Tesi Andrea Serena YOGADARSANA - India con Massimo Taddei

Il canone jainista, Svetambara, sistematizzato da Jina, redatto
nella seconda metà del V sec. d.C., a quest’opera seguono una
gran quantità di commentari. Il testo più celebre è il
Tattvarthadhigamasutra di Umaswami, sintesi del pensiero
jainista, è composto in forma di sutra, successivamente
commentati.
La realtà diveniente si compone di sette principi di verità: infinite
anime immateriali ed eterne, jiva o sostanze senza anima, ajiva,
possono affluire nell’anima, asrava, rendendola impura e
causando i condizionamenti, bandha. Questa negativa unione tra
anima e materia genera il karma, si rende quindi necessario
l’interruzione di questo affluire di materia nell’anima, samara, e la
distruzione del karma accumulato, nirjara, così sarà possibile
raggiungere la liberazione, moksha.
La disciplina jainista prevede l’osservanza di quelli che vengono
chiamati i tre gioielli: la retta fede, la retta conoscenza e la retta
condotta. Quest’ultima prevede cinque precetti: non violenza,
non mentire, non rubare, castità, rinuncia al possesso. Il primo di
questi precetti caratterizza particolarmente lo stile di vita dei
jainisti che prevede il non nuocere ad alcun essere vivente
compresi gli animali, è pertanto osservata la dieta vegetariana.
Vi sono due movimenti principali tra i jainisti, gli shvetambara
ossia i vestiti di bianco, dal colore delle loro tuniche e gli
digambara ossia i vestiti di aria, che vivono rispettando il voto
della nudità.
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