Tesi Andrea Serena YOGADARSANA - India con Massimo Taddei
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III.37 Queste facoltà, siddhi, sono poteri straordinari nella vita ordinaria, ma sono pericolosi per la pratica di samadhi, possono causare dispersione e aumento dell’ego. III.38 Dall’indebolimento del karma dell’identificazione tra corpo sottile e corpo fisico e dalla conoscenza dei passaggi mentali viene la facoltà di entrare con la mente nei corpi altrui. III.39 Il controllo di udana vayu, il soffio energetico che governa i movimenti ascendenti, consente la levitazione evitando il contatto con acqua, fango, spine. III.40 Il controllo di samana vayu, il soffio energetico equilibrante che governa l’assimilazione del nutrimento e che ravviva il fuoco interiore, consente il risplendere dell’aura. III.41 Dal samyama praticato sulla relazione tra l’organo dell’udito e l’etere, akasha, viene un udito sovrannaturale. III.42 Dal samyama praticato sulla relazione tra corpo e spazio e l’immedesimarsi con ciò che è leggero come il cotone, viene la facoltà di muoversi attraverso lo spazio. 117
III.43 Nello stato incorporeo, disincarnato di mahavideha, nel quale la mente agisce libera dalle vritti, il velo che copre la luce sattvica della rivelazione si dissolve. III.44 Dal samyama praticato sulla natura degli elementi, sulle loro caratteristiche, grossolana, apparente, sottile, interdipendente e sul loro scopo di emancipare il purusha, viene il controllo sugli elementi stessi. III.45 Dal controllo sugli elementi, vengono le otto facoltà: di rimpicciolire, di alleggerirsi, di espandersi, di appesantirsi, di spaziare, di soddisfare i desideri, di controllare gli oggetti, di creare e distruggere; inoltre viene la perfezione del corpo e la liberazione da tutti gli ostacoli: la terra non ferma, l’acqua non bagna,il fuoco non brucia, l’aria non sposta, l’etere non rende visibile. III.46 Le caratteristiche di grazia, bellezza, forza, compattezza, proprie del diamante costituiscono, anche, le caratteristiche di perfezione del corpo umano. III.47 Dal samyama sui sensi, indriya, praticato sulla percezione, sulla loro reale natura, sulla loro individualità, sulla 118
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III.37 Queste facoltà, siddhi, sono poteri straordinari nella vita<br />
ordinaria, ma sono pericolosi per la pratica di samadhi, possono<br />
causare dispersione e aumento dell’ego.<br />
III.38 Dall’indebolimento del karma dell’identificazione tra corpo<br />
sottile e corpo fisico e dalla <strong>con</strong>oscenza dei passaggi mentali<br />
viene la facoltà di entrare <strong>con</strong> la mente nei corpi altrui.<br />
III.39 Il <strong>con</strong>trollo di udana vayu, il soffio energetico che governa<br />
i movimenti ascendenti, <strong>con</strong>sente la levitazione evitando il<br />
<strong>con</strong>tatto <strong>con</strong> acqua, fango, spine.<br />
III.40 Il <strong>con</strong>trollo di samana vayu, il soffio energetico<br />
equilibrante che governa l’assimilazione del nutrimento e che<br />
ravviva il fuoco interiore, <strong>con</strong>sente il risplendere dell’aura.<br />
III.41 Dal samyama praticato sulla relazione tra l’organo<br />
dell’udito e l’etere, akasha, viene un udito sovrannaturale.<br />
III.42 Dal samyama praticato sulla relazione tra corpo e spazio<br />
e l’immedesimarsi <strong>con</strong> ciò che è leggero come il cotone, viene la<br />
facoltà di muoversi attraverso lo spazio.<br />
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