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Passeggiando tra gli scenari della grappa: il Veneto - Centro Studi ...

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GRAPPA<br />

Lo st<strong>il</strong>e<br />

di servizio<br />

Ormai ovunque scomparso<br />

<strong>il</strong> pesante bicchierino<br />

di vetro privo<br />

di stelo e non di rado<br />

solcato da profonde<br />

incisioni, ci si sta<br />

sempre più rivolgendo,<br />

anche nella<br />

regione di origine,<br />

ai leggeri cristalli o ai<br />

tulipani di vetro sonoro almeno.<br />

Tra i primi vi sono proposte<br />

curiose e leziose di tumbler<br />

piccolini, <strong>tra</strong> i secondi non<br />

mancano le adozioni di calici<br />

a sfera sormontata da<br />

camino stretto. Se i<br />

primi inducono in<br />

qualche modo al rito e<br />

quindi si possono accettare con indulgenza<br />

pur non ottemperando alle regole<br />

per un buon apprezzamento del prodotto,<br />

i secondi sono decisamente sba<strong>gli</strong>ati<br />

anche per la <strong>grappa</strong> veneta. Per<br />

questa acquavite si scelga sempre un<br />

tulipano medio-piccolo (100-150 ml)<br />

con la bocca non troppo stretta. La<br />

temperatura di servizio potrà variare<br />

dai 10 ai 17 gradi centigradi: le temperature<br />

più alte andranno riservate alle<br />

grappe di st<strong>il</strong>e anni Sessanta che, a<br />

bassa temperatura, si fanno quasi<br />

oleose. Ma è un’indicazione oziosa: sono<br />

sempre meno sul mercato e tanto<br />

chi le serve quanto chi le sce<strong>gli</strong>e non si<br />

preoccupa certo <strong>della</strong> loro giusta temperatura.<br />

<strong>della</strong> parola. Nel 1800 Em<strong>il</strong>io<br />

Comboni, ricercatore alla Stazione<br />

Enologica di Cone<strong>gli</strong>ano<br />

<strong>Veneto</strong>, mette a punto l’alambicco<br />

da <strong>grappa</strong>, un apparecchio<br />

36 L’ASSAGGIO 9 - PRIMAVERA 2005<br />

capace di coniugare in modo<br />

mirab<strong>il</strong>e l’economia produttiva<br />

con la povertà delle risorse energetiche<br />

e la qualità dell’acquavite.<br />

Se, pur procedendo con<br />

grandi passi, siamo riusciti a<br />

mettere in luce ben tre primati<br />

indiscussi del <strong>Veneto</strong> in campo<br />

tecnico, la regione non è certamente<br />

da meno in campo commerciale,<br />

<strong>della</strong> tutela e <strong>della</strong> promozione.<br />

Già nel 1400 si regis<strong>tra</strong>no<br />

intensi scambi di acquavite<br />

<strong>tra</strong> la Repubblica e <strong>il</strong> Grande<br />

Nord e si mette in evidenza –<br />

fatto che continua e si amplifica<br />

nei secoli successivi – un’intensa<br />

cultura nel consumo interno.<br />

Nel 1600 la già citata Università<br />

non si limita a tutelare <strong>gli</strong> interessi<br />

<strong>della</strong> produzione, ma interviene<br />

anche per garantire un<br />

certo livello qualitativo al consumatore.<br />

Nella storia contemporanea<br />

questa missione è di<br />

pertinenza dell’Istituto Grappa<br />

Veneta, nato nel 1982 come<br />

Consorzio di Tutela <strong>della</strong> Grappa<br />

Veneta.<br />

Il prof<strong>il</strong>o produttivo<br />

<strong>della</strong> <strong>grappa</strong> veneta<br />

La materia prima – vale a dire le<br />

bucce de<strong>gli</strong> acini d’uva separate<br />

dal mosto o dal vino che in gergo<br />

enologico si chiamano vinacce<br />

– viene fornita da oltre un<br />

m<strong>il</strong>iardo di ch<strong>il</strong>ogrammi d’uva<br />

vinificata un po’ in tutta la regione<br />

con i due maggiori poli<br />

produttivi nell’area del Piave e<br />

in quella veronese. Particolarmente<br />

ampia la gamma dei vitigni<br />

che spaziano a tutto campo<br />

in quanto a colore, acidità e<br />

aroma dei frutti. Tra i citati con<br />

maggior frequenza in etichetta:<br />

Pinot, Chardonnay, Prosecco,<br />

Verduzzo, Tocai, Merlot, Cabernet,<br />

Raboso, Friularo, Moscato,<br />

Cruvajo, Tocai rosso, Vespaiolo,<br />

Sauvignon e Riesling.<br />

Ventinove sono invece le dist<strong>il</strong>lerie<br />

attive che operano con una<br />

decina di poderosi alambicchi<br />

continui ai quali si affiancano<br />

più di venti impianti con caldaiette<br />

a vapore di st<strong>il</strong>e comboniano,<br />

una quindicina di bagnomaria<br />

e un tamburlano a fuoco<br />

diretto, <strong>tra</strong> i pochi ancora attivi<br />

in Italia. Non si scompongano i<br />

matematici se <strong>il</strong> totale supera <strong>il</strong><br />

numero delle grapperie citate.<br />

Molte hanno infatti in funzione<br />

più di un alambicco e questa è<br />

una particolarità importante<br />

per la variegatura dei prof<strong>il</strong>i organolettici<br />

che la <strong>grappa</strong> veneta<br />

sa offrire.<br />

Il prof<strong>il</strong>o<br />

di consumatori<br />

e momenti<br />

di consumo<br />

Molta <strong>della</strong> <strong>grappa</strong> veneta non<br />

viene messa in commercio sotto<br />

la denominazione geografica

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