , undici provengono da Creta,<br />
solo due dalla Grecia continentale, mentre di<br />
sette non si conosce il preciso luogo di rinvenimento.<br />
Tra questi, ad ogni modo, il n. 20 fa parte<br />
del gruppo dei sigilli realizzati nello ‘stile talismanico’,<br />
la cui produzione è da collocarsi a Creta non<br />
oltre il TM IB 15 . Tenendo in considerazione solo il<br />
materiale proveniente da contesti ben datati, dei<br />
reperti cretesi cinque si collocano alla fine del TM<br />
IB 16 e due nel TM III 17 ; i due pezzi continentali<br />
appartengono a depositi tombali, l’uno del TE<br />
6 Evans 1925, pp. 53-64 e poi PM, in particolare III, pp. 148-152 (in entrambi i casi lo spunto per la riflessione è dato dall‘ ‘anel-<br />
lo di Nestore’, n. 24).<br />
7 Questo aspetto non viene sottolineato in Evans 1925, mentre un riferimento si trova in PM III, p. 152.<br />
8 Evans 1925, pp. 54-55. è, di fatto, l’unica parola usata dai Greci per ‘farfalla’, testimoniata per la prima volta da Aristotele,<br />
Historia Animalium 551 e quasi del tutto assente nella tradizione letteraria greca (cfr. Bremmer 1983, p. 82; Davies-<br />
Kathirithamby 1986, pp. 100-101).<br />
9 Evans 1925, pp. 61-62; PM III, pp. 148-151.<br />
10 Evans 1925, pp. 59-60; PM III, p. 151.<br />
11 Schliemann 1880, p. 198; un precoce dubbio rispetto alla teoria dello studioso è espressa da Schuchhardt 1891, pp. 204-206.<br />
12 Per la discussione v. infra.<br />
13 Nilsson 1950, pp. 46-47.<br />
14 Gran parte di questi già censiti da Younger 1988, pp. 203-204. Sono esclusi dal catalogo e dalla discussione CMS XII, n. 182<br />
e CMS IV, n. 221, entrambi appartenenti alla classe dei sigilli ‘talismanici’ (per cui cfr. Onassoglou 1985 e, per un rapido sunto,<br />
Krzyszkowska 2005, pp. 133-137), il cui soggetto viene definito come ‘farfalla’ nei rispettivi volumi del CMS, dal momento<br />
che si tratta di raffigurazioni così schematiche da rendere difficile una qualsiasi definizione specifica del motivo. CMS II.3, n.<br />
390, per il quale per altro non viene esclusa un’origine moderna, reca senza dubbio un insetto, ma non pare trattarsi di una<br />
farfalla, viste le ridottissime dimensioni delle ali e la loro tipologia.<br />
15 Cfr. Onassoglou 1985, p. 200 e passim; la studiosa ha sostanzialmente confermato la datazione (MM III-TM I) già indicata<br />
per questi sigilli da Evans (cfr. PM I, pp. 672-675).<br />
16 Nn. 1-4, 10 (da Haghia Triada e Khanià-Kastelli).<br />
17 Quello dalla necropoli di Epano Gypsades presso Knossos (n. 5) viene da un contesto di TM IIIA2; la tholos di Phylaki<br />
Apokoronou, nella Creta occidentale, in cui è stato rinvenuto il n. 6, non è ancora pubblicata in modo complessivo, ma il suo<br />
periodo d’uso dovrebbe collocarsi tra il TM IIIA2 e B (cfr. Krzyszkowska 2005, p. 249; Andreadaki Vlasaki 1997, pp. 27-28,<br />
“14 th -13 th c. B.C”).
2007] FARFALLE NELL’EGEO<br />
31<br />
IIA 18 e l’altro del TE III A 19 . Va ad ogni modo sottolineato<br />
che i quattro sigilli più tardi vengono tutti<br />
da ambiti funerari, a differenza dei cinque pezzi<br />
cretesi datati al TM IB, che invece sono stati rinvenuti<br />
in contesti ‘funzionali’: si tratta infatti di cretule<br />
che, appositamente contrassegnate, venivano<br />
utilizzate nelle operazioni amministrative relative<br />
alla gestione dei beni 20 .<br />
I dati che emergono, dunque, sembrano sostenere<br />
e giustificare l’appartenenza dell’immagine della<br />
farfalla al repertorio della glittica cretese neopalaziale<br />
21 , inserendola nel novero di quei motivi ripresi<br />
dal mondo naturale, e soprattutto del regno animale,<br />
che particolarmente ispirano gli intagliatori<br />
minoici in tale epoca 22 . Infatti, la provenienza dei<br />
sigilli cretesi più tardi (nn. 5-6) da tombe in uso nel<br />
TM III, dove spesso confluiscono beni più antichi,<br />
e le somiglianze iconografiche riscontrabili, inducono<br />
a pensare che i due esemplari risalgano, di fatto,<br />
ad un’epoca precedente a quella della formazione<br />
del deposito 23 . Per quanto riguarda i due sigilli dalla<br />
Grecia continentale (nn. 12-13), entrambe le raffigurazioni<br />
mostrano forti analogie iconografiche<br />
con gli esemplari cretesi, già notate da Younger 24 .<br />
Se tali affinità strutturali possono non essere suf-<br />
ficienti, secondo la linea interpretativa di Pini 25 , a<br />
dimostrare la provenienza cretese, è innegabile che,<br />
quantomeno, rientrino nella tradizione minoica del<br />
periodo neopalaziale, ipotizzando dunque una circolazione<br />
‘geografica’ del motivo (oltre che ‘cronologica’<br />
per quanto riguarda il n. 13).<br />
Le raffigurazioni di farfalla sui sigilli, nonostante<br />
la generale impressione naturalistica, sono tutte<br />
molto stilizzate, cosa che non consente di identificare<br />
in modo preciso, in termini tassonomici, gli<br />
insetti rappresentati. Questi ultimi, nel complesso,<br />
mostrano una serie di caratteristiche iconografiche<br />
ricorrenti (e diversamente combinate tra loro nelle<br />
singole raffigurazioni): le ali sono per lo più doppie<br />
su ciascun lato 26 e col margine arrotondato 27 , decorate<br />
con un disco in posizione centrale 28 e spesso<br />
terminano con una punta 29 ; le antenne sono incurvate<br />
30 ; in molti casi sono presenti delle linee<br />
oblique che collegano le ali all’addome 31 . Queste<br />
caratteristiche sembrano essere state rese dall’intagliatore<br />
con lo scopo di enfatizzare alcuni elementi:<br />
ciò emerge chiaramente per la decorazione circolare<br />
sull’ala, presente anche su raffigurazioni di<br />
<strong>farfalle</strong> su altri materiali 32 . Questo elemento, infatti,<br />
pare essere diventato una sorta di convenzione<br />
18 N. 12, da Routsi, in Messenia.<br />
19 N. 13, da Kolonaki, presso Tebe.<br />
20 Cfr. Krzyszkowska 2005, pp. 155-163.<br />
21 Il motivo risulta del tutto assente nelle raffigurazioni su sigillo dell’epoca dei primi palazzi, come del resto scarse sono le<br />
raffigurazioni di insetti (Krzyszkowska 2005, p. 90).<br />
22 Krzyszkowska 2005, p. 144.<br />
23 Per il n. 5, Hood-Huxley-Sandars 1958-1959, p. 245 e cfr. Krzyszkowska 2005, p. 215; anche per il n. 6, insieme a diversi<br />
altri sigilli dallo stesso contesto, è stata proposta una datazione al TM I (CMS V Suppl. 1A, p. xxxvi (n. 188) e cfr.<br />
Krzyszkowska 2005, pp. 195, 249).<br />
24 Entrambi i sigilli vengono inseriti, insieme ad altri esemplari cretesi, nel novero delle realizzazioni del Master of the Theban<br />
Butterflies (Younger 1983, pp. 128-129).<br />
25 Pini 1984, in particolare per i sigilli con farfalla pp. 125-126.<br />
26 È, questa, una caratteristica effettiva dell’insetto. Si ritrova nelle raffigurazioni nn. 1, 3 (?), 4-8, 13 a-b, 14, 16-20 (?). Difficile<br />
valutare i nn. 10-11, dal momento che gli insetti sono di profilo, e quindi non è chiaro se le due ali che si vedono siano<br />
da intendersi sullo stesso lato o meno.<br />
27 Fanno eccezione solo i nn. 2, 7 e 13 b, dove la ali delle <strong>farfalle</strong> presentano il margine merlato.<br />
28 Le eccezioni sono costituite dai nn. 3-4, 11 (?), 19-20. Una ‘variazione’ sul tema del singolo elemento circolare è costituita<br />
dai nn. 8 e 13 a, che recano, al posto di questo, tre dischetti.<br />
29 Tale caratteristica è assente solo in tre sigilli, per la peculiare forma che in queste raffigurazioni assumono le ali (nei nn. 2<br />
e 13 esse sono merlate e nel n. 7 triangolari). Spesso la parte a punta delle ali culmina in un’appendice circolare, come si può<br />
osservare nei nn. 6-7, 9-11, 13-14, 16 e ritorna anche in alcuni degli insetti raffigurati nel Miniature Frieze di Akrotiri (n. 43; e<br />
cfr. anche il n. 42, dove tuttavia l’elemento risulta di restauro).<br />
30 Solamente nei nn. 1-2, 4 le antenne sono dritte; esse sembrano assenti nei nn. 9 e 20; nel n. 15 sono incurvate come nella<br />
maggior parte dei casi, ma verso l’esterno e non l’una verso l’altra; nel n. 19 sono realizzate in maniera particolare e culminano<br />
in un elemento a croce.<br />
31 Tale caratteristica, presente in circa la metà delle raffigurazioni su sigillo (nn. 5-6, 8, 10-11, 13-14, 16-18, 20 (?)), resta di difficile<br />
interpretazione, dal momento che non pare corrispondere ad un elemento anatomico dell’insetto.<br />
32 È presente sulle placchette in foglia d’oro (nn. 26, 31-37), sulla doppia ascia da Festòs (n. 38), sul frammento di affresco da<br />
Knossos (n. 42) e su tre delle cinque <strong>farfalle</strong> raffigurate nel Miniature Frieze di Akrotiri (n. 43). Nella miniatura in avorio da
32<br />
iconografica nella resa dell’insetto e, sebbene non<br />
si possa escludere che esso tragga origine da una<br />
caratteristica reale di alcune specie di Lepidotteri<br />
circolanti nell’Egeo 33 , il fatto che venga riproposto<br />
così sistematicamente fa ipotizzare che non debba<br />
essere inteso solo come riproduzione naturalistica,<br />
ma che sia stato realizzato per dare maggiore forza<br />
figurativa all’immagine 34 .<br />
Le affinità riscontrabili tra le raffigurazioni di<br />
<strong>farfalle</strong> nella glittica avevano portato Younger a<br />
ricondurre tutti i sigilli con tale soggetto ad un<br />
unico intagliatore, il Master of the Theban Butterfly,<br />
il quale avrebbe svolto la sua attività a Knossos<br />
intorno al 1500 35 . Di tale gruppo avrebbero fatto<br />
parte quindici tra sigilli e sigillature 36 , di fatto accomunati<br />
solo per via del soggetto: venivano inclusi<br />
anche alcuni esemplari da Kato Zakros 37 le cui<br />
raffigurazioni, pur recando ali di farfalla, mostra-<br />
GIORGIA BALDACCI [RdA 31<br />
vano una concezione compositiva ed iconografica<br />
del tutto differente, dal momento che questi elementi<br />
venivano utilizzati nell’elaborazione di esseri<br />
fantastici 38 . Tale considerazione, insieme alle critiche<br />
di metodo mosse da diversi studiosi all’ottica<br />
‘attribuzionista’ di Younger 39 e, almeno in parte,<br />
accolte dallo stesso 40 , impongono dunque di<br />
superare l’idea che tutti i sigilli con farfalla siano<br />
stati realizzati dal medesimo intagliatore 41 anche<br />
se le rappresentazioni, prese nel loro complesso,<br />
appartengono ad una tradizione figurativa comune<br />
42 .<br />
Sotto l’aspetto compositivo, una prima distinzione<br />
va fatta tra raffigurazioni di <strong>farfalle</strong> singole<br />
e in associazione con altri elementi. La maggior<br />
parte dei sigilli /sigillature rappresenta un solo lepidottero,<br />
che si trova costantemente ad ali spiegate<br />
bilaterali 43 . Per quanto riguarda le composizioni,<br />
Zakros (n. 41) i dischetti raffigurati sono due, mentre tre, in parallelo con due sigilli (nn. 8 e 13 a), negli insetti sulla spada<br />
dal Circolo B di Micene (n. 40).<br />
33 Cfr. Coutsis 2000, a proposito delle <strong>farfalle</strong> del Miniature Frieze di Akrotiri (n. 43).<br />
34 Per l’enfasi posta nella rappresentazione dell’elemento circolare centrale (‘occhio’), cfr. PM II, p. 789 e Cook 1925, pp. 645-<br />
646, che collegava questa caratteristica ad una ‘valenza profilattica’ dell’insetto.<br />
35 Younger 1983, p. 128.<br />
36 Nella lista degli esemplari attribuiti al Master of the Theban Butterfly (Younger 1983, pp. 128-129) mancano alcuni dei sigilli<br />
che rientrano nel nostro catalogo. Non è chiaro se l’assenza di questi esemplari (nn. 2-4, 6, 9, 14-15, 17, 19-20) rappresentanti<br />
<strong>farfalle</strong> rifletta, almeno in parte (per quanto riguarda i pezzi già pubblicati all’epoca del contributo di Younger), una scelta deliberata.<br />
Younger, inoltre, attribuisce al maestro in questione l’esemplare CMS IV, n. 257 (da Mallia) raffigurante un anemone<br />
marino e due uccelli, per la somiglianza di questi ultimi con il volatile con quello del n. 11, ed alcune cretule da Kato Zakros<br />
(CMS II, 7, nn. 83, 157, 160), recanti esseri fantastici con ali di farfalla.<br />
37 V. l’elenco alla nota precedente.<br />
38 Le cretule in questione sono CMS II.7, nn. 83 (sfinge femminile), 84 (composizione con zampe leonine), 157-159 (composizione<br />
con maschera animale), 160 (composizione con testa di animale non identificabile) e sono da attribuire alla fase di distruzione<br />
della Casa A, generalmente datata al TM IB (Weingarten 1983, pp. 2-6 ma, per l’attuale dibattito, cfr. Krzyszkowska<br />
2005, pp. 178, nota 3 e 191, nota 103). Le ali di farfalla, funzionali alla realizzazione di creature ibride, confermano l’interesse<br />
di cui gode l’insetto nella glittica della Creta neopalaziale. Esse, rispetto alle raffigurazioni degli altri sigilli, hanno tutte il<br />
contorno merlato e, come le altre, si caratterizzano per la presenza della decorazione circolare centrale, che nel caso di CMS<br />
II.7, nn. 157-160, diventa un elemento floreale.<br />
39 Per un quadro generale cfr. Krzyszkowska 2005, pp. 324-329; più nello specifico, per quanto riguarda il Master of the Theban<br />
Butterfly e il problema dell’origine dei sigilli, cfr. Pini 1984, pp. 125-126.<br />
40 Un ‘cambio di rotta’ rispetto ai principi enunciati in Betts-Younger 1982, si riscontra nel quarto articolo della serie dedicata<br />
alla glittica del Tardo Bronzo comparsa in Kadmos (Younger 1985, in particolare pp. 48-50): in questo contributo si passa dalla<br />
nozione di masters e workshops a quella di stylistic groups negando, in pratica, la possibilità di individuare la mano di un singolo<br />
intagliatore, seppur ammettendo una relazione tra i sigilli che facenti parte di un ‘gruppo’.<br />
41 Un’ipotesi in tal senso è, tutt’al più, avanzabile per alcuni sottogruppi. Va infatti notata la fortissima somiglianza nella resa<br />
delle <strong>farfalle</strong> e/o nella composizione nelle seguenti rappresentazioni:<br />
– nn. 5, 14, 16-18 (con un caso di sostanziale uguaglianza per i nn. 5 e 17);<br />
– nn. 10 e 11 (per cui cfr. Kenna 1962, p. 12);<br />
– nn. 8 e 13.<br />
Ad ogni modo, non possiamo escludere neppure che uno stesso intagliatore realizzasse <strong>farfalle</strong> anche molto differenti tra loro,<br />
come dimostra il sigillo tebano CMS V, n. 677 (n. 13) che reca, su due lati, due raffigurazioni dell’insetto assai diverse: uno<br />
ha le ali arrotondate (a), l’altro merlate (b).<br />
42 Dal complesso delle raffigurazioni si distaccano, per la resa generale, i nn. 15 e 19. L‘ ‘anomalia’ di quest’ultima raffigurazione<br />
viene notata anche nella discussione del pezzo all’interno del CMS (III,2 n. 496), dove si sottolinea come la particolare<br />
resa delle ali non consenta di escludere una moderna origine del sigillo.<br />
43 Nn. 1-6, 14-20.
2007] FARFALLE NELL’EGEO<br />
33<br />
a parte il n. 20, in cui compare il motivo stilizzato<br />
del papiro 44 , negli altri casi la farfalla è sempre associata<br />
ad animali 45 , secondo tre casistiche:<br />
‒ associazione di più <strong>farfalle</strong>: si riscontra solo<br />
nel n. 7, in cui compaiono quattro 46 insetti, di cui<br />
uno ad ali spiegate bilaterali e gli altri di profilo,<br />
a comporre un motivo spiraliforme, con gli addomi<br />
al centro;<br />
‒ associazione con una libellula: si trova in quattro<br />
esemplari (nn. 8-9, 12-13 a) in cui i due insetti<br />
compaiono sempre ad ali spiegate bilaterali con i<br />
capi che si incontrano al centro del sigillo 47 ;<br />
‒ associazione con il nautilo: si rileva in due casi<br />
(nn. 10-11). In entrambe le raffigurazioni sono presenti<br />
tre animali, di profilo, disposti verso i margini<br />
del cerchio e rivolti verso l’esterno. La principale<br />
differenza tra il n. 10 e il n. 11 è che nel secondo<br />
la farfalla si accompagna ad un nautilo e ad un uccello,<br />
mentre nel primo a due nautili.<br />
Il valore che la raffigurazione degli insetti sui<br />
sigilli può assumere si connette ad una problematica<br />
più ampia e a tutt’oggi irrisolta, ovvero quella<br />
della genesi e del significato dei motivi nella glittica<br />
48 . Nessun elemento ‘interno’ ai sigilli può, nello<br />
specifico, portare ad individuare significati puntuali<br />
per le raffigurazioni di <strong>farfalle</strong>, anche se è possibile<br />
che la scelta di tale motivo fosse connessa<br />
all’attribuzione di una valenza genericamente positiva<br />
all’insetto, che d’altra parte potrebbe emergere<br />
dalla ricorrenza delle associazioni con il nautilo<br />
e la libellula. Queste ultime si ritrovano pure<br />
in altri contesti. Infatti, la coppia farfalla-libellula è<br />
probabilmente presente anche sull’anello di Archa-<br />
nes (n. 23) 49 , mentre in diverse tombe della Grecia<br />
continentale le placchette d’oro raffiguranti <strong>farfalle</strong><br />
sono affiancate ad altre che rappresentano nautili<br />
50 . La ripresa di tali associazioni, che verranno<br />
discusse anche più sotto, potrebbe dunque inserire<br />
gli animali coinvolti all’interno di una stessa sfera<br />
semantica.<br />
2. Anelli-sigillo ed impronte di anelli-sigillo<br />
La presenza di <strong>farfalle</strong> è attestata su due anellisigillo<br />
d’oro (nn. 23-24) e su impronte lasciate da<br />
anelli della tipologia dei precedenti, su due noduli<br />
(n. 21) ed un nodulus (n. 22) d’argilla. In queste rappresentazioni<br />
gli insetti non compaiono soli o decontestualizzati,<br />
ma inseriti in vere e proprie scene<br />
cultuali, all’interno delle quali, con tutte le difficoltà<br />
di lettura del caso 51 , ogni elemento pare avere<br />
un significato specifico e contribuire a definire una<br />
dimensione sacra. In questo senso, dunque, anche<br />
la presenza degli insetti non può essere considerata<br />
come casuale o semplicemente ornamentale 52 .<br />
Delle quattro attestazioni, tre vengono da Creta:<br />
le impronte su argilla (nn. 21-22) sono state rinvenute<br />
nella Villa di Haghia Triada e nel Palazzo di<br />
Kato Zakros e sono relative alla fase di distruzione<br />
del TM IB 53 , mentre l’anello d’oro (n. 23) proviene<br />
dalla tholos A della necropoli di Phourni, presso Archanes<br />
e, sebbene il contesto della tomba sia del TM<br />
IIIA, secondo gli scavatori il gioiello sarebbe databile<br />
all’epoca neopalaziale (precisamente al MM IIIB-<br />
TM IA), in quanto ricco cimelio di famiglia traman-<br />
44 Si tratta del motivo identificato inizialmente da Evans come ‘maschera leonina’ (PM I, p. 673, fig. 492; PM IV, p. 445) ed interpretato<br />
correttamente come elemento vegetale solo in seguito (Onassoglou 1985, pp. 48-56).<br />
45 L’associazione della farfalla con altri animali si ritrova anche osservando globalmente le raffigurazioni sui due sigilli a più<br />
facce che recano l’insetto, entrambi prismi triangolari: in CMS V, n. 677 (n. 13) alle due figure di lepidottero se ne affianca una<br />
di cane, mentre in CMS IX, n. 162 (n. 20) compaiono anche un gruppo di tre oche ed un grifone.<br />
46 Krzyszkowska 2003, pp. 201, nota 24, e 205, n. 2.<br />
47 Nel caso del n. 9, l’identificazione del secondo insetto come libellula non è del tutto sicura, ma resta altamente probabile<br />
(cfr. Betts 1984, pp. 192-193).<br />
48 Cfr. Krzyszkowska 2005, pp. 17 e, in particolare, 337.<br />
49 Per la discussione v. infra.<br />
50 Questa associazione si riscontra nella tomba a camera 102 di Micene, nella tholos 3 di Peristerià, ed in quella di Kapakli-<br />
Volos (nn. 32-35).<br />
51 È ancora oggi valida la celebre frase di Nilsson per cui tali scene costituiscono per noi “[…]a picture book without text […]”<br />
(Nilsson 1927, p. 7).<br />
52 La letteratura corrente è concorde nell’attribuire uno specifico significato alle <strong>farfalle</strong> presenti nelle scene (v. discussione infra),<br />
ma cfr. Nilsson 1950, p. 47 che, a proposito dell‘ ‘anello di Nestore’, vedeva gli insetti come parte di una scena secolare,<br />
all’interno della quale essi avrebbero molestato gli invitati ad un party.<br />
53 Sulla questione della cronologia dei documenti in argilla della fine del neopalaziale, a Haghia Triada e Kato Zakros, cfr.<br />
Krzyszkowska 2005, pp. 168-173, 178-185, 191 nota 103.
34<br />
dato nelle generazioni 54 . L’altro anello su cui sono<br />
raffigurate <strong>farfalle</strong> (n. 24) proverrebbe invece dalla<br />
Grecia continentale, e precisamente da Kakovatos<br />
(Messenia): si tratta del celebre ‘anello di Nestore’<br />
della cui autenticità, a causa delle poco chiare circostanze<br />
del rinvenimento e della ‘stranezza’ delle<br />
raffigurazioni, si è a lungo dubitato e si dubita tuttora<br />
55 . Proprio per la mancanza di argomenti dirimenti<br />
in proposito, si preferisce in questo contesto<br />
tralasciare la discussione del pezzo, tenendolo comunque<br />
presente come elemento di confronto.<br />
La scena rappresentata sull’anello di Archanes<br />
(n. 23) mostra tre figure (due maschili ed una<br />
femminile), ciascuna occupata a svolgere un’azione.<br />
Degli uomini, uno è intento a praticare un rituale<br />
betilico 56 , mentre l’altro stringe il ramo di un<br />
albero, in un scena di tree-cult 57 o, forse, di treeshaking<br />
ritual che sarebbe terminato con lo sradicamento<br />
dell’albero 58 . Per quanto riguarda la figura<br />
femminile in posizione centrale, che indossa un<br />
ricco abito minoico e sembra muoversi in modo ritmato,<br />
la critica è divisa, secondo un problema ricorrente<br />
nell’esegesi delle scene di culto 59 , tra chi<br />
vi vede una divinità 60 e chi, invece, una donna di<br />
status elevato, probabilmente sacerdotale 61 . All’in-<br />
GIORGIA BALDACCI [RdA 31<br />
terpretazione della figura femminile si lega strettamente<br />
quella degli elementi fluttuanti che vi compaiono<br />
accanto, tra i quali due insetti alati 62 , uno in<br />
posizione frontale, l’altro di profilo. Se il primo, con<br />
ali doppie ed arrotondate nella ‘tradizionale’ iconografia<br />
che si è incontrata anche nei sigilli, è stato<br />
riconosciuto univocamente come farfalla, per il secondo,<br />
che mostra un addome più affusolato ed ali<br />
allungate, non è chiaro se si tratti di una libellula<br />
piuttosto che di un’altra farfalla 63 . Va notato, dunque,<br />
che la presenza di due (e non solo uno) insetti<br />
volanti ritorna non solo nel n. 23, ma pure nel<br />
n. 21, e per altro anche sull‘ ‘anello di Nestore’ (n.<br />
24) 64 . Il dato che la farfalla sia probabilmente associata<br />
ad una libellula, inoltre, non rappresenta cosa<br />
insolita, se si pensa che tale coppia, come si è visto,<br />
ricorre anche in alcuni sigilli cretesi 65 . Il possibile<br />
riscontro di una situazione di ‘interscambiabilità’<br />
di libellula e farfalla tra il n. 23 e il n. 21, può<br />
dunque far pensare che i due insetti fossero connessi<br />
ad una stessa sfera semantico-simbolica e che<br />
venisse loro attribuito un valore simile 66 .<br />
Tra gli altri oggetti fluttuanti presenti nella scena<br />
dell’anello di Archanes (n. 23) vari studiosi hanno<br />
anche identificato, sebbene in elementi differenti,<br />
54 Sakellarakis-Sapouna Sakellaraki 1997, p. 660.<br />
55 Se Evans (1925) ritenne che l’anello costituisse un “glimpse into the Minoan after-world”, già un paio d’anni dopo emersero i<br />
primi dubbi sul manufatto (cfr. Nilsson 1950, ristampa del volume del 1927, pp. 49-50). Una recente riabilitazione dell’anello,<br />
anche sulla base dell’osservazione di alcuni dettagli tecnici, è proposta da Pini 1998, cui si rimanda per la storia degli<br />
studi e la discussione della bibliografia. Per un veloce quadro sull’attuale status quaestionis, cfr. anche Krzyszkowska 2005,<br />
pp. 334-336.<br />
56 Così Warren 1990, pp. 195-196; Kyriakidis 2000-2001; Gallo 2005, pp. 48-49; Marinatos 1990, pp. 81, 88 ritiene che l’oggetto<br />
possa essere un pithos, ed anche Sakellarakis-Sapouna Sakellaraki 1997, p. 658 non escludono che possa trattarsi di una<br />
grande giara (con funzione funeraria).<br />
57 Cfr. Sakellarakis-Sapouna Sakellaraki, pp. 656-657.<br />
58 Marinatos 1990, pp. 85-87.<br />
59 La situazione è resa complicata dal fatto che le divinità sono rappresentate in forma umana, con abiti e gestualità non distinguibili<br />
da quella degli adoranti. Sulla problematica, cfr. Niemeier 1989, in particolare pp. 164-166 e Wedde 1995.<br />
60 Niemeier 1989 pp. 176-177; Niemeier 1990, pp. 168-169; Sakellarakis-Sapouna Sakellaraki 1997, p. 656; Gallo 2005, pp.<br />
52-53.<br />
61 Marinatos 1990, pp. 90-91; Marinatos 1993, p. 185. Cfr. anche Wedde 1992, pp. 188-189.<br />
62 Oltre ai due insetti, sono presenti altri tre oggetti fluttuanti, diversamente identificati, per cui cfr. Marinatos 1990, p. 81,<br />
Warren 1990, p. 196, Sakellarakis-Sapouna Sakellaraki 1997, p. 658. L’elemento superiore è interpretato come occhio divino<br />
(Sakellarakis-Sapouna Sakellaraki), o come crisalide (Marinatos). Il secondo motivo è una colonna stilizzata. Al margine è<br />
visibile un elemento che potrebbe rappresentare una crisalide (Sakellarakis-Sapouna Sakellaraki), un ramo (Marinatos), oppure,<br />
conciliando le due letture, un ramo cui si attacca una piccola crisalide (Warren).<br />
63 Farfalla: Sakellarakis-Sapouna Sakellaraki 1997, p. 658; libellula: Marinatos 1990, p. 84.<br />
64 Del resto, la presenza dei due insetti nell‘ ‘anello di Nestore’, che comparve nella scena degli studi egei prima degli altri<br />
due esemplari con gli stessi motivi, è stata presa da alcuni studiosi come una prova d’autenticità del manufatto (Sakellarakis<br />
1973, p. 317; Pini 1998, pp. 4-5).<br />
65 Cfr. supra, nn. 8-9, 12-13 a. Va ad ogni modo sottolineato che le libellule vengono raffigurate anche in modo autonomo: cfr.,<br />
ad esempio gli insetti come pendenti della collana al collo della dea su trono, nella pittura del muro nord della stanza 3a della<br />
Xeste 3 ad Akrotiri (Marinatos 1974, tav. 112).<br />
66 Cfr. Marinatos 1990, p. 84: “[…]it is more likely that these insects had a significance as a pair”.
2007] FARFALLE NELL’EGEO<br />
35<br />
la presenza di crisalidi 67 , che peraltro si ritrovano,<br />
sempre associate agli esemplari nello stadio adulto,<br />
anche nell‘ ‘anello di Nestore’ 68 (n. 24): la contemporanea<br />
apparizione dell’insetto nei due differenti<br />
stadi della metamorfosi, su un piano simbolico,<br />
fornisce all’immagine una forza evocativa maggiore,<br />
in quanto contrappone le due tappe successive<br />
della trasformazione 69 , ciascuna delle quali va<br />
a marcare una forma di rinnovamento e, in qualche<br />
modo, di rinascita 70 .<br />
Dal momento che non esistono elementi dirimenti<br />
(abiti, gestualità) per definire la figura femminile<br />
come dea piuttosto che sacerdotessa 71 , è<br />
difficile dire se gli insetti possano rivestire una valenza<br />
epifanica 72 o piuttosto essere attributi caratterizzanti<br />
la divinità 73 ma, in ogni caso, indipendentemente<br />
dal fatto che essa sia presente o meno<br />
nella scena, sembra chiaro che essi debbano connet-<br />
tersi alla sua essenza. È riconosciuto che la ‘dea cretese’<br />
riunisca in sé i diversi aspetti della natura, della<br />
nascita e della morte 74 : in questo senso, dunque,<br />
è probabile che la presenza delle <strong>farfalle</strong> (o della libellula<br />
e della farfalla), la cui valenza di trasformazione<br />
è ulteriormente sottolineata dalla crisalide 75 ,<br />
si ricolleghi alla capacità di rigenerazione della dea,<br />
diventandone in qualche modo il simbolo.<br />
Nelle scene rappresentate sulle sigillature nn.<br />
21-22 si ritrovano alcuni degli elementi presenti anche<br />
sull’anello di Archanes (n. 23). In entrambi i casi,<br />
una donna è inginocchiata, nella medesima posizione,<br />
presso un oggetto ovale, intenta a praticare<br />
un culto betilico 76 . Nella scena delle cretule da<br />
Haghia Triada (n. 21) è rivolta verso due <strong>farfalle</strong> in<br />
volo, in posizione antitetica (come nell‘ ‘anello di Nestore’<br />
77 ), mentre in quella della rondella di Zakros<br />
(n. 22), verso una singola, di grandi dimensioni 78 . A<br />
67 V. supra, nota 62.<br />
68 Evans 1925, p. 53; PM III, p. 149. Per quanto riguarda l’associazione di raffigurazioni di <strong>farfalle</strong> adulte e crisalidi, posiamo<br />
ricordare, nel caso della tomba III del Circolo A di Micene, la compresenza tra placchette raffiguranti l’insetto (nn. 26-30) e<br />
quelli che potrebbero essere interpretati come pendenti a forma di crisalide (Karo 1930-1933, n. 78, per cui cfr. infra). V. Evans<br />
1925, p. 55 e PM III, p. 151.<br />
69 Cfr. Marinatos 1990, p. 84.<br />
70 In alcuni anelli d’oro (da Sellopoulo; da Isopata = CMS II.3, n. 51; da Vapheio = CMS I, n. 219; dell’Ashmolean Museum;<br />
del museo di Berlino = CMS XI, n. 29), tutti raffiguranti scene cultuali, è stata individuata, sebbene in modo non univoco, una<br />
presenza di crisalidi (hanno forma di ‘gocce’, che talvolta recano delle piccole protuberanze), per cui cfr., oltre ai commenti in<br />
CMS per i pezzi pubblicati nel corpus: Marinatos 1990, pp. 80-81, 84; Warren 1990, pp. 193-197; Panagiotakopoulou 2000b,<br />
pp. 87-90. L’interpretazione, ad ogni modo, resta ardua a causa delle ridotte dimensioni e della forma degli elementi, che può<br />
essere variamente intesa. Se la presenza delle crisalidi è incerta, va sottolineato il ricorrere di alcuni elementi, come betili o<br />
pithoi ed alberi; solo nel caso della rappresentazione sull’anello da Isopata gli insetti non sono abbinati a nessuno di questi<br />
motivi. Nella recente lettura di Panagiotakopoulou 2000b, pp. 87-90, scaturita dal rinvenimento del calco di un bozzolo di<br />
falena ad Akrotiri, tutte le scene in cui comparirebbero crisalidi (abbinate o meno a <strong>farfalle</strong> adulte) in associazione ad alberi<br />
sono interpretate come un ‘adattamento religioso’ di alcune operazioni correlate all’utilizzo della seta selvatica (cfr. anche<br />
infra, a proposito della bilancia proveniente dalla tomba III del Circolo A di Micene, n. 30, e dell’affresco da Akrotiri, n. 43).<br />
Secondo la studiosa la finalità dello ‘scuotimento’ dell’albero sarebbe quella di farne cadere i bozzoli dei bachi da seta. Tale<br />
teoria, sebbene intrigante, lascia aperte una serie di questioni, ad esempio il fatto che i supposti bozzoli non compaiano quasi<br />
mai sotto l’albero o nelle immediate vicinanze o che, in alcune scene, pur essendo presenti elementi identificabili come bozzoli,<br />
gli alberi siano completamente assenti.<br />
71 Cfr. supra, nota 59 e, sull’impossibilità di definire il ruolo della donna sulla base delle azioni compiute dai due uomini nella<br />
scena dell’anello di Archanes (n. 23), Wedde 1995, p. 501.<br />
72 Così Wedde 1992, pp. 188-189, che vede la funzione epifanica degli insetti come compatibile con le azioni rituali che si svol-<br />
gono ai lati della scena.<br />
73 Così Niemeier 1989, p. 177; Niemeier 1990, p. 168.<br />
74 L’idea già evansiana di una dea della natura (cfr. PM II, p. 277 e passim) non è mai stata messa seriamente in dubbio, anche<br />
se resta a tutt’oggi aperto il dibattito tra chi pensa ad una singola dea con più manifestazioni e chi, invece, vede la religione<br />
minoica come religione politeista. Per un recente quadro sulle problematiche relative alla dea (o alle dee) dell’Egeo cfr. i diversi<br />
contributi in Laffineur-Hägg 2001.<br />
75 Cfr. Marinatos 1990, p. 84.<br />
76 Levi 1925-1926, pp. 143-144 (per il n. 21); Platon 1971, p. 159 (per il n. 22); Warren 1990, pp. 195-196; Kyriakidis 2000-<br />
2001; Gallo 2005, pp. 48-49.<br />
77 Cfr. Pini 1998, p. 5. Per la composizione di due <strong>farfalle</strong> in posizione antitetica cfr. anche i nn. 35, 40 e 43.<br />
78 Alcuni non escludono che l’insetto raffigurato nel n. 22 possa essere una libellula (commento in CMS II.7, n. 6; Marinatos<br />
1990, pp. 80, 84) ma la forma delle ali, doppie come nella maggior parte delle rappresentazioni di lepidotteri nei sigilli cretesi,<br />
non particolarmente allungata, fa propendere per l’idea che si tratti di una farfalla.
36<br />
specificare ulteriormente la dimensione sacra della<br />
scena c’è, nel n. 21, un nodo votivo 79 , col caratteristico<br />
occhiello. La funzione ed il significato degli<br />
insetti sembrano essere del tutto coerenti con<br />
la scena dell’anello di Archanes (n. 23): nel rituale<br />
betilico, che prevede una richiesta di epifania della<br />
divinità 80 , la presenza della farfalla (o delle <strong>farfalle</strong>)<br />
allude simbolicamente alle qualità ed all’ambito<br />
di azione della stessa 81 .<br />
3. Placchette in foglia d’oro<br />
Le placchette in foglia d’oro costituiscono parte<br />
del corredo di accompagnamento del defunto e<br />
sono quasi sempre dotate di fori che ne consentono<br />
un’applicazione su altro materiale, verosimilmente<br />
tessuto, o a guisa di pendenti di collana. Una ‘variante<br />
funzionale’ delle placchette è costituita da<br />
quegli esemplari rotondi che, non differenziandosi<br />
da alcuni degli altri nella forma, vennero utilizzati<br />
come piccoli piatti di modellini di bilancia, all’interno<br />
del corredo della tomba III del Circolo A di<br />
Micene 82 .<br />
Placchette raffiguranti una o più <strong>farfalle</strong> sono<br />
state rinvenute in otto contesti tombali, di cui sette<br />
nella Grecia continentale e uno a Creta 83 . Gli esemplari<br />
cretesi (n. 25) fanno parte del corredo di una<br />
delle tombe a camera di Kalyvia, presso Festòs, databile<br />
al TM IIIA1-A2 iniziale 84 . I manufatti continentali<br />
provengono da differenti tipi di tombe<br />
(tholoi, a fossa, a camera), in un ambito ampio dal<br />
punto di vista cronologico (dal TE I al TE IIIA) e<br />
geografico (Tessaglia, Attica, Argolide, Messenia).<br />
GIORGIA BALDACCI [RdA 31<br />
Le raffigurazioni, se prese complessivamente,<br />
mostrano alcune caratteristiche iconografiche che<br />
le differenziano dalla maggior parte di quelle dei<br />
sigilli: in particolare il fatto che le ali siano sempre<br />
singole su ogni lato e presentino, con l’eccezione<br />
degli esemplari da Kapakli-Volos (nn. 33-34), il<br />
margine merlato. Individuate queste caratteristiche<br />
distintive, oltre alla costante presenza di anelli orizzontali<br />
a definire l’addome e, quando presente, il<br />
torace 85 , le raffigurazioni possono essere suddivise<br />
in quattro diversi gruppi:<br />
‒ (A) la farfalla ha le ali spiegate bilaterali, con decorazione<br />
circolare centrale (come quella presente<br />
nelle raffigurazioni della glittica) e lunghe antenne<br />
schiacciate verso le ali (nn. 26 e 31). Le<br />
placchette provengono da due contesti differenti<br />
(tomba III del Circolo A di Micene e tholos IV di<br />
Thorikos), entrambi databili entro la fine del TE<br />
I 86 , e le raffigurazioni risultano identiche, come<br />
del resto le dimensioni dei manufatti stessi 87 ;<br />
‒ (B) la farfalla ha le ali spiegate bilaterali, suddivise<br />
in partizioni orizzontali e piccoli elementi circolari<br />
ai margini, con grosso addome fusiforme<br />
decorato ed antenne arricciate nella parte terminale<br />
(nn. 27-30). Le placchette che recano questo<br />
tipo di raffigurazione, identica in tre casi (nn.<br />
28-30) e differente per alcuni minuti dettagli nel<br />
n. 27 88 , vengono dalla tomba III del Circolo A<br />
di Micene (TE I). Assimilabili a questo gruppo,<br />
per le nervature orizzontali sulle ali e l’addome<br />
assai allungato 89 sono anche gli esemplari della<br />
tholos IV di Pylos (n. 37), che ha una frequentazione<br />
dal TE I al TE IIIA 90 ;<br />
79 Cfr. PM I, pp. 430-435.<br />
80 Warren 1990, p. 200; Gallo 2005, pp. 52-53.<br />
81 Sul ruolo delle <strong>farfalle</strong> all’interno del rituale epifanico, riguardo la scena n. 21, cfr. Wedde 1992, p. 189 (divinità sotto forma<br />
di <strong>farfalle</strong>) e Niemeier 1989, p. 177 (<strong>farfalle</strong> come segnale dell’imminente arrivo della dea); riguardo i nn. 21-22, Warren<br />
1990, pp. 196, 200 (<strong>farfalle</strong> come indicazione dell’arrivo e della presenza della divinità).<br />
82 Le bilance provenienti dalla tomba sono tre (Karo 1930-1933, nn. 71.90, 81, 82), di cui una reca <strong>farfalle</strong> come decorazione<br />
sui piatti (n. 30).<br />
83 Vengono escluse dalla trattazione, pur essendo definite <strong>farfalle</strong> nella pubblicazione, le placchette della tomba a camera 15<br />
di Micene (Xenaki-Sakellariou 1985, pp. 77, n. X 2301 5-6, 310, nn. 131-132, tav. 12), dal momento che le raffigurazioni appaiono<br />
così schematiche da non poterne definire con sicurezza il soggetto.<br />
84 Cucuzza 2002, p. 135.<br />
85 Si riscontra l’assenza di questi elementi solo negli esemplari maggiormente stilizzati, nn. 25 e 34. Gli anelli vengono resi<br />
anche in alcuni dei sigilli (nn. 4-6, 8, 11-14, 16, 19).<br />
86 Mussche-Bingen-Servais-Spitaels 1984, p. 60.<br />
87 Mussche-Bingen-Servais-Spitaels 1984, p. 47.<br />
88 Cfr. Karo 1930-1933, p. 44.<br />
89 Gli addomi sono stati rinvenuti staccati e ricondotti ipoteticamente alle placchette dagli scavatori. Cfr. Blegen-Rawson-Tay-<br />
lour-Donovan 1973, pp. 111, 117-118.<br />
90 Cfr. Blegen-Rawson-Taylour-Donovan 1973, pp. 95-110.
2007] FARFALLE NELL’EGEO<br />
37<br />
‒ (C) la farfalla si presenta di profilo, con ali che<br />
recano la consueta decorazione circolare al centro,<br />
capo prominente ed addome ricurvo 91<br />
(nn. 32-33, 35-36). Tre raffigurazioni si trovano<br />
su placchette provenienti da contesti datati<br />
al TE II 92 ed uno probabilmente da collocarsi<br />
all’inizio del TE III 93 . Le raffigurazioni delle<br />
placchette dalla tholos di Kapakli-Volos (n. 33)<br />
si distinguono per le ali a margine arrotondato,<br />
terminanti a punta, con un’appendice circolare<br />
94 ; le placchette dalla tholos 3 di Peristerià<br />
(n. 35) si caratterizzano per lo schema, costituito<br />
da due <strong>farfalle</strong> in posizione antitetica, con antenne<br />
prominenti e arricciate e l’assenza di partizioni<br />
orizzontali a definire le ali; infine, il n.<br />
36 dalla tholos ‘di Clitemnestra’ a Micene, pur<br />
avendo in comune con le altre raffigurazioni<br />
di questo gruppo i principali tratti iconografici,<br />
se ne distanzia per una maggiore stilizzazione;<br />
‒ (D) le <strong>farfalle</strong> raffigurate sulle placchette dalla<br />
necropoli di Kalyvia (n. 25), presso Festòs (TM<br />
IIIA1-A2 iniziale 95 ), e quelle sulle placchette dalla<br />
tholos di Kapakli-Volos (TE II, n. 34) si caratterizzano<br />
per una forte stilizzazione. Sono resi<br />
in modo molto schematico l’addome, le ali (prive<br />
di elementi interni, con piccole merlature al<br />
margine) e le antenne, mentre manca completamente<br />
il capo.<br />
Se, dunque, le placchette con farfalla conoscono<br />
una diffusione piuttosto ampia nel mondo miceneo,<br />
il loro utilizzo come piatti di bilancia (n. 30)<br />
resta un unicum della tomba III del Circolo A di Micene,<br />
che rappresenta non solo il contesto più antico<br />
per la presenza di questo genere di manufatti<br />
(TE I), ma anche quello più ricco di tali monili.<br />
Da qui, infatti, provengono sia placchette sagomate<br />
(del gruppo A e del gruppo B sopra individuati),<br />
sia placchette rotonde (del gruppo B), che in due<br />
casi costituiscono appunto parte di una bilancia miniaturistica.<br />
Fu proprio questo manufatto, trovato<br />
insieme ad altri due esemplari (non decorati con<br />
<strong>farfalle</strong> 96 ), ad aprire fin dal suo rinvenimento un<br />
ampio dibattito, non ancora sopito, sulla funzione<br />
delle bilance in contesti funerari 97 . Secondo Schliemann<br />
98 infatti, l’oggetto del Circolo A avrebbe fatto<br />
allusione alla pesatura delle anime, nota per il<br />
mondo egiziano 99 . Sulla stessa linea si pose in seguito<br />
anche Evans 100 il quale, considerata la presenza<br />
della farfalla (psyche in greco) che avrebbe simboleggiato<br />
l’anima, vi individuò un riferimento alla<br />
psicostasia (ovvero ‘pesatura delle anime’), basandosi<br />
non solo sul confronto con l’Egitto, ma anche<br />
con i testi omerici 101 . Se alcuni studiosi accettarono,<br />
almeno relativamente all’esemplare del Circolo<br />
A, l’interpretazione evansiana 102 , in un’ottica diametralmente<br />
opposta si pose Nilsson, che vedeva<br />
nell’oggetto in oro il semplice modello di un uten-<br />
91 Il capo prominente e, talvolta, la morfologia dell’addome hanno fatto pensare (Bosanquet 1904, p. 323, riguardo alle placchette<br />
da Micene, n. 32; Tzavella 1968 e Tzavella Evjen 1970, p. 61, n. 359, riguardo alle placchette da Peristerià, n. 35) che<br />
le creature rappresentate fossero esseri ibridi, anche se, di fatto, le immagini non sembrano richiedere necessariamente questo<br />
tipo di interpretazione.<br />
92 N. 32, v. Xenaki Sakellariou 1985, pp. 353, nota 20, e 354; n. 33, v. Pelon 1976, p. 244; la cronologia della tholos 3 di Peristerià,<br />
da cui proviene il n. 35, non è del tutto chiara e la datazione al TE II proposta da Marinatos è stata messa in dubbio<br />
da Pelon 1976, p. 211, che propende invece per il TE I.<br />
93 N. 36, da una fossa nel dromos della tholos ‘di Clitemnestra’ (Micene) con materiale ben databile ed interrato secondariamente<br />
per creare nuovo spazio all’interno della tomba (Wace 1921-1923, pp. 368-369).<br />
94 Cfr. le altre placchette a farfalla, dalla stessa tomba (n. 34), che pur molto differenti nella resa, mostrano la stessa caratteristica.<br />
Questa si ritrova anche in alcuni sigilli (nn. 6-7, 9-11, 13-14, 16), nonché in alcuni degli insetti raffigurati nel Miniature<br />
Frieze di Akrotiri (n. 43).<br />
95 Cucuzza 2002, p. 135.<br />
96 Karo 1930-1933, nn. 70.91, 81.<br />
97 Per un recente quadro sulla questione, cfr. Bergonzi 1996 e Alberti 2003; per un riassunto dei maggiori rinvenimenti in<br />
area micenea, con una panoramica delle principali letture, cfr. anche Gallou 2005, pp. 41-42.<br />
98 Schliemann 1880, p. 198.<br />
99 In alcune tombe egiziane sono raffigurati Toth ed Anubi nell’atto di pesare il cuore del defunto su un piatto. Sul giudizio<br />
dei morti nel mondo egiziano, cfr. Taylor 2001, pp. 35-39.<br />
100 Evans 1925, pp. 59-61; PM III, pp. 151-152.<br />
101 In Iliade, XXII, vv. 209-213, Zeus pesa la Chera di Achille in confronto a quella di Ettore su una bilancia d’oro.<br />
102 Cfr. Persson 1943, p. 73; Immerwahr 1971, p. 106, nota 68 (che parla di significato simbolico senza però fare specifico riferimento<br />
alla psicostasia); Gallou 2005, p. 42.
38<br />
sile usato nella vita quotidiana, senza un particolare<br />
significato funerario 103 . Si è anche pensato ad<br />
un utilizzo effettivo della bilancia 104 e, in questo<br />
senso, va menzionata la recente teoria di Panagiotakopoulou<br />
105 . La studiosa ha pensato ad un legame<br />
specifico tra l’oggetto e la raffigurazione dell’insetto<br />
per cui, all’interno di un’ottica ‘produttiva’, si<br />
è ipotizzato che la bilancia venisse usata per pesare<br />
il prezioso filo prodotto dai bruchi delle falene<br />
rappresentate 106 . Ad ogni modo, le dimensioni e la<br />
tipologia delle bilance del Circolo A, se confrontate<br />
con quelle degli altri esemplari noti, sembrano<br />
escluderne una qualsiasi funzionalità 107 .<br />
Nella difficoltà ad interpretare le possibili implicazioni<br />
e significati di questi oggetti, un dato di una<br />
qualche importanza viene, relativamente al modellino<br />
con <strong>farfalle</strong>, dalle altre due bilance che si trovano<br />
nello stesso contesto 108 . Queste sono del tutto<br />
uguali, nella tipologia, alla prima, ma sui ‘piatti’ è<br />
raffigurato un elemento vegetale (un fiore stilizzato)<br />
in un caso 109 , mentre nell’altro non recano nessuna<br />
decorazione 110 . Emerge quindi come non esista<br />
un legame forte, né tanto meno necessario, tra<br />
la rappresentazione della farfalla e l’oggetto in sé<br />
e, dal momento che i piatti della bilancia sono del<br />
tutto identici ad altre placchette rotonde 111 , si può<br />
ipotizzare che il valore dell’insetto non fosse strettamente<br />
dipendente dal fatto di essere raffigurato<br />
sui piatti del modellino. In questo senso, sembrano<br />
da ridimensionare le teorie (tanto quella evansiana<br />
della psicostasia che quella ‘produttiva’ di Pana-<br />
GIORGIA BALDACCI [RdA 31<br />
giotakopoulou) che implicano un qualche specifico<br />
rapporto tra la farfalla e la bilancia in sé.<br />
Se dunque le connotazioni rituali o religiose<br />
dell’esemplare del Circolo A, come del resto di tutte<br />
le altre bilance da contesto tombale, sembrano essere<br />
sfuggenti 112 e comunque non legate in modo diretto<br />
alla rappresentazione della farfalla, non si può<br />
escludere per l’insetto una qualche valenza simbolica.<br />
La ricorrenza nelle tombe micenee, a partire<br />
dalle prime fasi di questa civiltà, di placchette raffiguranti<br />
<strong>farfalle</strong>, invita infatti a vedere nell’insetto,<br />
quantomeno in questi contesti, una precipua connotazione<br />
funeraria che verosimilmente, come già<br />
sottolineato da Laffineur, è da connettersi alle caratteristiche<br />
del suo ciclo vitale 113 . L’interesse verso<br />
quest’ultimo e verso l’idea di rigenerazione ad<br />
esso legata potrebbe del resto venire confermato<br />
anche dall’associazione delle placchette con farfalla<br />
con dei pendenti a forma di crisalide 114 , nella tomba<br />
III del circolo A di Micene 115 e, in almeno quattro<br />
casi, con analoghe placchette raffiguranti nautili<br />
o altri molluschi 116 . La giustapposizione di nautilo<br />
e farfalla, come si è già detto, è conosciuta in ambito<br />
non funerario anche nella glittica 117 e può essere<br />
favorita dal fatto che, come le <strong>farfalle</strong>, anche<br />
i molluschi, in virtù delle loro caratteristiche vitali,<br />
sul piano simbolico possono venire connessi ad<br />
un’idea di rigenerazione 118 .<br />
La connotazione specificamente funeraria delle<br />
placchette con farfalla si lega dunque al ciclo vitale<br />
dell’insetto, il cui valore simbolico sembra, in<br />
103 Nilsson 1950, pp. 46-47.<br />
104 Cfr. Svoronos in Nilsson 1950, p. 47, secondo il quale la bilancia serviva per pesare l’oro, da intendere come forma di<br />
moneta.<br />
105 Panagiotakopoulou 2000a; Panagiotakopoulou 2000b, pp. 86-94.<br />
106 Panagiotakopoulou 2000b, p. 89.<br />
107 Bergonzi 1996, p. 1541.<br />
108 Karo 1930-1933, nn. 70.91, 81.<br />
109 Karo 1930-1933, n. 81. Il disegno presente sui piatti è lo identico a quello che si trova sulle placchette n. 20.<br />
110 Karo 1930-1933, n. 70.91.<br />
111 Le placchette-piatti di bilancia n. 30 sono esattamente corrispondenti, come dimensioni e decorazione al n. 27.<br />
112 Cfr. Alberti 2003, p. 283 che però, sottolineando l’associazione delle bilance con beni di prestigio e di depositi metallici, ne<br />
ipotizza un possibile simbolismo in quanto strumenti di controllo amministrativo.<br />
113 Laffineur 1985, pp. 252-254.<br />
114 Cfr. Evans 1925, p. 55; PM III, p. 151; Laffineur 1985, pp. 254-255.<br />
115 Karo 1930-1933, n. 78. Ad ogni modo, non è sicuro che nel manufatto in questione siano effettivamente rappresentate delle<br />
crisalidi: Cook 1940, p. 252 le considera piuttosto cicale (a tal proposito, cfr. anche Laffineur 1985, pp. 254-255).<br />
116 Farfalle e nautili: dalla tomba a camera 102 di Micene (n. 32 e cfr. Bosanquet 1904, p. 324, n. 4906, fig. 1a); dalla tholos di<br />
Kapakli-Volos (nn. 33-34 e cfr. Kourouniotis 1906, c. 229, fig. 3). Farfalle e tritoni: dalla tholos 3 di Peristerià (n. 35 e cfr. Marinatos<br />
1967, p. 12, fig. 16). Farfalle e polpi: dalla tomba III del circolo A di Micene (nn. 26-30 e cfr. Karo 1930-1933, nn. 18,<br />
30-31, 39-40).<br />
117 Cfr. nn. 10-11.<br />
118 Sul simbolismo dei molluschi cfr. Laffineur 1985, pp. 257-9; Laffineur 1991, pp. 231-232; Marinatos 1993, pp. 194-196.
2007] FARFALLE NELL’EGEO<br />
39<br />
questi casi, indirizzato al mondo degli umani e più<br />
precisamente dei defunti, verso il quale sono dirette<br />
le qualità ‘positive’ dell’animale 119 . In mancanza<br />
di altri dati, ad ogni modo, difficilmente l’idea di<br />
rigenerazione espressa dall’insetto può essere specificata<br />
in modo ulteriore, e nemmeno può fornire<br />
indicazioni utili nella ricostruzione di concetti filosofici<br />
o dogmatici legati all’idea dell’aldilà 120 .<br />
Le placchette provenienti da Kalyvia (n. 25) rappresentano<br />
l’unica testimonianza di questo genere<br />
di manufatto (e con caratteristiche iconografiche,<br />
come si è visto, a sé stanti) a Creta, all’interno di<br />
un contesto (di TM IIIA1-A2 iniziale) che, come ha<br />
sottolineato una recente indagine, al di là dei complessi<br />
problemi di etnicità, risente senza dubbio di<br />
forti influenze continentali 121 . Pertanto, il rinvenimento<br />
festio sembrerebbe testimoniare il passaggio<br />
dall’area continentale a Creta della specifica valenza<br />
funeraria assunta dall’immagine della farfalla<br />
nella Grecia continentale.<br />
4. Oggetti in bronzo<br />
In tre casi è stato possibile individuare raffigurazioni<br />
di farfalla su oggetti in bronzo: una doppia<br />
ascia (n. 38), una punta di lancia (n. 39) ed una<br />
lama di spada (n. 40).<br />
La doppia ascia proviene dal Palazzo di Festòs.<br />
Il manufatto è stato trovato in associazione con altre<br />
otto doppie asce, prive di decorazione e senza<br />
segni d’uso, nel vano 63d del Palazzo 122 : si tratta<br />
di un ‘bacino lustrale’, il cui corredo, uno dei pochi<br />
conservatisi a Festòs relativamente alla fine del<br />
periodo neopalaziale (TM IB) 123 , connota l’ambiente<br />
in senso chiaramente cerimoniale 124 . La raffigurazione<br />
di farfalla, presente identica su entrambi i<br />
lati dell’ascia e probabilmente realizzata a cera perduta<br />
125 , risulta molto simile a quelle delle placchette<br />
funerarie della Grecia continentale ed in particolare<br />
ai nn. 26 e 31 126 : l’insetto ha le ali spiegate e<br />
bilaterali, singole e merlate, con decorazione circolare,<br />
resa degli occhi ed anelli sull’addome. Come<br />
è noto, la doppia ascia, oltre che essere un oggetto<br />
utilitario, rappresenta uno dei simboli più caratteristici<br />
della religione minoica, sebbene il suo significato<br />
e la sua origine restino discussi 127 . La bipenne<br />
in questione è massiccia e quindi, tipologicamente,<br />
ben distinta dagli esemplari votivi realizzati in<br />
lamina metallica 128 . Tuttavia, la considerazione del<br />
contesto di rinvenimento, unitamente alla presenza<br />
della decorazione, invita a riflettere sulla possibile<br />
funzione rituale del manufatto.<br />
All’interno del corpus di doppie asce provenienti<br />
dall’Egeo e soprattutto da Creta 129 la presenza di<br />
raffigurazioni costituisce una rarità ed è riscontrabile,<br />
oltre che sulla bipenne di Festòs, solo su altri<br />
quattro manufatti 130 , tutti quanti provenienti da<br />
Creta, massicci e della stessa tipologia 131 . In almeno<br />
due casi la raffigurazione pare essere particolarmente<br />
pregnante: una doppia ascia probabilmente<br />
proveniente da Voros, nella Messarà, presenta una<br />
119 Cfr. Laffineur 1985, p. 264, in generale sulla ‘iconografia micenea simbolica‘.<br />
120 Cfr. Dietrich 1974, pp. 121-122; Dietrich 1997, pp. 31-32. Le <strong>farfalle</strong> hanno invece giocato un ruolo importante nella ricostruzione<br />
evansiana dell‘ ‘aldilà minoico’ (Evans 1925, pp. 53-64; PM III, pp. 148-152); più di recente, cfr. anche Gallou 2005,<br />
pp. 40-42.<br />
121 Cucuzza 2002, in particolare pp. 147-151.<br />
122 Per l’attribuzione della doppia ascia a questo contesto, cfr. Baldacci c.s.; sul vano 63d e i suoi rinvenimenti, cfr. Pernier-<br />
Banti 1951, pp. 171-178.<br />
123 La Rosa 2002, pp. 87-88.<br />
124 Gesell 1985, p. 23; Graham 1987, p. 107; Hitchcock 2000, p. 112; La Rosa 2002, p. 90. Per una bibliografia completa, cfr.<br />
Baldacci c.s.<br />
125 Mosso 1906, p. 501; Mosso 1910, p. 318.<br />
126 Cfr. Mosso 1907, p. 503; Mosso 1910, p. 319.<br />
127 La lettura più diffusa è quella che vede, almeno a livello di significato originario, un legame tra la doppia ascia ed il sacrificio:<br />
cfr. Nilsson 1950, p. 227; Gesell 1985, p. 62; Marinatos 1986, p. 22; Dietrich 1988, pp. 13-14.<br />
128 Sulla distinzione tra asce da lavoro e cultuali, cfr. Buchholz 1959, p. 10 e anche, in generale, Mavriyannaki 1983.<br />
129 Anche se non aggiornato, il lavoro di riferimento resta Buchholz 1959; cfr. anche Buchholz 1983 e, per le doppie asce massicce<br />
di provenienza cretese, Evely 1993, pp. 41-49.<br />
130 Si tratta di una doppia ascia probabilmente proveniente da Voros, Messarà (Museo di Herakleion, n. 2504); una doppia<br />
ascia da Elenes, nella valle di Amari (Museo di Rethymno, n. 138); una doppia ascia, forse proveniente da Knossos (Museo di<br />
Herakleion, Collezione Giamalakis, n. 371); una doppia ascia rinvenuta a Mouri, presso Mallia (collezione privata di Cook).<br />
131 Hanno tutte angoli grossomodo retti e tagli dritti od appena arrotondati e sono riconducibili alla tipologia I di Buchholz<br />
(Buchholz 1959, pp. 7-9).
40<br />
scena di carattere religioso, ancorché resti dibattuta<br />
l’identificazione dei singoli elementi che la compongono<br />
132 ; la doppia ascia da Elenes, nella valle<br />
di Amari, reca un bucranio inciso su un singolo<br />
lato e, dal momento che la sacralità della doppia<br />
ascia sembra legarsi, almeno in una fase originale,<br />
al suo utilizzo nel sacrificio animale, è verosimile<br />
che la raffigurazione del bucranio si ponga in associazione<br />
simbolica col manufatto in sé 133 . Anche<br />
sulla base di questi confronti e considerato che la<br />
farfalla è un animale che riveste un qualche ruolo<br />
nell’immaginario religioso minoico nel periodo neopalaziale,<br />
come dimostra la sua presenza all’interno<br />
di scene di culto betilico sugli anelli-sigillo (nn.<br />
21-23), la decorazione sembra conferire una particolare<br />
pregnanza ad un oggetto massiccio e, tipologicamente,<br />
di uso comune, come è la bipenne di<br />
Festòs. Se tuttavia la presenza della decorazione,<br />
di per sé, può non essere sufficiente per connotare<br />
l’oggetto in maniera specificamente rituale 134 , la<br />
combinazione del dato iconografico con quello relativo<br />
al contesto pare rafforzare questa ipotesi.<br />
Le due armi con farfalla (nn. 39-40) vengono da<br />
contesti funerari.<br />
Il n. 40 è una lama di spada di tipo A 135 decorata,<br />
facente parte del corredo della tomba iota del<br />
Circolo B di Micene, databile alla fine del ME. Rappresenta,<br />
pertanto, la prima testimonianza sicura di<br />
una raffigurazione di farfalla in ambito egeo. Sulla<br />
spalla dell’arma sono incise non una, ma due <strong>farfalle</strong>,<br />
di profilo, in posizione antitetica, nella stessa<br />
GIORGIA BALDACCI [RdA 31<br />
tipologia di composizione che si ritrova anche in<br />
altri manufatti 136 . L’iconografia degli insetti ricorda<br />
quella dei sigilli cretesi, dal momento che le ali<br />
sono arrotondate, doppie (rispetto a quelle merlate<br />
e singole che caratterizzano le <strong>farfalle</strong> delle placchette<br />
del continente) e decorate con tre dischi, una<br />
variatio sul tema dell’ ‘occhio’ centrale che compare<br />
anche in due sigilli (nn. 8 e 13 a). Sebbene la maggior<br />
parte delle spade provenienti dal Circolo B siano<br />
decorate, quella dalla tomba iota è l’unica a recare<br />
un motivo figurato 137 .<br />
Infine, una farfalla è incisa su di una punta di<br />
lancia (n. 39), rinvenuta in quella che gli scavatori<br />
hanno definito come warrior grave, databile al TM<br />
II-IIIA1 138 presso il New Hospital Site vicino a Knossos.<br />
L’insetto in questione si caratterizza per la peculiarità<br />
delle ali, che hanno una forma vagamente<br />
rettangolare anche se, in generale, la raffigurazione<br />
si avvicina a quella delle placchette della Grecia<br />
continentale (contorno merlato, partizioni orizzontali,<br />
grosso addome decorato). La lancia dalla<br />
tomba del New Hospital Site, appartenente ad una<br />
delle tipologie più comuni 139 , è uno dei rarissimi<br />
esemplari decorati con un motivo figurato: se ne<br />
conoscono infatti solo altri due (uno dei quali da<br />
un’altra warrior grave presso Knossos), per i quali<br />
è stata ipotizzata una funzione di carattere cerimoniale<br />
140 .<br />
Al di là del problema del tipo di uso delle armi<br />
rinvenute in ambito funerario 141 , la presenza del<br />
motivo, che ritorna in due contesti assai differenti,<br />
132 Cfr., da ultima, Anagnostou 2005, con un quadro delle interpretazioni precedenti.<br />
133 Cfr. Mavriyannaki 1978.<br />
134 La possibile valenza cultuale-sacrale della bipenne da Festòs era stata inferita solo sulla base delle presenza delle <strong>farfalle</strong><br />
da Mosso 1906, p. 502; Mosso 1910, pp. 318-319; Evans 1925, p. 57; Cook 1925, 642-643; Deonna 1954, p. 255; Dietrich, 1988,<br />
18-19. Contro una tale valenza, sempre senza considerare il contesto di provenienza, Nilsson 1950, p. 46; Buchholz 1959,<br />
p. 10.<br />
135 Le spade di tipo A, di supposta origine cretese, hanno la spalla arrotondata e la lama più lunga di quelle di tipo B; sulla<br />
suddivisione cfr. Karo 1930-1933, pp. 200-203.<br />
136 Nn. 21 e 24 (anelli-sigillo), 35 (placchette), 43 (affresco).<br />
137 Cfr. Mylonas 1973, pp. 317-319. Solo la spada ∆-277 reca due teste di grifo in posizione antitetica, ma si tratta di elementi<br />
plastici che congiungono il manico del manufatto alla spalla (Mylonas 1973, pp. 85-86).<br />
138 Hood-de Jong 1952, pp. 253-255, 265.<br />
139 Appartiene alla tipologia H della classificazione di Höckmann, che raccoglie punte di forma allungata e slanciate, con imboccatura<br />
profilata (Höckmann 1980, pp. 55-64, 144-146; Avila 1983, pp. 21-24).<br />
140 Tutte e due le punte, della stessa tipologia, presentano il medesimo motivo ripetuto su entrambi i lati. Una punta proviene<br />
da Anemospilia presso Archanes (MM IIB-IIIA), e presenta la raffigurazione di un animale ibrido, i cui tratti principali sono<br />
comunque attribuibili ad un cinghiale (Sakellarakis-Sapouna Sakellaraki 1997, pp. 596-598); l’altra è stata invece rinvenuto<br />
nella warrior grave di Hagios Ioannis, nelle vicinanze di Knossos, coeva a quelle del New Hospital Site, e reca un elemento spiraliforme,<br />
forse un nautilo (Hood-de Jong 1952, pp. 261-262, AJ2; Höckmann 1980, pp. 14-16, 130, A4; cfr. anche Avila 1983,<br />
p. 132, n. 856).<br />
141 Per quanto riguarda la spada dal Circolo B, Mylonas non esclude un uso nella ‘vita reale’ (Mylonas 1966, p. 101); ma cfr.<br />
Gallou 2005, p. 41, che sembra considerare l’oggetto come esclusivamente associato con la morte.
2007] FARFALLE NELL’EGEO<br />
41<br />
non sembra essere meramente decorativa, ma avere<br />
un valore emblematico: la collocazione di simboli<br />
sulle armi costituisce un uso ‘universale’ che mira<br />
a ‘intensificare’ la forza delle stesse ed a proteggere<br />
i loro detentori 142 . Anche in questi casi dunque,<br />
come per le placchette funerarie, il valore simbolico<br />
della farfalla e le sue qualità ‘positive’ sembrano<br />
indirizzate al mondo degli umani.<br />
5. Avorio<br />
Una farfalla miniaturistica in avorio (n. 41) proviene<br />
dal ‘Tesoro’ (vano XXV) del Central Shrine del<br />
Palazzo di Kato Zakros, il cui corredo, databile alla<br />
fine dell’epoca neopalaziale (TM IB) è costituito da<br />
un gruppo di rhyta, di raffinati vasi e suppellettili<br />
per i quali Platon ha ipotizzato un uso di carattere<br />
cerimoniale, oltre che da una serie di ‘simboli<br />
religiosi’, come due grandi doppie asce in lamina<br />
bronzea 143 . La farfalla in avorio, come altri numerosi<br />
frammenti dello stesso materiale, di faïence e<br />
di cristallo, secondo Platon decorava una scatola di<br />
legno andata distrutta 144 . La farfalla raffigurata, di<br />
profilo, si inserisce nella tradizione delle rappresentazioni<br />
dei sigilli cretesi, dal momento che ha le ali<br />
doppie, con decorazione circolare (in questo caso i<br />
dischi sono due). Visto il contesto di rinvenimento,<br />
è possibile legare l’immagine alla sfera della simbologia<br />
del culto, e una tale ipotesi viene rafforzata<br />
dalle coeve occorrenze della raffigurazione a Creta<br />
(scene cultuali sugli anelli-sigillo, nn. 21-23, e doppia<br />
ascia di Festòs, n. 38).<br />
6. Affreschi<br />
Una farfalla su sfondo rosso, molto simile a<br />
quelle raffigurate sui sigilli cretesi (ali doppie, bi-<br />
laterali, con decorazione a disco al centro e terminanti<br />
con appendice), ora dispersa 145 , fu restaurata<br />
ed inserita nel paesaggio della composizione del<br />
celebre rilievo in stucco del ‘Principe dei gigli’ dal<br />
Palazzo di Knossos, nella ricostruzione ad opera di<br />
Gilliéron fils (n. 42), comparsa nel secondo volume<br />
di Palace of Minos 146 . La pittura del ‘Principe dei gigli’,<br />
attribuibile alla fase neopalaziale 147 , resta una<br />
delle più problematiche, dal momento che è stata<br />
messa in dubbio la pertinenza di tutti i frammenti<br />
ad un’unica figura 148 . Ancora più problematico<br />
è lo status dello sfondo, cosa che spiega come mai<br />
sia stato omesso in gran parte delle ricostruzioni,<br />
e quindi della farfalla. Questa non presenta alcuna<br />
giuntura con gli altri elementi della scena e Cameron,<br />
unico ad aver studiato anche i frammenti<br />
dello sfondo, ha sottolineato come l’attribuzione al<br />
‘Principe dei gigli’ sia del tutto incerta 149 . Se quindi<br />
può risultare significativa la presenza dell’insetto<br />
all’interno del complesso delle pitture del palazzo<br />
di Knossos, l’impossibilità di conoscerne il preciso<br />
contesto non consente di trarre ulteriori informazioni<br />
sul possibile significato della farfalla nella<br />
raffigurazione.<br />
Al contrario, ben contestualizzate sono le <strong>farfalle</strong><br />
che compaiono nel Miniature Frieze, il quale doveva<br />
correre su tutti e quattro i lati 150 della Stanza<br />
5 della West House ad Akrotiri, datato al TM IA. Gli<br />
insetti si trovano nella porzione dell’affresco lungo<br />
il lato Sud (n. 43), in cui è raffigurata una flotta costituita<br />
da sette navi che, circondata da delfini che<br />
nuotano, si dirige da una città ad un’altra, in cui<br />
va riconosciuta Akrotiri stessa 151 . Le imbarcazioni,<br />
dipinte su due livelli, sono dotate di una tenda che<br />
protegge i passeggeri e presentano una serie di personaggi<br />
con funzioni diverse tra loro: rematori, un<br />
timoniere, una figura maschile all’interno di una<br />
cabina, che regge una lunga lancia; i passeggeri, in<br />
142 Deonna 1954, p. 254, con bibliografia.<br />
143 Platon 1971, pp. 133-148.<br />
144 Platon 1971, p. 145.<br />
145 Cameron 1974, III, pp. 25, 181.<br />
146 PM II, frontespizio, e cfr. anche fig. 514. Un’altra versione circolante del ‘Principe dei gigli’, includente il paesaggio ed anche<br />
la farfalla, restaurata e posizionata in modo leggermente differente rispetto alla versione di Gilliéron fils, è quella di Gilliéron<br />
père, che è possibile osservare in Niemeier 1987, tav. 8.4.<br />
147 Cfr. Hood 2005, pp. 68-69, con un quadro delle datazioni proposte.<br />
148 Così Coulomb e Niemeier, che hanno separato i frammenti pertinenti alla corona ed al torso, attribuendo quest’ultimo rispettivamente<br />
ad un pugile od a una dea (Coulomb 1979 e 1990; Niemeier 1987 e 1988). Ad ogni modo, di recente la ricostruzione<br />
evansiana è stata riabilitata da Shaw 2004, che ha interpretato la ‘misteriosa’ figura come un atleta incoronato.<br />
149 Cameron 1974, III, pp. 25, 181.<br />
150 Televantou 1990, pp. 313-322.<br />
151 Stucchi 1976, pp. 56-58; Benzi 1977, p. 12; Doumas 1992, p. 49.
42<br />
alcuni casi, possono essere chiaramente identificati<br />
come soldati, vista la presenza di elmi appesi alle<br />
tende. Alcune imbarcazioni hanno lo scafo decorato<br />
con motivi animali, e tutte presentano degli ornamenti<br />
sul bompresso: uccelli, elementi a forma di<br />
fiore o di stella, e <strong>farfalle</strong>. Le <strong>farfalle</strong> caratterizzano<br />
due navi: una ne reca una singola sul bompresso,<br />
mentre un’altra, la più riccamente ornata, indicata<br />
anche come ‘ammiraglia’, ne mostra due sul bompresso<br />
e due in cima all’albero.<br />
Le <strong>farfalle</strong> sono tutte raffigurate di profilo: tre<br />
(quella sul bompresso della nave più piccola e le<br />
due in posizione antitetica 152 sull’albero dell‘ ‘ammiraglia’)<br />
hanno le ali doppie, rotondeggianti, con<br />
un’appendice terminante in un elemento circolare,<br />
secondo una tipologia ampiamente diffusa nelle<br />
raffigurazioni sui sigilli cretesi, mentre due (sul<br />
bompresso dell‘ ‘ammiraglia’) hanno le ali merlate<br />
e singole, come si ritrovano raramente nei sigilli e<br />
sempre nelle placchette funerarie di area continentale.<br />
Tutte le raffigurazioni presentano, inoltre, il tipico<br />
elemento circolare centrale sulle ali.<br />
Dal momento della scoperta, il Miniature Frieze<br />
è divenuto una delle pitture più dibattute nell’arte<br />
egea, ed ha ricevuto innumerevoli letture, in particolare<br />
per quanto riguarda la sezione sud. All’interno<br />
dell’amplissimo quadro di esegesi proposte,<br />
si possono ad ogni modo individuare tre principali<br />
filoni: alcuni studiosi hanno privilegiato un approccio<br />
di tipo ‘storico’, pensando alla rappresentazione<br />
di un evento legato ad una spedizione o impresa<br />
militare 153 , altri di tipo ‘letterario’, interpretando<br />
le scene rappresentate come trasposizione in immagine<br />
di poemi epici 154 , altri ancora hanno invece<br />
focalizzato la loro attenzione sui possibili aspetti<br />
religioso-cultuali della processione di navi, sottolineandone<br />
l’occasione festiva 155 .<br />
GIORGIA BALDACCI [RdA 31<br />
Se in un così ampio quadro di letture che, di volta<br />
in volta, vanno a valorizzare un tema piuttosto<br />
che un altro, è impossibile individuare una valenza<br />
univoca che renda ragione della presenza degli<br />
insetti, sembra chiaro che essi svolgano una funzione<br />
emblematica, insieme agli altri elementi ornamentali<br />
delle navi, e che non siano piuttosto da<br />
ricollegare, come invece ha pensato Coutsis, al ‘fenomeno<br />
naturale’ per cui è possibile che alcuni lepidotteri<br />
con abitudini migratorie si ritrovino in alto<br />
mare e si posino sulle imbarcazioni di passaggio 156 .<br />
Ad ogni modo, l’enfasi data all’ornamentazione<br />
delle navi 157 , che sembra focalizzarsi sul tema della<br />
natura, può far propendere per quelle letture che<br />
vedono una festività come l’occasione delle attività<br />
ritratte. In tal senso, diversi studiosi hanno pensato<br />
che la pittura rappresentasse una festa stagionale e<br />
più precisamente una celebrazione navale, probabilmente<br />
da connettere con la ripresa annuale della<br />
navigazione 158 . Al contesto di una festività stagionale<br />
la presenza delle <strong>farfalle</strong>, sul piano simbolico,<br />
sarebbe perfettamente confacente, insieme agli altri<br />
elementi naturali costituenti l’ornamentazione delle<br />
navi, quale emblema della capacità di mutamento<br />
e rigenerazione della natura, che alterna periodi<br />
infruttuosi ad altri di prosperità.<br />
Osservazioni conclusive<br />
Il motivo della farfalla, come si è visto, fa la sua<br />
comparsa nell’Egeo a partire dalla fine del Medio<br />
Bronzo. La prima attestazione sicura a noi giunta<br />
è costituita dalla lama di spada proveniente dal<br />
Circolo B di Micene (n. 40), anche se è probabile<br />
che anche la tradizione tipicamente cretese dei sigilli<br />
con farfalla, che ci è testimoniata, per il TM<br />
152 Cfr. supra, nota 136 e passim.<br />
153 Marinatos 1974, pp. 54-57; Benzi 1977, in particolare pp. 12-13; Stucchi 1976, pp. 28-58.<br />
154 Warren 1979, p. 129; Morris 1989; Hiller 1990.<br />
155 Sakellariou 1980, pp. 150-152; Morgan Brown 1978, pp. 640-641; Gesell 1980, p. 204; Morgan 1983, pp. 97-100 e passim;<br />
Morgan 1988, pp. 161-162 e passim; Marinatos 1984, pp. 52-54 e passim; in parte Immerwahr 1990, p. 74; Wachsmann 1998,<br />
pp. 105-113.<br />
156 Coutsis 2000, p. 582.<br />
157 Sakellariou 1980, p. 151; Marinatos 1984, p. 53; Morgan Brown 1978, p. 641; Morgan 1988, p. 99; Wachsmann 1998,<br />
pp. 111-113. Cfr. anche Panagiotakopoulou 2000a, pp. 586, 589 e 2000b, pp. 91-92, che ha visto negli insetti dell’affresco di<br />
Akrotiri delle falene, da intendere come emblemi della seta (e negli elementi ‘a fiore’ quelli del cotone), correlabili allo scambio<br />
di tessuti preziosi; nonostante l’interesse per la teoria che, come già detto sopra, coinvolge anche altri manufatti, l’identificazione<br />
di falene nella pittura in questione non sembra reggere (Coutsis 2000 e discussione a Panagiotakopoulou 2000a,<br />
p. 591).<br />
158 Sakellariou 1980, pp. 150-152; Morgan Brown 1978, pp. 640-641; Morgan 1983, pp. 97-100 e passim; Morgan 1988, pp.<br />
161-162 e passim; Marinatos 1984, pp. 52-54 e passim; Wachsmann 1998, pp. 111-113.
2007] FARFALLE NELL’EGEO<br />
43<br />
IB, dalle cretule relative alla fase della distruzione<br />
dei secondi palazzi, possa di fatto risalire ad un<br />
momento anteriore, sempre all’interno del periodo<br />
neopalaziale. Dunque, a partire dall’inizio Tardo<br />
Bronzo, le raffigurazioni dell’insetto si diffondono<br />
su vari media (da segnalare l’assenza della ceramica),<br />
tra i quali, numericamente parlando, spiccano<br />
oltre ai sigilli, anche le placchette in foglia d’oro decorate<br />
a rilievo, che si ritrovano in una vasta area<br />
del mondo miceneo in contesti che si datano fino<br />
al TE IIIA.<br />
All’interno di questo quadro risulta difficile individuare<br />
l’origine del motivo, anche se, considerata<br />
l’influenza dell’iconografia cretese nell’arte delle<br />
tombe a fossa 159 , è possibile ipotizzare un passaggio<br />
da Creta al continente, cosa che tuttavia, non<br />
implica necessariamente un’identità nelle modalità<br />
di rappresentazione e, eventualmente, nei significati<br />
ad essa attribuiti.<br />
Dal punto di vista iconografico, si possono individuare<br />
due tradizioni nella raffigurazione del motivo:<br />
da un lato quello di <strong>farfalle</strong> con ali doppie<br />
ed arrotondate, spesso terminanti con un’appendice<br />
circolare e, dall’altro, quello di <strong>farfalle</strong> con ali<br />
singole e dal contorno merlato. La prima modalità<br />
di rappresentazione è canonica sui sigilli di ambito<br />
cretese, mentre la seconda è tipica delle placchette<br />
di area continentale. Nondimeno, esiste una circolazione<br />
delle due tipologie, come dimostrano l’incisione<br />
sulla lama di spada di Micene (n. 40) in cui<br />
compare una farfalla molto simile a quelle presenti<br />
sui sigilli e la doppia ascia proveniente da Festòs<br />
(n. 38), la cui rappresentazione ricorda molto da vicino<br />
quella delle placchette continentali.<br />
Come si è detto, la farfalla di per sé, per le caratteristiche<br />
del suo ciclo vitale, si presta pressoché<br />
universalmente all’attribuzione di particolari valenze<br />
sul piano metaforico-simbolico e queste sembrano<br />
emergere, almeno in alcuni casi, anche per le<br />
rappresentazioni di ambito egeo, sebbene con le<br />
dovute distinzioni.<br />
Le <strong>farfalle</strong> costituiscono il soggetto, solitario o<br />
accompagnato da nautili o libellule, di un gruppo<br />
di sigilli di tradizione minoica neopalaziale (nn.<br />
1-20), in cui l’emblematicità dell’immagine è sottolineata<br />
dall’enfasi data alla grande decorazione circolare<br />
presente sulle ali. Se per la presenza dell’in-<br />
setto su questo genere di manufatti non è possibile<br />
individuare eventuali e più particolari significati,<br />
indicazioni più specifiche vengono dalle raffigurazioni<br />
di tre anelli sigillo di produzione cretese<br />
neo palaziale (nn. 21-23). In esse, gli insetti si inseriscono<br />
all’interno di contesti chiaramente cultuali<br />
(culto betilico, tree-shaking ritual) e, al di là del problema<br />
della possibile valenza epifanica dell’animale,<br />
sembra chiara una connessione simbolica, veicolata<br />
dall’idea della rigenerazione, tra questo e la<br />
divinità. Un possibile legame con la sfera del culto<br />
può essere confermato, sempre per quanto riguarda<br />
la Creta neopalaziale, dalla miniatura in avorio<br />
da Zakros (n. 41) e dalla doppia ascia da Festòs (n.<br />
38), entrambe provenienti da ambienti chiaramente<br />
connotati in senso cerimoniale.<br />
Ambiguo resta pure lo status delle <strong>farfalle</strong> che<br />
ornano le navi raffigurate nel Miniature Frieze della<br />
West House di Akrotiri (n. 43), anche se la ricchezza<br />
delle decorazioni, che si focalizzano su elementi<br />
della natura, potrebbe far pensare all’occasione di<br />
una festività stagionale, in cui il tema del rinnovamento<br />
doveva avere un’importante valenza.<br />
Le placchette in foglia d’oro della Grecia continentale<br />
inseriscono la farfalla all’interno dell’iconografia<br />
propriamente funeraria. Il rinvenimento di<br />
placchette in foglia d’oro con farfalla (n. 25) nella<br />
necropoli di Kalyvia a Creta, che riflette, nel TM III<br />
A1-A2 iniziale, un gruppo prossimo alle élites cnossie<br />
delle warrior graves, a loro volta vicine a modelli<br />
micenei 160 , potrebbe essere testimonianza del<br />
passaggio di questa valenza funeraria tipicamente<br />
continentale a Creta. Dunque, in questi casi, il valore<br />
simbolico dell’immagine sembra indirizzato al<br />
mondo degli umani e, nello specifico, dei defunti,<br />
come indirizzate al mondo degli umani, con una<br />
finalità protettiva, sono le raffigurazioni di farfalla<br />
presenti sulle armi (nn. 39-40). La spada del Circolo<br />
B e la punta di lancia dal New Hospital Site di Knossos,<br />
sebbene provenienti da contesti assai differenti,<br />
sotto l’aspetto geografico e cronologico, mostrano<br />
un interessante parallelismo, soprattutto considerando<br />
il forte influsso continentale riscontrabile nei<br />
corredi delle warrior graves cnossie 161 .<br />
Guardando dunque all’evidenza nel suo complesso,<br />
sembra che le valenze veicolate dall’immagine<br />
della farfalla conoscano, nel mondo egeo, di-<br />
159 Cfr. Vermeule 1975; Laffineur 1985.<br />
160 Cucuzza 2002, in particolare pp. 147-151.<br />
161 Per un quadro delle problematiche relative alle warrior graves dell’area cnossia, cfr. Rehak-Younger 1998, p. 152.
44<br />
verse declinazioni, che potrebbero anche riflettere<br />
differenze a livello di immaginario: in particolare<br />
esse risultano focalizzate, nella Creta neopalaziale,<br />
nell’ambito del culto e del mondo religioso, laddo-<br />
Poiché il catalogo contiene manufatti di diversa<br />
natura, si è deciso di ordinarlo in primo luogo secondo<br />
la tipologia dei materiali, così come sono stati<br />
discussi nel testo. All’interno di ogni tipologia, si<br />
è seguito per lo più un criterio dapprima geografico<br />
(distinguendo tra Cicladi, Creta e Grecia continentale)<br />
e poi cronologico (a partire dagli oggetti<br />
più antichi). Il gruppo dei sigilli, che contiene il<br />
maggior numero di manufatti, è stato ulteriormente<br />
suddiviso su base compositiva.<br />
Le dimensioni sono in cm e sono solo indicative.<br />
Si sono usate le seguenti abbreviazioni: diam.<br />
SIGILLI ED IMPRONTE DI SIGILLI<br />
1. Da Creta<br />
1.1. Farfalle singole<br />
1. Impronta (= CMS II.6, n. 126) (tav. II)<br />
Impronta su nodulo di argilla, ricavata da un sigillo<br />
in pietra, lentoide; diam. 1,5. Lacunosa.<br />
Haghia Triada, luogo di rinvenimento incerto; TM<br />
IB.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Levi 1925-1926, p. 93, n. 29, fig. 53, tav. X;<br />
Younger 1983, p. 128; Younger 1988, p. 203.<br />
2. Impronte (= CMS II.6, n. 127) (tav. II)<br />
Due esemplari.<br />
Impronte su noduli di argilla, ricavate da un sigillo<br />
in pietra, lentoide; diam. 1,1.<br />
Haghia Triada, luogo di rinvenimento incerto; TM<br />
IB.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Levi 1925-1926, p. 93, n. 30, fig. 54, tav. X;<br />
Younger 1988, p. 203.<br />
3. Impronte (= CMS V, Suppl. 1A, n. 169) (tav. II)<br />
Sedici esemplari.<br />
Impronte su noduli e rondelle di argilla, che recano<br />
anche dei segni in lineare A; ricavate da un sigillo in pietra,<br />
lentoide; diam. 1.<br />
GIORGIA BALDACCI [RdA 31<br />
CAtAlOgO<br />
ve invece, in ambito continentale, con alcuni paralleli<br />
nella Creta TM II-IIIA2 (placchette di Kalyvia<br />
e punta di lancia da Knossos) esse risultano rivolte<br />
al mondo degli umani 162 .<br />
(= diametro); lungh. (= lunghezza); largh. (= larghezza);<br />
dim. (= dimensioni; intendendo, su un<br />
piano bidimensionale, dapprima la larghezza e poi<br />
l’altezza).<br />
Le datazioni indicate sono riferite al contesto di<br />
ritrovamento, quindi al momento del deposito; si<br />
sono tralasciate le cronologie quando queste siano<br />
ricavabili solo su base stilistica.<br />
Si è fornita, per ciascun pezzo, una bibliografia<br />
essenziale e selezionata, con una particolare attenzione<br />
per quanto riguarda la letteratura specifica<br />
sulle <strong>farfalle</strong> e il loro significato.<br />
Khanià-Kastelli, Odos Katre 10; TM IB.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Godart-Olivier 1976, pp. 105-108, 128-129,<br />
145; Papapostolou-Godart-Olivier 1976, pp. 121-123, 140-<br />
141; Younger 1988, p. 203; Hallager 1996, pp. 74-80, 144,<br />
288.<br />
4. Impronte (= CMS V, Suppl. 1A, n. 170) (tav. II)<br />
Cinque esemplari.<br />
Impronte su rondelle di argilla, che recano anche dei<br />
segni in lineare A; ricavate da un sigillo in pietra, lentoide;<br />
diam. 1,1.<br />
Khanià-Kastelli, Odos Katre 10; TM IB.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Godart-Olivier 1976, pp. 120, 126; Papapostolou-Godart-Olivier<br />
1976, pp. 132, 138; Younger 1988, p.<br />
203; Hallager 1996, pp. 55-6, 70, 126.<br />
5. Sigillo (= CMS II.3, n. 46) (tav. II)<br />
Sigillo in ematite nera, amigdaloide, dim. 1 × 1,6.<br />
Epano Gypsades (Knossos), tomba II; TM IIIA2.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Hood-Huxley-Sandars 1958-1959, p. 245, n.<br />
II.4, tavv. 72-3; Younger 1983, p. 128; Younger 1988, p. 203.<br />
6. Sigillo (= CMS V, Suppl. 1A, n. 188) (tav. II)<br />
Sigillo in ematite, lentoide, diam. 1,5.<br />
Phylaki Apokoronou (Khanià), tholos; TM IIIA2-B.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Pini 1984, p. 125; Krzyszkowska 2005, p. 249.<br />
162 A proposito dell’ ‘iconografia simbolica’ minoica e micenea e del differente campo di applicazione (rispettivamente divino<br />
ed umano), cfr. Laffineur 1985, pp. 264-265.
2007] FARFALLE NELL’EGEO<br />
45<br />
1.2. Composizioni<br />
7. Sigillo (= CMS II.3, n. 22) (tav. II)<br />
Sigillo in diaspro rosso, lentoide; diam. 1,7-1,8. Profonda<br />
scheggiatura.<br />
Knossos, indicazioni diverse rispetto al preciso luogo<br />
di rinvenimento (PM I: “Piccolo Palazzo”; PM IV, PM II:<br />
“area del Palazzo”; Kenna: “case a sud del Palazzo”).<br />
Quattro <strong>farfalle</strong> con addomi al centro; una con ali<br />
spiegate bilaterali e le altre di profilo.<br />
Bibliografia: PM I, p. 706, fig. 529d; PM II, p. 789, fig. 515;<br />
Evans 1925, p. 56, fig. 48e; PM IV, pp. 490-491, fig. 421; Kenna<br />
1960, p. 132, n. 302; Kenna 1962, p. 12; Younger 1983,<br />
p. 128; Betts 1984, p. 192; Popham 1995, pp. 62-63, n. 23;<br />
Krzyszkowska 2003, cat. N. 2, fig. 9.1.2.<br />
8. Sigillo (= CMS II.3, n. 237) (tav. II)<br />
Sigillo in diaspro verde scuro, lentoide; diam. 1,4.<br />
Gournià, luogo di rinvenimento sconosciuto.<br />
Una farfalla ed una libellula con ali spiegate bilaterali;<br />
capi al centro.<br />
Bibliografia: Williams 1908, p. 54, fig. 30.2; Kenna 1960,<br />
p. 46, nota 1; Younger 1983, p. 128; Pini 1984, p. 125, fig. 3.<br />
9. Sigillo (tav. II)<br />
Sigillo in serpentino grigio-verde, lentoide; diam. 1,7.<br />
Leggermente danneggiato sulla faccia intagliata.<br />
Knossos, Unexplored Mansion, dalla pulizia delle Stanze<br />
O, P, Q, SC, associato con i livelli minoici ma non chiaramente<br />
stratificato; comunque TM.<br />
Una farfalla ed una libellula (?) con ali spiegate bilaterali;<br />
capi al centro.<br />
Bibliografia: Betts 1984, pp. 192-193, n. 1, tav. 187a.<br />
10. Impronta (= CMS II.6, n. 128) (tav. II)<br />
Impronta su nodulo di argilla, ricavata da un sigillo<br />
in pietra, lentoide (1,9 × 1,2). Margini lacunosi.<br />
Haghia Triada, luogo di rinvenimento incerto; TM<br />
IB.<br />
Una farfalla di profilo, con il capo verso il margine,<br />
e due nautili.<br />
Bibliografia: Levi 1925-1926, pp. 95-96, n. 35, fig. 58, tav.<br />
X; Kenna 1962, p. 12; Younger 1983, p. 128.<br />
11. Sigillo (tav. III)<br />
Sigillo in ematite, lentoide, diam. 1,8.<br />
“Vicino a Knossos” (?).<br />
Una farfalla di profilo, con il capo verso il margine,<br />
un nautilo e un uccello.<br />
Bibliografia: PM III, pp. 148-149, fig. 98; PM IV, p. 1018,<br />
fig. 966; Kenna 1960, n. 302; Younger 1983, p. 128; Marinatos<br />
1993, p. 241, fig. 246.<br />
2. Dalla Grecia continentale<br />
12. Sigillo (= CMS I, n. 270) (tav. III)<br />
Sigillo in pietra scura, amigdaloide; dim. 1 × 2.<br />
Routsi (Pylos), tholos 2; TE II A.<br />
Una farfalla ed una libellula con ali spiegate bilaterali;<br />
capi al centro.<br />
Bibliografia: Hood 1956, p. 14, tav. IId; Younger 1983, p.<br />
115, fig. 5 n. 47, 128; Pini 1984, p. 125, fig. 1.<br />
13. Sigillo (= CMS V, n. 677) (tav. III)<br />
Sigillo in cornalina rossa, prismatico, con tre facce circolari<br />
incise; diam. 1.<br />
Kolonaki (Tebe), tomba 17; TE III A1-2.<br />
A: una farfalla ed una libellula con ali spiegate bilaterali<br />
e capi al centro; b: farfalla singola con ali spiegate<br />
bilaterali.<br />
Bibliografia: Keramopoullos 1917, p. 171, fig. 125; Younger<br />
1983, p. 115, fig. 5, nn. 49-51, 128; Pini 1984, p. 125, fig.<br />
2a-b; Younger 1988, p. 203.<br />
3. Di provenienza incerta<br />
14. Sigillo (= CMS VII, n. 71) (tav. III)<br />
Sigillo in ardesia verde, lentoide; diam. 2.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Walters 1926, n. 29; Chapoutier 1946, p. 85;<br />
Younger 1988, p. 203.<br />
15. Sigillo (tav. III)<br />
Sigillo in steatite nera, lentoide; diam. 1,5.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Kenna 1960, n. 233; Younger 1988, p. 203.<br />
16. Sigillo (tav. III)<br />
Sigillo in ematite, lentoide; diam. 1,3.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Kenna 1960, n. 234; Younger 1983, p. 128;<br />
Younger 1988, p. 203.<br />
17. Sigillo (= CMS X, n. 102) (tav. III)<br />
Sigillo in cornalina arancio-rossa, amigdaloide; dim.<br />
1,1 × 1,6.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Erlenmeyr-Zai Boerlin 1961, p. 16, n. 1, tav.<br />
5.67; Younger 1988, p. 203.<br />
18. Sigillo (= CMS VIII, n. 152) (tav. III)<br />
Sigillo in ematite, lentoide; diam. 1,5.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Younger 1988, p. 203.<br />
19. Sigillo (= CMS III.2, n. 496) (tav. III)<br />
Sigillo, in steatite, lentoide; diam. 1,5. Molto usurato.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Xenaki Sakellariou 1958, p. 50, n. 329, tavv.<br />
6, 27.<br />
20. Sigillo (= CMS IX n. 162) (tav. III)<br />
Sigillo in sardonice rossa, prismatico con tre facce<br />
ovali incise; dim. 2,7 × 1,2.<br />
Cipro (?).
46<br />
Una farfalla con ali spiegate bilaterali e un motivo<br />
di papiro.<br />
Bibliografia: Delaporte 1923, p. 209, tav. 105, figg. 15ac;<br />
Chapoutier 1946, p. 85; Onassoglou 1985, pp. 49, 231 PA<br />
KO-26; Younger 1988, p. 203.<br />
ANELLI-SIGILLO E IMPRONTE DI ANELLI-SIGILLO<br />
1. Da Creta<br />
21. Impronte (= CMS II.6, n. 4) (tav. IV)<br />
Due esemplari.<br />
Impronte su noduli di argilla, ricavate da un anellosigillo<br />
di forma ovale, metallico; dim. originali 1,7 × 1,25.<br />
Incomplete.<br />
Haghia Triada, luogo di ritrovamento incerto; TM IB.<br />
Una figura femminile inginocchiata presso un betilo;<br />
due <strong>farfalle</strong> in posizione antitetica; un nodo sacrale.<br />
Bibliografia: Levi 1925-1926, pp. 143-144, n. 143, fig. 159,<br />
tav. IX; Kenna 1960, p. 50, note 6, 12; Verlinden 1985, pp.<br />
148-149, fig. 18; Niemeier 1989, p. 177, figg. 5, 7; Warren<br />
1990, pp. 195, 200-201, fig. 3; Marinatos 1990, pp. 80, n. 5a,<br />
83, 87, tav. XXII, n. 5; Wedde 1992, pp. 189, 193, 197, 202,<br />
tav. XLVII, n. 9; Wedde 1995, p. 496; Pini 1998, p. 5, fig. 4;<br />
Kyriakidis 2000-2001; Gallo 2005, passim.<br />
22. Impronta (= CMS II.7, n. 6) (tav. IV)<br />
Impronta su nodulus di argilla, ricavata da un anellosigillo<br />
di forma ovale, metallico (in origine 1.6 × 1.2).<br />
Kato Zakros, palazzo, Hall of the Ceremonies (vano<br />
XXVIII); TM IB.<br />
Una figura femminile inginocchiata presso un betilo;<br />
una farfalla con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Platon 1971, p. 151; Marinatos 1990, pp. 80,<br />
n. 5b, 83, 87; Warren 1990, pp. 196, 200-201, fig. 7; Hallager<br />
1996, p. 76; Kyriakidis 2000-2001; Gallo 2005, passim.<br />
23. Anello-sigillo (tav. IV)<br />
Anello-sigillo in oro con castone inciso; lungh. 2,1.<br />
Phourni (Archanes), tholos A; TM III A.<br />
Due figure maschili ai lati, una presso un betilo, l’altra<br />
presso un albero, ed una figura femminile al centro<br />
(divinità o donna?). Cinque elementi fluttuanti, tra cui<br />
due <strong>farfalle</strong> (o una farfalla ed una libellula), una con ali<br />
spiegate bilaterali e l’altra di profilo.<br />
Bibliografia: Sakellarakis 1967, p. 280, fig. 13; Warren<br />
1990, pp. 195-196, 200, 203, fig. 6; Marinatos 1990, pp. 81<br />
n. 9, 83-85, tav. XXII, n. 9; Marinatos 1993, pp. 185, 195, fig.<br />
188; Wedde 1992, pp. 188-190, 197, 202, tav. XLVII, n. 10;<br />
Sakellarakis-Sapouna Sakellaraki 1997, pp. 654-660, figg.<br />
722-724; Pini 1998, pp. 3-4; Vassilicou 2000, pp. 52-54, fig.<br />
34; Kyriakidis 2000-2001; Gallo 2005, passim.<br />
2. Dalla Grecia continentale<br />
24. Anello-sigillo (tav. IV)<br />
Anello-sigillo in oro con castone inciso; lungh. 3,2.<br />
Kakovatos (Messenia) (?).<br />
GIORGIA BALDACCI [RdA 31<br />
In uno dei due compartimenti superiori: due figure<br />
sedute una di fronte all’altra con, al di sopra delle teste,<br />
due <strong>farfalle</strong> in posizione antitetica e, più in alto, due<br />
elementi fusiformi (crisalidi?); due figure, una maschile<br />
ed una femminile, in piedi, di profilo, una di fronte<br />
all’altra.<br />
Bibliografia: Evans 1925; PM III, pp. 145-165; Nilsson<br />
1950, pp. 43-50, fig. 10; Sakellarakis 1973; Dietrich 1997,<br />
pp. 29-32; Pini 1998.<br />
PLACCHETTE IN FOGLIA D’ORO<br />
1. Da Creta<br />
25. Placchette (tav. V)<br />
Cinque esemplari.<br />
Placchette sagomate in foglia d’oro, con fori; dim.<br />
5 × 3,7.<br />
Kalyvia (Festòs), tombe ‘dei nobili’; TM III A1-A2 iniziale.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Savignoni 1904, col. 601, n. 24; PM III, p.<br />
57, fig. 46.<br />
2. Dalla Grecia continentale<br />
26. Placchette (tav. V)<br />
Otto esemplari.<br />
Placchette sagomate in foglia d’oro, con fori; dim.<br />
3,8 × 2,6-2,7.<br />
Micene, Circolo A, tomba III; TE I.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Evans 1925, pp. 55-57, fig. 48a; PM III, p. 151,<br />
fig. 100b; Karo 1930-1933, n. 51; Laffineur 1985, p. 252, fig. 4.<br />
27. Placchette (tav. V)<br />
Sessantaquattro esemplari.<br />
Placchette rotonde in foglia d’oro, di cui dodici con<br />
fori; diam. 5,3.<br />
Micene, Circolo A, tomba III; TE I.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Evans 1925, pp. 55-56, fig. 48b, 59, figg. 52.1,<br />
52.3; PM III, p. 151, figg. 101.1, 101.3; Karo 1930-1933, n. 2;<br />
Laffineur 1985, pp. 252-254, fig. 6.<br />
28. Placchette (tav. V)<br />
Cinquantasette esemplari.<br />
Placchette rotonde in foglia d’oro, di cui tre con un<br />
foro; diam. 6,6.<br />
Micene, Circolo A, tomba III; TE I.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Evans 1925, pp. 55-56, fig. 48b, 59, figg. 52.1,<br />
52.3; PM III, p. 151, figg. 101.1 e 101.3; Karo 1930-1933, n. 4;<br />
Laffineur 1985, pp. 252-254, fig. 6.<br />
29. Placchetta (tav. V)<br />
Placchetta sagomata in foglia d’oro; dim. 5 × 5.
2007] FARFALLE NELL’EGEO<br />
47<br />
Micene, Circolo A, tomba III; TE I.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Evans 1925, pp. 55-56, fig. 48b e figg. 52.1,<br />
52.3 (p. 59); PM III, p. 151, figg. 101.1 e 101.3; Karo 1930-<br />
1933, n. 49; Laffineur 1985, pp. 252-254, fig. 6.<br />
30. Placchette-piatti di bilancia miniaturistica (tav. V)<br />
Placchette rotonde in foglia d’oro, collegate ad un sostegno<br />
superiore ed utilizzate come piatti di un modellino<br />
di bilancia in oro; diam. 5,2-5,3.<br />
Micene, Circolo A, tomba III; TE I.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Schliemann 1880, p. 198; Schuchhardt 1891,<br />
pp. 204-206; Evans 1925 pp. 42, fig. 40, 59-60, fig. 52.4; PM<br />
III, pp. 150-151, figg. 100a, 101.2; Karo 1930-1933, n. 82; Nilsson<br />
1950, pp. 46-47.<br />
31. Placchetta (tav. V)<br />
Placchetta sagomata in foglia d’oro, elemento di collana,<br />
con foro lungo l’asse orizzontale superiore; dim.<br />
3,7 × 2,6.<br />
Velatouri (Thorikos), tholos IV; TE I.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Mussche-Bingen-Servais-Spitaels 1984, p.<br />
47, fig. 27.<br />
32. Placchette (tav. V)<br />
Undici esemplari.<br />
Placchette sagomate in foglia d’oro, con fori.<br />
Micene, Panaghia, tomba a camera 102; TE II.<br />
Farfalla singola di profilo.<br />
Bibliografia: Bosanquet 1904, pp. 323-324, fig. c; Xenaki<br />
Sakellariou 1985, pp. 279, n. 4902, 310, n. 131.<br />
33. Placchette (tav. V)<br />
Almeno cinque esemplari.<br />
Placchette sagomate in foglia d’oro, con fori.<br />
Kapakli-Volos, tholos; TE II.<br />
Farfalla singola di profilo.<br />
Bibliografia: Kourouniotis 1906, coll. 230-231, tav. 14.<br />
34. Placchette (tav. V)<br />
Almeno due esemplari.<br />
Placchette sagomate in foglia d’ oro, con fori.<br />
Kapakli-Volos, tholos; TE II.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Kourouniotis 1906, col. 231, tav. 15, nn.<br />
5-6.<br />
35. Placchette (tav. V)<br />
Cinque esemplari.<br />
Placchette sagomate in foglia d’oro, con estremità ancistroide.<br />
Peristerià, tholos 3; TE II.<br />
Due <strong>farfalle</strong> in posizione antitetica.<br />
Bibliografia: Marinatos 1967, p. 12, fig. 20; Tzavella 1968;<br />
Tzavella Evjen 1970, p. 61, n. 359; Laffineur 1985, pp. 252-<br />
254, fig. 5.<br />
36. Placchetta (tav. V)<br />
Placchetta sagomata in foglia d’oro, con fori; lungh.<br />
2,3.<br />
Micene, grave pit nel dromos della tholos ‘di Clitemnestra’;<br />
TE III iniziale.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Wace 1921-1923, pp. 373, n. 12, 365, fig. 79k.<br />
37. Placchette (tav. V)<br />
Due esemplari, più due piccoli frammenti. Si conservano,<br />
separatamente, alcuni toraci che potrebbero essere<br />
pertinenti.<br />
Placchette sagomate in foglia d’oro, decorate a sbalzo,<br />
con fori; dim. 3,8 × 2,1 e 3,9 × 2.<br />
Epano Englianos, tholos IV, un esemplare dall’area<br />
della porta, l’altro esemplare ed i due pezzi frammentari<br />
dall’interno della tholos; TE I-TE IIIA.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Blegen-Rawson-Taylour-Donovan 1973, pp.<br />
111, 117-118, tavv. 190, nn. 1-2, 191, n. 1.<br />
OGGETTI IN BRONZO<br />
1. Da Creta<br />
38. Doppia ascia (tav. VI)<br />
Doppia ascia in bronzo di tipo I (classificazione<br />
Buchholz), con decorazione al centro su entrambi i lati;<br />
dim. 22 × 6, con spessore 2,4 all’altezza della cavità per<br />
l’inserzione del manico.<br />
Festòs, Palazzo, vano 63d; TM IB.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Mosso 1906, pp. 28-29, tavv. II, III, n. 11; Mosso<br />
1910, pp. 318-319; Cook 1925, pp. 645-646; Evans 1925, pp.<br />
56-57, fig. 48f; Nilsson 1950, p. 195, fig. 90; Buchholz 1959,<br />
pp. 10, 41, n. 25, tav. VIIa; Deshayes 1960, pp. 255-256; Evely<br />
1993, p. 44, n. 49; Baldacci c.s.<br />
39. Punta di lancia (tav. VI)<br />
Punta di lancia in bronzo di tipo H (classificazione<br />
Höckmann), con decorazione incisa al centro nella porzione<br />
superiore; lungh. 56, largh. 3.<br />
Knossos, New Hospital Site, tomba II; TM II-IIIA1.<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: Hood-de Jong 1952, p. 267, n. II.4, figg. 12,<br />
15b, tav. 53a-b; Höckmann 1980, pp. 56-57, fig. 11, 144, H3;<br />
Avila 1983, pp. 21-22, n. 43, tav. 7.43.<br />
2. Dalla Grecia continentale<br />
40. Spada (tav. VI)<br />
Lama di spada in bronzo di tipo A, con incisione presso<br />
la spalla; lungh 80, largh. alla spalla 4,8.<br />
Micene, Circolo B, tomba Iota; ME III.<br />
Due <strong>farfalle</strong> in posizione antitetica.<br />
Bibliografia: Mylonas 1966, fig. 95; Mylonas 1973, p. 118,<br />
I-291, tav. 99a.
48<br />
AVORIO<br />
41. Miniatura (tav. VII)<br />
Miniatura in avorio, probabile ornamento di una scatola<br />
in materiale depribile.<br />
Kato Zakros, Palazzo, ‘tesoro’ del Central Shrine (vano<br />
XXV); TM IB.<br />
Farfalla singola di profilo.<br />
Bibliografia: Platon 1971, pp. 145, 148.<br />
AFFRESCHI<br />
1. Da Creta<br />
42. Frammento di affresco (tav. VII)<br />
Frammento di affresco restaurato ed inserito nel paesaggio<br />
della composizione del rilievo del cd. ‘Principe dei<br />
gigli’ nella ricostruzione ad opera di Gilliéron fils.<br />
Knossos, Palazzo, area sud (?).<br />
Farfalla singola con ali spiegate bilaterali.<br />
Bibliografia: PM II, frontespizio, pp. 786-790, fig. 514; Cameron<br />
1974, III, pp. 24-25, 181; Evely 1999, p. 112; Shaw<br />
2004, p. 69.<br />
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pp. 1531-1542.<br />
GIORGIA BALDACCI [RdA 31<br />
2. Dalle Cicladi<br />
43. Affresco (tav. VIII)<br />
Affresco miniaturistico; altezza 40. Ricostruito pressoché<br />
interamente.<br />
Akrotiri (Tera), muro sud della West House, al di sopra<br />
delle nicchie e della porta; TM IA.<br />
Flotta costituita da sette navi che si dirige da una città<br />
ad un’altra. Due imbarcazioni recano <strong>farfalle</strong> come elementi<br />
ornamentali: la più piccola ne presenta una singola<br />
sul bompresso, di profilo; la più grande, due sul<br />
bompresso, di profilo, e due in cima all’albero, in posizione<br />
antitetica.<br />
Bibliografia: Marinatos 1974, pp. 38-57, tavv. 91-94, 96-<br />
108, 110-112, tav. a colori 9; Stucchi 1976, pp. 38-58, fig. 15,<br />
tavv. 4-6; Benzi 1977, pp. 8-11, figg. 9-14; Morgan Brown<br />
1978, pp. 629-644; Warren 1979, pp. 118-129, tavv. Ac-d,<br />
Ba-d; Gesell 1980; Sakellariou 1980; Morgan 1983, pp. 97-<br />
105; Morgan 1988, pp. 143-165; Marinatos 1984, pp. 41-44,<br />
figg. 22-24, 52-61, figg. 32-38; Morris 1989; Immerwahr 1990,<br />
pp. 70-75, 187, figg. 34c-d, tav. XIV, 25-29; Doumas 1992, pp.<br />
47-49, fig. 37; Wachsmann 1998, pp. 105-113; Coutsis 2000,<br />
pp. 580-583; Panagiotakopoulou 2000a, pp. 585-589; Panagiotakopoulou<br />
2000b, pp. 91-94, figg. 9.8, 9.10.<br />
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1 2<br />
3 4<br />
5 6<br />
7 8<br />
9 10<br />
BALDACCI - FARFALLE NELL’EGEO<br />
Sigilli ed impronte di sigillo. Catalogo nn. 1-10 (nn. 1-8, 10 da CMS; n. 9 da BETTS 1984).<br />
b
BALDACCI - FARFALLE NELL’EGEO<br />
11 12<br />
13 a 13 b<br />
14 15 16<br />
17 18 19<br />
20<br />
[RdA 31, 2007] TAV. III<br />
Sigilli. Catalogo nn. 11-20 (n. 11 da MARINATOS 1993 e KENNA 1960; nn. 12-18, 20 da CMS;<br />
n. 19 da XENAKI SAKELLARIOU 1958).
TAV. IV [RdA 31, 2007]<br />
24<br />
23<br />
21<br />
22<br />
BALDACCI - FARFALLE NELL’EGEO<br />
Anelli sigillo ed impronte di anelli-sigillo. Catalogo nn. 21-24 (nn. 21-22 da CMS;<br />
n. 23 da SAKELLARAKIS-SAPOUNA SAKELLARAKI 1997; n. 24 da PINI 1998).
BALDACCI - FARFALLE NELL’EGEO<br />
25 27 28<br />
29<br />
30<br />
26<br />
31<br />
32 33 34 35<br />
36<br />
Placchee d’oro e piai di bilancia miniaturistica. Catalogo nn. 25-37 (n. 25 da SAVIGNONI 1904; nn.<br />
26-30 da KARO 1930-1933; n. 31 da MUSSCHE–BINGEN–SERVAIS-SPITAELS 1984; n. 32 da XENAKI-SA-<br />
KELLARIOU 1985; nn. 33-34 da KOURONIOTIS 1906; n. 35 da LAFFINEUR 1985; n. 36 da WACE 1921-1923;<br />
n. 37 da BLEGEN–RAWSON–TAYLOUR-DONOVAN 1973).<br />
37<br />
[RdA 31, 2007] TAV. V
TAV. VI [RdA 31, 2007] BALDACCI - FARFALLE NELL’EGEO<br />
39<br />
38<br />
40<br />
Oggei in bronzo: doppia ascia da Festòs, punta di lancia da Knossos (con particolare) e spada da<br />
Micene (con particolare). Catalogo nn. 38-40 (n. 38 da MOSSO 1906; n. 39 da HOOD DE JONG 1952;<br />
n. 40 da MYLONAS 1966 e 1973).
BALDACCI - FARFALLE NELL’EGEO<br />
41<br />
Avorio da Kato Zakros. Catalogo n. 41 (da PLATON 1971); Affresco del ‘Principe dei gigli’<br />
da Knossos (con particolare). Catalogo n. 42 (da PM).<br />
42<br />
[RdA 31, 2007] TAV. VII
TAV. VIII [RdA 31, 2007]<br />
a)<br />
b) c)<br />
d)<br />
e)<br />
BALDACCI - FARFALLE NELL’EGEO<br />
Affresco miniaturistico della West House di Akrotiri, Thera: particolari delle<br />
imbarcazioni con <strong>farfalle</strong>. Catalogo n. 43 (da MORGAN 1988).