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ORIZZONTI - Academia Belgica

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artena, piano della civita. conoscenze archeologiche (1978-2010) 105<br />

in opus caementicium in calcare. Le due<br />

navate sono separate da un muro rivestito<br />

in opus reticulatum principalmente<br />

di calcare. Questo muro divisorio è aperto<br />

con archi, dei quali due sono ben visibili,<br />

ma che dovevano essere logicamente<br />

quattro. La cisterna, ancora oggi, è<br />

quasi completamente riempita di terra e<br />

materiali da costruzione mentre la sua<br />

struttura appare comunque integra.<br />

A sud, il peristilio è completato da<br />

un’exedra, espressione dello status sociale<br />

degli inquilini, che rifinisce e sottolinea<br />

l’asse maggiore della pianta generale<br />

della villa.<br />

Una stanza con pavimento a mosaico<br />

si apre sul peristilio per un ingresso laterale.<br />

Gli stipiti della porta principale erano<br />

inseriti in una lastra di calcare. La<br />

soglia è in mosaico bianco e nero che ripete<br />

sei volte il motivo geometrico di<br />

quattro rettangoli disposti attorno ad un<br />

quadrato centrale. L’ambiente è diviso<br />

in due spazi. Il primo, che possiamo<br />

chiamare l’anticamera, è una specie di<br />

corridoio con pavimento a mosaico tutto<br />

bianco. È separato dalla camera principale<br />

da una parete in opus craticium,<br />

della quale è preservato lo stretto basamento,<br />

un misto di cemento e frammenti<br />

calcarei. In questa parete si apre<br />

una porta dello stesso tipo di quella d’ingresso<br />

del peristilio. La soglia, più piccola<br />

di quella dell’ingresso principale, è<br />

anch’essa in mosaico bianco e nero, stavolta<br />

a motivo geometrico costituito da<br />

un quadrato inserito tra due pelte. Questa<br />

porta dà accesso allo spazio principale,<br />

il cui pavimento a mosaico è un tappeto<br />

composto di 315 quadrati che si<br />

alternano regolarmente (bianchi, neri,<br />

bicromi). L’insieme è circondato da una<br />

striscia nera. I muri erano rivestiti all’interno<br />

da intonaco bianco, in parte conservato<br />

in situ. Alcuni frammenti recuperati<br />

durante lo scavo presentano<br />

tracce di pittura rossa. Lo schema bipartito<br />

della pianta, sottolineato dal sistema<br />

del pavimento, tende ad ipotizzare uno<br />

spazio di ricevimento.<br />

A sud del peristilio, ed ad ovest dell’exedra,<br />

si apriva l’ambiente maggiore<br />

della villa (circa 10 × 7 m). Sfortunatamente<br />

il suo stato di conservazione è<br />

pessimo, visto che si trova subito sotto il<br />

livello di coltivazione. Tuttavia, è conservato<br />

parte del pavimento, del quale si<br />

conosce il modo di costruzione: su un<br />

primo strato di preparazione (terra battuta<br />

insieme a piccoli sassi calcarei) è stato<br />

steso un livello di pietre calcaree mischiate<br />

con frammenti di tegole e poi un<br />

battuto di sassi calcarei e calce, all’interno<br />

del quale sono disposte grosse tessere<br />

quadrate di pietra dura scura in file<br />

11 La prima tomba, di tipo ‘in anfora’ e in<br />

fossa a fondo coperto di tegole, è stata scoperta<br />

quasi integra. La seconda è solo dedot-<br />

parallele. Le pareti interne dei muri dovevano<br />

essere placcate, visto lo stretto<br />

interstizio tra l’orlo del pavimento e la<br />

base dei muri nonchè i numerosi piccoli<br />

chiodi raccolti lungo quest’interstizio.<br />

Questa stanza aveva due porte individuate<br />

dal rinforzamento dei muri in pietre<br />

calcaree o tufacee ben tagliate e dalle<br />

soglie; una di queste, ad ovest, dava<br />

accesso ad un’altra stanza non ancora<br />

scavata e dotata di un pavimento simile.<br />

È chiaramente lo spazio più recente<br />

della villa, almeno allo stato attuale<br />

dello scavo. In effetti, è composto da<br />

muri in blocchi calcarei poco regolari e<br />

legati con terra e poca calce, aggiunti a<br />

quelli già esistenti, cioè a quelli in reticolato<br />

legato al cemento, formando<br />

l’angolo esterno ovest dell’exedra. Inoltre,<br />

quest’aggiunta rompe l’equilibrio<br />

simmetrico della pianta originale della<br />

villa. La funzione di quest’ambiente rimane<br />

poco chiara. Da un lato, la sua superficie,<br />

grande di fronte a quella media<br />

delle altre stanze, può lasciare pensare a<br />

una sala di rappresentanza. Dall’altro, il<br />

materiale rinvenuto consiste principalmente<br />

in vasi da cucina in ceramica comune.<br />

Comunque, sulla base di questa<br />

ceramica, si potrebbe proporre una datazione<br />

verso la fine del ii o l’inizio del<br />

iii sec. d.C. per l’utilizzazione di questo<br />

ambiente.<br />

Al di fuori del perimetro della villa è<br />

stata scoperta una vasca d’acqua ad uso<br />

domestico o artigianale che, verso la fine<br />

del ii sec. d.C., è stata dismessa e<br />

riempita di materiali provenienti dalla<br />

villa, che, almeno in parte, era in una fase,<br />

se non di abbandono, almeno di ricostruzione<br />

e riorganizzazione. Il materiale<br />

usato per colmare la vasca è molto<br />

vario e dà un’idea degli oggetti usati<br />

quotidianamente nella villa (vasi, lucerne,<br />

piatti, ferri…). Si trovavano anche<br />

dei materiali da costruzione e di decorazione<br />

della villa stessa (elementi di pavimento<br />

in calcare, vetro da finestra, cornice,<br />

lastre di rivestimento di marmo…).<br />

Finora non è stato scoperto il luogo<br />

di sepoltura degli abitanti della villa,<br />

tranne i resti di due tombe di neonati11<br />

che furono sepolti vicino all’abitazione<br />

verso la fine dell’uso della villa (iii-iv<br />

sec. d.C.), come accadeva ogni tanto in<br />

quest’epoca.<br />

L’importanza dell’acqua per la vita<br />

della villa, che si trovava in una zona priva<br />

di sorgenti, ha portato i residenti a<br />

concepire un sistema di raccolta e conservazione<br />

delle acque pluviali, a cui appartengono<br />

le cisterne, già menzionate<br />

al di sotto dell’atrio e del peristilio. Inoltre,<br />

al di fuori dell’area della terrazza, in<br />

cima alla collina, si trovano i resti di una<br />

ta dai resti umani di un neonato, dispersi senza<br />

connessione anatomica dentro lo strato archeologico<br />

successivo.<br />

grande cisterna in opus caementicium a<br />

forma leggermente trapezoidale (circa<br />

22,5/20 × 12 m), profonda almeno 4 m, e<br />

non ancora scavata fino in fondo.12 Da<br />

questa cisterna scende un acquedotto.<br />

Lo specus presenta tre putei a distanza<br />

uguale l’uno dall’altro e in eccellente<br />

stato di conservazione. È costruito in<br />

pietra calcarea legata con cemento e con<br />

rivestimento interno in opus signinum.<br />

Dopo circa 70 m, lo specus dell’acquedotto<br />

s’interrompe all’improvviso e non<br />

è ancora stato possibile stabilire con certezza<br />

il suo proseguimento, anche se<br />

sembra dirigersi verso la villa.<br />

Per finire, a proposito dell’epoca imperiale,<br />

è da accennare che la facciata del<br />

grande terrazzamento, ora verosimilmente<br />

danneggiata, fu consolidata in<br />

opus incertum.<br />

La trasformazione della villa in<br />

epoca tardoantica<br />

Man mano che le campagne di scavo si<br />

svolgevano nel perimetro della villa, sono<br />

stati raccolti numerosi indizi che permettono<br />

di capire che la vita sul grande<br />

terrazzamento si è protratta ben oltre<br />

quella della villa stessa. Infatti si possono<br />

notare molti interventi che hanno profondamente<br />

cambiato la sua identità,<br />

trasformandola gradualmente da un<br />

complesso singolo in un insediamento<br />

più o meno ristretto o sparso, con funzioni<br />

varie. Oggi i dati sono ancora in<br />

corso di raccolta, ma si può proporre<br />

una ricostruzione generale basata sulle<br />

tracce più evidenti.<br />

Il fenomeno comincia dalla formazione<br />

di uno strato che alza il livello di<br />

calpestio generale. È composto principalmente<br />

da materiali di demolizione di<br />

varie parti della villa e si estende un po’<br />

dappertutto sui muri rasati della villa, facendo<br />

in qualche modo tavola rasa del<br />

passato. I materiali scaricati sono stati livellati<br />

su uno spessore variabile e pure<br />

compattati, in modo da costituire una<br />

specie di pavimento grezzo assai in piano.<br />

Secondo il materiale raccolto (sopratutto<br />

ceramica e monete), l’intervento<br />

può essere datato al v sec d.C. A<br />

quest’epoca, la villa è già in gran parte<br />

smantellata e serve anche da cava per il<br />

recupero dei suoi materiali che saranno<br />

riutilizzati per altre costruzioni sul luogo<br />

e forse anche fuori della terrazza.<br />

Nonostante questi interventi distruttivi,<br />

la villa esiste ancora nella misura in<br />

cui alcuni vani sono rioccupati secondo<br />

la loro planimetria originale. Esemplare<br />

da questo punto di vista è la trasformazione<br />

della sala a mosaico bianco e nero<br />

a disegno geometrico accanto al peristi-<br />

12 R. Lambrechts, La Civita di Artena, in<br />

Artena 1, cit., pp. 36-37.

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