Ingegneri e Costruttori 2012-08-09.pdf - Associazione Industriali ...

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del Codice dei Contratti Pubblici, la legge di conversione ha introdotto alcuni correttivi al regime stesso, come di seguito evidenziati. PROROGA DELLA VALIDITà DEGLI ATTESTATI L’articolo 1, comma 3, del convertito d. L. n. 73 del 2012, modificando l’articolo 357, comma 12, del d. P. R. n. 207 del 2010, dopo avere ribadito che le attestazioni, rilasciate in vigenza del precedente regolamento di qualificazione nelle categorie non modificate dal nuovo regolamento, hanno validità fino alla naturale scadenza, proroga al 4 dicembre 2012 la validità degli attestati SOA nelle categorie “variate” OG 11, OS 7, OS 8, OS 12, OS 18, OS 21 e OS 2. Conseguentemente, i nuovi attestati potranno essere utilizzati a partire dal prossimo 5 dicembre, data a partire dalla quale, tra l’altro, le amministrazioni dovranno redigere i bandi applicando, ai sensi dell’articolo 357, comma 16, del nuovo regolamento, le nuove disposizioni in materia di qualificazione. Rimane preclusa alle imprese in possesso del solo attestato rilasciato ai sensi del d. P. R. n. 207 del 2010, la partecipazione alle gare bandite sino al 4 dicembre, essendo queste ultime regolate secondo le norme di cui al precedente d. P. R. n. 34 del 2000. SOPRAVVIVENZA DEI CERTIFICATI L’articolo 1, comma 2, del d. L. n. 73 del 2012, introduce, poi, nell’articolo 357 il comma 12 ter, ai sensi del quale le attestazioni in OS 12, OS 18, OS 21, OS 2, OS 7 e OS 8, rilasciate ai sensi del d. P. R. n. 34 del 2000, possono essere utilizzate anche successivamente al 4 dicembre 2012 e fino alla naturale scadenza prevista nell’attestato, per la partecipazione a gare nelle quali sia richiesta la qualificazione, secondo il nuovo regolamento, in OS 12 - A, OS 18 - A, OS 2, OS 2 - A e OS 7 (le categorie OS 7 e OS 8 del d. P. R. n. 34 del 2000 confluiscono nella OS 7 del nuovo regolamento). In virtù di tale principio, definito dell’equivalenza, le imprese, qualificate in queste ultime categorie, potranno utilizzare le proprie attestazioni anche successivamente alla scadenza del regime transitorio e, in sede di rinnovo delle attestazioni, potranno ricorrere (se ricadenti nel decennio di riferimento) agli stessi certificati di esecuzione dei lavori, utilizzati per la precedente attestazione in d. P. R. n. 34 del 2000 e rilasciati secondo il relativo modello previsto in allegato “D”. In altre parole, viene meno per le citate categorie la necessità di chiedere alla stazione appaltante, ai sensi dell’articolo 357, comma 14 bis, la riemissione dei certificati. Al contrario, non è prevista alcuna equivalenza per la qualificazione nelle categorie OS 8, OS 12-B, OS 18-B, OS 20-B e OS 2-B, così come individuate dal d. P. R. n. 2007 del 2010. Conseguentemente, le imprese sono tenute a chiedere alle stazioni appaltanti la sostituzione dei vecchi certificati di esecuzione dei lavori (CEL), emessi sulla base del modello previsto dall’allegato D del d. P. R. n. 34 del 2000, con i certificati ai sensi dell’allegato B.1 del nuovo regolamento. Una volta ottenuto il nuovo CEL, l’impresa potrà ottenere la qualificazione nelle citate categorie. QUALIFICAZIONE IN OG 11 L’articolo 357, comma 14 bis, del nuovo regolamento, così come inserito dal d. L. n. 73 del 2012, semplifica il sistema di qualificazione nella categoria: 1) non è più necessario che le stazioni appaltanti procedano alla riemissione del certificato di esecuzione dei lavori; 2) viene introdotto un meccanismo convenzionale in base al quale le SOA, al fine di qualificare l’impresa nella categoria OG 11 ai sensi del nuovo regolamento, suddividono l’importo dei certificati di esecuzione dei lavori come segue: OS3 Notiziario/33 20%, OS 28 40%, OS30 40%. Gli importi ricavati attraverso le suddette percentuali saranno utilizzati per il calcolo dei requisiti di qualificazione delle imprese che, ai sensi dell’articolo 76, comma 16, del nuovo regolamento, devono dimostrare di avere eseguito una determinata percentuale di lavori specialistici nelle categorie che compongono la OG 11. VERIFICA TRIENNALE L’articolo 77 del citato d. P. R. n. 207 del 2010, prevede che, allo scadere del periodo triennale di validità dell’attestato SOA, l’impresa debba sottoporsi alla verifica del mantenimento di taluni specifici requisiti di qualificazione (cd. verifica triennale), dimostrando di essere in possesso, in rapporto alla cifra d’affari in lavori, di adeguati costi sostenuti per le attrezzature tecniche e per l’organico medio annuo, nei limiti di una tolleranza del 25% rispetto ai requisiti inizialmente previsti per il rilascio dell’attestazione. L’articolo 1, comma 3, lett. d, del d. L. n. 73 del 2012, ha modificato l’articolo 357 del d. P. R. n. 207 del 2010, introducendo il comma 21 bis, ai sensi del quale la percentuale di tolleranza del 25% è innalzata al 50% fino al 31 dicembre 2012. CONFERMA DEI CERTIFICATI DI ESECUZIONE LAVORI EMESSI L’articolo 1, comma 3 bis, del d. L. n. 73 del 2012, così come modificato dalla legge di conversione n. 119 del 2012, precisa che rimane ferma la validità dei certificati di esecuzione dei lavori già emessi alla data di entrata in vigore della citata legge di conversione (avvenuta il 31 luglio 2012), con le percentuali corrispondenti alle categorie di lavorazioni ivi indicate, ai sensi dell’articolo 357, comma 14, del nuovo regolamento, nella formulazione vigente prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del d. L. n. 73 del 2012.
Notiziario/34 APPALTI PUBBLICI: MODIFICATA LA DISCIPLINA DEL CONTRATTO DI DISPONIBILITà Il decreto “crescita” chiarisce alcuni aspetti della disciplina del contratto di disponibilità previsto dal Codice dei Contratti Pubblici. L’articolo 160 ter del d. Lgs. n. 163 del 2012, Codice dei Contratti Pubblici, introdotto dal d. L. n. 1 del 2012, cd. decreto “Cresci Italia”, disciplina il contratto di disponibilità, strumento di partenariato pubblico - privato attraverso il quale l’amministrazione pubblica può affidare ad un soggetto privato, mediante procedura ad evidenza pubblica, a rischio dello stesso, la costruzione e la messa a disposizione di un’opera privata per l’esercizio di attività di pubblico interesse. L’articolo 4 bis del d. L. 22 giugno 2012, n. 83, cd. decreto “crescita”, aggiunto dalla legge di conversione 7 agosto 2012, n. 134, pubblicata nel S. O n. 171/L della Gazzetta Ufficiale 11 agosto 2012, n. 187, modifica l’articolo 160 ter del Codice, chiarendo alcuni dubbi interpretativi sorti in sede di applicazione della norma. In particolare, viene precisato che: 1) sia il contratto di disponibilità a stabilire l’esatta ripartizione dei rischi che possono comportare variazione dei corrispettivi dovuti, per gli eventi incidenti sul progetto, sulla realizzazione o sulla gestione tecnica dell’opera, conseguenti alla sopravvenienza di norme o provvedimenti cogenti di pubbliche autorità; 2) salvo diversa determinazione contrattuale, i rischi sulla costruzione e gestione tecnica dell’opera derivanti da mancato o ritardato rilascio di autorizzazioni, pareri, nulla osta e ogni altro atto di natura amministrativa, sono a carico del soggetto aggiudicatore. Ai sensi dell’articolo 4 bis, comma 2, le innovazioni introdotte all’articolo 160 ter, si applicano ai contratti stipulati successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto (a partire, quindi, dal 12 agosto del 2012). APPALTI PUBBLICI: ARBITRATI IM- PUGNABILI ANCHE NEL MERITO Il decreto “crescita” estende la possibilità di impugnare il lodo arbitrale, conseguente ad una controversia inerente ad un contratto pubblico, anche alla violazione delle regole di diritto relative al merito, a prescindere dalla volontà delle parti. L’articolo 48 del d. L. 22 giugno 2012, n. 83, convertito in legge 7 agosto 2012, n. 134, pubblicata nel S. O. n. 171/L alla Gazzetta Ufficiale 11 agosto 2012, n. 187, detta una specifica disposizione sugli arbitrati nei contratti pubblici, stabilendo che il lodo arbitrale è impugnabile davanti alla Corte d’Appello, oltre che per gli ordinari motivi di nullità, anche per violazione delle regole di diritto relative al merito. Le ragioni della scelta del legislatore derivano dal fatto che l’articolo 829 del codice di procedura civile, nell’individuare le cause di nullità del lodo arbitrale, elenca una serie di vizi che attengono al cd. rito (vizi procedurali, difetto di nomina degli arbitri, mancanza dei requisiti in capo ad un arbitro, ecc.), mentre limita l’impugnazione sostanziale alla sola ipotesi della violazione delle regole di diritto relative al merito della causa, purché tale ipotesi sia espressamente disposta dalle parti o dalla legge. Il decreto “crescita” interviene, quindi, precisando che, nell’ambito delle controversie relative ai contratti pubblici, il lodo può sempre essere impugnato davanti alla Corte d’Appello, anche per violazione delle regole di diritto relative al merito della controversia, estendendone in modo automatico, a prescindere dall’accordo delle parti, l’ambito di impugnabilità. L’impatto che tale riforma ha sull’utilizzo dello strumento arbitrale è, tuttavia, negativo: la principale caratteristica dell’arbitrato è quella di ridurre al minimo (alle sole e limitate ipotesi espressamente previste dalla legge) il riesame del giudice, circostanza che, nel caso degli appalti pubblici, viene rimossa senza possibilità per le parti di disporre diversamente. L’articolo 48, comma 2, detta, infine, una disposizione transitoria, ai sensi della quale la nuova norma in commento “si applica anche ai giudizi arbitrali per i quali non sia scaduto il termine per l’impugnazione davanti alla Corte d’appello alla data di entrata in vigore del presente decreto” (avvenuta il 26 giugno 2012). Conseguentemente, le nuove regole introdotte dal decreto trovano applicazione anche agli arbitrati che traggono origine da clausole compromissorie stipulate nella vigenza della previgente disciplina, qualora l’impugnazione, non essendo ancora decorso il termine, sia proposta dopo l’entrata in vigore del decreto. La scelta, come sottolineato da alcuni commentatori, desta qualche perplessità, laddove si osserva che la Corte di Cassazione, sez. I, 19 aprile 2012, n. 6148, ha evidenziato che, anche in base alle previsioni dell’articolo 11 delle disposizioni sulla legge in generale, ogni atto negoziale è disciplinato dalla legge in vigore al momento in cui esso è stato adottato, a garanzia della certezza dei rapporti giuridici.
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