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Programma Eventi - Festa del Nino

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ANCONA (AN) DOMENICA 5 MAGGIO ore 19<br />

LA TRADIZIONE IN UN PIATTO<br />

RISTORANTE “TRAIANO” VIA XXIV SETTEMBRE, 6A ANCONA TEL. 071.205540<br />

28<br />

5<br />

DOMENICA<br />

ANCONA<br />

«Ad Ancona bisogna arrivarci alle tre <strong>del</strong> pomeriggio, e con il sole. La città sembra allora una zebra; strisce fonde e scure di<br />

vicoli si alternano con fasce abbaglianti e trasversali. Un paio di finestre dal riflesso stralucente fanno gli occhi. Poi se passa<br />

una nube, la zebra si muta in un cammello inginocchiato, e si aspetta di vederlo alzare da un momento all’altro, col baldacchino<br />

di San Ciriaco sulla gobba, il santo che si sporge vestito di rajah» (Dino Garrone, “Mito di Ancona” in “Sorriso degli<br />

Etruschi”). Ed in effetti i riflessi <strong>del</strong>le luci e <strong>del</strong>le ombre ad Ancona giocano infiniti richiami e suggestioni, indotte dalle visioni<br />

<strong>del</strong>la continua mutevolezza degli elementi dominanti, mare e cielo, con i colli antichi che saldano due rive opposte <strong>del</strong> mare,<br />

i fermenti <strong>del</strong> porto con i bagliori <strong>del</strong> tramonto e la più composta quiete <strong>del</strong> belvedere al Passetto, sede ufficiale <strong>del</strong>l’alba.<br />

Attorno gli scorci di terra con le tinte mutevoli <strong>del</strong>le stagioni, dalle campagne <strong>del</strong>l’immediato entroterra. Questa fusione non<br />

poteva che attuarsi anche nella stessa quotidianità <strong>del</strong>la città. Le cronache e descrizioni storiche di un passato indeterminato<br />

raccontano di come il mare fosse parte attiva di Ancona, una presenza costante celebrata direttamente o indirettamente nelle<br />

feste solenni, amata dai cittadini e dominata da essi con sapienza e sensibilità. Ma d’altro canto il commercio marittimo e<br />

l’economia <strong>del</strong>la pesca dovevano per forza convivere, qui come altrove, con le logiche ed i sudati doni <strong>del</strong>la terra e <strong>del</strong>la sua<br />

lavorazione.<br />

La cucina <strong>del</strong>le città di mare, perpetuata nelle case dei pescatori e nelle osterie dei porti, ha codificato molte ricette con<br />

la pescagione più svariata. Ma notoriamente i moduli di cucina fluttuano per luoghi diversi, anche lontani, per cui molto<br />

facilmente nelle città marittime giungevano echi potenti dalle più prossime campagne <strong>del</strong>l’entroterra. Questi viaggi minimi<br />

di ingredienti e pratiche di cucine si riflettevano così nelle ricette di pesce, accostando ai doni <strong>del</strong> mare elementi e sapori<br />

squisitamente di terra. E così i “moscioli” (cozze) si farciscono di prosciutto, le “concole” (vongole) sposano salsicce e<br />

patate. Nel capoluogo dorico lo sposalizio tra il “Re di gusto e festa” e gli abitanti <strong>del</strong> mare si celebrano anche nella ricetta<br />

antichissima e caratteristica <strong>del</strong>le triglie “all’anconetana”, dove i pesci vengono marinati in olio, aglio, limone ed erbe e<br />

poi arrostiti con fette di prosciutto nel trito di prezzemolo e pangrattato. Ma soprattutto molti pesci e crostacei chiedono<br />

in prestito alle <strong>del</strong>izie offerte dal nino quel condimento aromatico conosciuto come “porchetta”: le crocette o i “bombarelli”<br />

(lumachine di mare) così preparati hanno costituito per tempo immemore il più caratteristico cibo di strada anconetano,<br />

merende per gente comune ed in particolare pescatori e marinai, vendute nei corsi principali di Ancona, presso chioschi o da<br />

venditori ambulanti dotati di appositi recipienti zincati trasportabili. In questo appuntamento i racconti <strong>del</strong>lo studioso locale<br />

Terenzio Montesi si affiancheranno ai segreti narrati dallo chef Andrea Chiappa.

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