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Le Anfore del Liceo Ginnasio Statale Vittorio Emanuele II di Napoli

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<strong>Le</strong> <strong>Anfore</strong> <strong>del</strong> <strong>Liceo</strong> <strong>Ginnasio</strong> <strong>Statale</strong><br />

<strong>Vittorio</strong> <strong>Emanuele</strong> <strong>II</strong> <strong>di</strong> <strong>Napoli</strong><br />

<strong>Le</strong> anfore sono i contenitori da trasporto più utilizzati nel mondo<br />

antico fin da epoca antichissima 1 e, come risulta dalla ricca documentazione<br />

archeologica, rappresentavano il recipiente più <strong>di</strong>ffuso soprattutto nei<br />

commerci marittimi per il trasporto e la conservazione <strong>di</strong> numerosi prodotti<br />

alimentari liqui<strong>di</strong> e soli<strong>di</strong> commercializzati via mare, tra cui in particolare<br />

vino, olio, salsa <strong>di</strong> pesce (garum) ma anche frutta, frutta sciroppata,<br />

carne essiccata, miele, allume, olive, pesce salato in tranci (salsamenta)<br />

o sott’olio, ecc. <strong>Le</strong> anfore erano pertanto trasportate sulle navi non in<br />

quanto <strong>di</strong> per sé oggetto <strong>di</strong> scambi commerciali, come nel caso <strong>del</strong>la ceramica<br />

e <strong>di</strong> altri manufatti <strong>di</strong> terracotta, ma semplicemente come contenitori<br />

<strong>di</strong> merci 2 .<br />

1 Fonti letterarie, epigrafiche e soprattutto testimonianze archeologiche (anfore “cananee”,<br />

cosiddette dalla regione <strong>di</strong> origine, databili dal XV<strong>II</strong>I all’V<strong>II</strong>I secolo a.C., sono<br />

state rinvenute nelle regioni costiere <strong>del</strong>la Siria e <strong>del</strong>la Palestina e rappresentano il tipo<br />

più antico <strong>di</strong> anfore da trasporto finora attestato archeologicamente) documentano l’impiego<br />

<strong>di</strong> anfore come contenitori da trasporto in paesi <strong>del</strong> bacino orientale <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>terraneo<br />

sin da epoche molto antiche. In particolare, già dalla seconda metà <strong>del</strong> <strong>II</strong>I millennio<br />

a.C., testimonianze epigrafiche attestano l’uso <strong>di</strong> anfore o <strong>di</strong> recipienti simili <strong>di</strong><br />

terracotta sia in Mesopotamia che in Siria, paese al quale si riferiscono alcune in<strong>di</strong>cazioni<br />

relative a consegne <strong>di</strong> vino, registrate su tavolette fittili, rinvenute negli scavi <strong>del</strong>la<br />

famosa città <strong>di</strong> Ebla (Gianfrotta, 1980, pag. 146). L’impiego <strong>di</strong> anfore continua senza<br />

interruzioni attraverso una grande varietà <strong>di</strong> tipi e <strong>di</strong> forme, utilizzati in luoghi ed epoche<br />

<strong>di</strong>verse fino alla tarda età imperiale romana, epoca in cui, ad esempio, per il trasporto<br />

<strong>del</strong> vino si cominciarono ad utilizzare le botti (si veda Gianfrotta, 1980, pp. 144-<br />

145). 2 Naturalmente, a seconda <strong>del</strong>la merce trasportata, venivano adoperati anche altri<br />

tipi <strong>di</strong> contenitori, come nel caso ad esempio <strong>del</strong> grano e dei cereali in genere, solitamente<br />

racchiusi in sacchi oppure deposti sfusi nella stiva <strong>del</strong>la nave che poteva essere<br />

sud<strong>di</strong>visa in settori, utilizzando <strong>del</strong>le strutture provvisorie, per separare carichi misti o<br />

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