Tesi Andrea Serena YOGADARSANA - India con Massimo Taddei

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15.06.2013 Views

ignoranza e dolore. Meditare sugli opposti come l’amore, antidoto per l’avversione e la conoscenza, antidoto per l’ignoranza è la pratica da seguire. II.35 Alla presenza di colui che ha realizzato ahimsa, la non violenza, si generano le condizioni per cui le ostilità tra le persone vengano abbandonate. II.36 Le parole pronunciate da colui che è realizzato nella pratica della verità, satya, sono così potenti da realizzarsi. II.37 Realizzata asteya, la non appropriazione, le cose preziose, le ricchezze, i gioielli si presentano spontaneamente. II.38 Realizzato brahmacharya, la continenza dal dispendio di energie per la soddisfazione dei godimenti sensoriali, si ottiene vigore. II.39 Realizzato aparigraha, il non accumulo, si ottiene la conoscenza delle vite passate e future. II.40 Shaucha, la purezza, porta a riconoscere le impurità, da questa comprensione consegue il distacco, sia verso il proprio corpo sia verso il corpo altrui. 107

II.41 Quando il mentale è purificato vengono gioia, concentrazione, controllo dei sensi e visione del sé. II.42 Praticando samtosā, l’accontentarsi, si ottiene una felicità senza eguali. II.43 Praticando tapas, l’austerità, si bruciano tutte le impurità e si consegue la perfezione degli organi sensoriali e del corpo. II.44 Lo studio sul sé porta all’incontro con la propria divinità. II.45 La perfezione nel samadhi avviene con l’abbandono al divino, isvarapranidhana. II.46 L’asana, la posizione, terzo costituente della disciplina dello yoga, deve essere stabile e comodo. II.47 L’assenza di sforzo nell’asana porta alla meditazione sull’infinito, simboleggiato dal serpente Ananta. II.48 Con la corretta pratica degli asana si consegue la condizione di emancipazione dalle dualità e, quindi, dai condizionamenti derivanti dalla conflittualità degli opposti. 108

ignoranza e dolore. Meditare sugli opposti come l’amore,<br />

antidoto per l’avversione e la <strong>con</strong>oscenza, antidoto per<br />

l’ignoranza è la pratica da seguire.<br />

II.35 Alla presenza di colui che ha realizzato ahimsa, la non<br />

violenza, si generano le <strong>con</strong>dizioni per cui le ostilità tra le<br />

persone vengano abbandonate.<br />

II.36 Le parole pronunciate da colui che è realizzato nella<br />

pratica della verità, satya, sono così potenti da realizzarsi.<br />

II.37 Realizzata asteya, la non appropriazione, le cose<br />

preziose, le ricchezze, i gioielli si presentano spontaneamente.<br />

II.38 Realizzato brahmacharya, la <strong>con</strong>tinenza dal dispendio di<br />

energie per la soddisfazione dei godimenti sensoriali, si ottiene<br />

vigore.<br />

II.39 Realizzato aparigraha, il non accumulo, si ottiene la<br />

<strong>con</strong>oscenza delle vite passate e future.<br />

II.40 Shaucha, la purezza, porta a ri<strong>con</strong>oscere le impurità, da<br />

questa comprensione <strong>con</strong>segue il distacco, sia verso il proprio<br />

corpo sia verso il corpo altrui.<br />

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