15.06.2013 Views

CASAL BERNOCCHI CASAL BERNOCCHI

CASAL BERNOCCHI CASAL BERNOCCHI

CASAL BERNOCCHI CASAL BERNOCCHI

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>CASAL</strong> <strong>BERNOCCHI</strong><br />

FESTA DEL VILLAGGIO<br />

8 giugno 2006<br />

IV ANNIVERSARIO DELLA DEDICAZIONE<br />

DELLA CHIESA PARROCCHIALE DI<br />

SAN PIER DAMIANI


C<br />

LETTERA DEL PARROCO<br />

arissimi fratelli e sorelle, siamo al IV anniversario della Dedicazione della<br />

nostra Chiesa. Per me è la prima volta che vi partecipo essendo arrivato come<br />

parroco lo scorso settembre. Vi giungo con curiosità e attesa, considerando<br />

quanto di quest’evento mi è stato raccontato dal mio predecessore Don Riccardo<br />

Viel e da quanti sono impegnati per la preparazione della festa.<br />

In occasione delle S. Messa che stiamo celebrando nelle vie del quartiere in<br />

onore della Vergine Maria cui questo mese è dedicato, e con la benedizione delle<br />

case, comincio a conoscere sempre di più la realtà e lo spirito della nostra comunità<br />

parrocchiale. Questa tradizione della nostra parrocchia, ormai consolidata,<br />

è un momento significativo in quanto unisce alla festa spirituale e religiosa<br />

la festa del quartiere, perchè ognuno di noi quando vive l’esperienza della<br />

gioia dello spirito di Dio, necessariamente sente il bisogno di trasmetterla al proprio<br />

vicino.<br />

A quest’evento così importante per tutta la nostra comunità parrocchiale se<br />

ne aggiunge un altro altrettanto significativo che è l’accoglienza nella nostra<br />

parrocchia del nuovo Cardinale che il Papa Benedetto XVI ha nominato lo scorso<br />

febbraio nel suo primo concistoro, S. E. R. Agostino Vallini, Prefetto del Supremo<br />

Tribunale della Segnatura Apostolica, assegnandogli il titolo della Diaconia<br />

di San Pier Damiani ai Monti di San Paolo. Potete trovare una sua piccola<br />

Biografia a pagina 29 di questo libretto.<br />

Anche quest’anno è stato possibile organizzare tutto il programma grazie al<br />

generoso contributo di chi ha donato e continua a donare, un ringraziamento ai<br />

referenti e cassieri di zona, al Comitato per la Festa dell’Anniversario della Dedicazione<br />

che lavora da molti mesi perchè sia una bella festa, sentita e partecipata.<br />

Affidiamo tutta la nostra parrocchia e tutti coloro che con il loro generoso<br />

impegno hanno dato la possibilità che tutto questo potesse realizzarsi, sotto la<br />

protezione della Vergine Maria madre nostra.<br />

Dio benedica tutti questi sforzi e contributi. Buona partecipazione e buon divertimento.<br />

Don Lucio Coppa<br />

2


a cura di<br />

Gino Zaninotto<br />

<strong>CASAL</strong><strong>BERNOCCHI</strong><br />

E I SUOI RICORDI TRA<br />

LA PREISTORIA ED OGGI


D<br />

PER CHI ABITA <strong>CASAL</strong> <strong>BERNOCCHI</strong><br />

ue sono i motivi per i quali viene descritta la storia di una cittadina. Il<br />

primo motivo è di natura sentimentale : chi vi è nato desidera ritrovare una storia<br />

o un evento emergente dal paesaggio, dalle pietre, dai racconti trasmessi,<br />

per rinvenire un legame con il passato improntato nel sangue, nella memoria,<br />

nella fantasia. Il secondo motivo è invece di carattere occasionale : una ricorrenza,<br />

uno sfoggio culturale, un confronto con una comunità contigua per cui<br />

si è inesorabilmente costretti ad esagerare i toni della storia.<br />

Questi appunti non pretendono di esaurire il tema proposto, ma almeno di<br />

“accarezzare” con mano leggera ciò che è utile e interessante per nutrire la fantasia<br />

e la vista, con la coscienza di vivere in un ambiente di estremo interesse<br />

culturale, che l’abusivismo edilizio prima e la costruzione di edifici troppo<br />

grandiosi poi, pur in zone edificabili, sembra aver cancellato del tutto ancorché<br />

gli “ambientalisti” abbiano dapprima difeso il paesaggio e in seguito abbandonato<br />

ogni lotta perché stanchi o perché troppo ben inseriti in burocrazie<br />

ed assemblee.<br />

Poiché mi trovo ad essere, come quasi tutti gli Aciliensi, un trasmigrato testimone<br />

impotente del “degrado” culturale che in 40 anni ha cancellato il paesaggio<br />

che ci aveva accolti, vorrei tenere socchiusa una finestra su un paesaggio<br />

che richiede di essere osservato con occhi meravigliati, affinché, nella piatta<br />

quotidianità, possiamo rivedere con l’immaginazione un monumento, una<br />

selva, una strada. Renderci conto del passato e ritrovarvi le radici servirà anche<br />

ad orientare il senso della nostra esistenza. Non dobbiamo ritenerci staccati<br />

da chi ci ha preceduti, né avulsi da chi ci seguirà. Perciò dobbiamo essere<br />

riconoscenti nei confronti di quanti, operando con le braccia, hanno lasciato un<br />

“segno”, qualunque esso sia, naturale (una campagna, un corso d’acqua, una<br />

sorgente, una selva) oppure artigianale<br />

(una lapide, un nome, un<br />

muro, una strada...). Anche se innestati<br />

in questa storia, la sua conoscenza<br />

ci permette di unirci nella<br />

salvaguardia di un bene che appartiene,<br />

quasi per diritto, a chi vive<br />

in questa contrada. E’ necessario,<br />

quindi, che i segni e le vestigia<br />

restino nella zona, rintracciabili<br />

in un museo, affinché attraverso<br />

la loro “lettura” la trama di vita<br />

sia continua e ci tenga uniti nel<br />

processo della storia (fig. 1).<br />

Fig. 1 - Campagne presso Fosso del Fontanile.<br />

6


LA PREISTORIA DEL TERRITORIO E IL MITO<br />

Dopo che nel 1975 fu scoperta Ficana - un villaggio di epoca anteriore alla fondazione<br />

di Roma, posto sulla terza lacinia dei Monti di San Paolo la cui estremità<br />

era costituita da un triangolo sul Tevere (da cui il nome di Monte Cugno) - gli studiosi<br />

delle antichità romane furono obbligati ad esaminare il territorio. La seconda<br />

lacinia, su cui è stato costruito Casal Bernocchi, risulta separata da quella di Malafede<br />

e di Acilia da due affluenti minori del Tevere, il Fosso del Fontanile e la Refolta.<br />

La zona circostante rivestì una funzione importante nel periodo protostorico,<br />

come dimostrano le testimonianze archeologiche (circa 150 manufatti : nuclei,<br />

schegge e lamine) ritrovate nel 1956 . Essa formava una cerniera tra Decima (antica<br />

Politorium) e Monte Cugno (Ficana). In base allo studio del materiale raccolto<br />

dalla Soprintendenza Archeologica di Ostia, è possibile fissare nelle nostre località<br />

la presenza di un villaggio risalente al paleolitico medio. Qui risulta molto diffusa<br />

l’industria della pietra (litica), come pure la presenza di punte di freccia e un’ascia<br />

di bronzo dell’VIII sec. 1<br />

Da antiche testimonianze letterarie risulta che la zona era favorevole alla coltivazione<br />

di alberi da frutta ; tra questi il fico che si riproduceva, così riferisce Plinio il<br />

Giovane, spontaneamente come il gelso, al punto di trasmetterne il nome alla località<br />

commerciale di Ficana. Per la facilità della coltivazione e per costituire, essiccato,<br />

una riserva alimentare altamente nutritiva, era assai diffuso 2 . In Roma l’albero<br />

del fico, come si vedrà più innanzi, era collegato alla storia di Romolo e Remo,<br />

e costituì un elemento importante di collegamento tra la civiltà di Roma e quella<br />

di Ficana. Altri alberi erano i sorbi, produttori di piccoli pomi di mela e di pera,<br />

e per questo nella nostra contrada al XII miliario era stato elevato il celebre santuario<br />

del Pomònal - termine di derivazione sabina - dedicato a Pomona, la dea dei<br />

frutti (pere, mele, olive ed uva). La quantità di piante era favorita dalla presenza di<br />

acque sorgive, di cui Ostia sarà rifornita mediante un acquedotto, ora scomparso,<br />

costruito in epoca imperiale lungo il percorso fino ad Ostia e ancora visibile nelle<br />

carte del XVI secolo.<br />

I cittadini di Ficana - nome di origine protomediterranea e di formazione etrusca,<br />

distrutta e abbandonata nel VI secolo per decisione di Anco Marzio 3 - dovevano dedicarsi<br />

al commercio tra gli Etruschi, posti sulla riva destra del Tevere, e tra gli Albani<br />

sulla sponda opposta, per cui gli abitanti erano impegnati al commercio e alla<br />

coltivazione agricola, come pure all’allevamento pastorale. La venerazione di Marte<br />

- qui chiamato Mars Ficanus - era legata all’agricoltura, che doveva essere difesa<br />

dalla discesa dei pastori. Questa divinità era un “numen” propriamente agricolo,<br />

per cui aveva acquisito la funzione di difensore dei contadini e, soltanto in seguito<br />

alle conquiste, passò al rango di “Dio della guerra”. Qui gli abitanti non presentavano<br />

caratteri etnici identici a quelli dei Romani.<br />

L’insieme di particolari legati alla storia di Romolo e Remo, i fondatori di Roma,<br />

induce a ritenere la nostra zona legata alle vicende esaltate in parte dalla leggenda<br />

7


LA PREISTORIA DEL TERRITORIO E IL MITO<br />

formata intorno a loro. Acca Larentia - nome etrusco - venerata come la Dea dei<br />

campi, era un personaggio legato alla nostra zona, perché vi era un tempio a lei dedicato.<br />

Moglie del pastore Faustolo, detta “lupa” perché prostituta (Livio I,4), curò<br />

la crescita dei due gemelli, figli di Rea Silvia, sacerdotessa di Vesta e del dio Marte,<br />

abbandonati sul Tevere. I gemelli esercitarono dapprima la pastorizia. Il Ficus<br />

Ruminalis 4 , sotto il quale i due gemelli erano raffigurati, dimostra un legame con Ficana.<br />

La lotta tra i due fratelli per la creazione della città sul Palatino potrebbe essere<br />

stata causata dalla scelta dell’agricoltura voluta da Romolo, che definisce i confini<br />

della città, oppure dal mantenimento della pastorizia da parte di Remo, il quale scavalcò<br />

le limitazioni confinali stabilite dal fratello. Con loro si ha un ricordo della<br />

lotta tra gli agricoltori e i pastori, al pari di quanto la Bibbia riporta sull’omicidio<br />

che l’agricoltore Caino perpetrò ai danni del fratello, il pastore Abele. L’intervento<br />

di Anco Marzio, - che cancellò Ficana e fece trasmigrare gli abitanti, chiamati Sicani,<br />

in parte ad Ostia e in parte a Roma, probabilmente sull’Aventino dove era venerato<br />

il Ficus ruminalis -, indica la supremazia di Roma sulle città a lei prossime<br />

e che saranno sottomesse alla sua politica. E’ indubbio che la zona mantenne la cultura<br />

e le usanze degli esiliati, come pure riti propri e, persino nel Cristianesimo, ebbe<br />

proprie forme di preghiera e di culto. Vi saranno costruite “villae” per la servitù,<br />

per gli “ozi” letterali e per il riposo estivo, come ci induce a ritenerlo la quantità di<br />

“fattorie” romane recentemente rinvenute nella zona di Dragona e Dragoncello.<br />

1 A. MALATESTA - S. PANNUTI, Giacimenti preistorici di superficie presso Acilia, Bull. di Paletnologia italiano,<br />

1957, p. 269. In alcune grotte di Malafede, ora non più agibili, sono state trovate molte testimonianze della industria<br />

litica.<br />

2 Il filosofo e poeta greco SENOFANE (VI-V a.C.) afferma : “Se non fosse stato creato il biondo miele, i fichi sembrerebbero<br />

molto più dolci” (F.RONCONI, La saggezza degli antichi. Massime e aforismi greci e latini. O.Mondadori,<br />

1993, pag. 876)<br />

3 DIONIGI DI ALICARNASSO (I a.C.), Antichità romane, 3,38,3-4 riporta la conquista della città da parte del re<br />

Anco Marzio in due momenti : nel primo non volle procurare danni, nel secondo diede a fuoco le abitazioni e ne<br />

demolì le mura.<br />

4 FESTO riferisce che il nome deriva dal fatto che “sotto quell’albero la lupa aveva allattato Romolo e Remo, e la<br />

mammella è detta anche rumis”. Trovati i due gemelli in un canestro il pastore Faustolo li affidò alla moglie Larentia.<br />

I due amavano andare a caccia nelle selve. Il nome ruminalis, deriva invece da Rumon, che è il nome etrusco<br />

o proto-mediterraneo della curva del Tevere (ansa, curva) dove fu fondata Roma. Essi all’inizio assalivano i<br />

ladroni carichi di preda e ne distribuivano il bottino tra i pastori. All’inizio il nome del fiume era Albula, assunse<br />

quello di Tevere in ricordo di Tiberino, re di Alba, che vi era affogato (LIVIO, Storia di Roma, I,3).<br />

Presente nella tradizione religiosa e mitologica romana, Acca Larentia è descritta con una personalità complessa e,<br />

in apparenza, contraddittoria. Notizie in Gaio LICINIO MACRO (I sec a.C.) e in VALERIO ANZIATE, storiografo<br />

romano dell’età di Silla (I sec a.C.).<br />

8


9<br />

LA CIVILTA’ ROMANA<br />

Con la sottomissione a Roma la zona conobbe i fasti della città, come pure le lotte<br />

per il potere e la crisi dell’impero, costituendo, con la città di Ostia, un legame di<br />

origine. E’ notevole il fatto che gli autori latini esaltino le bellezze naturali della zona.<br />

A queste allude il poeta VIRGILIO (Eneide, XI, 316-322), dove narra anche le<br />

vicende belliche di Eurialo e Niso (Eneide, IX). FESTO, un grammatico latino del<br />

II sec. d.C. ricorda che al suo tempo il porto di Ficana era detto Saxa Puilia, in seguito<br />

sarà chiamata Suburbium Ostiense, ed attualmente Monte Cugno. Dalle sorgenti,<br />

di cui erano ricche le tre lacinie, Ostia veniva rifornita di acqua, trasportata<br />

su un acquedotto, posto al margine sinistro della via. Di questo nulla è rimasto tranne<br />

forse i massi presenti nel posteggio della stazione (fig. 2).<br />

Ma anche per Malafede, nonostante che le sue testimonianze storico - archeologiche<br />

riguardo a quello che nei millenni aveva rappresentato un habitat ideale per<br />

l’uomo con il suo pianoro ondulato - localmente inciso da affluenti minori del Tevere<br />

- nulla ha potuto frenare la follia dei costruttori che hanno saputo cancellare<br />

la storia del paesaggio.<br />

Fig. 2 - Resti romani.


LA VIA OSTIENSE<br />

La Via Ostiense risale al II-III sec. a.C. Consisteva in un pavimento di selci largo<br />

m 4,50 limitato da marciapiedi con incastrati i gomphi e poggiante su due strati, di<br />

cui l’inferiore era costituito da blocchi di tufo e quello superiore da ghiaia e calce.<br />

Era adorna da molti monumenti funebri, di cui sono state ritrovate tracce presso la<br />

nostra scuola elementare durante i lavori di costruzione e poi misteriosamente sparite.<br />

La nostra zona decadde verso il IV-V secolo. Con la decadenza di Ostia anche<br />

la Via fu abbandonata. Nel 414 Rutilio Namaziano scriveva che la parte sinistra del<br />

Tevere era inaccessibile ; lo storico Procopio nel 540 ricorda che la zona era trasandata<br />

e selvosa e il Tevere privo di barche 5 .<br />

Anche qui il fenomeno della metodica demolizione dei monumenti iniziò dal XIII<br />

secolo e si protrasse fino al XVI. I monumenti servirono a fornire ai Romani il materiale<br />

per le costruzioni in Roma ; i marmi furono cotti nelle fornaci allo scopo di<br />

produrre le calcare. Solo nel 1700 gli studiosi ricercarono le tracce di opere monumentali<br />

e di lapidi che saranno raccolti nel chiostro della basilica di S. Paolo. Le statue<br />

e i sarcofagi invece sono esposte nel Museo Nazionale Romano, in quello della<br />

Via Ostiense a Porta S. Paolo e nel Museo di San Paolo.<br />

I resti della strada,<br />

già sconvolta<br />

dopo il 1816 dall’appaltatoreVitelli<br />

che “devastò la<br />

Via Appia e tante<br />

vie antiche pervenute<br />

fino a noi” 6 ,<br />

scomparvero con<br />

l’edificazione dell’autostrada<br />

Ostia-<br />

Roma (a. 1928).<br />

Solo negli ultimi<br />

anni sono state riportati<br />

alla luce<br />

nella nostra zona<br />

due tratti della<br />

strada antica, con<br />

grande sorpresa<br />

degli studiosi e al-<br />

Fig. 3 - Tratto della via Ostiense scoperto nel 2005.<br />

trettanta delusione nostra per il loro stato di abbandono e di poca nostra conoscenza.<br />

Un tratto di circa dieci metri, ritrovato nel 2005 (fig. 3), si trova, appena passata<br />

Malafede, alla destra dell’autostrada di Via del Mare poco prima del Fosso del<br />

Fontanile ; l’altro di 60 metri di lunghezza e di m 4,50 di larghezza - misura questa<br />

utile alle vie di grande comunicazione per consentire il traffico di due file di vei-<br />

10


11<br />

LA VIA OSTIENSE<br />

coli - si scorge subito dopo Ponte Ladrone tra la via Ostiense e la Via del Mare. Fu<br />

rinvenuto il 2 marzo del 1983, nel terreno di proprietà di Luciano Francia, ma ora è<br />

quasi tutto ricoperto di erbe per cui non risulta più visibile ai passanti (fig. 4).<br />

Fig. 4 - Tratto della via Ostiense rinvenuto nel 1983.<br />

La seconda lacinia, all’altezza della stazione, fu abbassata con la conseguente sparizione<br />

del manto stradale. Di là si potevano vedere ancora nel 1800 dodici contrafforti,<br />

fra i quali si aprivano undici archi su cui passava l’acquedotto ostiense.<br />

Sotto uno di questi scorreva il torrente della Refolta.<br />

5 Procopio, Bellum Gallicum I,<br />

6 A. NIBBY, Analisi storico - topografica - antiquaria delle Carte dei dintorni di Roma, Roma 1849, Vol. III, p.616.


LE VILLE ROMANE<br />

Almeno tre sono le “Villae” (Case di campagna, Fattorie) scoperte nel nostro territorio,<br />

di cui purtroppo non è rimasta traccia.<br />

La prima si trova a destra della Via Ostiense al 14° chilometro sul terreno di proprietà<br />

del Signor De Vecchi in seguito alle bonifiche agricole. A detta dei proprietari,<br />

la spianata conteneva gli avanzi di grandiose costruzioni che sarebbero dovute<br />

appartenere ad una “villa rustica” (fattoria agricola). Durante la piantagione di alcuni<br />

alberi furono scoperti dei vuoti sotterranei in muratura, coperti da grandi volte.<br />

E’ stata ritrovata anche una strada lunga 60 metri e larga m 2,10, ben conservata,<br />

formata da crepidini alla profondità di un metro circa e in vicinanza del tracciato<br />

della Via Ostiense. Era evidentemente un “diverticolo” per raggiungere la villa,<br />

molto rialzato da umbones. Sull’alto della spianata si trovava un piazzale selciato<br />

con poligoni di basalto ; così pure il cortile del fabbricato, che fu distrutto dai coloni<br />

addetti ai lavori. Intorno a questo cortile, a poca profondità dal piano della campagna<br />

dovrebbero trovarsi alcune fondazioni di pilastri, disposti simmetricamente e<br />

rispondenti ad una pianta quadrata (Acilia, Nuove scoperte, 1909, p.41).<br />

La seconda “villa” rinvenuta nel 1983 all’inizio della Via di Malafede, apparteneva<br />

a Lucio Fabio Cilone, prefetto dell’Urbe in età severiana (III sec. d.C.), al quale<br />

è stata dedicata una via in prossimità della ASL, lontana dal luogo del rinvenimento.<br />

Nelle vicinanze furono trovate delle fistule di piombo recanti questo nome :<br />

L FABICILONIS CU, scoperta verso il 1866 da Pietro ROCCHI . La scritta può essere<br />

resa L(ucii) Fabii Cilonis cu(ra) = a cura di Lucio Fabio Cilone<br />

La terza “villa” fu scoperta intorno al 1950 sulla Via di Ponte Ladrone. Dopo un<br />

sopralluogo di archeologi essa fu ricoperta. Vennero ritrovati blocchi tetraedi di tufo,<br />

pavimenti in mosaico con tessere bianche e nere, intonaci con resti di affreschi,<br />

qualche scultura zoomorfa su marmo, infine monetine del tempo dei Costanzi (IV<br />

sec. d.C.) che indicano una presenza di vita nella zona dove a poca distanza si trova<br />

ancora funzionante una sorgiva.<br />

7G. GATTI, notizie di recenti ritrovamenti di antichità in Roma e nel Suburbio, in Bull. Comm. Atrch. Com. di Roma,<br />

40, 1912, pp. 260-62.<br />

12


13<br />

I MONUMENTI SEPOLCRALI<br />

Nella edificazione della nostra scuola elementare è stata rinvenuta, oltre alle<br />

tombe pagane, anche una tomba cristiana, che è stata trasportata nel Museo<br />

Ostiense. Ma lungo la strada numerosi erano i monumenti funerari, perché vi<br />

venivano sepolti i cittadini qui residenti, come prescriveva la legge, che vietava<br />

la sepoltura dentro le mura cittadine. C’è rimasta però qualche lapide soltanto,<br />

mentre quelle trovate in zona di Acilia sono numerose e raccolte nel chiostro<br />

della Basilica di S. Paolo (14 iscrizioni) insieme con iscrizioni dedicatorie,<br />

rilievi e sculture. Esse sono state distrutte per ignoranza o nascoste dai lavoratori<br />

agricoli qui discesi dagli Appennini, e chiamati burini : nome che ha sfortunatamente<br />

assunto un significato dispregiativo.<br />

Una lapide in greco fu scoperta a Malafede. Ne diamo la traduzione. “Agli Dèi<br />

Sotterranei / Tito Licinio Onesimo a Licinia Chrisoroe sua dolcissima sposa di anni<br />

28” 8 .<br />

Durante i lavori di rettifica della Via Ostiense, nel 1911-12, fu trovato sotto terra<br />

un frammento di iscrizione funebre, alta cm 33 e larga cm 26 , il cui nome è mancante:<br />

....MAR /....FRA/ TRI SVO BENE / MERENTI FECIT 9 . Tradotto : Al benemerito<br />

suo fratello questo sepolcro ... MAR (fece)<br />

Presso gli orti della famiglia Grassi, in vicinanza dell’ASL, è stata trovata una lapide<br />

con una scritta in fenicio.<br />

All’altezza del Casale di Malafede alla destra della Ostiense, si trovava, come appare<br />

dalle carte del XVI secolo, La Torretta, che era una vedetta di guardia costruita<br />

su un sepolcro romano. Costruita su un sepolcro, poco oltre il “Ponte Lungo”, si<br />

elevava una torre oggi scomparsa.<br />

Un avanzo di sepolcro fu rinvenuto nel 1908 nella tenuta di Malafede. Era formato<br />

con parallelepipedi di tufo legati tra loro con grappe di ferro a coda di rondine<br />

10 .<br />

8 TH. K LIKINIA.CRUSROH. T. LIKINIOS. ONESIMOS. SUMBIÒ. GLUKYTATE. ET. KH.<br />

9 Notizie scavi, 1914, 97.<br />

10 D. VAGLIERI, Nuove scoperte nella città e nel suburbio, in N.S., 1908, p.389.


I PONTI ROMANI<br />

Sotto la Via Ostiense, come detto, erano stati costruiti dei ponti onde permettere<br />

alle acque, di cui abbondava la zona, un passaggio al Tevere (fig. 5).<br />

Dei ponti sulla via sono rimasti due. Sotto il primo passava il Fosso del Fontanile<br />

; si trova sotto il moderno<br />

Ponte Lungo, ed era ad un arco in<br />

opera laterizia. Il secondo ponte è<br />

attraversato dalla Refolta ed è detto<br />

Ponte Ladrone, che è intatto e risulta<br />

incorporato sotto il ponte moderno<br />

della vecchia Ostiense : consta<br />

di un arco in blocchi di tufo, con<br />

avancorpi. All’interno del fosso, il<br />

ponte conserva un’altezza massima<br />

di m 4. Purtroppo dei due ponti non<br />

Fig. 5 - Ponticello sotto la via Ostiense. è stato possibile avere delle foto<br />

perché completamente ricoperti dalla<br />

strada (fig. 6).<br />

Di questi due torrenti, il Fosso del<br />

Fontanile è rimasto nella storia per<br />

essere esondato il 18-19 ottobre del<br />

1990, con il conseguente allagamento<br />

della Vallata e con qualche<br />

danno agli edifici. Il Fosso del Fontanile<br />

è ancora ben visibile a chi<br />

percorre la strada da Via di Malafede<br />

ai Monti di S. Paolo (fig. 7). Passando<br />

tra i campi, si attraversa un<br />

Fig. 7 - Via del Fosso del Fontanile.<br />

ponticello (fig. 8) che scavalca il<br />

Fosso e si ammira uno stupendo<br />

paesaggio campestre in buona parte<br />

non rovinato dall’edilizia.<br />

Fig. 8 - Ponte del Fosso del Fontanile.<br />

14


Fig. 6 - Mappa del Nicolai 1805.<br />

16


17<br />

I MONUMENTI<br />

Contrariamente alle aspettative, della nostra zona sono assenti statue di divinità<br />

o di personaggi storici, perché scomparsi o completamente dimenticati. Rimangono,<br />

però, almeno tre monumenti che possono aiutare la storia del luogo : la<br />

colonna dell’XI miliario e la base dell’ara dedicata a Mars Ficanus che ci ha permesso<br />

di scoprire la storia della nostra zona, e un Telamone.<br />

L’ XI Miliario (fig. 9) fu rinvenuto da Pietro Rocchi<br />

nel 1869 all’inizio della Via di Malafede. E’ conservato<br />

al Museo Lateranense, ma un calco si trova al “Museo<br />

della Via Ostiense “. Dalla grafia e dalla menzione degli<br />

edili della plebe con arcaismi, esso risale tra il III - II<br />

secolo a. C. , epoca della più antica sistemazione della<br />

via. Il testo inciso è il seguente. XI / C. CINCI(OS) / AI-<br />

DILES(S) QVE / PLEIB(EI) PROBAVE(R)O(NT) :<br />

“Undicesimo milliario, Lo hanno approvato Gaio Cincio<br />

e gli Edili della Plebe”.<br />

Trovata nel 1952 e donata dal Sig. Preziosi, è un’aretta<br />

dedicata a Mars Ficanus (fig. 10). Uno schiavo di<br />

Cesare, Agathon, la dedica<br />

con i suoi (familiari, operai)<br />

a Marte Ficano, che era una divinità della zona di Ficana.<br />

Tale appellativo si rinviene in un’altra iscrizione<br />

ostiense (C.I.L. 14,309), dando la prova della sua venerazione<br />

nella nostra zona. Purtroppo dell’ntera ara rimane<br />

solo un frammento, sul cui coronamento resta una<br />

rozza figura di Marte con la lancia. Il testo è il seguente.<br />

MARTI FICANO / AGATHON / CAESARIS SER /<br />

VILICVS SALTVA / RIORVM CVM / SVIS VOTO LI-<br />

BENS / D(ONO) D(EDIT). Agatone servo di Cesare<br />

fattore dei guardaboschi, con i suoi dona e dedica volentieri<br />

in voto a Marte Ficano<br />

Altro reperto è un Telamone rinvenuto nel 1942 sul<br />

lato sinistro della Via Ostiense al km. 14,600 subito dopo<br />

il ponte della Rifolta. Il Telamone si trovava adagiato sul dorso insieme a dei marmi<br />

posti a m. 4,70 sotto il livello stradale. Stava su un plinto di cm 74 di altezza e<br />

largo cm 52. La figura alta m 2,07 databile alla metà del I sec. d. C. rappresenta un<br />

Satiro, ed è attualmente esposta al Museo Nazionale Romano11 Fig. 9 - L’XI Miliario<br />

Fig. 10<br />

Aretta dedicata a Mars Ficanus<br />

.


I MONUMENTI<br />

Di tutti questi ritrovati, di cui la zona centrale del villaggio risulta quasi priva<br />

di resti, è bene che gli abitanti ne siano a conoscenza. E’ una ricchezza che ci offre<br />

un panorama nuovo della nostra zona, dove potremo rivivere i ricordi e ritrovarci in<br />

sintonia con la storia del passato, di cui anche noi saremo artefici con le nostre azioni.<br />

Ci si augura che possiamo ritrovare il dialogo, la gioia dell’incontro e la voglia<br />

di rappresentare agli altri la nostra originalità e i doni della vita.<br />

11 C. CAPRINO, Telamone, “Notizie scavi” 1943, p.29ss.<br />

18


FESTA <strong>CASAL</strong><br />

IV Anniversario della Dedicazi<br />

VENERDÌ 2 GIUGNO 2006 ORE 21,00<br />

Calendario dei<br />

GRANDE SERATA DANZANTE, SU PRENOTAZIONE AL BAR BENIAMINO,<br />

CON CENA E MUSICA DAL VIVO ALL’INTERNO DEL TEATRO<br />

SABATO 3 GIUGNO 2006 ORE 21,00<br />

PROCESSIONE NOTTURNA CON BANDA ORCHESTRALE REGIONE LAZIO<br />

PER LE VIE DEL QUARTIERE<br />

E VEGLIA DI PENTECOSTE ALL’INTERNO DELLA CHIESA<br />

DOMENICA 4 GIUGNO 2006<br />

ORE 10,00<br />

1° RADUNO<br />

ORE 14,30<br />

2° GRAN PREMIO CICLISTICO <strong>CASAL</strong> <strong>BERNOCCHI</strong> – TRITTICO DI PRIMAVERA<br />

ORGANIZZATO DA CAPOBIANCHI<br />

ORE 19,30<br />

DIMOSTRAZIONE DI KUNG FU<br />

ORE 21,00<br />

1° FESTIVAL SCUOLE DI DANZA HIP-HOP AND BREAK DANCE<br />

LUNEDÌ 5 GIUGNO 2006 ORE 21,00<br />

SPETTACOLO DELL’ORATORIO ALL’INTERNO DEL TEATRO<br />

E IN PIAZZA “CINEMA SOTTO LE STELLE”<br />

MARTEDÌ 6 GIUGNO 2006 ORE 21,00<br />

1A EDIZIONE “<strong>BERNOCCHI</strong>ADI” GIOCHI IN PIAZZA<br />

FRA LE CONTRADE DEL QUARTIERE<br />

Durante i festeggiamenti s<br />

P.S. Tutta l’organizzazione della festa, gli spettacoli, le luminarie i fuochi d’artificio, la lotteria e quant’


<strong>BERNOCCHI</strong><br />

one della Chiesa Parrocchiale<br />

festeggiamenti<br />

arà aperto il punto ristoro<br />

MERCOLEDÌ 7 GIUGNO 2006 ORE 21,00<br />

ROCK AND ROLL SHOW<br />

CON RICKY RIALTO AND B. MONES<br />

GIOVEDÌ 8 GIUGNO 2006 ORE 21,00<br />

SFILATA MODA BIMBI<br />

IN COLLABORAZIONE “DI.MI VIA DI ACILIA, 7”<br />

VENERDÌ 9 GIUGNO 2006 ORE 21,00<br />

LA CORRIDA 5 A EDIZIONE<br />

SABATO 10 GIUGNO 2006 ORE 21,00<br />

CONCERTO CON ALEX BAND<br />

DOMENICA 11 GIUGNO 2006<br />

ORE 11,00<br />

MESSA SOLENNE CON SUA ECCELLENZA:<br />

MONS. PAOLO ROMEO, NUNZIO APOSTOLICO D’ITALIA<br />

ORE 12,00<br />

“FAI UN GIRO CON NOI” MOTOGIRO SISECAR E MOTO<br />

ORE 21,00<br />

MUSICA DAL VIVO CON IL MURO E CABARET CON LUCIANO LEMBO<br />

ORE 23,00<br />

FUOCHI D’ARTIFICIO CON ESTRAZIONE DELLA LOTTERIA<br />

LUNEDÌ 12 GIUGNO 2006<br />

MAXI SCHERMO PER PARTITA DI CALCIO<br />

ITALIA - GHANA<br />

LA PROIEZIONE DELLE PARTITE DEI MONDIALI PROSEGUIRÀ DOPO LA FESTA<br />

NEL CAMPO DI CALCIO PARROCCHIALE<br />

altro dipendono unicamente dalla disponibilità della raccolta dei fondi attraverso le offerte e la lotteria.


DIACONIA DI SAN PIER DAMIANI AI MONTI SAN PAOLO<br />

Il Papa, Benedetto XVI, nel suo primo concistoro del 24 Marzo<br />

2006, ha elevato alla dignità cardinalizia Mons. AGOSTINO VAL-<br />

LINI, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica,<br />

assegnandogli il titolo della Diaconia di San Pier Damiani ai Monti<br />

di San Paolo.<br />

S.E. Cardinale Agostino Vallini è nato a Poli (Roma), il 17 aprile<br />

1940. Successivamente si è trasferito, con la famiglia, a Barra, in<br />

provincia e arcidiocesi di Napoli.Alunno del Seminario arcivescovile<br />

di Napoli, ha frequentato la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale,<br />

sezione “San Tommaso”, dove si è licenziato in Sacra Teologia.<br />

Successivamente ha conseguito il Dottorato “in utroque iure” presso la Pontificia Università<br />

Lateranense. Ha pubblicato la sua tesi di laurea e diversi articoli di carattere teologico<br />

e giuridico su riviste specializzate. E’ stato ordinato sacerdote il 19 luglio 1964 a<br />

Napoli, sua arcidiocesi di appartenenza. Ha ricoperto i seguenti incarichi: Professore di<br />

Diritto Canonico nella sezione “San Tommaso” della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia<br />

Meridionale e nella Pontificia Università Lateranense; Assistente FUCI e del movimento<br />

“Seguimi”; Assistente diocesano della USMI; Rettore del Seminario Maggiore<br />

arcivescovile; Decano della sezione “San Tommaso” della Facoltà Teologica dell’Italia<br />

Meridionale e Assistente regionale dell’Azione Cattolica. Nominato Vescovo titolare di<br />

Tortiboli e Ausiliare dell’arcidiocesi di Napoli il 23 marzo 1989, è stato consacrato il 13<br />

maggio dello stesso anno. Dal 13.11.1999 ha ricevuto l'incarico di vescovo della diocesi<br />

di Albano sino al maggio 2004, quando il papa Giovanni Paolo II lo ha chiamato nella<br />

curia romana a guidare il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica; è anche<br />

membro della Commissione episcopale della CEI per i problemi giuridici.<br />

Con immensa gioia attendiamo la visita del nuovo cardinale nella nostra il 28 maggio.<br />

21

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!