“Le relazioni greco - albanesi durante la Seconda Guerra ... - Padis

distorta o da un qualsiasi volantino di propaganda italiana, niente
affatto, l’autorità che ci avvisa di questa crudeltà è un credente e onesto
greco, Mihail Dukas, un membro della casa imperiale di Bisanzio, i cui
racconti in proposito, sono incluse nella più grande collezione degli storici
bizantini che si trova a Bonn e che possono essere esaminate da un
qualsiasi ricercatore. Con disgusto e disapprovazione Dukasi racconta
tutti gli omicidi crudeli che Thanas commise contro la popolazione
albanese di Janina. Dukasi dice, uno dei loro giochi preferiti era tagliare il
naso o altre parti del corpo agli albanesi e lasciarli morire in agonia. Alcuni
leader feudali albanesi hanno minacciato Thanas con una spedizione
punitiva, se non avesse fermato i crimini contro gli albanesi. Thanas si è
astenuto per un poʹ di tempo e con astuzia ha sposato sua figlia con il
principe più potente del suo tempo, Gjin Bue Shpata. Dopo un certo
periodo, Thanas riprese di nuovo le persecuzioni e questa volta ancora più
selvagge di prima. Come scrive Mihail Dukasi, mentre Gjin Bue Shpata
radunò un esercito e assediò Janiana, la capitale di suo suocero, Thanas
ogni giorno, sotto la bandiera bianca, inviava a Shpata un cesto di occhi
strappati dai capi degli albanesi e questo “dono” macabro continuò fino a
quando l’assedio non fu revocato.
Come dice lo storico, lʹambizione di Thanas era quella di aggiudicarsi il
nome di Albanoktonos (che significa l’assassino degli albanesi). Dukas
aggiunge che al despota piacevano molto gli stranieri, e ne aveva portati
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